dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 05/01/2015
CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
204
Il Dott. Ermenegildo … V
Una città come Pavia, nella quale ci sono palazzi che affondano le fondamenta nell’anno mille e anche prima, le storie e le leggende si intersecano, si fondono e si confondono. Inutile, quindi, porsi domande al riguardo perché non troverebbero razionale risposta. Parecchi anni prima della Prima Guerra Mondiale (1918) si raccontava a Pavia la seguente storia. Più che raccontata… “questa storia” veniva “sussurrata”… narrata a mezza voce come fosse una cosa “vietata”… da credere o non credere. In un Palazzo di una via del centro di Pavia abitava l’ultimo discendente di una nobile Casata. Primogenito, unico… (e ultimo) erede di un’antica Famiglia. Era un bell’uomo. Figura elegante, distinta, sguardo fiero… “portatore di un’antica dignità”. A cinquant’anni appena compiuti non si era ancora sposato e c’era un perché. Quand’era nato gli venne imposto il nome di Ermenegildo…Le donne di casa, le serve (le domestiche), l’avevano subito soprannominato “Ermenegildo V”. Nel corso degli anni le serve erano cambiate, ma la “voce” era passata da una bocca all’altra bocca ed era giunta fino alle orecchie di Ermenegildo (ormai diciottenne) il quale, in un primo tempo, prese la cosa per ridere… poi, si trasformò in ossessione. Ai genitori, i figli della nobiltà di allora non potevano chiedere spiegazioni, non avevano diritto di fare domande. Solo una volta, sua madre, per spiegare come mai una serva (subito licenziata) l’aveva chiamato “Ermenegildo V”, rispose in modo vago… “Un giorno lo saprai”. Raggiunta la Laurea, Ermenegildo, non si accontentò della risposta di sua madre. Fece delle ricerche nell’archivio familiare che iniziava dall’anno 1511. La ricerca ha dato risultati interessanti. Ermenegildo era riuscito facilmente a ricostruire l’albero genealogico della Famiglia e notò che a distanza di cento anni esatti uno dall’altro, compariva un “Ermenegildo”… Lui, era veramente il V. Quando una persona cerca nel suo passato, finisce sempre per scoprire, delle “verità” inaspettate. Una di queste verità riguardava il nome della donna di cui gli “Ermenegildo”, dei secoli precedenti, si erano innamorati. La donna aveva sempre lo stesso nome: Paola. Conservare archivi era una delle attività preferite dalle “Famiglie” nobili di un tempo. Tuttavia, ogni tanto, qualche “personaggio famigliare” manipolava i documenti. Infatti, Ermenegildo (V) non era riuscito a spiegarsi come mai (a differenza di tutti gli altri antenati) non c’erano “scritti” riguardanti la fine che avevano fatto gli antenati, portatori del suo stesso nome. Il Dott. Ermenegildo pensò di fare ricerche presso altri archivi. In un archivio trovò un fascicolo con una copertina verde, consunto, sgualcito. Parlava del suo antenato Ermenegildo IV. Il fascicolo mancava delle pagine a partire dell’incontro di Ermenegildo IV (che quel giorno compiva cinquant’anni) con Donna Paola. Lo stesso giorno della scoperta del fascicolo, il Dott. Ermenegildo V si trovò a passare in Strada Nuova a Pavia. Venne avvicinato da una ragazza bellissima dai capelli rossi, elegantemente vestita, che teneva in mano un vecchio fascicolo con una copertina verde. “Dottore, mi chiamo Paola. Vuol sapere cosa contiene questo fascicolo?” Ermenegildo V rimase di stucco, affascinato dalla ragazza e dal fascicolo identico a quello che aveva appena scoperto. In quell’istante si scatenò su Pavia un temporale mai visto. Ermenegildo e la ragazza da capelli rossi si rifugiarono sotto un portone. Dopo un po’, mentre il temporale infuriava, Ermenegildo e la ragazza dai capelli rossi, uscirono dal portone. Si incamminarono sotto la pioggia battente, al centro di Strada Nuova verso il Ponte Coperto. Ogni tanto si fermavano. Ridevano come pazzi, accennando a qualche passo di danza. Giunti al fiume Ticino (secondo le testimonianze di alcune persone presenti), Ermenegildo prese la ragazza tra le braccia ed entrò nella corrente impetuosa. Pioveva. pioveva a dirotto. I due scomparvero tra i flutti… ma il loro ricordo è ancora nella memoria dei pavesi. (204)-
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DOPO LE VACANZE NATALIZIE
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DONA ...
DONADAM68
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PENSIERI SPARSI DEL 4 GENNAIO 2015
“L’amore è
la più grande risorsa energetica del mondo.
E non si esaurisce mai”
Dino
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4 GENNAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 4 gennaio 2015 – Domenica - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
855
Adele e l’oroscopo
Che cos’è l’oroscopo? E’ la previsione del possibile destino di una persona basato sulla posizione delle stelle al momento della nascita. Come previsione può avversi oppure no … ma è certo che la curiosità di saperlo molte volte è più forte di ogni contrario parere. Un anno fa, è stato così anche per la Dott. Adele, una quarantenne, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo, impiegata a Milano, abitante a Pavia. Adele ne parlò con la sua amica, coetanea e collega Giuseppina che non ne voleva sapere. “Adele, cosa ti importa sapere cosa ci aspetta il futuro. Tanto coloro che fanno gli oroscopi sbagliano sempre” Giuseppina sapeva di avere a che fare con un’amica testarda. Quando Adele si metteva in testa qualcosa non c’era Santo che le facesse cambiare idea. “Giuseppina, tu puoi pensare ciò che vuoi. Ho deciso di farmi fare l’oroscopo dalla Maga della Lomellina la quale non sbaglia una previsione. E, poi, sono single, non devo rendere conto a nessuno … e se vuoi proprio saperlo, me lo ha consigliato mia nonna Domenica … in sogno” Quando ci sono di mezzo le nonne che compaiono in sogno alle nipoti … non c’è nulla da fare. E’Vangelo. Giuseppina a questo punto si incuriosì. “Tua nonna Domenica? In sogno? E cosa ti avrebbe detto?” Effettivamente, Adele aveva avuto un sogno. Nel sogno si trovava a Roma in gita. Era sera sulla scalinata di Trinità de’ Monti. Adele stava rientrando in Albergo. Sulla scalinata di Trinità de’ Monti venne fermata dalla nonna Domenica che sembrava l’aspettasse. “Adele, dovresti andare in Lomellina dalla Maga Iris e farti fare l’oroscopo. Ti aspetta una bellissima notizia. Da sola, però, non riusciresti mai ad averla. A volte bisogna incontrare le persone giuste al momento giusto. La Maga Iris è la persona che serve a te” Dopo una simile descrizione, Giuseppina, non ha più parlato. Anche lei aveva una nonna che stravedeva per lei … ma non le era mai apparsa in sogno. Adele aveva ormai la vittoria in tasca. Le nonne sono il patrimonio dell’umanità … specialmente per le nipoti. Nell’arco di una settimana Adele riuscì ad avere il contatto con la Maga Iris e ottenere l’appuntamento … il sabato che stava per arrivare alle 11 di mattina. Unica condizione. Adele doveva presentarsi sola. La quarantenne era talmente convinta che non l’avrebbe fermata neanche il temporale. Infatti, quel sabato mattina, Adele, prese la sua automobile e si avventurò per le strade della Lomellina. Per coloro che non conoscono il territorio, trovare una Cascina tra le tante che vi sono è un vero rebus. Adele ha dovuto fermarsi a tre Osterie per chiedere informazioni. Alla fine, un vecchio Oste le indicò una strada di campagna con una frase sibillina. “Signorina … segua quella strada … se riesce ad arrivare alla fine può ritenersi veramente fortunata” Adele era cocciuta fino all’estremo limite. D’altro canto la nonna Domenica era stata chiara … e le nonne, vogliono troppo bene alle nipoti, per dare consigli sbagliati. La stradina di campagna era incredibilmente stretta. Adele doveva andare adagio. Stare attenta e tenere il piede sul freno per non finire nel fosso. Sia da una parte che dall’altra. Ad un tratto sopraggiunse all’improvviso un temporale di quelli da far paura. Adele dovette fermarsi perché era impossibile proseguire. Quando il temporale cessò, nella strada davanti a lei, si era aperta una voragine. Impossibile proseguire. Adele, testarda come un mulo, si armò di coraggio e proseguì a piedi. Percorse un centinaio di metri. La quarantenne si trovò in un piccolo campo di aviazione. Uno di quegli spazi attrezzati per atterraggi e partenze di piccoli aerei leggeri. In quell’istante stava per atterrare un piccolo aereo. Adele era sola e decise di parlare con il pilota quando sarebbe atterrato. E’ stata una bell’idea. Dal piccolo aereo scese un Signore sulla cinquantina. Un Signore in tutti i sensi. Nel fisico. Nella raffinatezza. Nel fascino irresistibile. Si presentò. “Mi chiamo Ruggero … lei è la Dott. Adele che lavora a Milano e abita a Pavia?” Adele rimase di stucco. “Si, sono Adele … ma lei come fa a sapere il mio nome?” E’ stata la Maga Iris. Mi ha detto. Ruggero, sabato alle ore 11 incontrerai l’amore della tua vita. Si chiama Adele e l’incontrerai alla pista di atterraggio e partenza per piccoli aerei ultra leggeri chiamato “l’azzurro”. Devi andarci solo con il tuo piccolo aereo” Adele ha cercato di spiegare. “Ma io sono arrivata qui in automobile … Cosa posso fare?” L’affascinante cinquantenne Ruggero, il quale si era già innamorato pazzamente della quarantenne ha avuto la risposta pronta. “Adele, non ti preoccupare. Sono il Presidente e i il proprietario unico di una catena di supermercati. Alla tua automobile ci penseranno i miei collaboratori di fiducia. Adele, adesso sali che facciamo il giro d’Italia. L’amore è stupendo quando vola alto. L’amore più in alto vola e meglio è … “ Adele, prima di salire sull’aereo, si abbandonò al primo superlativo bacio di Ruggero … che in fatto di baci non aveva uguali. Questo è il racconto 855, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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