dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 22/02/2015
21 FEBBRAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 21 Febbraio 2015 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
903
Donatella, Montecarlo e l’amore
Il tempo è inesorabile. Passa con una velocità che lascia sbalorditi. Anche la Dott. Donatella è rimasta sbigottita un anno fa … Una mattina si è svegliata. Si è guardata allo specchio e si è detta: “Oggi compio quarant’anni … “ Sulle prime non ha saputo dire altro, poi … ha cominciato a pensarci. “Quarant’anni? … ma dove sono finiti? Dov’ero io?” Donatella pensò di sedersi sul letto e di fare un po’ di ripasso della propria vita. Conclusione. Delusione completa. Aveva fatto molto. Si era laureata ed era diventata Dirigente di una Agenzia Commerciale nel milanese … ma il resto? Dov’erano finiti i suoi sogni d’amore? Si, qualcosa c’era stato … ma cosa? A sedici anni, Donatella aveva avuto un “morosino” … uno di quelli che avrebbe dovuto restare nella memoria come “il primo amore”. Donatella preferì metterci una pietra sopra. Si ricordava il nome … ma non osò pronunciarlo. Dopo tutto era sparito dopo un mese o forse meno. Il vero primo fidanzato l’ha avuto subito dopo la Laurea … ma, lui era sposato. E’ stato un colpo di sole di quelli che restano nella memoria … ma “brucia, brucia ancora”. Tutto bello, tutto superlativo, ma … senza un domani. E’ dopo? Tentativi tanti … realizzazioni poche. Anzi, meno di niente. Ed ora Donatella era seduta sul letto … e doveva prendere un decisione. “Quale?” Impedire che … vedesse il tempo passare senza fare nulla. Quella stessa mattina, durante la pausa caffè, ne parlò con la sua amica, coetanea e Collega, Sofia. Sofia aveva anche lei quarant’anni, ma all’apparenza non aveva nulla da rimpiangere. Aveva un bel posto di Dirigente di Agenzia Commerciale e aveva lasciato da poco il secondo compagno … senza contare gli amori fugaci e passeggeri. “Sofia, devo parlarti. Possiamo mangiare una pizza a cena?” Donatella non aveva perso tempo. Quarant’anni, sono quarant’anni e se non si interviene subito si rischia di perdere il treno … per sempre. Sofia non aveva impegni per quella sera e una pizza insieme poteva essere una buona idea. La sera è venuta in un attimo e Donatella si sfogò. “Sofia, questa mattina mi sono guardata allo specchio e non mi sono piaciuta. “Ho detto. Basta … ora non aspetto più. Se l’amore non cerca me … io vado a cercare l’amore” Sofia sorrise maliziosamente. “Donatella era ora che ti svegliassi. Quante volte ho cercato di farti capire che il tempo passa e non torna più. I giorni sono pagine bianche … siamo noi che dobbiamo renderle vive e lasciare il segno del nostro passaggio. Il lavoro da solo non basta. Ci vogliono le emozioni … quel nonsocché che fa battere il cuore. E’ vero che ogni medaglia ha il suo rovescio … ad un piacere … può subentrare qualche dispiacere, ma la vita è la vita … la vita è amore, vero, grande, atteso, desiderato, sognato, realizzato … avuto, perduto, ritrovato … Del resto l’amore non è un’autostrada … ma un sentiero accidentato. A volte vai in salita … altre in discesa. A volte hai il sentiero perfetto … altre volte pieno di buche e di sassi … “ Donatella cercava di capire … ma solo chi ha vissuto veramente può sapere di cosa si tratta. Ora, per Donatella il problema era incontrare l’amore. Come? Chiese aiuto a Sofia la quale era sempre pronta a buttarsi in nuove avventure. “Donatella ho proprio una proposta che fa al caso nostro. Una Serata Danzante … domani a Montecarlo. Cosa c’è di più elettrizzante di una serata nella località più in del Mediterraneo? Domani sera i nostri amici cinquantenni Raffaele e Michele si fermeranno davanti a casa nostra con la loro rossa Ferrari e noi partiremo con loro … via come il vento. A noi il compito di essere affascinanti Dee … favolosamente vestite” Donatella e Sofia si prepararono come non l’avevano mai fatto. Nel tardo pomeriggio una rossa Ferrari si fermò davanti alla casa di Donatella. Sull’automobile c’era già Sofia con Michele. Quando Donatella prese posto accanto a Raffaele per poco non svenne. Un cinquantenne così non si ricordava di averlo visto. Un Dio greco … di quelli che si vedono in certe statue nei Musei della Magna Grecia. La quarantenne si sciolse. Capì che l’amore è un piacere sublime. E’ lasciarsi accarezzare dallo sguardo … lasciarsi trasportare sulle ali della fantasia. Raffaele non perse tempo. Era un irresistibile corteggiatore. Sapeva come circuire una donna. Donatella non ha tardato molto a cadere tra le sue braccia. Del resto cosa c’è di più bello di lasciarsi trasportare dalle carezze? Dai baci lanciati nel vento che diventano irresistibile realtà? Donatella aveva bisogno di quelle scosse elettriche. Aveva perso troppo tempo e non voleva perderne altro. Montecarlo, poi, è Montecarlo … A Montecarlo bisogna andarci in Ferrari … una rossa Ferrari che brucia le tappe … che sogna e fa sognare. Donatella giunse a Montecarlo ed aveva le labbra di fuoco. Raffaele ci aveva saputo fare … ma anche lei non è stata da meno. Del resto l’amore è tutto. L’amore è una Serata Danzante che inizia … e non ha fine. Tutto dipende dalla gioia e dalla voglia di vivere dei protagonisti. Questo è il racconto 903 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL NAVIGLIO PAVESE
di Teresa Ramaioli
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
263
Michela e collana perduta
Sei mesi fa, l’impiegata Michela, 30 anni, aveva perduto la collana alla quale teneva in modo particolare. Non era la prima volta che, la ragazza, perdeva qualcosa, ma non ci aveva fatto caso. Quella volta, però, cominciò a preoccuparsi. La verità era… anche un’altra. Michela era in crisi con il suo Franco. Fidanzati da tre anni… il rapporto cominciava ad incrinarsi. Piccole incomprensioni che mettevano in luce difficoltà di comunicazione. Sei mesi fa, Michela si trovava in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia insieme alla sua amica e coetanea Claudia. Con l’amica si sfogò. Parlò della collana perduta e delle molte altre cose che non andavano. Claudia, dopo averla ascoltata… usci con una frase: “Michela, perché non vai a farti “benedire”?” – Michela accennò ad un sorriso pensando che l’amica scherzasse. “Guarda, Michela, che io non scherzo affatto. Sulle colline dell’Oltrepò c’è un vecchio parroco che ha tutte le caratteristiche per poterti aiutare.” Michela non era il tipo di ragazza che frequentasse molto le Chiese, ma questa volta si era resa conto di aver bisogno di un aiuto particolare. Dopo qualche giorno Michela si avventurò per le strade dell’Oltrepò Pavese seguendo l’indirizzo avuto da Claudia. Le strade di collina sembrano tutte uguali (ma non lo sono) e gli “incroci” pure. Per Michela non fu facile trovare la Chiesetta sperduta nella valle dove Don Casimiro (questo era il nome del vecchio parroco) alloggiava e svolgeva le sue funzioni. Michela era, però, decisa a vuotare il sacco. Quando l’impiegata arrivò, Don Casimiro era seduto davanti alla Chiesetta e sembrava l’aspettasse. “Buongiorno. Sono Michela, ho bisogno di Don Casimiro.” – “Sono io.” – rispose il vecchio Parroco. “Avrei bisogno di una “benedizione” perché ho perduto la mia collana preferita e … molte cose della mia vita non vanno bene…” Il vecchio Parroco lasciò che Michela si sfogasse. Poi, prese la parola. “Vedi, Michela, quando una persona perde qualcosa è perché la sua mente non è tranquilla. Ha troppi pensieri e preoccupazioni per la testa. Soprattutto non ha le idee chiare sulla sua vita, sui suoi affetti e sul suo futuro.” Davanti alla Chiesetta c’era un vecchio tronco che fungeva da panchina. Don Casimiro invitò Michela a sedersi ed il vecchio Parroco riprese a parlare. “Vedi Michela, ogni età ha le sue crisi. Oggi, le crisi si sommano alla crisi. E’ il momento di mettersi davanti allo specchio con un quaderno e scrivere ogni giorno le cose che non vanno dentro di noi e intorno a noi. Poi, ogni giorno, fare uno sforzo. Cancellare di volta in volta, ad una ad una, tutte le cose che non vanno a cominciare dalle cose più piccole e insignificanti. Alla fine, rimangono solo i “grandi problemi”, quelli che hanno tutte le persone nella vita… Quei problemi si risolvono da soli senza che noi possiamo o dobbiamo fare nulla. Ora, puoi andare.” Michela si aspettava qualcosa… “E la benedizione?” – chiese. Il vecchio Parroco rispose dopo aver guardato la ragazza con comprensione “Quando una persona fa ogni sforzo per risolvere i propri problemi ed aiutare gli altri a fare altrettanto… la benedizione arriva direttamente da Dio” (263)
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