Messaggi del 13/08/2015

SALUTI DA PAVIA

Post n°20532 pubblicato il 13 Agosto 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon giovedì 13 agosto 2015

 

 

 
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PENSIERI SPARSI DEL 12 AGOSTO 2015

Post n°20531 pubblicato il 13 Agosto 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 12 AGOSTO 2015

“Chi ama, desidera …

Chi desidera …

ha afferrato il segreto della vita”

Dino

 

 
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OTTAVIA racconto (975) di Dino Secondo Barili

Post n°20530 pubblicato il 13 Agosto 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

975

Ottavia … amore al Ponte della Becca

Pavia è una città romantica. Non solo per le sue viette strette e sghembe. Per i suoi vicoli senza nome. Per le piazzette che ricordano i cortili del tempo che fu. Anche e soprattutto per il fiume Ticino. Si fa presto a dire … una città con duemila anni di storia … ma il Ticino ne ha molti di più. E’ una via d’acqua lunga cinquecento chilometri … dalla Svizzera a Venezia. Ed era l’autostrada quando le autostrade non c’erano … Quando le vie d’acqua erano le vie più comode per muoversi … ed i fiumi erano sempre affollati di gente che andava e veniva. Da Venezia alla Svizzera con mezzi di ogni genere … chiatte, barche, barchette … canoe e barcé. Parte della vita sociale del tempo che fu si svolgeva sui fiumi. Lungo i fiumi c’erano le Osterie, luoghi d’incontro anche misteriosi … Oppure, le persone si fermavano a Pavia, città di fiume. Anche, oggi, Pavia mantiene viva la vita del fiume con decine di imbarcazioni utilizzate per gli allenamenti dai canoisti e rematori concorrenti alle gare nazionali e internazionali … Un mondo silenzioso, quasi appartato, che fa del fiume Ticino una fucina di campioni a livello mondiale. Il fiume Ticino è il fiume dei campioni, dei desideri … il fiume dei sogni di gloria. Un anno fa, ne ha saputo qualcosa la Prof. Ottavia, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe … da favola, Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Milano. La Prof. Ottavia, a quarant’anni, si era improvvisamente accorta di aver dedicato molto (troppo?) tempo allo studio. Alla ricerca e consolidamento del proprio lavoro … e di aver trascurato un lato importante: l’amore. Insomma, la quarantenne aveva ancora tanti desideri … insoddisfatti. Si convinse subito che non poteva perdere altro tempo.  Doveva agire. Si ricordò di quando era al Liceo ed aveva partecipato ad un corso di canoa a Pavia. Si era distinta. Aveva partecipato ad una gara sul fiume azzurro ed aveva vinto. Inutile nasconderlo. Le affermazioni di gioventù lasciano il segno … E, poi, Pavia è ad un passo da Milano. Mezzora di treno … anche meno. Ottavia decise. Avrebbe rivisto il Ticino … laggiù … in quell’angolo vicino al Ponte della Ferrovia. Ormai aveva le idee chiare. Un fiume è sempre un fiume … un ininterrotto fluire d’acqua, di oggetti di ogni genere … fiori, piante, arbusti, forse anche … pensieri e desideri. Un “mondo” che se ne va verso il mare e non perdona … come il tempo che passa. Ottavia, però, aveva voglia di vivere … di amare. Pavia e il Ticino, in un attimo, erano diventati il suo sogno. Un sabato mattina di un anno fa, Ottavia era a Pavia, sul fiume Ticino … nei pressi del Ponte della Ferrovia. Era metà mattina, ma il fiume era affollato. C’erano canoisti e rematori di ogni genere che si allenavano con impeto e passione. La passione è contagiosa … passione stimola passione. Solo alla vista di quel mondo, Ottavia si rivide com’era vent’anni prima … quando vinse la gara di canoa. Bell’esperienza. Bella soddisfazione. Perché non rimettersi in corsa? Non esiste un’età per rimettersi a correre … e poi, l’appetito vien mangiando. Osservare il mondo dalla riva di un fiume è come partecipare ad un spettacolo sempre nuovo. Il fiume è sempre affollato … di qualcosa. Ottavia guardava quel mondo e si sentiva rimescolare il sangue nelle vene. Se avesse avuto a disposizione una canoa … sarebbe partita per Venezia. Così, sui due piedi. Senza pensarci un po’. In quell’istante, un giovanotto sui quarant’anni, alto, biondo, corporatura da atleta, con la pelle bruciata dal sole … ha attraccato la sua barca alla riva. Come poteva Ottavia stare zitta? Neanche per sogno. “Sapesse quanto la invidio” Il quarantenne si è messo a ridere. “Perché? Non è mai stata in barca? Se vuole la porto io” E’ stato come accendere un incendio. Ottavia raccontò la sua esperienza del corso di canoa all’epoca del Liceo … vent’anni prima. Il suo desiderio in quell’istante era di raggiungere Venezia in barca … come hanno fatto tantissime persone nel mille e settecento quando, tra Pavia e Venezia, c’erano imbarcazioni che facevano la spola con arrivi e partenze quotidiane. Il quarantenne si presentò. “Sono Franz, svizzero … già campione di canoa al tempo della mia gioventù. Ora, mi diverto a percorrere in lungo e in largo il fiume Ticino dalla Svizzera a Venezia. Ad esplorare tutte le possibili opportunità dei laghi Maggiore, di Lugano, di Como ed altri. Se vuole possiamo metterci insieme. Io faccio le fotografie … lei scrive le didascalie … “ Quando un uomo ed una donna cominciano a guardarsi negli occhi … e cercano nell’altro la risposta ai propri desideri … è come il fluire della corrente del fiume. Non si ferma più. Inizia l’avventura dell’amore. Ottavia e Franz non si sono più lasciati. Hanno chiacchierato. Hanno preso il caffè insieme … Non al Bar … dove sarebbe facile sconfinare nelle comodità quotidiane … ma, direttamente da un termos portatile, con tazzine di plastica usa e getta. La vita del fiume incomincia di lì … dalla frugalità, dall’uso moderato delle comodità. Da tempo immemorabile, sul fiume Ticino corre una frase … “Non chiedere ad altri di fare qualcosa … falla” Non era arrivata la sera, di quel sabato di un anno fa, che Ottavia e Franz avevano già fatto le provviste per una vacanza in barca … una “passeggiata” da Pavia a Venezia … sul fiume Ticino e Po … come ai tempi del mille e settecento. Epoca in cui, al primo posto, c’era l’amore … Anche per Ottavia e Franz, l’amore è scattato al Ponte della Becca, nel punto stesso in cui il Ticino confluisce nel Po. Il resto è facile immaginarlo … perché l’amore è … ha sempre un inizio … mai una fine. Chi ama, desidera … Chi desidera … ha afferrato il segreto della vita. (975)

 
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LOMELLO (PAVIA) di Teresa Ramaioli

Post n°20529 pubblicato il 13 Agosto 2015 da dinobarili
 

LOMELLO (Pavia)

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/08/15 alle 20:00 via WEB
Basilica di Santa Maria Lomello (Pavia) Nel 590 d.C. nella chiesa di Lomello furono celebrate le nozze tra Agilulfo e Teodolinda ,regina dei Longobardi. Queste nozze avrebbero unito due popoli e segnato la fine delle guerre tra questi, ma provocò l'ira del Diavolo, che secondo la leggenda si era innamorato di Teodolinda. La rabbia del Maligno fu tale da distruggere la Chiesa il giorno prima delle nozze. La chiesa di Lomello era una costruzione straordinaria, poggiata alle mura Romane costruite attorno alla città. La facciata stessa era una sezione della mura, e dietro di essa una lunga serie di forti arcate ospitava l'altare di Santa Maria Maggiore. Alla vigilia del matrimonio il Diavolo scatenò una violenta tempesta sopra la pianura circostante, con spaventosi fulmini diretti alla chiesa che fecero presto crollare le belle arcate. Alla vista di tale desolazione Teodolinda pianse e pregò il Signore .L’Arcangelo Gabriele ordinò al Diavolo di ricostruire la Chiesa, mettendogli a disposizione illustri architetti: la chiesa doveva essere ricostruita in una notte di intenso lavoro. Per celare la sua vergogna, il Diavolo avvolse l'intera zona in una fitta nebbia dietro cui nascondersi mentre lavorava alla ricostruzione. Al sorgere del sole le forti arcate erano nuovamente lì ad ospitare l'altare, e il matrimonio venne celebrato: Agilulfo fu talmente toccato da ciò a cui aveva assistito che decise di convertirsi al Cristianesimo. Oggi la Basilica , consta di Battistero a pianta ottagonale, un campanile visibile da ogni punto di Lomello, e affascinanti rovine, una sezione della mura Romane parzialmente crollate (una serie di gradini conduce a quelli che erano una volta i bastioni), grandi archi si proiettano verso l'alto sbucando dalle macerie davanti alla chiesa .Il Diavolo non è un buon architetto, e in una notte di lavori forzati, non fu in grado di ricostruire tutto come era prima. Questa è una leggenda, (la chiesa è stata costruita 4 secoli dopo Teodolinda, la sezione frontale è stata rovinata da un terremoto durante il secolo successivo.), ma… avvicinandosi alle rovine in una nebbiosa notte d'autunno, si ha la sensazione di camminare tra ombre antiche di mito e magia. Ciao Teresa

 

 

 

 
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IL GABBIANO di Teresa Ramaioli

Post n°20528 pubblicato il 13 Agosto 2015 da dinobarili
 

IL GABBIANO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/08/15 alle 19:57 via WEB
“Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach è uscito in Italia nel 1977, c’è chi lo considera un libro formativo, chi è stato obbligato a leggerlo a scuola, chi si ricorda di averlo interpretato in una recita alle elementari/medie. Si tratta di una favola per bambini e adulti che invita a non uniformarsi al pensiero corrente, un libro che ha conquistato moltissimi cuori. La vicenda si svolge sulle scogliere ma soprattutto nei cieli, luogo che rispecchia la voglia di libertà del protagonista. L’autore dedica la sua opera "Al gabbiano Jonathan Livingston che vive nel profondo di tutti noi’’. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli.
(Rispondi)

 

 

 

 
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