Creato da atapo il 15/09/2007
Once I was a teacher
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MAHATMA GANDHI
"Vorrei che tutte le culture del mondo
potessero circolare liberamente intorno alla mia casa.
"Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza."
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RISTRUTTURARE & C.
L' INVASIONE
G. Caillebotte, Les rabouteurs des parquets
Siamo quasi pronti. Mi riposo scrivendo un poco, poi riprenderò a svuotare gli ultimi ripiani. Nell'unica stanza che non verrà toccata dai lavori si stanno allineando sacchi e cassette, ce ne sono anche nei corridoi... Penso a quando poi si dovrà risistemare tutto e mi viene un brivido... cerco di pensare ad altro...
Mi tornano però in mente le grandi manovre per i lavori che abbiamo dovuto fare nel corso della mia vita fiorentina...
… perché quando comperammo questa casa, nel 1980, era poco più di un rudere, di sano aveva solo i muri esterni, ma era l'unica che ci potessimo permettere, eravamo giovani e con due figli piccoli e dovevamo spostarci da Bologna a Firenze il prima possibile.
In un anno, prima che entrassimo, fu fatto l'indispensabile: il riscaldamento, un bagno agibile, alcuni pavimenti, dei muri interni che si erano sbriciolati al primo buco per rifare in sicurezza l'impianto elettrico. Lavorarono alcuni muratori, poi mio marito e i suoi fratelli terminarono in qualche fine settimana.
I primi anni a Firenze passarono così, avevamo finito i risparmi. I miei figli ancora piccoli avevano a disposizione il terzo piano, un'alta soffitta molto...rustica (leggasi: in disfacimento) che non avevamo toccato e per loro era un regno di giochi fantastico. Però non ci potevano dormire, a volte pioveva pure dentro, dovevano stringersi in una mini cameretta col letto a castello e l'armadio comperati da Emmaus...
Un giorno mio cognato da Pordenone telefonò per un'occasione unica: un mobilificio chiudeva e vendeva a prezzi stracciati: finalmente si potevano comperare i mobili per le future camere dei nostri due figli! Così da Pordenone arrivarono tavole su tavole, scaffali, ante, moduli di mobiletti... che però finirono accatastate nel soggiorno e in ogni buco rimasto vuoto in casa. Cominciò il mio incubo di convivere in qualcosa che non sentivo nemmeno più una casa, ma un magazzino, le mie scarse doti di casalinga si annientarono completamente...perchè ancora non avevamo abbastanza rimpinguato i risparmi abbastanza per farle, queste benedette due camere, al piano superiore. Quando ci decidemmo, alla fine degli anni '80, i lavori durarono diversi anni: prima c'era da rifare il tetto, poi da creare finalmente all'ultimo piano le due camere e il bagno; per fare ciò occorreva liberare completamente lo spazio della grande soffitta da ciò che ci tenevamo, spostandolo ai piani inferiori.
Ma non era finito: anche il piano di mezzo era da restaurare: rifare il pavimento (ha le travi di legno, c'erano fessure tra una trave e l'altra), risuddividere le stanze. Così per questa parte di lavori abbiamo dovuto spostare TUTTO, dico TUTTO, al piano superiore stavolta e liberare completamente il piano di mezzo: si viveva tra pianterreno e ultimo piano. Finalmente, dopo circa due anni, era tutto a posto, ogni figlio aveva la sua camera e il TUTTO è stato ridistribuito nelle stanze in modo definitivo. Due anni di scompiglio, di polvere, di gente per casa, di accampamenti, di spostamenti, di abiti e oggetti accatastati... io tante cose non ricordavo nemmeno più dove fossero finite. Ero sempre raffreddata per la polvere, mi vennero perfino delle verruche, io che allora non ero mai andata in piscina, forse era la polvere, forse era lo stress.
Qualche anno dopo ci fu SOLO un bagno da rifare, roba da ridere in confronto a ciò che avevamo già passato, ma i muratori usarono alcuni miei lenzuoli per ripulire il loro sudicio, lenzuoli che io dovevo ripiegare e mi ero incautamente dimenticata alla loro portata...
Gli ultimi lavori, cioè la sabbiatura dei soffitti ( che ora sono davvero belli, di antiche travi o di pietra) e la sistemazione di alcune pareti interne sono stati eternati anche in questo blog, nel settembre-ottobre 2008, quando per lasciare “mano libera” ai muratori io e il marito vivemmo un mese nel camper parcheggiato accanto a casa.
E domani l'invasione di operai, attrezzi, rumore, confusione ecc. ricomincia...
Stavolta dovrebbero essere lavori rapidi e indolori, per cui non abbiamo previsto di rifugiarci nel camper, speriamo lo siano davvero! Intanto questo rinvio di una settimana ha già cominciato a farmi andare la faccenda di traverso e a buttare all'aria diverse organizzazioni familiari e personali... Ormai credo di avere la sindrome da muratori per casa, solo l'idea mi fa venire il nervoso e il mal di pancia...
E il perché di questo nuovo intervento... lo racconterò un'altra volta, per oggi la mia ricreazione è finita, mi aspettano gli ultimi scaffali... e devo anche studiare per il teatro...
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