Messaggi del 27/11/2015

BUON VENERDI' ... DA PAVIA

Post n°21277 pubblicato il 27 Novembre 2015 da dinobarili
 

BUON VENERDI’…

 DA PAVIA

27 novembre 2015

“Le belle canzoni non invecchiano mai e sono sempre piacevoli da riascoltare”

Dino

50 “una canzone al giorno”

Dalidà

“Quelli erano giorni”

Chi è quella persona che non ha dei bei ricordi? Tutti. Specialmente quando, in fondo al cuore, c’è un antico, indimenticato amore. Allora, è facile sospirare … “Quelli erano giorni” … come fa, con quella sua dolce, calda ed appassionata voce Dalidà (17 gennaio 1933 – 3 maggio 1987). “Quelli era giorni/ si, eran giorni e tu/ al mondo no, non chiedere di più” E le immagini di quel passato ritornano come per magia. “noi ballavamo un po’ … e senza musica/ nel nostro cuore c’era molto di più” Poi, naturalmente le cose cambiano. “anche le rose un mattino non fioriscono più” Anzi, per essere precisi “ripensandoci mi viene un nodo qui … e se io canto, questo non vuol dir” La sublime melodia e l’incantevole voce di Dalidà fanno il resto. E’ il momento di chiudere gli occhi … e riflettere. La vita è un giardino di ricordi. La nostalgia, però, è una strada senza uscita. Non porta da nessuna parte. Bellissima la canzone … ma la vita è adesso (adesso o mai più) … e va vissuta fino alla spasimo. Nulla va sprecato. Mai rimandare a domani quello che si può (e si deve) fare oggi … anche e soprattutto … i baci. Buon ascolto. Dino

 
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DANIELA racconto (400) di Dino Secondo Barili

Post n°21276 pubblicato il 27 Novembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

400

Daniela

Gli alti e bassi della vita sono un fatto naturale e scontato. Anche quando il tran tran quotidiano sembra normale, ci sono sempre dei “malesseri indefiniti” che lasciano insoddisfatti e delusi. Un anno fa, era così anche per Daniela, trentacinquenne, single… nel senso che non aveva ancora trovato l’uomo giusto. Cosa fare? Il lavoro da solo non “paga”. La compagnia delle amiche … nemmeno. E’ il momento di inventarsi “soluzioni ad hoc”. Percorsi che solo la persona stessa cerca e (se fortunata) trova. Daniela lavorava a Milano, ma abitava a Pavia. Per lei il giorno meno piacevole era il sabato perché Pavia offre pochi momenti di svago. Cosa fare? Daniela non voleva ritornare a Milano anche il sabato mattina. Milano le bastava già dal lunedì al venerdì. Un sabato mattina di un anno fa, Daniela si alzò di buon mattino e si recò alla Stazione Ferroviaria di Pavia. Guardò “l’orario delle partenze”. Il primo treno in partenza da Pavia… era per Genova. Si mise in coda allo sportello della biglietteria. Prese il biglietto e partì. Se qualche persona, avesse chiesto a Daniela perché andava a Genova, e per fare cosa…la trentacinquenne non avrebbe saputo rispondere. Intanto era sul treno…e il treno camminava veloce. I pensieri di Daniela erano come il treno in corso… anzi, sembravano lava che fuorusciva da un vulcano. I pensieri… fuoriuscivano senza destinazione, senza un perché. A Genova Daniela comprò una guida rapida della città. Nella città della Lanterna era già stata varie volte e, grosso modo” la conosceva. Ora, però, tutto era nella sue mani. Tutto dipendeva da lei. Cosa fare? Si diresse al centro città per gustare un buon caffè. Non era ancora nel Bar e riconobbe un volto conosciuto. Era Cesare, il suo collega dell’Ufficio dove lavorava a Milano. Per Daniela è stato un sollievo. Non era più sola. E’ stato come vedere la luce … in fondo al tunnel. Con Cesare, la trentacinquenne, in Ufficio aveva solo scambiato qualche saluto. Ora, però, era il momento per qualche parola in più. Daniela si accorse che Cesare aveva un difetto: balbettava… aveva una specie di balbuzie di cui, il collega, se ne faceva un problema personale. Non ci fece caso. Cesare era un bell’uomo sui cinquant’anni. Cosa potevano essere le “balbuzie”? I due cominciarono a parlare. Il collega abitava a Genova ed era un appassionato di storia della città. Daniela lanciò la domanda. “Cesare, perché non mi accompagni a visitare la tua città? Io, non sono molto pratica … Mi piacerebbe conoscere Genova e le sue caratteristiche.” Era la prima volta che una donna, anzi, una bella donna, gli poneva una simile domanda. Ora, poteva raccontare la sua città, come “la vedeva” lui… il balbuziente. Cesare cercò di dominare le proprie emozioni. Pronunciò adagio le parole. Adeguò il flusso delle frasi con il proprio respiro. Cesare accompagnò Daniela per oltre un ora, tra vie, Piazze e antichi Palazzi. Una passeggiata a piedi… parlando ininterrottamente… senza che il “problema balbuzie” creasse problemi. Ormai erano al Porto Vecchio. Daniela si sentiva frastornata dalla quantità di notizie che aveva appreso su Genova. Chiese a Cesare se “era possibile” bere un caffè al tavolino di un Bar. Il collega si prodigò nel migliore dei modi. Daniela comprese, istintivamente, che poteva essere l’uomo di cui aveva bisogno. In quell’istante, un borsaiolo le strappo la borsetta dalle mani. La trentacinquenne si sentì perduta. Prima che fosse presa dal panico, Cesare, aveva già rincorso il farabutto. Gli aveva dato un manrovescio di quelli che non si dimenticano… e aveva riportato la borsetta alla sua legittima proprietaria. E’ stato proprio in quel gesto che Daniela, comprese che “in due… si ragiona meglio”. Ed è stato l’inizio di bellissima storia d’amore. (400)

 
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IL PANINO di Teresa Ramaioli

Post n°21275 pubblicato il 27 Novembre 2015 da dinobarili
 

IL PANINO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/11/15 alle 17:47 via WEB
IL PANINO----La storia del panino passa attraverso il genio rinascimentale di Leonardo Da Vinci il quale, oltre ad essere pittore., scultore, architetto, ingegnere, matematico, anatomista, musicista e inventore, era anche appassionato di arti culinarie. Il genio toscano, nelle insolite vesti di chef del “Signor Lodovico” il Moro, tra le istruzioni per preparare un infuso di lattuga o delle creste di gallo ornate di mollica di pane, inventa un tramezzino non riuscendo però a trovargli un nome: “Pensavo di prendere una fetta di pane e metterla fra due pezzi di carne: ma come posso chiamare questo piatto?” Sarà un incallito giocatore di carte, ben due secoli dopo, a rispondere all’interrogativo leonardesco. Il conte Lord Sandwich era talmente preso dal suo vizio da non riuscire ad abbandonare il tavolo verde neanche per mangiare; facendo di necessità virtù, decise di farsi servire l’arrosto di carne, che costituiva la sua cena, non su di un piatto bensì tra due fette di pane imburrato. Il nobile aveva trovato il sistema infallibile per gustare il proprio pranzo senza doversi alzare e interrompere la partita, lasciando così una traccia curiosa nella storia del panino. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO TANMIK

Post n°21274 pubblicato il 27 Novembre 2015 da dinobarili
 
Tag: tanmik

CIAO TANMIK

tanmik
tanmik il 26/11/15 alle 21:52 via WEB
Che il cuore sia sempre colmo d'amore. Una vita senza amore è come un giardino senza sole e coi fiori appassiti. La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient'altro può portare.(Oscar Wilde) Un abbraccio da MIK/**__**. http://image.blingee.com/images19/content/output/000/000/000/7d4/792040321_127119.gif?
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/11/15 alle 07:15 via WEB
Ciao Mik. Bel commento. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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