dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 02/05/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
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L’Architetto Pierpaolo e…
“un amore in via Cardano a Pavia”
L’avvicinarsi del Ferragosto spopola la città. Pavia come tante altre città si svuota. Le persone (crisi o non crisi) colgono tutte le occasioni per “andarsene”… fuggire dal “solleone locale”. Molte saracinesche dei negozi rimangono abbassate e le vie deserte. E’ il momento in cui, Pavia (come altre città) appare nella sua “incomparabile bellezza di… città deserta”… dove, finalmente possono vivere e muoversi… i “fantasmi”. Un anno fa, per l’Architetto Pierpaolo, quarant’anni, sceneggiatore di fiction per la TV, era il momento atteso… il momento migliore per far vivere la sua città: Pavia. Quando una persona nasce a Pavia, cresce, studia, trova la sua attività nel luogo dove è nato…finisce per cadere in un “cerchio magico” dove la città non è più una città. Pavia non è più Pavia, ma il palcoscenico sul quale si muovono i “suoi personaggi”. Cosi è stato per l’Architetto Pierpaolo al quale la Regista Emanuela aveva commissionato la sceneggiatura di… “Un amore in via Cardano a Pavia”. Coloro che “non” conoscono via Cardano immaginano che sia una delle solite vie di città tracciate con il righello (come si usa oggi). Invece, no. Via Cardano a Pavia è un “budello nella vecchia città” dove non c’è un metro di via uguale all’altro, dove i Palazzi di epoche diverse sono uno addossato all’altro… uno diverso dall’altro. C’è un antico Convento di Suore ristrutturato alla perfezione. Appena avanti i resti di una Chiesa o di una antica Cappella. Per l’Architetto Pierpaolo, un anno fa, non c’era che l’imbarazzo della scelta. Da un qualsiasi portone sarebbe potuto uscire la protagonista della fiction. La Regista Emanuela aveva già scelto la trama. Diceva. “Anacleto, Professore di Università, aveva avuto un incarico annuale per un progetto di ricerca in “avvenimenti” paranormali riguardanti Pavia. Il Professore, abitante a Padova, per “studiare” meglio, voleva affittare un appartamento a Pavia. Una parente di sua madre si era offerta di aiutarlo. La parente del Professore abitava in via Cardano. Una mattina d’agosto, poco prima di mezzogiorno, Anacleto, si presenta all’indirizzo avuto per telefono. Il Professore sta per suonare al Portone indicato quando dallo stesso portone esce una donna vecchia, brutta e malandata… Più che una donna sembrava una strega. “Ma tu sei Anacleto… il Professore che cerca casa. L’indirizzo nuovo della parente che cerchi… non è questo… è più avanti. Anziché spiegartelo, ti accompagno.” La vecchia donna accompagna Anacleto per una ventina di passi e l’invita ad entrare in una strettoia tra due antichi palazzi. Anacleto comincia ad avere dei dubbi. “E se la donna che cerco, non fosse una mia parente?” In fondo alla strettoia si entra in un giardino dove è rimasta una modesta costruzione adibita a casa di abitazione. “Ecco… questa è la casa… entra pure. La porta è aperta.” Anacleto, il “professore del paranormale” è abituato alle situazioni più impensate. Entra nella piccola casa e rimane di stucco. Ad attenderlo c’è una bellissima ragazza, alta, bionda con gli occhi verdi…”Ciao Anacleto” – dice la ragazza – “Entra, entra pure …. Questa casa è a tua disposizione. Fai pure come fossi a casa tua. Io vado a fare la spesa …” La ragazza si allontana… L’Architetto Pierpaolo, dopo aver riletto per la centesima volta la trama della fiction … osserva i Palazzi antichi di via Cardano. E’ il periodo di ferragosto. La via è deserta. Gli occhi dello sceneggiatore si soffermano su un portone… Si avvicina per guardare l’elenco degli inquilini del palazzo quando dallo stesso portone esce una donna vecchia, brutta, malandata… con voce decisa si rivolge allo sceneggiatore. “Lei è l’Architetto Pierpaolo, lo sceneggiatore delle fiction per la TV. Venga, venga l’accompagno alla casetta della protagonista… Il quarantenne era rimasto allibito… Da un immediato e attento esame, aveva notato che la donna vecchia e malandata …altro non era che una ragazza giovane (e forse bellissima) che si era travestita da vecchia… Pierpaolo segui la donna. Pochi passi. Una strettoia tra due Palazzi … Il giardino… una modesta casetta con la porta aperta… Lo sceneggiatore delle fiction per TV, come un automa, non era più capace di fermarsi… Per lui, forse, stava per iniziare un nuovo amore … (344) -
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ERBA CARLINA
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DONA ...
DONADAM 68
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ...
PICCOLAVIOLETTA6
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PENSIERI SPARSI DEL 1 MAGGIO 2015
“L’amore è come un fulmine a ciel sereno …
Non si sa da dove viene,
ma gli effetti non si possono ignorare”
Dino
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1 MAGGIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 1 maggio 2015 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
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L’Atelier della Pittrice Roberta
E’ noto che ogni attività ha bisogno di condizioni particolari. Per esempio. I meccanici hanno bisogno della loro Officina ed altro. Ovvio, che gli Artisti in particolare hanno bisogno delle condizioni che rispondono meglio alle loro esigenze personali. Un anno fa, la Prof. Roberta, cinquant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … Pittrice … Docente di Disegno in un Liceo del milanese, abitante a Pavia, aveva un problema. Aveva deciso di vendere il suo Atelier che teneva da vent’anni. Nelle vita delle persone ci sono alti e bassi e momenti di crisi. La Prof. si era resa conto che il tempo a disposizione per dipingere si era ridotto e passava sempre meno tempo nel suo Atelier. Ne parlò con la sua coetanea, amica e Collega Annamaria. “Basta mi sono stufata di tenere un Atelier … devo disfarmene … Dopo tutto, quando si è giovani ci si illude di molte cose … ed io mi sono illusa di diventare un’Artista famosa” Annamaria era a conoscenza del passato di Roberta perché avevano studiato con lei a Brera e con lei entra entrata nel mondo della Scuola. “Roberta, sei diventata matta? L’Atelier è la tua vita, il tuo mondo, il tuo rifugio, il luogo dove c’è tutto ciò di cui hai bisogno … compreso lo sfogo” Roberta fece un attimo di riflessione e convenne che era effettivamente così. Atelier? … non era proprio come immagina qualche lettrice o lettore … perché l’Atelier della Pittrice Roberta “non” era il massimo dell’ordine. Anzi, di ordine non ce n’era affatto. Due stanzette al piano terreno di una casa di periferia a Pavia. Due stanzette nelle quali c’era un po’ di tutto … nel massimo disordine. Si diceva un volta che “l’ordine non era degli artisti” … e che l’unico ordine che hanno gli Artisti è … in ciò che producono … per il resto è caos. La Prof. Roberta lo sapeva e non ne faceva mistero. Era sempre stata così … la disperazione di sua madre ... Si era sentita veramente a posto quando aveva acquistato il “suo Atelier” nel quale ha creato un’infinità di quadri piccoli e grandi … realisti e “assurdi” (come li chiamava). L’Atelier era il suo “spazio vitale”, il suo mondo … dove poteva lasciare ogni cosa nel massimo disordine. Fogli, libri, riviste per terra … bozzetti sparsi dappertutto. Tazzine del caffè mezze vuote. Ora, però, la Prof. Roberta aveva deciso. Avrebbe messo ordine nella propria vita … Avrebbe venduto il proprio l’Atelier. Se ne sarebbe disfatta una volta per tutte. Del resto, per la cinquantenne era un periodo piuttosto grigio. Gli anni erano passati. La gloria (si fa per dire) non era arrivata … e l’amore nemmeno. Per fortuna che era rimasta la Scuola che … tra alti e bassi, dubbi e delusioni, aveva sempre garantito il pane quotidiano. Annamaria, però, aveva insistito. “Roberta non vendere l’Atelier … pensaci ancora un po’ … L’Atelier per te è un “luogo terapeutico” … Lì scarichi le tue tensioni. Potessi averlo io” L’arte è anche ricerca di sé stessi … e ogni Artista ha le sue esigenze. Una mattina di un anno fa, la Pittrice Roberta aveva deciso che avrebbe cominciato a fare un po’ di ordine nel suo Atelier … in vista di un’eventuale vendita. Stava per giungere davanti alla porta d’ingresso del suo Atelier quando vide un affascinante Signore ben vestito, sui sessant’anni che stava leggendo il volantino incollato alla porta d’ingresso dello Studio. Era l’unico volantino che dava scarne notizie della “Pittrice Roberta … che esercitava in quello Studio” E’ stato il Signore a parlare per primo. “Lei è la Pittrice Roberta?” – “Sono io” – rispose senza dare troppa importanza all’incontro. “Sono il Dott. Michelangelo … sono alla ricerca di un’Artista per il mio Castello in Lomellina. Le spiacerebbe mostrarmi il suo Studio e un po’ delle sue opere?” La Prof. Roberta, Pittrice, divenne rossa come un peperone. Cominciò ad avere le vertigini … Proprio ora che voleva mettere ordine nell’Atelier … proprio ora che voleva disfarsi dello Studio … ecco il miracolo. Roberta cominciò a parlare come stesse facendo una lezione a Scuola … a fare domande … il tutto per non far entrare il Dott. Michelangelo nel suo Studio. Alla fine il sessantenne aveva capito tutto. “Prof. Roberta è inutile che lei giri il mestolo nella pentola. Io, non mi muovo di qui fino quando lei non mi ha fatto vedere il suo Studio” A quel punto , Roberta non ha più avuto via di scampo. Si è riservata un’ultima scusa. “Guardi che c’è un po’ di disordine … non si guardi intorno … e guardi dove mette i piedi” Il Dott. Michelangelo accennò ad un sorriso maliardo … Dal primo momento in cui aveva messo gli occhi sulla Pittrice Roberta ne era rimasto affascinato, ammagliato. Era proprio la donna che cercava … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … e poi, Pittrice, Artista … in tutti i sensi … anche e soprattutto nel disordine. Sapeva già in quale marasma avrebbe trovato quello Studio. Quando Roberta aprì la porta dell’Atelier, Michelangelo, comprese che il disordine era maggiore di quanto avesse immaginato, ma … Nella vita c’è sempre un ma. Uno di quei “ma” che lascia attoniti, perplessi, increduli. Era proprio ciò che cercava. Il cinquantenne guardò i quadri appesi alle pareti e si rese conto che erano dei veri capolavori … degni del suo Castello in Lomellina. L’accordo tra Roberta e Michelangelo è stato immediato. I loro occhi si incontrarono … come se si fossero sempre cercati. Ora, Michelangelo poteva fare del suo Castello … un sogno … e di Roberta … la sua Regina. - Questo è il racconto 972 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CARLO GOLDONI
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO MARION ...
MARION 20
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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