dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 22/11/2014
22 NOVEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 22 novembre 2014 – Sabato - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
812
Giuliana e il Corso
A volte le persone si sentono a disagio e non sanno il perché. Il più delle volte è l’ambiente circostante che agisce e produce effetti poco piacevoli. Un anno fa, la Prof. Giuliana, quarant’anni, single, bellissima, Docente di Lettere presso un Liceo del milanese, abitante a Pavia, era giù di corda. Questa volta, però, la quarantenne sapeva il perché. Ogni volta che passava in corso Cavour a Pavia e vedeva i muri dei Palazzi, le vetrine, i portoni imbrattati da scritte e scarabocchi provava un senso di sgomento … come se le avessero scarabocchiato il suo stesso vestito. Come sfogo ne parlò alla sua amica, Prof. Tina, sua Collega di Lettere nel Liceo dove insegnava. “Tina, ogni volta che passo in Corso Cavour a Pavia … mi sento male. Mi fanno male i muri, le vetrine, i portoni, le indicazioni turistiche imbrattate da mani vandaliche. Mi dico … questi personaggi distruggono adagio, adagio la mia città. Nessuno sarà più in grado di salvarla dal degrado” Tina non era il tipo che si dava per vinta. “Giuliana, è vero. Anch’io sono di Pavia e ogni volta che passo da corso Cavour e altre vie provo lo stesso disagio. Mi fa pena vedere la città ridotta così. In due millenni di storia, poche persone stanno distruggendo la bellezza della città. Adagio, adagio distruggono il fascino degli antichi Palazzi, delle Chiese, dei monumenti. La città dovrebbe essere la casa di tutti di cittadini … Invece, no. Pavia è appannaggio solo di una sparuta minoranza che, con orribili scarabocchi, tentano di distruggere duemila anni di storia, di arte, di cultura di una città. Fanno star male i cittadini pavesi … i quali, impotenti, possono solo guardare … e soffrire. Per fortuna che Pavia è a venticinque chilometri da Milano … “ Giuliana reagì. “E cosa vorresti dire con … venticinque chilometri da Milano?” La Prof. Tina dopo una piccola pausa, rispose.”Giuliana, oggi, le persone come te e me, hanno mille motivi per stare male. Non ci sono solo gli scarabocchi sui muri della città. Ci sono anche tante altre cose e situazioni. Ecco perché è necessario reagire. A Milano, per esempio, ci sono Corsi di ogni genere. Uno di questi è “Come reagire alle crisi attuali”. Se vuoi … puoi iscriverti. Il primo incontro è oggi, sabato … nel pomeriggio. La Prof. Giuliana, quel sabato pomeriggio di un anno fa, non aveva impegni. Perché non partecipare? Oltre tutto, la quarantenne aveva bisogno di vedere gente nuova … sentire argomenti nuovi … Giuliana si fece trovare puntuale all’inizio del Corso. I partecipanti erano una ventina … ed avevano più o meno tra i quaranta e i cinquant’anni. E’ l’età in cui le persone sperano di poter capire dove sta andando questa nostra società. Il Relatore del Corso si presentò puntuale. Quando Giuliana lo vide, si accorse subito che era una faccia conosciuta. Era il suo compagno di Liceo, Gianfrancesco … anzi, il Dott. Gianfrancesco. Giuliana sapeva che Gianfrancesco, dopo il Liceo, si era iscritto ad una Università degli Stati Uniti ed aveva conseguito Laurea e vari Master. Non sapeva, però, che sarebbe Stato il Relatore del Corso. Gianfrancesco portava bene i suoi quarant’anni. Era un uomo fatto ed aveva le idee chiare. Le mise in evidenza all’inizio della sua relazione. “Gentili Signore e Signori, oggi, le persone sono sottoposte ad uno stress particolare. Sono costrette a subire, impotenti, a fatti che lasciano la bocca amara. Va dagli scarabocchi sui muri delle città, a fatti ben più gravi che avvengono in ogni momento. Le persone sono impotenti e possono solo subire e stare male. Eppure è proprio il momento in cui le persone si ricaricano e cercano vie d’uscita per poter stare meglio. Non sempre ci riescono … ma ci provano. Anche, in situazioni sociali ed economiche diverse dall’attuale … anche in passato è stato così. Oggi, però, le persone hanno maggior consapevolezza del tempo che passa … Il tempo passa più velocemente che in passato. Ecco perché … nella società attuale si fanno largo nuovi sistemi di reazione. Per esempio. Le persone si innamorano con maggior frequenza e maggior facilità. Perché? Perché la persona innamorata recupera la speranza propria dell’amore. Quando la persona è innamorata, reagisce meglio, alle situazioni di disagio. Nella società attuale, come nelle passate società … la speranza è figlia dell’innamoramento … è compagna di tutti coloro che vogliono vivere il proprio tempo nel migliore dei modi” Gianfrancesco si concesse una pausa. Giuliana si rese conto che i suoi occhi non vedevano altro che Gianfrancesco. Dopo la relazione, Giuliana fece in modo di trovarsi a tu per tu con il Relatore. “Gianfrancesco, ti ricordi di me? Siamo stati compagni di banco per i cinque anni al Liceo …” – “Certo, che mi ricordo di te” – rispose Gianfrancesco – “Ti ho pure, fatto la corte … e hai continuato a dire … che dovevi prima di tutto studiare e conseguire la Laurea … Ora, che sei Docente … posso propormi come … come … “ Gianfrancesco non è stato capace di finire la frase. Si vedeva che era stato colto da un attimo di timidezza. A concludere la frase ci ha pensato Giuliana. “Gianfrancesco cosa dici se cenassimo insieme?” Gianfrancesco non aspettava altro. La cena è stata favolosa. I ricordi sono stati solo ‘inizio. Giuliana e Gianfrancesco pensavano ad altro … Al loro futuro. All’amore. Quando due persone hanno gli stessi obiettivi trovano subito argomenti interessanti. E’ stato Gianfrancesco ha lanciare la prima frecciata. “Giuliana, sai che in tutti questi anni ti ho sognata parecchie volte?” – “Anch’io” rispose immediatamente Giuliana. Ormai il ghiaccio era rotto. Gianfrancesco prese sotto braccio Giuliana e non la lasciò più … per tutta la sera e … la lunga notte d’amore … dove i baci erano come fuochi d’artificio. - Questo è il racconto 812, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CHIESA SULL'AUTOSTRADA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 22/11/14 alle 18:06 via WEB CHIESA DELL'AUTOSTRADA---L’idea di costruire una Chiesa tra i campi, ma visibile ed accessibile dall’autostrada, venne all’Ing. Fedele Cova, fondatore della Società Autostrade e la localizzazione praticamente a metà strada tra Milano e Napoli, dunque a Firenze; e nel 1964, ad Aprile e ad Ottobre vennero inaugurate rispettivamente la Chiesa e l’Autostrada. La Chiesa è dedicata a S. Giovanni Battista, è stata costruita tra il 1960 e il 1963 su un progetto dell'architetto pistoiese Giovanni Michelucci. I materiali utilizzati sono pietra e cemento per le pareti ed il rame ossidato per il tetto. Marmo, vetro e bronzo sono stati usati per gli elementi interni. Questa chiesa è chiamata anche la Chiesa della Autostrada del Sole per la sua posizione tra l'Autostrada del Sole A1 e la A11 (autostrada Firenze-Mare). La Chiesa presenta elementi tradizionali e moderni: i primi sono la pianta a croce ed il rivestimento in pietra, i secondi sono il tetto concepito come una tenda e il rame usato per coprirlo.La forma è a tenda per evocare il passaggio dei pellegrini, e l’Autostrada diventava il simbolo dell’abbattimento delle barriere Nord-Sud. Sul sagrato si trova una lapide, in un unico blocco di marmo, con un’iscrizione commemorativa dei Caduti sul lavoro durante la realizzazione dell’opera.La chiesa è ideata come la tappa di un cammino umano che, suggerito dalla "strada", possa continuare anche all'interno della chiesa. "Mi sono reso conto che una tale costruzione- dice l'architetto Michelucci, quando accetta dalla Società Autostrade l'incarico - avrebbe potuto costruire , per se stessa, un luogo d'incontro tra uomini di ogni paese quando, provenienti da ogni parte del continente, percorse le nuove autostrade, sostano per una tappa quasi sempre inevitabile e necessaria a Firenze". Un luogo in cui ognuno possa fare una sosta per guardare dentro di sè , restare in solitudine, oppure unirsi nella preghiera con gli altri fedeli. Ciao Teresa |
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CIAO TINA ...
FAUSTINA SPAGNOL
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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CIAO ANTONELLA ...
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CIAO DANIELA ...
DANIELINA07
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DONATELLA DI MILANO
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CIAO GIANLUIGI ...
GIANLUIGI PEDRINELLI DI GARLASCO (PAVIA)
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
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Wanda e Andrea alla ricerca di Itaca
Quale differenza passa tra “una grande storia” e “una piccola storia?” Nessuna. La grande storia è raccontata come tale… pomposa e piena di elementi ampollosi… La piccola storia è quella che vive la gente comune…noi… tutti i giorni. Era l’atteggiamento di Wanda, la quale aveva un desiderio… vedere Itaca, l’isola di Ulisse, l’Ulisse di Omero. Chi è, che non ne ha sentito parlare? Poco o tanto molte persone conoscono la storia e le vicende dell’Iliade e dell’Odissea. In base alla descrizione di Omero, Ulisse ha vissuto una delle più belle avventure… che siano capitate ad un essere umano. Prima di tutto la storia di Ulisse ha attraversato i secoli ed i millenni. Ha acceso la fantasia di intere generazioni di uomini i quali si sono sentiti… come Ulisse. La vicenda ha lasciato un segno profondo nella cultura individuale di molte persone. Wanda era affascinata dal personaggio Ulisse… un Re che “non” era un Re e di una Penelope che non era una Regina… solo una donna vera, comune, madre e moglie… Una moglie in attesa che il marito tornasse da una “guerra”, da un “viaggio” o da chissà dove. Il desiderio di Wanda era quello di visitare “l’isola di Itaca”. Ne parlò con Andrea. “Cosa ne dici se facessimo un bel viaggio ad Itaca? L’isola di Ulisse?” Andrea non era “mai stato affascinato” dal personaggio Ulisse, però un viaggio non era da scartare… Per Andrea, Ulisse è stata “tutta una montatura, una fantasia di Omero”. Si sa che i poeti sono “fantasiosi”, amano trasformare i loro personaggi in “miti”. Inoltre Omero (si dice) era cieco. Chi è quel cieco che non trasforma in “immaginario” tutto ciò che gli viene raccontato o che lui stesso racconta? Intanto, però, la storia di Ulisse “vive” da… mille e ottocento anni prima di Cristo… Ha permesso ad altri scrittori, artisti, poeti, pittori, scultori, musicisti di “ricamarci sopra” una infinità di opere e di storie. Wanda si trovava nel suo bell’Attico del Palazzo in Strada Nuova a Pavia. Sul grande tavolo c’erano carte e fotografie di Itaca. Al centro del tavolo c’era una fotografia aerea, gigantesca, a colori. Era la veduta dell’Isola, di Itaca. In bella evidenza il capoluogo, Vathy, 3500 abitanti, porto naturale, situato in una baia profonda… “Ecco l’isola di Ulisse, ora… come tremila e ottocento anni fa. Un’isola che ha fatto sognare … e fa sognare. Un’isola, forse, dove è nato lo stesso Omero. Nella quale passò i suoi anni giovanili prima di partire e diventare… poeta-narratore itinerante. Andrea, cosa ne dici se facessimo un “viaggio” a Itaca. Potremmo partire domani mattina. Ho già steso il programma. Ho scritto i “pezzi che dobbiamo leggere strada facendo”. – “E perché leggere i pezzi?” – chiese Andrea . “Perché ogni viaggio ha bisogno di “una preparazione mentale” e di una informazione dettagliata. Non si va in posto per vedere ciò che c’è… ma ciò che “non” c’è…magari con la fantasia.” – “Come dire che durante il viaggio potremmo incontrare Ulisse?” – chiese Andrea. Il fidanzato di Wanda fece scorrere gli occhi sui tetti rossi delle case di Pavia, Con lo sguardo raggiunse l’alveo del fiume Ticino e si fermò su “un’isola”al centro del fiume… Un pescatore stava attraccando con la sua barca … Forse, era Ulisse che era appena arrivato a Pavia dopo un lungo viaggio. (140)
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LE PATATINE FRITTE
di Teresa Ramaioli
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO ANTONELLA...
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