Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

 

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EDS epilogo

Post n°506 pubblicato il 01 Novembre 2011 da LaDonnaCamel
 

Per prima cosa: grazie a tutti! Mi sono divertita moltissimo, sia leggendo i racconti e i commenti, sia scrivendo il mio modesto contributo.
I tempi erano limitati, è vero che è molto difficile scrivere un pezzo con cinque personaggi in tre giorni, però la velocità del web attualmente è questa, dobbiamo farci i conti e li abbiamo fatti: sette piccole storie e decine di commenti in una non-community, senza topic, senza piattaforma aggregativa, senza nessun tipo di interesse precostituito se non una vaga frequentazione virtuale mi sembra un bel risultato, pure se non c'è nessuno scopo. Passare qualche ora sorridendo (ma anche sghignazzando, se capita) non è uno scopo sufficiente?
Questo non è un concorso letterario, l'ho detto prima: il tempo a disposizione era pochissimo e tutti i racconti sono migliorabili, qua un accento mancante, là un verbo zoppo o un personaggio deboluccio. Che importa? non è questo il punto. Il punto è smuoversi, sciogliere le dita anchilosate e farle correre sulla tastiera con spontaneità e un po' di rinnovata innocenza, buttarsi senza paura, ridacchiare, pensare, guardare fuori, guardarsi dentro.
Scrivere.

In ordine di apparizione.

La fila-Nessun diritto riservato. Con il cazzo che ho la siae.
Giacomo ha freddo, e un buco dentro. E’ rimasto solo vedovo e con i figli lontani.
Giacomo ha un potere quello di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. E prova a riscaldarsi vicino uno delle stufe iper tecnologiche che la direzione del centro commerciale ha messo a disposizione. E’ la notte dell’inaugurazione e lui non aveva niente da fare.
C’è una notte da passare, e da che mondo e mondo se si ritrovano una decina di persone intorno ad una fonte di calore è automatico che partono i racconti.
“Ma voi vi ricordate che un mare di tempo fa la fila la facevamo per altri motivi, perché noi gente normale Partecipavamo di più a quello che succedeva intorno a noi”, e Giacomo lo guarda si schiarisce la voce e comincia a parlare “Come no..io me la ricordo la fila alla panetteria durante il razionamento,
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Cielosopramilano sceglie un registro nostalgico per narrare i rimpianti di una vita più autentica, anche se più difficile. I personaggi raccontano la propria fila indimenticabile e un po' di commozione riscalda la notte.
Imprevedibile.


Metti una sera al Centro
Fermo in piedi davanti all’ingresso del nuovo Centro Commerciale LDC–LaDolceCasa, MM si gode lo spettacolo delle insegne multicolori e delle fotoelettriche, che proiettano raggi di luce bianca e disegnano cerchi luminosi sulle nubi.
“Bellissimo” pensa,  incamminandosi verso le porte d’entrata automatiche.
All’interno luci, musica, confusione: un ambiente ideale. E poi tanti carrelli! MM ha una passione smodata per i carrelli; se dipendesse da lui, ne prenderebbe sempre due o tre ma non è possibile pilotarli tutti. Lo sa perché ci ha provato: tempo fa,  giù nei parcheggi, aveva  aspettato il momento buono e ne aveva presi cinque, uno dentro l’altro, tutti agganciati. Niente da fare; la struttura, molto rigida, non permetteva alcuna manovra e la fila si era schiantata contro un pilastro, e lì era rimasta.
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Mai Maturo caratterizza i suoi personaggi attraverso i dialoghi e i gesti. L'ironia gentile si diffonde come la musichetta nei corridoi del megastore.
Tenerillimo.


Senza titolo
6.45 il suono della sveglia entra di prepotenza ad interrompere un sogno che l'aveva portata ad essere il capitano di una nave corsara. Anche stavolta non aveva avuto fortuna, ogni volta che sognava di essere un uomo, si svegliava sul più bello! Doveva alzarsi, senza fretta però, tanto sapeva che avrebbe trovato comunque la fila. La caffettiera elettrica che aveva programmato la sera prima , inondava la casa di quell'aroma a cui non sapeva mai dire no. Come al solito si verso l'intero contenuto in una tazza da cappuccino, due biscotti, un bicchiere di acqua, e voilà buongiorno mondo!
Mentre usciva di casa, nell'aria gelida di una mattina di ottobre, si chiese chi cazzo glielo faceva fare. Conosceva la risposta, la fame di fare cose che non aveva mai fatto, la senzazione di essere sola tra la folla, ma uguale agli altri, perchè li anche se per motivi diversi , si aspettava la stessa cosa, appagare il proprio io, con l'acquisto dell'ennesima tecnologia superflua.
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Lillina sviluppa i suoi personaggi attraverso l'introspezione e la crescita, come un'epifania, avviene nel confronto tra vite diverse.
Racconto di formazione.


Post mortem
Tutti in coda per l’iPond, l’ultimo ritrovato tecnologico della Eppòl.
I primi sono arrivati la notte precedente con sacchi a pelo e provviste, hanno bivaccato sul marciapiede. C’è chi giura di aver sentito sfrigolare le salsicce. Altri hanno aperto le Moretti da 66 cl coi denti.
Hanno passato la giornata così, appoggiati alla grande vetrata e distribuendo i numeri, vergati con un tratto-pen nero punta fine, di un artigianale turn-o-matic.
Alle 10 del mattino la fila scompariva dietro l’angolo dell’isolato, a mezzogiorno erano già stati distribuiti 1723 numeri. Alle 16 la coda è sbucata dall’altra parte affiancando e doppiando i ragazzi della mattina. L’idea della Eppòl di lanciare un prodotto rivoluzionario grazie a un messaggio post mortem del buon Stiv Giòbs ha colto tutti di sorpresa. Certo qualcuno ha dubitato, ma il video non sembrava certo taroccato.
Il buon Stiv, ancora in discreta forma spiegava: «Siate affamati!». E qui ci stiamo dentro, infatti non tutti avevano avuto la lungimiranza di portarsi dietro le salsicce.
«Siate folli!». E qui pure, visto che la spirale di 14.658 persone in coda la diceva lunga su quanto il popolo Mac seguisse fino alla follia i consigli del guru riconosciuto.
Pezzi contati, si diceva, pochi dannati pezzi contati si temeva.
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Hombre si butta sull'attualità, la sua parodia forte è di un extratesto riconoscibile da tutti. Le sghignazzate a bocca aperta che suscita questo pezzo non esimono dalla riflessione finale: sembra che su questo concetto in qualche modo siano tutti d'accordo.
Riso amaro.


La Compagnia del Fornello
In lontananza si sentiva il tenue sferragliare di un treno merci. Davanti al centro commerciale fin dal primo pomeriggio si era andata formando una coda di indigenti e malati del discount. Il serpentone umano, con l’approssimarsi della mezzanotte, si andava allungando e irrobustendo sempre più. Sembrava davvero che, per la notte di Halloween, anch’esso si nutrisse ingoiando giganteschi topi morti.
In un punto ai margini del piazzale, vicino alla fermata dell’autobus, qualche rara raffica di vento, sollevava sbuffi di farina dalla statua celebrativa del capo indiano. “Lo Spirito di Geronimo – omaggio della comunità amerinda alla città”.
C’era soltanto un tale, con la faccia da ebete, seduto sul basamento della statua a sfogliare distrattamente “Movies”, e con un orologio a cucù appoggiato di fianco; evidentemente attendeva il bus.
A ogni spolverata di farina il cavallo starnutiva.
_Silenzio Oronzo, contegno! Mantieni la postura. Sono quasi le 21, a momenti dovrebbero essere qua.
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Kisciotte mette in scena una vera e propria commedia dell'assurdo, la comicità irresistibile e i dialoghi surreali mi hanno fatto sganasciare.
Scoppiettante



The life after*
Ed eccoci qui, a battere sulle porte di vetro come sempre.
Io me ne sto un po' indietro, in mezzo alla ressa, così mi piace.
Il vetro inizia a macchiarsi dei nostri fluidi, ma vabbè, oggi è il gran giorno.
 L'inaugurazione.
Ogni anno la stessa cosa: un messaggio in vernice rossa in mezzo alla piazza centrale, l'indicazione di un luogo.
"Carne fresca al saldo, in commemorazione del Gran Giorno, alle coordinate x"
E tutti, con il nostro muoversi lentamente, ci dirigiamo al luogo designato.
 Qualcuno urla: "Brains!"
Questa è un po' vecchia, ma la folla ride comunque.
Le guardie aprono le porte, ci si tuffa dentro ( per quanto velocemente ci sia possibile), si prende ciò che si trova .
Carne, a bizzeffe, ma sempre meno degli anni scorsi.
Quella umana, poi, quasi assente, raggiunge prezzi esorbitanti.
Da infarto, se qualcuno potesse averne ancora uno.
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La Carta ha interpretato il racconto di Halloween secondo tradizione: morti viventi e scene di paura. È così che mi sarei aspettata lo svolgimento di questo eds, e invece.
Inquietante.


la vecchina
qui sotto c'è il mio.

L'eds è finito ma non è finito: si accettano contributi ritardatari, affannati, parziali e fuori tema. L'importante è

 
 
 
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