Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

 

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Prima e dopo, per sempre

Post n°660 pubblicato il 17 Dicembre 2012 da LaDonnaCamel
 

Dalla strada di bonifica che incrocia la Pontina, un sentiero bianco e perpendicolare conduce allo slargo dove un’unica quercia ospita sotto la sua ombra cinque-sei auto di grossa cilindrata e un camioncino Iveco. I partecipanti alla riunione sono già tutti nel caseificio, tranne due nervosissimi che sbattono la portiera e corrono dentro bestemmiando. Dentro c’è il silenzio delle grandi occasioni, i commercianti raccolti a gruppi parlottano piano; il condannato è già seduto su una sedia da stalla, la schiena rigida contro la spalliera. Ma la compostezza del rito è interrotta da un «famme cacà» – il condannato ha bisogno di andare al gabinetto e uno dei due manigoldi che gli stavano ai lati (entrambi vestiti di scuro, con due cravatte Gattinoni che significano “io sono qui straniero e di passaggio”) l’accompagna in fondo dietro un tramezzo, al cesso delle operaie. Approfittando del siparietto uno dei più buffoni sale sulla seggiola e declama, mimando un microfono, «io vi perdòno, ma voi dovete mettervi in ginócchio, tutti, in ginócchio…» – fa la voce da castrato o da donna, parodiando l’accento siciliano; poi finge di svenire tra le braccia e le risate degli altri.
Il leader alza un braccio e i presenti ammutoliscono perché il condannato sta rientrando a riprendere il suo posto; da lontano si sente il vagire di un bufaletto appena nato, coi brandelli di placenta ancora tra le zampe. Viene avanti il volontario, l’esecutore che deve riscattarsi; sputa due volte per terra e calpesta i propri sputi. Quando è alle spalle del condannato estrae dalla tasca la corda cerata, una di quelle con cui si appendono i caciocavalli; subito gli si propone un problema tecnico, se avvolgerla sopra o sotto il pomo d’Adamo; prova e riprova, tra i commenti soffocati. Poi, mentre i due compari tengono il condannato per le braccia guardando altrove, stringe – per un tempo incalcolabile teme di non avere abbastanza forza, le nocche gli si fanno bianche ed escono contemporaneamente due urli che sfidano i secoli: «dài» cominciato dalla vittima e prolungato («daa-aààiii») dal carnefice. Un rivolo sottile di sangue esce dall’orecchio sinistro del garrotato; con fretta forse eccessiva si affollano in parecchi a controllare. Temendo che il cadavere si irrigidisca, o più probabilmente per sfregio, gli tolgono pantaloni e mutande mentre ancora sta seduto; nessuno ride più, si guardano per confermarsi l’un l’altro di essere nel giusto.
Uscendo alla spicciolata ricominciano a distrarsi, la gerarchia dei fatti si aggroviglia; infamia ed espiazione si accavallano per dare somma zero – qualcuno butta l’occhio alla glassa rossastra spalmata tra gli eucalipti verso mare: «a Rafé je fusse piaciuto ’stu tramonto». L’aria è fresca, lunghi sfilacci di nuvole striano il cielo, rivangano il futuro. Uccidere è una fede.


Questo è il primo dei tre incipit che si susseguono nel romanzo di Walter Siti Resistere non serve a niente. Può sembrare strano o come minimo curioso dotare un romanzo di tre incipit, come se l'autore volesse rimediare con la quantità a una qualche mancanza che percepisce solo lui. Walter Siti si mette spesso in mezzo e anche questo è un artificio letterario: non è insicurezza, al contrario è mestieraccio consumato che a me mi fa urlare dal godimento. Poi mi dicono che sono postmoderna e va bene, sarà anche così: ciascuno ci abbiamo i suoi bravi difetti. (Ne ho già parlato ma invecchiando ci si ripete, è un altro difetto dei postqualcheccosa)

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Commenti al Post:
AmicoHombre
AmicoHombre il 18/12/12 alle 22:51 via WEB
è uno di quei libri fortunati - sì, ok, letto grazie a te - che ho avuto per le mani in un periodo di ferie e a quello sempre rimarrà agganciato. Una bella vacanza e un libro degno. Certo non una passeggiata. p.s. ormai parlo di ebook come di cartaceo, tra qualche anno nemmeno ricorderò più il formato di lettura e, del resto, non avrà nessuna importanza.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 19/12/12 alle 14:21 via WEB
È bella l'associazione libro letto-periodo speciale, meno comune di quella relativa a una canzone, un film o cose così. Fortunello.
 
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