Messaggi del 18/02/2015

CARLO E LA STATUA DI LEGNO racconto (257) di Dino Secondo Barili

Post n°18023 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

237

Carlo e statua di legno

Fin da quando aveva tredici anni, Carlo, era attratto dalle statue specialmente quelle scolpite nel legno. Dopo gli studi diventò impiegato. Venne assunto in un Ufficio Commerciale dove c’erano solo impiegate-donne e si sentì a suo agio. Poteva svolgere il suo lavoro con tranquillità, ma aveva capito che, finito il lavoro, voleva stare solo. Vivere la sua passione (le statue, appunto) e non sentire alcun’altra voce. La passione del tredicenne riemerse con forza. Ormai, era il suo “hobby”, la sua seconda vita. All’età di cinquant’anni, si sentiva un uomo appagato. Nel lavoro si trovava bene. Con le colleghe, pure… Unico neo, le statue. Per anni aveva studiato un’infinità di statue in legno, di tutte le epoche. Specialmente del 1800. Poi, un giorno di un anno fa, Carlo, venne interpellato per un consiglio dal Parroco del suo paese, Don Casimiro, il quale aveva una statua di un Santo in pessimo stato di conservazione. Carlo, diede il suo giudizio. La statua aveva bisogno di un immediato restauro. Visto che Don Casimiro ci teneva alla Statua del Santo, ma voleva spendere il meno possibile, Carlo si offerse di fare lui stesso il restauro (gratis). I Parroci capiscono subito quando una persona è generosa e meritevole di fiducia. Pregò Carlo di portare a casa la Statua per effettuare i lavori necessari. Per la prima volta, l’impiegato Carlo ebbe la possibilità di avere una statua vera, del 1800, nella sua casa. Poteva studiarla, ammirarla, toccarla, come avrebbe voluto fare con quelle sulle quali aveva posato gli occhi. Carlo esaminò la statua da cima a fondo. Scrisse su un apposito quaderno tutti i punti che avevano bisogno di restauro ed il materiale occorrente. Alla fine adagiò delicatamente la statua su una coperta per studiare il basamento. Qui comparve la prima sorpresa. Sotto al basamento della statua c’era il segno di un pezzo di legno riportato… come se chiudesse un pertugio. Carlo si prodigò con tutte le precauzioni possibili. Estrasse il pezzo di legno che fungeva da tassello. Sotto al coperchio c’era effettivamente un incavo “segreto” con dentro una pergamena sgualcita, corrosa dal tempo. Il testo scritto, però, era leggibile e diceva: “Dopo aver compiuto il tuo lavoro avrai raggiunto un grande traguardo: la felicità. Perché, “avere” è importante … ma “essere”… molto di più”. In quel momento Carlo sentì suonare il campanello di casa. Si fece un breve esame di coscienza. Chi poteva essere? A casa sua non veniva mai nessuno. Si diede un contegno e andò ad aprire. Era una bellissima ragazza con in braccio una statua di legno del 1800. “Scusi, Signor Carlo. Sono Chiara. Nel mio Palazzo in Pavia ho questa statua che ha bisogno di essere restaurata. Don Casimiro mi detto che lei è un esperto restauratore. Posso contare sul suo aiuto?” L’impiegato Carlo non avrebbe mai immaginato una simile sorpresa. Non solo accettò il lavoro proposto da Chiara, ma i due si trovarono in perfetta sintonia in quanto avevano la stessa passione: le statue del 1800. Chiara aveva ventisette anni. Era bellissima e ricchissima… con tante statue da restaurare. Dagli oggi, dagli domani… anche i torrenti diventano fiumi. Carlo si innamorò di Chiara e… Chiara di Carlo. Perché… un amore, per essere completo, deve avere sempre degli interessi comuni.(257)

 
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PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°18022 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

PAVIA 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/02/15 alle 12:13 via WEB
Castello Visconteo di Pavia --Il complesso è costituito dal castello, dal giardino, dai resti del muro settentrionale di chiusura del castello, dai tre ponti di accesso, dal fossato e dal muro di cinta che lo contiene. Ha un impianto quadrato, con due torri d'angolo pure quadrate e suddivisione regolare dei corpi di fabbrica in campate quadrate. La costruzione è in muratura di mattoni a vista e si eleva, nei bracci, su due piani fuori terra, un sottotetto e un piano interrato a livello del fossato, mentre le torri sud e ovest hanno quattro piani fuori terra e uno interrato. Gli accessi sono protetti da ponte, un tempo levatoio. In un passo di Stefano Breventano (1570 ) riassume, due secoli dopo, con estrema chiarezza gli intenti di rimodellazione che animarono l'azione di Gian Galeazzo Visconti a Pavia: "E Giovan Galeazzo Visconte primo duca di Milano fu quello che fece fabbricare il castello di Pavia, il parco e la Certosa..., dicendo che voleva avere un palagio per sua abitazione, un giardino per suo diporto e una cappella per sua devozione". Sottomessa la città da Galeazzo II nel 1359, appena un anno dopo iniziano i lavori di costruzione del castello, in un'area a nord, in direzione di Milano, dove era già stata edificata una più antica rocca, distrutta da Luchino Visconti nel 1342. Architetto ne fu con tutta probabilità Bernardo da Venezia, autore di S. Maria del Carmine. La fabbrica procedette in modo spedito, anche grazie agli aiuti cui furono costretti vari comuni (i piacentini scavarono il fossato; i novaresi fornirono gran parte delle maestranze), e si concluse nel 1366, quando Galeazzo II chiese a Mantova i pittori per decorarla (della decorazione a fresco restano purtroppo solo esili tracce). Assunse così quell'aspetto sontuoso - più di palazzo di città che di vero e proprio castello - che indusse Pier Candido Decembrio, umanista e segretario di Filippo Maria Visconti, a definirla una "dimora che non ha eguali in Italia", nella quale, accanto alle esigenze difensive, si sviluppavano interessi artistici e culturali come la formazione della celebre biblioteca (poi in parte confluita nella Bibliothèque Nationale di Parigi) e devozionali (reliquie). Nell'ala poi distrutta si trovavano affreschi del Pisanello (1439-40), che ritraevano diversi animali "fatti d'oro" (è sempre il Breventano a descriverli). Alla dimora si collegò il vasto parco, interamente recintato, che inglobò l'antica strada romana per Milano, e un tratto della roggia Vernavola, destinato al divertimeto del duca e soprattutto alla caccia. A tal fine furono intensificate le aree boschive e venne costruito un piccolo padiglione, il Mirabello,, dove risiedeva il capitano del parco. La fauna era ricchissima e variata (stando alle stime di età sforzesca vi erano 5.000 caprioli). Furono comunque conservate le attività agricole precedenti, insieme alle abitazioni dei contadini. Le definizioni attestate nei più antichi documenti di "parchetto", "parco vecchio" e "parco nuovo" consentono di ipotizzare una progressiva crescita dall'età di Galeazzo II alla fine del XIV secolo, quando Gian Galeazzo chiamò la comunità certosina di Siena a fondare, all'estremità nord occidentale del "parco nuovo," la chiesa (Certosa) destinata a diventare il nuovo pantheon dinastico,(dopo il duomo di Monza e quello di Milano) la prima pietra venne posta il 27 agosto 1396. Buona lettura Teresa Ramaioli

 

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°18021 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 17/02/15 alle 16:47 via WEB
Carissimo Dino, quanto è bello perdersi nei tuoi racconti...i baci superlativi.. Cupido sa dove colpire... e la Mostra al Bacio... Bellissimissimi.. Un abbraccio, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 15:11 via WEB
Ciao Antonella - d'amore non si muore mai. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIAMENNITTI

Post n°18020 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/02/15 alle 15:56 via WEB
L'arte è amore ti nasce e riposa nel cuore e nessuno può capire può descriverla " non la sa chi non la prova" ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 15:10 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. L'arte è l'amore della bellezza. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°18019 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 17/02/15 alle 16:37 via WEB
L'Amore è un Bacio senza fine.. e che BACIO!!! Un abbraccio, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 15:06 via WEB
Ciao Antonella - I baci senza fine ... sono i migliori. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIAMENNITTI

Post n°18018 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/02/15 alle 16:04 via WEB
e per favore Dino!!!!!!un po di tregua ci vuole per un bacio ....scherzo è come tu dici ,anche se è difficile ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 15:03 via WEB
Ciao Annamaria - quando ci sono di mezzo i baci ... gli intervalli non sono necessari. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANTONELLA PER TERESA

Post n°18017 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

ANTONELLA

PER

TERESA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 17/02/15 alle 16:36 via WEB
Bellissimo Disegno!!! Buon martedì. Un abbraccio Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 14:59 via WEB
Ciao Antonella - ci pensa Teresa a darti la risposta. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIAMENNITTI

Post n°18016 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

annamariamennitti
annamariamennitti il 18/02/15 alle 14:35 via WEB
Bel racconto ,belle le parole "Ogni cosa vive finchè si ricorda" sono gli oggetti che ti portano indietro e ti fanno sognare per un attimo i tempi della spensierata gioventù ,Il primo bacio, la prima scappatella, il primo amore Guglielmo in solo attimo ha rivisto Ofelia per mezzo dei libri bravo ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 14:52 via WEB
Ciao Annamaria - E' vero. Gli oggetti sono parte della nostra vita. Però, anche se gli oggetti vengono a mancare c'è sempre la memoria che aiuta. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO GIOVANNI ... MENEGI53

Post n°18015 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO GIOVANNI ...

MENEGI53

 
menegi53
menegi53 il 18/02/15 alle 09:34 via WEB
Un bel racconto relativamente a ricordi di giovinezza, ai tempi della scuola, ai momenti più belli Dino! A leggerlo ti balzano alla mente come in un film le immagini che tu hai descritto solo, con i luoghi e i volti che appartengono a ciascuno di noi, ma l'effetto è sempre quello! Buon mercoledì e un abbraccione pieno di sole!
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 14:51 via WEB
Ciao Giovanni - bel commento. I racconti sono fatti di immagini nelle quali il lettore si riconosce ....e riconosce il suo passato. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIAMENNITTI

Post n°18014 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

 
annamariamennitti
annamariamennitti il 18/02/15 alle 14:13 via WEB
L' amore è più forte della morte...quando la vivi e non ci pensi è diverso se cominci a pensarci. Se ti viene a mancare l'amore c'è sempre da sostituire,,,,,l'uno vale l'altro ,ma la morte dove ci avviamo ....la morte è più forte... quella vince sempre ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 14:46 via WEB
Ciao Annamaria - nella vita bisogna sempre avere fiducia e speranza infinita. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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SALUTI DA PAVIA

Post n°18013 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

BUON MERCOLEDI'

18 FEBBRAIO 2015

 

 

 

 
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PENSIERI SPARSI DEL 17 FEBBRAIO 2015

Post n°18012 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 17 FEBBRAIO 2015

“L’amore è più forte della morte”

Dino

 
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GUGLIELMO E L'ISOLA DEL MISTERO racconto (899) di Dino Secondo Barili

Post n°18011 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

17 FEBBRAIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 17 Febbraio 2015 – Martedì - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

899

Guglielmo e l’isola del mistero

Sessant’anni è una bella età. Si è realizzato un bel tratto di vita. Ci si può considerare relativamente giovani e si possono avere ancora tanti sogni nel cassetto. E’ anche l’età delle riflessioni. Delle domande che negli anni precedenti non si sono poste. Un anno fa, è stato così anche per Guglielmo, sessant’anni, fisico atletico, mente lucida … il quale ha raggiunto la pensione dopo aver “volato” tanti anni sui cieli d’Europa come pilota di aerei commerciali. Quando una persona, a sessant’anni, ha la possibilità di vivere la pensione nella città dove è nato ed ha studiato … non  ha proprio nulla di cui lamentarsi. Pavia è una città magica … a misura d’uomo (come si diceva una volta) … e poi c’è il fiume Ticino che da solo risponde ad ogni esigenza. Un anno fa, Guglielmo si è dato da fare per recuperare il tempo passato … dopo aver volato alto nei cieli. Ora, era con i piedi per terra. Sentiva l’esigenza di conoscere la storia e la vita della sua città, Pavia. Pavia è un museo cielo aperto. Ovunque ci si muove ci sono tracce di un passato che … parla da solo. Quel passato sembra dire. “Sai, qui ha abitato Alboino, il primo Re del Longobardi. Qui, invece, si è fatto incoronare Federico Barbarossa … “ Ovunque si gira per la città … si incontrano luoghi dove (da Napoleone in giù … e da Napoleone in su) ha messo i piedi qualche personaggio famoso. Ma non era quello che Guglielmo cercava. Voleva cercare anche un passato più immediato … il suo passato. L’età della Scuola Media … del Liceo … A proposito del Liceo … per Guglielmo è stato un periodo favoloso … Studio ed esperienze a non finire. Un anno fa, Guglielmo ha fatto un’importante scoperta: “la bancarella dei libri dei libri usati di Piazza del Duomo … Montagne di libri (forse appena usciti da qualche cantina) … ammucchiati alla rinfusa. A rovistare in quel mucchio … frotte di persone avanti negli anni. Mettono le mani in quella montagna di libri per cercare, forse, quello che nemmeno loro sanno. Cercare cose che, forse, qualcuno mette loro sotto gli occhi. Si dice che un uomo “non va” … dove vuole. Va dove lo porta il Destino. E quel suo andare è dentro (o intorno) a lui stesso. Anche Guglielmo, era attratto da qualcosa. Qualcosa che nemmeno lui sapeva. Per esempio. Una mattina si era svegliato con il desiderio di girovagare per le viette strette sghembe del rione medioevale di Pavia. Quel rione che ruota intorno alla Chiesa di San Teodoro. Curiosità? Forse … Oppure, un lontano richiamo indefinito … un richiamo che si perdeva nella nebbia del tempo. Guglielmo girovagò senza una meta precisa … da una vietta all’altra. Guardando in alto tra i Palazzi, il sessantenne venne attratto da una finestra. Guglielmo ebbe un presentimento e si pose una domanda. “Come? La persiana di quella finestra l’ho sempre vista aperta … e adesso è chiusa. Cosa sarà successo?” La domanda non era solo una domanda. C’era un perché. In quell’appartamento abitava Ofelia, sua ex-compagna di Liceo … Anzi, le cose non stavano proprio così. Ofelia, a sedici anni. era stata la sua prima “morosina”. Uno di quegli amori che nascono spontanei, immediati … che durano il tempo di una stagione … e lasciano il segno. Ora, quella persiana era chiusa … Come mai? Guglielmo si rese conto che avere sessant’anni non è una cosa facile. Bisogna saper accettare realtà di cui, fino ad allora, ignorava l’esistenza. Il sessantenne cercò di pensare ad altro. Si ricordò che era mercoledì. Giorno in cui c’è il banchetto dei libri usati in Piazza del Duomo. Dal rione medioevale e Piazza Duomo ci sono pochi passi. Sembrava che Guglielmo sentisse un richiamo. Si avventurò nel mucchio di libri. Andò a naso … Si trovò tra le mani un’Antologia di letteratura italiana della terza Liceo. Il sessantenne ebbe i brividi. Quell’Antologia la conosceva. Guglielmo la sfogliò per accertarsene. Era proprio vero. Quell’Antologia era di Ofelia. C’era la sua calligrafia minuta … quelle note scritte a margine .. quegli svolazzi senza un perché.  Cercò una poesia di Carducci. C’era. Era là con le note a margine … ma c’era anche la sua scrittura, di Guglielmo. Non c’erano più dubbi. La finestra con le persiane chiuse e l’antologia dovevano avere un nesso, un legame. Quella mattina, Guglielmo, ha preferito non prendere il caffè al solito Bar … anzi, non lo ha preso affatto. Si è lasciato trasportare dai ricordi. Preferì passeggiare sul Ponte Coperto. Avanti e indietro … con l’Antologia di Ofelia che aveva appena acquistato. E sembrava che quella Antologia parlasse. Ricordi? Ricordi quel giorno in cui Ofelia aveva raccontato a sua madre che sarebbe andata a studiare da un’amica? Invece, con quella Antologia, Ofelia e Guglielmo si erano recati in barca sull’Isola del Mistero poco a monte di Pavia  … e là, in mezzo al bosco avevano fatto all’amore … Guglielmo non era un sentimentale. E non voleva cominciare ad esserlo. Era un ex – pilota, mica un poeta di quelli che trovano sempre una scusa per lasciarsi prendere dalla nostalgia. Ora, però, Guglielmo senti il desiderio di rivedere l’Isola del Mistero. Dal Ponte Coperto all’imbarcadero ci sono due passi. Il sessantenne Guglielmo prese una barca a noleggio e con la “sua” Antologia tra le mani raggiunse l’Isola del Mistero. Era tutto come quarant’anni prima. Stesso boschetto … sull’isola in mezzo al fiume Ticino. Al centro del boschetto … uno spiazzo verde. E’ stato lì dove Ofelia e Guglielmo avevano fatto all’amore. Solo una volta. Quell’unica volta. Al sessantenne gli parve rivedere la stessa scena … con tutti i passerotti intorno che, incuranti dei due amanti, continuavano a cinguettare  e a beccare qua e là. Ora, come allora. E questa volta, però, un passerotto si era avvicinato a Guglielmo. Si era posato sull’Antologia che teneva tra le mani e cercava di beccarla. E’ stato in quell’istante che il passero si trasformò in Ofelia … sedici anni … bellissima. “Guglielmo hai fatto bene a venire qui. Ti aspettavo. Ricordi? Il nostro primo bacio? La nostra prima volta? Tutto come allora … Mi troverai sempre qui … ogni volta che lo vorrai. Perché ogni cosa vive finché si ricorda … “ Ofelia scomparve. Il passerotto prese il volo. Guglielmo si rese conto che quella era veramente l’Isola del Mistero.  Questo è il racconto 899 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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18 FEBBRAIO di Teresa Ramaioli

Post n°18010 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

18 FEBBRAIO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/02/15 alle 12:12 via WEB
18 FEBBRAIO Oggi nacque Enzo Ferrari Corridore automobilistico e imprenditore industriale Negli anni Venti corse come pilota per l'Alfa Romeo, poi, sempre per l'Alfa, lavorò in vari settori tecnici ed amministrativi. Nel 1929 fondò a Modena la "scuderia Ferrari". Poi decise di staccare la società dall'Alfa Romeo ed iniziò a costruire auto da corsa a Maranello. Restò presidente della Ferrari fino alla sua morte, nonostante, nel frattempo, avesse ceduto l'azienda alla FIAT. Enzo Ferrari, ebbe numerosi riconoscimenti per la sua dedizione allo sport ed al lavoro. Tra cui nel 1960 una laurea honoris causa in ingegneria meccanica e nel 1988 una in fisica. Scelse l'emblema della sua scuderia, il cavallino rampante perché gli fu dato in dono dalla mamma di Francesco Baracca (asso dell'aviazione durante la prima guerra mondiale. Dopo le prime vittorie in volo scelse un cavallino rampante, simile allo stemma araldico del suo ex reggimento di cavalleria, quale emblema della sua squadriglia.), contessa Paolina Biancoli che gli disse: metta nelle sue auto il cavallino rampante di mio figlio. Le porterà fortuna. Ciao Teresa

 

 
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CIAO GIOVANNI ... MENEGI53

Post n°18009 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO GIOVANNI ...

MANEGI53

menegi53
menegi53 il 18/02/15 alle 09:06 via WEB
Ciao Dino, un racconto particolare e tenero che è piacevole da leggere. I mici sono animali particolari, pieni di mistero e di fascino, non è strano che anche gli antichi egizi gli abbiano dedicato particolari attenzioni! Un abbraccio Dino e complimenti per quello che scrivi e per la tua bravura! Buon inizio di giornata con il sole!
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 09:14 via WEB
Ciao Giovanni - grazie dei complimenti. Il piacere va sempre condiviso. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°18008 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 17/02/15 alle 16:35 via WEB
Ciao Dino, bella storia misteriosa... Adoro i gatti, sono spiriti liberi ed hanno un fascino particolare. Un abbraccio e buon pomeriggio, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 09:13 via WEB
Ciao Antonella - anch'io amo i gatti. Ne ho parecchi. Sono veramente liberi e misteriosi. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIAMENNITTI

Post n°18007 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/02/15 alle 16:23 via WEB
Dino io ci credo . I palazzi antichi lasciano pensare ....sono belli stanze grandi pavimenti in mosaico ,ma io non ci abiterei mai, anche perché danno qualcosa di tetro ,anche ristrutturati non perdono nulla... resta la loro caratteristica Bartolomeo un nome antichissimo e anche storico chissà quanti altri personaggi hanno trascorso notti di fuoco ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 09:11 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Completo. Bartolomeo ... bel personaggio. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO DONATELLA ... DONATELLA DI MILANO

Post n°18006 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da dinobarili
 
Tag: DoNna.S

CIAO DONATELLA ...

DONATELLA DI MILANO

 
DoNnA.S
DoNnA.S il 17/02/15 alle 15:11 via WEB
Carino questo racconto. A pensarci, chissà quante storie avrebbero da raccontare i vecchi palazzi. Segreti e storie d'amore. Anche tra i gatti, a quanto pare, che camminano sui tetti.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/02/15 alle 09:10 via WEB
Ciao Donatella - i Palazzi antichi (anche quelli moderni) hanno sempre storie da raccontare. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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