dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 14/05/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
362
Lino e Anna
Per parecchie persone il rientro in ufficio, dopo le vacanze, rappresenta un “dramma”. Stessi problemi, stessi volti… una ripetizioni continua di scene già viste… Eppure, in tutte le situazioni c’è sempre qualcosa di nuovo, di “imponderabile” …che rende la vita interessante e degna di essere vissuta. Il Signor Lino, cinquant’anni anni, scapolo, impiegato presso una filiale bancaria… un anno fa… al rientro delle vacanze stava per avere un “tracollo psichico”. Le vacanze erano passate …e doveva vedersela “ancora” con la sua stessa collega Anna, che non lo perdeva mai di vista. Se per una donna è piacevole essere corteggiati… per un uomo, qualche volta diventa un’ossessione. Tutto era cominciato due anni fa. Lino e Anna avevano ricevuto un “comune incarico” e una stanza comune di lavoro. Lui, Lino, 48 anni, scapolo… Lei, Anna, 35 anni…libera (perché si era lasciata con il suo “moroso”… dopo dieci anni). Ora, Anna, si sentiva persa. Cercava un nuovo amore, una nuova occasione di vita. Sentiva il bisogno di appoggiarsi a qualcuno … e quel qualcuno l’aveva individuato nel suo collega Lino. Il fatto che, ora, lavorassero nello stesso Ufficio…ad un comune progetto… sembrava “uno scherzo del Destino”. Per Anna poteva essere un’operazione facile… ma di facile, a questo mondo, non c’è niente. Per esempio. Lino, in vita sua aveva avuto “una sola” relazione sentimentale… ma si trattava di molti anni prima. Lei,(il grande amore di Lino) lo aveva lasciato… Lui ci era rimasto male. Ci aveva fatto una malattia. Anche perché “il bancario” non era mai riuscito a capire il motivo. Quando un uomo rimane “scottato… una volta” … ha paura anche dell’acqua fredda. Ora, però, Lino e Anna dovevano convivere nella stessa stanza. Due scrivanie… una di fronte all’altra…stesso progetto… e che progetto! Un progetto in cui i due dovevano continuamente confrontarsi, discutere, scambiarsi risultati. Lino cercava di limitare al massimo le parole… ma qualche parola doveva pur dirla. Anna, invece, parlava di tutto e con tutto… con la bocca, con i gesti, con i silenzi…e con un fisico mozzafiato che avrebbe mandato in tilt anche un “eremita”. Erano soprattutto “i silenzi della collega”che lo facevano innervosire. In quei silenzi Lino ci poteva leggere di tutto. E ci leggeva di tutto… anche quello che Anna non diceva. Un giorno di un anno fa… (dopo il rientro dalle vacanze e un anno di lavoro comune) Anna si era messa a sospirare…Prima un sospiro flebile, impercettibile… poi sempre più marcato… in modo che Lino non potesse ignorarlo. Infatti, “il collega” non lo ignorò. “Cos’hai da sospirare?” chiese Lino. Era la prima volta che Anna si sentiva rivolgere dal collega una domanda. Non rispose. Fece finta di non aver sentito… Lino continuò. “Allora, si può sapere qual è il problema?” – Anna colse al volo la disponibilità. “Sono disperata. A casa mia ho l’impianto elettrico che mi fa disperare…” – “L’impianto elettrico? E perché non chiami un elettricista?” – “Già fatto. Anzi, è già il secondo che chiamo…e nessuno è riuscito a risolvere il mio problema. La situazione si complica alla sera. Ogni tanto la corrente elettrica va via… senza motivo… senza un perché. Sono preoccupata… Non so cosa pensare…” Cosa poteva fare, Lino? Tentare di dare una mano… Titubante, cercò di non esporsi troppo. Temeva di trovarsi invischiato in qualche storia… che solo le donne sanno escogitare. “Posso provare a capire di cosa si tratta…” Lino era stato cauto, ma ormai il passo era fatto. “Allora, ti aspetto questa sera a cena. Non portare nulla ho già pensato io …a tutto.” Alla sera, puntuale, Lino si presentò a casa di Anna, ma non poteva andarci con le mani in mano. Si presentò con una torta al cioccolato. L’omaggio, ovviamente, venne gradito dalla padrona di casa la quale aveva preparato una “super cena” con vini ricercatissimi. Al secondo bicchiere, Lino capì che era finito in trappola… La cena squisita, i vini ricercati, l’atmosfera idilliaca, la musica in sottofondo, le luci che si accendevano e si spegnevano… Ad un tratto Lino sentì caldo… Si sbottonò un bottone della camicia… Anna diede il suo contributo … pensò ai rimanti bottoni. Si sa che il primo bottone… è sempre il più difficile da slacciare. Il resto… viene da sé.(362)
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ROMA
di Teresa Ramaioli
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PENSIERI SPARSI DEL 13 MAGGIO 2015
“L’amore non ha mai un obbiettivo solo …
E’ una somma di appetiti
che hanno bisogno di essere soddisfatti”
Dino
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13 MAGGIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 13 maggio 2015 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
984
Giulia e la consegna del Premio
Un anno fa, la Dott. Giulia, quarant’anni, single, bellissima era in crisi. Doveva presenziare alla consegna di un Premio a Milano e si era accorta di non avere il vestito adatto. Quando una donna comincia a pensare di non avere il vestito per l’occasione … ha due soli motivi. O non ha davvero il vestito (ed è molto difficile) … oppure, ha in mente centomila altre cose che vuole mascherare. Giulia si conosceva bene. Non era soltanto una quarantenne Dirigente di una Agenzia Commerciale del milanese abitante a Pavia. Era anche una donna dall’occhio lungo, cioè vedeva lontano. Anche se non aveva ancora realizzato il suo sogno d’amore … ci pensava sempre. Ogni occasione era vista come il momento giusto … per trovare l’amore. L’amore vero, grande, unico e assoluto. Questa volta c’era la consegna di un Premio. Il premiando, però, era il Presidente della Società dalla quale dipendeva, il Dott. Flaminio, un cinquantenne dal fascino superlativo … e uomo d’oro, visto con gli occhi di una donna. Infatti, il Dott. Flaminio era scapolo e (secondo voci di corridoio) era alla ricerca della donna della sua vita. Però, doveva essere una donna speciale, unica e assoluta. La Dott. Giulia, si riteneva tale … e quando una donna ha una simile immagine di sé … può accadere di tutto. Giulia ne parlò con la sua Parrucchiera di fiducia e confidente, la Signora Egidia, una quarantenne che ne sapeva una più del Diavolo. Egidia è stata chiara. “Giulia se vuoi che ti aiuti … devi dirmi la verità. Per prima cosa non credo affatto che non hai il vestito adatto … il resto dimmelo tu” Giulia non aveva alcun interesse a nascondere la verità. “Egidia … il problema non è il vestito. I problema è quello di avvicinare il Dott. Flaminio … sul quale ci ho fatto un pensierino. Adesso lascio a te la strategia che devo seguire per raggiungere lo scopo per un possibile approccio amoroso” Egidia comprese immediatamente l’importanza della posta in gioco. Quando una donna viene coinvolta in un’operazione così importante … diventa una tifosa. E’ come se lei stessa fosse l’interessata … vuole vincere a tutti i costi. Pensò subito ai capelli di Giulia. A come preparare un’acconciatura superlativa assoluta. Comprese, però, che non era la soluzione del problema. Egidia convinse Giulia a giocare in anticipo. Siccome la consegna del Premio sarebbe avvenuta nel corso di un Meeting, suggerì a Giulia di farsi nominare tra le Organizzatrici dell’incontro. Giulia ha potuto entrare nell’ingranaggio del Premio. Conoscere le ragioni per il quale era stato indetto. Praticamente … con il Premio, il Dott. Flaminio avrebbe fatto un salto di qualità. Sarebbe diventato il “Deus est macchina” di tutto il Gruppo. Giulia diede l’anima per il Meeting. C’era sempre per ogni e qualsiasi incombenza anche minima. Ogni volta, Egidia preparava la quarantenne come fosse una Dea. Era sotto gli occhi di tutti … anche del Dott. Flaminio il quale … non si presentava in prima persona … ma era sempre dietro le quinte. E’ stato proprio “quell’essere sempre dietro le quinte” che ha spinto il cinquantenne a mettere gli occhi su Giulia … quella dinamica quarantenne che ogni giorno si presentata con un’acconciatura nuova. La curiosità non è soltanto femmina … è soprattutto maschile. Il Dott. Flaminio non sfuggiva alla regola. Ha fatto in modo di incontrare (per caso?) la Dott. Giulia mentre seguiva meticolosamente la preparazione della consegna del Premio. “Giulia, scusa se ti chiamo così … in modo confidenziale. Ti ho vista all’opera. Mi piacerebbe andare a teatro con te. Cosa ne dici?” Giulia ha fatto finta di schernirsi. In fondo era ciò che voleva. Accettò. Quella stessa sera. Dopo il Teatro, Giulia e Flaminio hanno cenato insieme. Hanno ballato … per un po’. Ma, ormai, il cinquantenne aveva cominciato a stravedere per la bellissima quarantenne … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo … con un vestito che copriva tutto … e non copriva niente. Con una volontà di ferro. Giulia ha lasciato fare. Gli eventi giocavano per lei. Ad un tratto Giulia ha fatto finta di scivolare e si è appoggiata al braccio di Flaminio il quale, per darle aiuto le sfiorò il viso … Colpa del profumo … Colpa della circostanze i due si sono trovati abbracciati l’uno all’altro … ed il bacio è scoppiato come un fulmine. Uno di quei baci che non si sa da dove vengono … ma che portano dritti, dritti a letto. In un bel lettone grande come il mondo … dove in un silenzio etereo, l’unica musica, è il respiro degli amanti. Durante la consegna del Premio. Il Dott. Flaminio ha annunciato il suo fidanzamento con la Dott. Giulia … che diventava, da quel momento, la nuova Presidente della Società. - Questo è il racconto 984 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CARLO ERBA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 12/05/15 alle 18:26 via WEB CARLO ERBA –(Vigevano, 17 novembre- Milano, 6 aprile 1811)- chimico farmaceutico-Dopo aver compiuto gli studi umanistici a Vigevano, nel 1828, a 17 anni, si trasferisce a Milano per compiere l'apprendistato di farmacista. Nell'ottobre del 1833 si iscrive alla Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università di Pavia; durante gli studi frequenta come praticante la farmacia Grammatico di Vigevano, ove approfondisce le conoscenze sulle metodologie per la produzione dello zucchero dalla barbabietola. Nel 1837 torna a Milano ove prende in gestione l'Antica Farmacia di Brera, in via dei Fiori Oscuri. Nel 1853 aprì il primo laboratorio farmaceutico in Italia, contiguo alla sua farmacia; nel 1867 aprì uno stabilimento alla periferia di Milano, che col tempo diverrà la più grande industria chimico-farmaceutica del paese, appunto la Carlo Erba Morì il 6 aprile del 1888 nominando suo erede universale il fratello minore Luigi Erba, musicista, che gli succede alla guida dell'azienda.- Ciao Teresa Ramaioli |
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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SEMPLICE LUCREZIA
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