Il Gioco del MondoRayuela...un sassolino e la punta di una scarpa |
Salta anche tu alla Rayuela!!!
Come si fa???
La semplice regola di questo gioco consiste nel dare inizio ad ogni nuovo
post con l'ultima parola del precedente , editando direttamente nel blog.
tanzt... tanzt... salta!!! salta!!!
La nuova Rayuela
sarà
* V i s t a *
UN, DOS, TRES, CUATRO
En la rayuela..o en la vida Vos podes elegir un día ¿Por que costado de que lado saltarás?
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Post n°175 pubblicato il 14 Ottobre 2012 da IlGiocoDellePerle8
Shikara sulle rive del lago, tra i più belli d’oriente, era guidata dal giovane maestro di voga, Shakti. Aveva occhi come granaglie di pepe color verde alloro, zazzera densa e testa di moro. Colse dall’acqua un bocciolo e lo offrì con leggiadra e sigillata maestria ad una dolce correità senza prezzo. Pioppi bianchi millenari, come nobili basiliche mediarono tra linfa e catene di monti. L’aria era piacevolmente fredda risvegliava dal letargo d’un durevole tragitto per proiettare sulla superficie riflettente dell’acqua una storia custodita in una conchiglia. Dalla profondità affiorarono serpeggianti alghe somiglianti a ballerine incantatrici L’ultimo raggio di luce spandeva l’intero suo giallo sul gora. Come un oceano di seta che dondola su infiniti colori. Un venticello spazientì tra le lamelle dell’acacia , tagliuzzò la volta celeste con gesti poco lievi. E così che l’universo risorse lucente come un intaglio primitivo... Tutto muta sul lago. L’etere è quieto, inerte come il remo che sfiora l’acqua finché il giallo del raggio scompare ingoiato dal grigio delle lacrime di una nuvola. Shakti getta l'ancora al tramonto, si sente l’essenza di bergamotto nell’aria.. ha una casa bianca con la tettoia a forma di cupola per ammirare la luna e le stelle, così vicine vicine che ti sembra di avere la capacità di poterle toccare. Di dentro è abbellita con arazzi di kashmir. Manciate di spighe servite su scie di spezie, un cesto di agrumi Il mio sguardo scivola sui grani di pepe di quel piccolo uomo sulla sua Shikara carica di semi di cuscuta, traboccante come il drappo latteo dell’aurora. In questo luogo non c’è spazio per affanno o fatica. Solo bagliore e sfumature di un pittore sconosciuto e un leggero timore …percepire l’istante andar via. |
* * * * * * * * Risale per nodi la mano l'll bukhara arrampica piano la scelta, il rimando, la disposizione segna radure, approdi, rifugi l'edificio della legge del sangue la regola il movimento filtra la supplica,essuda il pensiero,purifica Così la montagna si fa copricapo,sua kuffiya la radura moschea come l'inverno tiene segreta la luce -la carestia di non potersi dire- Era scalzo il tempo di Amina l'odore dei nascondigli esploso sul viso in minimi gesti Patate e riso,a Shimshal aveva barattato yak con jeki brillanti melograno con latte e chapati Su un fuoco di ottanta mondi lontano Mogù a terra, tiene una pentola grande un piatto di ferro di riso e fagioli bruciava dell'aglio contro la piana della paura strofinava il suo fianco annusando la luna All'opposto dell'amore una donna sbatteva la luce dentro un mortaio sul tetto del cielo di Srinagar nei giardini di Moghul cospargeva di semi di lino un seno inquieto di neve tra i più belli d'oriente,tra acqua e montagne cuoceva gli agnelli del caspio e di Dio mentre pregava il ritorno della sua mente -stretta tra i ghiacci del Pir Pnajal- invocava il richiamo del muezzin di Roza Bal,della fede quando risuona l'Asham in bilico sulla shikara
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Post n°173 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da simurgh2
Compie il suo giro Alleanze convivono nel groviglio sconnesso di colline corrose da millenni di intemperie Avamposti imperiali di pastori guerrieri con fucili dalle lunghe canne seduti sulle rocche di pietra e il cielo senza aquiloni i falchi tracciano cerchi le nuvole hanno riguardo da quelle parti immobili dove l'aria è sospesa nei pensieri senza tempo dove mondi per scomparire son lenti come le fiabe.
Sulle alture tra tribù si contratta con gli spazi
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Essenza, un filo alla gola .. ... di kashmir
una pista di scambi di pelle nella gola delle Porte di Ferro fino al Tigri conservai nella lana Ninive,fino alla porte del Caspio piegai ad Herat,per una rosa,poi nella terra dei Seres
Cercavo Mogù sulle alture innevate,ubriaca di vento Non sbiadisce l'essenza la storia, pioverà anche per lei
a pungere il cuore.
c'è una lingua inventata,un himan, per non tradire le cose
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Pioggia raccolta * |
chiesa la facoltà di ritornare In pioggia..la Rayuela |
Post n°169 pubblicato il 20 Settembre 2012 da IlGiocoDellePerle8
Sferzate da levar la pelle siepi arbusti tortuose vie assume la mente svoltando ogni curva fa fitto alle orecchie le mani l'll mistero del viaggio in avanti Scruto a specchio di quella paura i suoni. Si fa brina l'll ragionare acqua che si fa ghiaccio, a un tratto granelli nella mente legni si agitano si torce l'll respiro stretto chiude la curva in certe forme ricorsive o per anelli va a far cifra Piccoli quadri dolorosi senza filtro e noi deboli gemelli confusi nel bianco che rimane... mettiamo in salvo cosa??? -ti amo- sulla bocca!e nelle ossa? sprigioniAmo un lattice che brucia le pareti,infiamma la guarigione Va in ritartdo l'll corpo sulle idee fa una luce lunga e persa dalla partenza al sogno Barcollo sai a volte tremo ancora stretta e sola ti rimango al collo a credere che piano piano passa... che riManiAmo "in questo chiaro di saliva cloro e seme, abbandonata ognuno la sua scorza, gesto dopo gesto entriamo bambini con un segno d’acqua in chiesa" La rayuela salta in chiesa
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Manca...il mondo non turbina nel suoi polmoni eppure è qui,in qualche modo,nel mondo l'avvio di una folata,il verde che si adagia intorno lo so papà,Lei manca non s'inginocchia nei vialetti a cogliere l'erba vizza ma sui nostri sonni si sporge, dalle bestie protegge,dai predoni dalla vertigine del labirinto i sogni dove scaglia la perdita il buio la sento di guardia la notte nell'avamposto al bivacco in una preghiera di poche sillabe "Ovunque Proteggi" dove la pelle fa male carezza. Sul monte c'invita nel buio A vedere il segreto del cuore "So che stai leggendo questa poesia con una vista non più buona, le spesse lenti -Sei stata nel tuobosco oggi?L'hai vista? La cerva?- "L’intimo della sua bellezza stava in qualche cosa d’inafferrabile, che pareva non soffrisse d’esser goduto altrimenti che con la coda dell’occhio: fissato, sfuggiva.” ...Manca eppure arriva a sferzate.... Sferzate la Rayuela |
Post n°166 pubblicato il 17 Settembre 2012 da lontradelbosc
Paura mi cattura... quando il cielo congiura! Col pelo confuso in tremore diffuso per l'aria annuso col naso camuso. Un rombo orrido lo scroscio gelido mi sento pavido, per niente lucido. Mi gridi: " a cuccia " mi chiami : " Tribal "
Non rispondo ai comandi, decido: striscio sotto la panca e, seppur per un pelo, fortuna! IL TUONO MI MANCA!
Si salterà su "manca "
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Post n°165 pubblicato il 17 Settembre 2012 da adam_selene1
Tutto tutto tutto.... Tutto e il contrario di tutto, tutto e niente. Mai una parola è stata così ambigua, perchè pretende di spiegare se stessa, cioè tutto. Tutto è l'infinito, l'otto rovesciato, onnipresente cifra della nostra amicizia. Voglio tutto, con tutto me stesso, forse perchè ho bisogno di tutto? No, non ho bisogno di tutto, non ho bisogno di niente. Allora di cosa ho bisogno? Per saperlo dovrei guardare meglio dentro me stesso, con obbiettività. Ma farlo mi fa paura.
Si salta su "paura" |
Post n°164 pubblicato il 14 Settembre 2012 da IlGiocoDellePerle8
su "tutto" si salterà
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Vista da qui appare agli occhi una donna fragile e minuta. Dai vetri della finestra la vedo appoggiata al davanzale Ha gli occhi sognanti di una bambina e dipinte sulla pelle le rughe di una cinquantenne. La osservo e mi intenerisco, sulle labbra morbide e un pò serrate leggo come un'inquietudine come un desiderio insoddisfatto. Non mi vede, nascosto dietro le tende la osservo passarsi una mano fra i capelli corti e sottili, un gesto sensuale che esalta la sua bellezza matura. Il suo sguardo corre lontano dietro a chissà quali pensieri, nella mano la tazzina di caffè che sorseggia lentamente. Sono le otto di una mattina ormai fresca di settembre che porta via l'estate, fotografo col pensiero quell'immagine e la porto via con me mentre prendo la giacca ed esco per andare in ufficio. Domani, si domani forse le parlerò. |
Respiro la gioia che sprizza ,che slega epifanie a cavallo ed allontanamenti dilatando l'll senso l'll tremore della fine Prende un corpo l'll grido un bagliore lancinante avanza, ti costeggia dove la potenza della parola sospetta inarrestabile, una salvezza anche casuale nelle mani in fuoco gira pietre ,sfregandole al lancio dell'eco l'll bosco soffia a meraviglia si abbatte l'll vento sulla luce scostandola dal ramo a reggere l'll silenzio, pronto, come una misura umana Spira la quercia e parla l'll tempo di due esistenze allineate, ignote. ha l'll sapore in bocca della notte l'abbaglio e ventisei respiri all'alba,una sorsata che ti porta via Sali' cosi' in alto Amina che l'll fiato manco' nella notte, quando discese... trovo' mille luci di mostri all'attacco delle radure come la guerra di Tuzla i cingoli armati sterminavano case e pagliai la terra veniva su nera di occhi scuri,salati Abbattute le case dei cervi l'll loro riposo Uno sterminio di zolle brune rivoltava la terra dorata come la Pia madre prepara dolori grandi di dura Madre così Amina nel fosso, accucciata , dalle fessure Silviane comincio' a lacrimare sola nelle mani la terra, risali' di coraggio la cima mentre l'll suo palombaro compiva l'll volo più' fondo Cercavano gli estremi più' fondi del lago, del monte i più alti C'e' un monastero di terra,un nucleo nel polmone del bosco ai terminali un piccolo campo di fieno selvatico inarrivabile ai mostri di ferro,ai piedi d'acciaio E' la' che trovo' cibo a colmare quelle fessure, donna abbastanza per dissetare ,salvare l'll suo centro riavere la vista azzurra del lago, del foro misura Se passi sulla nuca le mani se appena la sfiori potrai sentire un minuscolo solco dove si sono raccolti piccoli semi sentierini germogli e radure, dove sotto le gambe pesanti rumoroso l'll suo cuore impauriva carcasse e fantasmi ,pigne e cornacchie Mi saprai ritrovare-sussurrava l'adagio- Ho la speranza che nutre gli anelli che cerchia i miei occhi nei tuoi Non finire di ripetermi le stesse cose di sempre nell'orecchio scalzo,l'll tuo respiro deponi custode Lega ancora fili d'erba, gli anelli degli alberi ai miei Rigira le foglie remando sul fiume la mia fede nei cervi Recita ancora di Borges l'll tempo infinito Io attendo la neve a donarti l'll natale e ancora nel giro di luce danzo che andremo a Istanbul Ecco vedi?...mi premi nel ventre la testa mi fai spremere acqua dai pugni come l'alambra dai monti mi tingi d'amore Le zolle negli occhi, nel cuore la fienagione accoglie la donna d'acqua la Terra di nuovo Amando spietatamente come solo natura sa fare L'occhio salva Alimentato ,accudito cresce imparando lo sguardo la vista l'll dettaglio fino a vedere nella falena minuscola una lucciola che trasporta l'll suo sole Le cose brillano così,dal di dentro, grandi0se e non della luce che vuole l'occhio per essere "vista" La rayuela sarà V i s t a |
Post n°161 pubblicato il 09 Settembre 2012 da oltreL_aura
Sussurrava il Fuoco nelle ombre del passato. Amina intagliava l' aria con la polvere del Tempo e figure di germogli in fiore a profumare il cuore che scorreva lentamente tra i sassi e l' adagio sguardo della bambina. Il silenzio segna il richiamo dell' elefante, e fiutandone il torrente la piccola donna custode della scatoletta si riscaldo' a quel fuoco, una fiammella di poca luce.
....son gocce di fuoco, che dissetano come capretti al fiume.
Fiamma weha weha vita e forza bruciava l' eco delle foglie scrollate dal verso dell' alba, rosso chiarore della notte. E l' elefante a bocca aperta bevve scintille di coraggio per dissetare la piccola e il respiro.
Si salta su " respiro" |
Post n°160 pubblicato il 07 Settembre 2012 da simurgh2
Normale tornare al vagito, làdove si sommano come i respiri sui sassi, i passi |
Post n°159 pubblicato il 06 Settembre 2012 da adam_selene1
Vagito di un nuovo giorno, il cielo schiarisce, rosseggia. L'alba non ha mai smesso di stupirmi, perchè in fondo accade tutto in fretta dopo una preparazione lunghissima. I tetti diventano arancioni, il cielo diventa arancione, gli alberi cercano di farlo. Poi passa. E tutto torna normale.
Si salta su "normale" |
Rossa è l'alba nei sassi,il luogo dove si bagnava nella pozza Amina vide la testa,il bosco,la grotta l'll riflesso udì come un fiutare, dal corpo contratto l'odore dal pieno del ventre ,il suo nido un piccolo corpo che pulsa -Quanto tempo è passato?- Sulle rive,tra i fogliami ora risale rischiarando un sole continuo mette in fila ricordi ad avvolgere il corpo dell'acqua canta la vita "al contrario" -Weha- loda e annuncia un nuovo vagito
la Rayuela sarà Vagito
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Post n°157 pubblicato il 12 Luglio 2012 da IlGiocoDellePerle8
Scioglie come ghiaccio negli occhi corre giù come perline celesti tra i seni raccoglie pervinca, un ansito blu quella luce "poi ci voltiamo e cominciamo a dormire -così gli disse- faccio la danza poi scompariamo" Come una taglia su Amina pendeva un grande dolore, a dirotto premeva la gola, sul palmo batteva il segreto tra voce e mutezza come una tenda che gonfia, un latte che entra dentro la stanza,un biancobaleno Volteggio' cosi forte! Amina sentirsi svenire le parve, morire disidratato ogni volere le sue ombre fino al foro del collo come spazi che il bosco riprende, il gesto lento dell'abbandono,essenziale al perdono immunizzò la paura del mutamento l'infinito stretto in un poco,in un niente dentro la stanza un dito alle labbra che dice silenzio. Lei alzò le braccia, con precisione vicino alla dolcezza, lungo il segreto della linea che trema, guarisce tenendoci insieme le mani. Giungerà il richiamo dove l'acqua è più in su della vita, dove l'ultimo passo si trae nel primo l'estremo nome, dove scompare l'assenza di ogni destino, nella castità delle venti dita le manitutte non sapevano che la vita era immensa oppure niente Stanza di perle-narimi-parola antica a precipizio tra due pareti armate ancora di otto e qualche respiro là dove il tempo non si calcola più,un anno ti sai dentro..di colpo poi solo il battere del sangue alle labbra.. mmmhh...mmmh... a coprirti gli occhi quel suono Dormi Mogù -ripeteva- dormiAmo dove la durata va a compiersi dove ognuno esercita, a suo modo, l'amore Il suo modo di restar a sè fedele Come le note.. non può esserci nessuna nuova danza,in fondo ma se dai al movimento un particolare significato, quello avrà un suono diverso. riuscirai a scegliere proprio ciò che ti serve.... a sparire un sogno, dalle onde lunghe e lucide Occorre attenzione per riconoscere gli indizi, la persuasione, -così la sacerdotessa- "un uomo e una donna si innamorarono , e finiscono nel lato oscuro della luna" e non è impresa da poco spingersi fin là del resto senza lo sconfinamento niente vi sarebbe stato concepibile nè reinventare vie d'accesso,lunghe distanze per ore..l'anno La sofferenza fisica diviene una corrente il fiume lungo il quale scorre il lamento inonda bellezza nascosta cola dai piedi,dorme in noi.. intimo moto d'amore Amina danzò. Mise la collana ,gli occhi gonfi di chiaro caddero le monetine,tutte, sul petto sfilò Era successo qualcosa in quell'istante, qualcosa che ancora continua a succedere una sorta di luce all'incontrario che corre via dagli occhi a chi guarda per nascondersi sparire alla vista sottrarre dolore a chi resta. Lei è la sua compagna e decide di prendere la via delle montagne spinta da un dolore più grande ..a salvarlo, Mogù preservare non è follia,è purezza C'è riserbo e pudore nel raccontargli la favola una tenerezza estrema nella sua voce,un filo -tienimi la mano,spariremo insieme- Sapeva,non sarebbe stato così-Mogù non poteva +1 Deve partire Amina Risalire,pregare all'incontrario dove si cova di ogni lettera quella iniziale assorbendo tutto dentro il suo cerchio A Mogù aveva consegnato il segreto, la scatoletta che sommava gemella alla sua da un vello il filato in ninive, la mussola nella sua unicità, un corpetto di monetine,un trenino, due gechi e tanti colori
Tra le dita solo una corda intessuta intrecciata di nodi nel verso che stiamo cantando sette volte avvenne lo scambio il nodo scioglie all'ottavo nella sosta il sublime della vita l'irreparabile Per tornare Amina non avrà che da cantare al contrario. Una donna che orienta il circo con sete che dette tempesta alla terra,a ogni clima al firmamento qui portò via non l'Amore soltanto il suo tormento e tu ,vento derviscio, tu sai dell'inaudito il sortire che il bassotuba esiste che non è scomparso l'elefante bianco sai delle balene il volo, di Rilke la breccia nel tempio parole che dalle steppe strappan grovigli conosci se ne vanno sfondando buchi in quei piccoli universi dove stavano prima di loro infine e per prima cosa sai della semplicità di piccole illuminazioni "ch'è cosa che felice cade" ...sparendo Si svegliò al centro Amina,nel cerchio,sola dipinta nel suo disegno originario Non era la terra queluogo, non più. "Sulla strada per Ourika siamo come uccelli notturni che si strappano le ali a vicenda, fino a quando il becco affonda in un organo cieco per molti, soprattutto per coloro che sono stati ciechi a lungo Così l’amore ci chiama. E da uccelli notturni dobbiamo trasformarci.. Per questo esiste un incubo chiamato Ourika, dove con i piedi nell’acqua gelata risalgo da sola il torrente, lasciandomi alle spalle accampamenti di cicogne, passerelle per scheletri che scendono dall’Atlante, muri di terra rossa"(..) |
Post n°156 pubblicato il 11 Luglio 2012 da simurgh2
Questa storia di Mogu e della cerva, veniva raccontata nei cortili e nelle bettole da gente che la sapeva fin la. Sicchè non è vero che Lee Baby Simm, come ho sentito raccontare da Mehmet porta la scatoletta ad Amina ma il contrario. Lee B. Simm gliel'aveva consegnata al porto di Baku. L'aveva tenuta sul sedile, prima. C'era una macchina con della gente dentro che li osservava, lui e Mogu
L'uomo di Hatrac, Mogu difendeva un recinto.
Il paradiso non era piu un abbaglio. Com'è infelice quel mare Caspio, guardandolo pensò.
Salonicco...solo un suono, lontano
dentro brucia una fiamma verde scrisse Hikmet
Kebap con yogurt pomodori e montone La nuova via della seta, il gasdotto Nabucco Versava luce bianca nelle vene, quel canto di gas,
Quella notte Mogu fece un sogno
Sembrava fosse caduta cosi, dentro la stanza sulla lampada, sul divano e si spandeva sul pavimento sulle sigarette, sui biscotti, sulla peperonata sopra il tavolo
(Canzone inedita di Lee Baby Sim, per Mogu e Amina)
Amina aveva risalito il sentiero Sette volte +1 ripetevano insieme
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Post n°155 pubblicato il 06 Luglio 2012 da IlGiocoDellePerle8
Tag: Amina, la cerva, Mogù, narimi, Ovunque proteggi, Rayuela, Sevak Grigoryan, un anno, V.Capossela Chiamata senza appello il suo canto non da tregua la Terra,fluttua nei fianchi la luce t'invoca rapace ,agli angoli della notte,smaniosa divaricando come un sesso violento svuota le ossa fa sangue slabbrando ferite ******** Epifania di piste,di tracce irresistibili avvolge la danza d'Amina un nastro che chiude le punte la grazia è il mistero,di un anno un suono che dura alla bocca ti entra negli occhi un frullo d'ali si fa vertigine sacra che sbatte alle tempie corpo che insegna umiltà la danza del ventre,la sua modulava il colore, pervinca come fiori ondeggiava ************* Gira lungo le rive la bestia la notte, sa dov'è l'acqua la cerva fresca,chiara la vista,senza arsura,nè sazietà inumidisce le vene,candida e temeraria s'inalza Amina,si allarga si espande protende di metri il suo fianco nessuna afrodite a sbucare a colmare l'impronta di chi l'è stato portato via solo un lungo respiro si alza , s'abbassa, indiviso un fiato inestinguibile s'ingrossa e dilata il nero del cielo,tutto s'ingoia ******** ** Si corica Amina tra le zampe affonda dove il ventre sudato l'accoglie il cuore si stringe si gonfia da qualche parte trema... poi sogna ********** spolpa all'osso la vita dal genocidio a Mogù là era la verità Un anno..come l'età della cerva, -come adesso- cominciava un vago indefinito pulsare l'orecchio è scattato di colpo...nostoi ....la vita allora era atillata da un solo fianco la mussola, nel collo un solo foro il cuore prese a balbettare,sgravò tra le gambe ninive le faceva passare attraverso ciambelle di pane, otto gocce di miele Come "pellegrina" che accorcia stoffa alla vita sempre più scopriva,rivelava innocenza, seni primitivi di latte traverso la grata di rete, a protezione,a rifugio sotto i veli bianchissime bende di lino ebraico, insospettabili annunciavano ulteriore bianchezza senza bisogno di fare domande disegnavano le morbide curve del ventre nella cuatela la cura. Il liscio e sottile che a tratti spiazzava ancor spiazza le palpebre d'amore il colore che brilla -Un anno-cantava ovunque proteggi -io voglio restare- ********** ********** Lo scalpiccio di zoccoli fu come un sestante al risveglio che sa dove ti trovi nel caos Ventisei respiri al minuto, i passi a servire alla terra di Amina Un uomo dagli occhi chiari studia chino il suo silenzio quanto bisogna averne ascoltato, quanto cielo negli occhi avuto per risentire di là dalle terre i fianchi di amina alle rive Spegne la lampada,si corica, nelle dita stringe la scatoletta come tra le mani un seno qualcosa che irrompe,la conoscenza alla sua completa erezione l'onda di un passo gira le viti,apre il mistero ripete: ********* -siamo bambini abbastanza per respirare cio' che non si vede, che trema- ******* negli occhi rovescia perle e branzini tra le mani i respiri di un anno -narimi- |
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