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Scrivere 1/n la punteggiatura

Post n°567 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

Tanto per dire che non c'è un modo giusto o sbagliato di usare la punteggiatura, che è una scelta che va un po' a gusto e un po' a seconda della necessità espressiva, voglio mettere a confronto due libri molto diversi tra loro, più o meno famosi per aver avuto successo di pubblico e aver vinto qualche premio - non sono stranezze da specialisti o mattoni impossibili come l'Ulisse di Joyce che ci vuole un altro libro solo per spiegarti come leggerlo, sono libri che hanno messo d'accordo critici e lettori.

Nell'angolo di sinistra abbiamo Il male oscuro di Giuseppe Berto, uscito nel 1964 ha preso il Campiello e il Viareggio in un colpo solo e si batte per l'abolizione della punteggiatura (vedi anche)

A destra è pronto a difendere i colori dei punti e delle virgole La strada di Cormac McCarthy uscito nel 2007 ha vinto il Pulizer e ha venduto un milione di copie negli USA prima ancora di essere tradotto in Italia. (vedi anche)

Che questi due romanzi usino la punteggiatura in modo piuttosto estremo  lo si suppone anche guardandoli da lontano:


libri


Nel Male oscuro ho contato dei paragrafi lunghi 22 pagine e mezza. Vale a dire che ci sono più di 22 pagine filate senza un punto. E pure le virgole scarseggiano. Non si tratta di un flusso di coscienza, di prosa sperimentale, di stranezza gratuita: è scritto così e fluisce via bene senza intoppi, senti come suona bene. Il paragrafo qui sotto comincia a pagina 274 e finirà pagina 299, ma io ne riporto solo l'inizio:

Comunque è un periodo abbastanza travagliato e confuso questo attraverso il quale sto passando, per la continua messa a fuoco della malattia e per il conseguente cambiamento di medico, e in verità ha un valore psicologico più grande di quanto non si creda il fatto di trasferire la fiducia da un medico che non la merita più ad un altro che ancora non ha dimostrato di non meritarla, sicché l'avvicinamento di un nuovo medico si voglia o no porta sempre qualche beneficio ossia un paio di giorni se non più in cui io penso che tra non molto attaccherò il quarto capitolo che frattanto matura in me, e poi sento che le cose belle del mondo mi arrivano con la loro forza vivificante siano esse tramonti o vento caldo e nuvoloso d'inverno quando giunge lo scirocco, o ragazze specie in primavera, o verde della campagna quando il sole è basso, o anche piazza Navona e il panorama dal Pincio della città eterna (...)

7 virgole per 162 parole, una virgola ogni 23 parole di media che a occhio mi sembrano pochissime eppure si legge che è un piacere, non ci sono ambiguità, non è difficile da capire e non suona nemmeno strano, è molto parlato, naturale e a me piace molto.

Nella Strada al contrario la frase più lunga non arriva a dieci parole, la pagina è frastagliata come un fiordo norvegese, i dialoghi non hanno virgolette e non è specificato chi sta parlando ma si va a capo e si capisce dal contesto, non è poesia ma mozza il fiato anche se non succede mai quasi niente:

In cima alla collina si voltò a studiare la città. La notte stava scendo in fretta. La notte e il freddo. Sistemò due giacche sulle spalle del bambino che scomparve completamente, parka compreso.
Papà, ho tanta fame.
Lo so.
Riusciremo a ritrovare la nostra roba?
Sì. So dove l'abbiamo lasciata.
E se la trova qualcun altro?
Non la troveranno.
Speriamo.
Non la troveranno. Forza.
Cos'è stato?
io non ho sentito niente.
Ascolta.
Non sento niente.
Rimasero in ascolto. Poi l'uomo sentì un cane abbaiare in lontananza. Si voltò verso la città sempre più buia.
È un cane, disse.
Un cane?
Sì.
E da dove è uscito?
Non lo so.
Non è che lo ammazziamo, vero, papà?
No. Non lo ammazziamo.
Abbassò gli occhi sul bambino. Tremante sotto le giacche. Si chinò e gli diede un bacio sulla fronte incrostata.
Non gli faremo niente, disse. Te lo prometto.


Se ho contato giusto abbiamo 147 parole, 28 punti,  6 virgole, 6 punti interrogativi: un segno di punteggiatura ogni tre parole e mezza circa. Mette angoscia e questo è proprio lo scopo che si prefigge: funziona, altro che se funziona.

Chi ha vinto?
Tutti e due hanno vinto, successo pieno di critica e pubblico.
Ho preso due casi estremi perché saltasse all'occhio l'evidenza, di solito non è così e però la punteggiatura ti può essere utile per cambiare il ritmo quando ti serve, per aiutare il testo a suscitare un certo tipo di emozione piuttosto che un altro, lo scopo è sempre quello: tenere il lettore lì inchiodato e portartelo a spasso dove vuoi tu.

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
magneTICo il 28/02/12 alle 18:53 via WEB
il male oscuro, tra l'altro, è uno dei più bei libri che ho letto. e non solo per la punteggiatura...
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 28/02/12 alle 19:26 via WEB
Anche per me. Mentre cercavo un pezzo da citare rileggevo e pensavo che me lo ricordavo bene anche se erano passati parecchi anni e che mi piaceva molto ancora
 
amicoMM
amicoMM il 28/02/12 alle 20:01 via WEB
Tanto di cappello a tutti e due.
A me, però, il Male oscuro mi fa mancare il fiato.
Meraviglioso ma faticoso, almeno per me.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 29/02/12 alle 08:51 via WEB
Le prime cento pagine sì, sono terribili, è uno di quei libri che chiede un tributo d'ingresso. Ma poi.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
melusina il 28/02/12 alle 20:52 via WEB
A me Il male oscuro non era piaciuto (l'ho letto forse troppo precocemente) ma ricordo con chiarezza il fastidio che mi procurava lo spregio della punteggiatura. Oggi probabilmente lo rileggerei con occhi diversi, con maggiore elasticità e sensibilità dovute all'esperienza. Tu poi hai scelto un passaggio esemplare, che sembra lo scorrere di un ruscello e non una crisi d'asma. Anche DFW usa periodi lunghissimi, che coprono più pagine, ma più che virgole vi introduce incisi labirintici, che personalmente mi mandano in visibilio. Invece la prosa di McCarthy, così spezzettata, più che angoscia mi fa venire il singhiozzo ;-) Ah, e poi sulle virgole in generale volevo dire: se c'è una cosa che mi fa venire i capelli verdi è la virgola fra soggetto e predicato verbale. È un sacrosanto errore, una specie di coitus interruptus, indotto dal malinteso di dover mimare per iscritto quelle pause fisiologiche che esistono nel linguaggio parlato. L'uso di questo errore è consentito solo in rari casi scelti e consapevoli, come artificio che metta in rilievo in modo particolare o antitetico il soggetto o viceversa il verbo, ma ci vuole misura. (basta, spegnetemi l'interruttore)
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 29/02/12 alle 08:58 via WEB
Vedi i gusti? Io gli incisi labirintici no. Poi ho preso due casi limite per supportare la mia teoria che se c'è un buon motivo può andar bene tutto ma soprattutto (e qui so già che sei d'accordo con me) per scrivere bisogna leggere - e leggere in un certo modo.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
SpeakerMuto il 29/02/12 alle 09:11 via WEB
"malinteso di dover mimare per iscritto quelle pause fisiologiche che esistono nel linguaggio parlato" Credo ci vorrebbe un libro solo per questo argomento. Per dire, vedi le "e" dopo le virgole, i "Ma" dopo i punti. Se non ricordo male sono "errori" però rendono esattamente l'idea delle pause che citi. Perché definirle non corrette se avvicinano il lettore all'intenzione dello scrittore? Baci e abbracci.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
melusina il 29/02/12 alle 09:54 via WEB
È quello che intendevo parlando di "misura". Le trasgressioni delle regole grammaticali devono essere consapevoli, studiate, dosate; devono significare la padronanza di una tecnica, altrimenti sono solo errori o sciatteria.
 
     
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 01/03/12 alle 08:48 via WEB
Infatti: in questo modo le trasgressioni di oggi - se hanno un senso - potranno diventare le regole di domani.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
singlemama il 28/02/12 alle 20:55 via WEB
ecco. io sono una che scrive normalmente paragrafi abbastanza lunghi. magari 22 pagine senza un punto no. però insomma lunghetti. ma l'EDS in cui dovevo imitare Coelho mi ha imposto paragrafi corti. e mi sa che ci ho preso gusto. :) baci a tutti, neh?
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 29/02/12 alle 09:00 via WEB
Provare, fare, disfare: son contenta se ci hai preso gusto. Baci anche a te :-*
 
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