Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
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Scrivere 0/n

Post n°565 pubblicato il 26 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

Con questo post inauguro una telenovela a puntate sulla teoria dello scrivere. Non prendere queste note come un dettato di regole, non vorrei metterle giù con questo spirito: io credo che le regole della scrittura vengano fuori a posteriori dai testi e non il contrario. Cosa sto cercando di dirmi? A culo le regole? Sì. No. Quello che vorrei fare è analizzare come e perché una certa scelta sintattica o grammaticale o strutturale o quello che vuoi funziona in un certo contesto meglio di un'altra, se riesce a veicolare quello che l'autore vuole trasmettere in un certo momento storico e se questo può essere efficace anche in altri ambiti e in altri momenti.
La lingua cambia, quello che valeva ai tempi del Manzoni non vale più adesso, non perché sia sbagliato ma perché nel frattempo qualcuno ha trovato modi diversi per dirlo, modi più vicini al sentire contemporaneo - dove contemporaneo può significare molte cose. (Per esempio: il punto e virgola è sparito dalla circolazione a tal punto che riesce a dare a un testo una connotazione accademica, tecnica o bizzarra e pure i due punti devono stare in campana: attenzione...)
Anche le correnti letterarie, i generi, gli stili, sono definiti a posteriori: Carver non sapeva di essere minimalista fino a che non gli è stato detto - e la cosa lo ha fatto abbastanza incazzare, non ne voleva sapere lui di essere etichettato, manco se l'etichetta era applicata a lui prima di chiunque altro e anzi era stata creata apposta.

Comincio dalla punteggiatura, un argomento a caso ;) perché si presta abbastanza a dimostrare come nello stesso testo possano essere corrette diverse scelte: fino a un certo punto si tratta di gusti, un poco più oltre di ritmo, di capacità evocativa, fino ad arrivare al ribaltamento del senso.
L'unica convenzione che ci diamo, più o meno dappertutto, è questa: lo spazio segue il segno di punteggiatura e non lo precede mai. Questa è una convenzione e non una regola, e va usata, soprattutto nel web, perché il browser possa interpretare correttamente i simboli che inseriamo. Se metti lo spazio dopo ,la virgola si attacca alla parola successiva e potrebbe succedere che andando a capo diventi il primo carattere di una riga
,si è mai visto qualcosa di simile? Se non metti lo spazio il browser interpreterà le due parole più la virgola come una parola sola e se le trova alla fine di una riga dovrà mandare a capo tutto il blocco. Con il punto questo diventa catastrofico: bleah.

Oh, chissene frega, si capisce lo stesso dirai tu.
Ma vaffanculo, dirò io: se tu non hai voglia di mettere cura e attenzione in quello che scrivi, perché mai devo dedicarti la mia, di attenzione e cura, per leggerti? Quando inviti a cena qualcuno gli apparecchi la tavola con la tovaglia, i piatti, i bicchieri, il coltello a destra e la forchetta a sinistra oppure metti in mezzo la pentola e tutti si servano con le mani, che l'importante è quello che c'è dentro?
Oh, ma con te non ho confidenza, se vieni a cena a casa mia devo mettere su un po' di scenografia, mi dirai, mangiare con le mani dalla pentola non lo faccio, però per due fette di salame e un po' di vino in famiglia non metto giù tante storie.
Lo vedi che il contesto è importante?
In un giro veloce di mail con qualcuno in confidenza si può anche buttare giù qualche frase senza punteggiatura, senza maiuscole, senza niente altro che non sia pura informazione: il contesto è chiaro e quello che manca è sottinteso, si sa.
Ma se l'interlocutore è sconosciuto, oppure se il messaggio è formale, o se vuoi che venga preso sul serio è giusto prestare un po' di attenzione: una cosa bella è meglio di una brutta. Lapalisso? Sì, lapalisso o - più modernamente, marzullo.

Per oggi basta: se scrivo troppo ti annoi e io ci tengo che tu legga tutto.
Alla prossima.

Risorse:
Su google ci sono centosettantunomila risultati per la stringa "scrittura: la punteggiatura"
Li ho letti tutti (non è vero :) e ho scelto per te:
http://www.slideshare.net/Imparafacile/laboratorio-di-scrittura-la-punteggiatura
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=48
http://www.mestierediscrivere.com/index.php/articolo/punteggiatura

 

Edit: tiro su dai commenti:

La punteggiatura è un'arte, prima che una tecnica.

Non è solo un kit di bon ton linguistico, ma uno strumento essenziale per condurre il lettore lungo le anse e le circonvoluzioni del pensiero dello scrittore.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
lillina il 26/02/12 alle 12:32 via WEB
;) ahhahhhaha, prometto che mi metterò a studiare! Ti allungo il tovagliolo così ti pulisci le mani,la prossima volta cercherò di apparecchiare senza fretta e cosa più importante mettendo tutte le posate! Buona domenica.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 26/02/12 alle 12:56 via WEB
Troppo tardi: me le sono pulita sulle tende :-D
Cara Lillina, questo spunto mi dà l'occasione per meditare su tante questioni che mi interessano, ci scherzo sopra per combattere la noia e ti ringrazio per giocare con me e alleggerire il malloppo. Vediamo cosa ne verrà fuori nelle prossime puntate.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
magneTICo il 26/02/12 alle 14:07 via WEB
Sì, sono d'accordo. Rispettare la punteggiatura, ma più in generale la forma, sono un ottimo punto di partenza. Questo non significa che non si possano superare o personalizzare al punto da renderle irriconoscibili. Per esempio Saramago o Palahniuk, danno un senso all'argomento di cui parlano anche attraverso la forma di quello che scrivono, considerando purtroppo che io non leggo in lingua originale... ma soprattutto che di Saramago o di Palahniuk non ne è stracolmo il web.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 26/02/12 alle 14:37 via WEB
Anche se non si legge in lingua originale non importa, certe scelte stilistiche spericolate sono spesso rese bene anche nelle traduzioni e - se il momento è opportuno, diventano tendenza. Per esempio il dialogo senza virgolette, il muro di testo senza capoversi di Cecità di Saramago rimane anche in italiano e mi ricordo che mi aveva colpita perché non ci ero abituata (nel 96 quando l'avevo letto) ma anche perché rendeva in modo fisico la sensazione di angoscia della situazione raccontata.
Palahniuk l'ho letto più di recente (solo Ninnananna peraltro) e mi è sembrato più "tradizionale" nella forma, anche se micidiale nei contenuti.
Mi hai dato una buona idea, nelle prossime puntate proverò a citare qualche esempio illustre.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Kisciotte il 26/02/12 alle 14:23 via WEB
)Grazie( salvati link: in cartella ,apposita? sui preferiti . Leggero';
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 26/02/12 alle 14:39 via WEB
lol :D
 
amicoMM
amicoMM il 26/02/12 alle 18:08 via WEB
Grazie LDC! La punteggiatura è fondamentale, secondo me. Prima di giocarci devo impararne bene le regole. Seguirò i link: li seguo, li curo, non li mollo, lo giuro.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 26/02/12 alle 21:38 via WEB
Bravo!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
SpeakerMuto il 26/02/12 alle 20:30 via WEB
Ancora, ancora. Questa cosa del ; che non si usa più mi piace.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 26/02/12 alle 21:39 via WEB
Bè, io lo uso. Specialmente in fondo alla frase, prima della parentesi ;)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
melusina il 26/02/12 alle 22:55 via WEB
La punteggiatura. Massimo rispetto. Non è solo un kit di bon ton linguistico, ma uno strumento essenziale per condurre il lettore lungo le anse e le circonvoluzioni del pensiero dello scrittore. La punteggiatura è un'arte, prima che una tecnica. Le tecniche si apprendono, le arti preesistono, e questa è una di quelle che prevedono una certa sensibilità e senso musicale. Ma tuttavia anche l'arte istintiva ha qualche obbligo nei confronti delle regole, perché il caos e la licenza non possono diventare regole a loro volta. Sarebbe irrispettoso nei confronti del lettore. Questa è solo l'introduzione, e temo che non avrò mai il tempo per continuare a esprimere il mio appassionato pensiero sulla punteggiatura. Chiedo solo, gentilmente ma con fermezza, di non denigrare o tanto meno abolire il punto e virgola. Vi invito a studiare le sue caratteristiche, che sono precipue e non sostituibili. Se i due punti si prestano a un uso popolare, quello di introdurre esplicitamente una spiegazione o un elenco, il punto e virgola è uno strumento polifunzionale, diabolico nella sua potenziale ambiguità, e quindi delicato da usare ma potentissimo. Il punto e virgola spezza ma non interrompe. Ti dà fiato solo un momento, ma senza permetterti di perdere il filo; ti può ampliare il concetto già in corso (agendo "per analogia") oppure aprire una del tutto nuova piega del discorso (agendo "per contrasto"). Non sai mai bene cosa puoi aspettarti da lui. Ha un potenziale strategico formidabile, seppure sottilissimo. Non agitare, non avvicinare a fiamme libere, e in caso di superamento della dose massima consigliata premere ripetutamente il tasto canc.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 27/02/12 alle 08:48 via WEB
Hai detto delle cose imperdibili che meritano approfondimento, non vedo perché tu non debba avere il tempo per continuare a esprimere il tuo appassionato pensiero sulla punteggiatura, qui o da te o dappertutto, a pillole, a spizzichi e bocconi, a rate. I trattati straccano ma un pezzetto alla volta passano ;)
 
AmicoHombre
AmicoHombre il 26/02/12 alle 22:58 via WEB
punteggiami bea punteggiami
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 27/02/12 alle 08:49 via WEB
ti punteggio tutto
 
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