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2 novembre

Post n°270 pubblicato il 02 Novembre 2007 da jigendaisuke

Gentili Signore e Signori, buonasera.

Colpevole ritardo il mio, ma vari motivi mi hanno im-
pedito di fare un post sul 2 novembre.

Eccolo:

Oggi si ricordano i nostri morti, forse con un tantino di
ipocrisia italiota, in molti se ne ricordano solo oggi......

Un pensiero a chi ci è caro e non c'è più però va fatto,
ieri ero al cimitero di sestri ponente (lì c'è mio nonno
paterno) camminando ho notato delle tombe veramente
antiche (mi ha stupito la cosa, di solito dopo un tot di anni
si libera il posto, almeno qui a sampierdarena), una addirit-
tura del 1899!!!!
Mi son chiesto " ma a questi chi ci pensa?" vedevo che non
c'erano fiori, oppure qualcuno per pietas ci ha messo un
mazzolino, anche finto.
Com'è triste essere morti e non avere neanche qualcuno
che ti ricordi.
Bè pensiamo anche a loro!!

Così, con l'aiuto di 3 poeti:

 

Mio padre

Mio padre misurava il piede destro
vendeva le scarpe fatte da maestro
nelle fiere piene di polvere.
Tagliava con la roncella
la suola come il pane
una volta fece fuori le budella
a un figlio di cane.
Fu in una notte da non ricordare
e quando gli si chiedeva di parlare
 faceva gli occhi piccoli a tutti.
A mio fratello tirava i pesi addosso
che non sapeva scrivere
i reclami delle tasse.
Aveva nelle maniche pronto
sempre un trincetto tagliente
era per la pancia dell'Agente.
Mise lui la pulce nell'orecchio
al suo compagno che fu arrestato
perché un giorno disperato
mandò all'ufficio il suo banchetto
e sopra c'era un biglietto:
«Occhi di buoi
fatigate voi».
Allora non sperò più
mio padre ciabattino
con riso fragile e senza rossore
rispondeva da un gradino
'Sia sempre lodato' a un monsignore.
E si mise già stanco -
dal largo mantello gli uscivano gli occhi -
a posare sulla piazza, di fianco,
a difesa degli uomini che stavano a crocchi.
E morì - come volle - di subito,
senza fare la pace col mondo.
Quando avvertì l'attacco
cercò la mano di mamma nel letto,
gliela stritolava, e lei capì e si ritrasse.
Era steso con la faccia stravolta,
gli era rimasta nella gola
la parola della rivolta.
Poi dissero ch'era un brav'uomo,
anche l'agente, e gli fecero frastuono.

Oggi va ricordato anche uno degli intellettuali
(non quegli intellettuali di sinistra che tanto male
han fatto alla sinistra e all'italia), più lucidi, poe-
tici, intelligenti che l'italia abbia mai avuto:

Pier Paolo Pasolini

Lo voglio ricordare con questa poesia:

IL PCI AI GIOVANI.
di Pier Paolo Pasolini

E’ triste. La polemica contro il PCI andava fatta nella
prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate an-
cora nati… Adesso i giornalisti di tutto il mondo (com-
presi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo an-
cora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io
no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non
mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incer-
ti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere pre-
potenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi,
amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi
poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti
sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o ur-
bane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro
modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille li-
re, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria,
che non dà autorità. La madre incallita come un facchino,
o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti
fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terre-
ni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti
nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della
polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta
tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete basto-
nato, appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.

(P S Pasolini era comunista e certo non criticava il
PCI di Berlinguer)

E col finale dell'ultimo film (diretto da pasolini) inter-
pretato da Totò





 
 
 
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