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Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

 

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Il senso dei sensi

Post n°746 pubblicato il 11 Maggio 2013 da LaDonnaCamel
 
Tag: EDS, gusto, sensi

Tutto questo mi sembra avere un senso, anzi più di uno. Dopo l'uditol'olfatto  e il tatto  ci siamo cimentati con il senso del gusto  non senza un certo piacere orale, oltre che scritto, ammettiamolo.

Il fatto è che siamo anche noi dei buongustai, ci piacciono le cose buone oltre che quelle belle, che male c'è?

Il bandolo in breve era questo:

- scrivi un racconto sul tuo blog
- parla dei sapori sopraffini
- mettici una ricetta
- mettici un po' di dialetto, ma poco!
- due settimane di tempo: scadenza lunedì 6 maggio a mezzanotte
- quando hai fatto dillo

Fatto abbiamo fatto e ora tocca a me.

Dario, per esempio, a sto giro l'ho favorito e non ho nessun problema a dirlo: lui ci ha una maestria consumata a plasmare il suo dialetto. Bada bene che la lingua che usa non è il dialetto siciliano tale e quale e non è nemmeno un omaggio a Camilleri, lo so perché leggo Dario da prima che Camilleri diventasse Camilleri, la lingua di Dario è una cosa originale, difficile e affascinante, suona musicale come poesia e la senti cantare nelle orecchie anche se non sei mai stato più a sud di Piacenza. (Non è il nostro caso, per fortuna fino a Parma almeno ci siamo stati tutti o quasi).

E così l'ho favorito e lui mi ha ricompensata con due storie, una puntata dei suoi condomini ricca di profumo e piena di sottintesi, perché è un palazzo con tanti piani di lettura e quelli che ci abitano si capiscono molto bene anche se è comune dire una cosa per indicarne un'altra, di fatti u pisci continua a fetiri dalla testa. L'altra è una piccola parabola che se la ascolti bene impari molto più che una ricetta, impari una filosofia, un segreto, un arte zen: il solo trucco è avere pazienza come nella vita insomma che ora tutti currunu e si perdono u megghiu di ogni cosa.

Dal pesce con contorno di cavolfiori passiamo direttamente al caffè, ma pensalo con la c aspirata, è così che si beve dalla Norma.
Hombre  ha messo su un'atmosfera che è già una piccola comune, come si potrebbe fare solo in vacanza dove il tempo ha le sue indulgenze. Ma il tempo quelli che sanno vivere se lo prendono per fare le cose che vale la pena di fare. E il momento per il caffè è uno di quelli, e le diverse tecniche, le diverse miscele, le macchinette, gli aromi, tutto quanto lo possono capire solo quelli che si sanno godere il tempo,  e schiccherare i cucchiaini, la televisione era spenta, e il telefono, dimenticato di là e fisso, a mille miglia da noi, nell’ombra fredda dell’andito.

Oh Cielo, anche solo il titolo è già una poesia più della poesia citata:  Lettera alla donna che ami sulla felicità e il ragù. C'è già dentro tutto: il conflitto e gli ostacoli che si mettono in mezzo e il desiderio impossibile e proibito. Ma non solo, c'è anche una confessione stupenda, un peccato originale che appartiene all'umanità: tutti vorrebbero che la propria moglie sapesse cucinare il ragù proprio come a mammà ma è un sogno che purtroppo non si può avverare, per nessuno al mondo.
Mi sembra che di senso in senso la scrittura di Cielo vada crescendo, si fa più ricca, più profonda e più significativa: non lo dico solo io, i commenti pullulano.
Se ci pensi questo paese è cominciato ad andare a puttane da quando le famiglie non hanno cucinato più il ragu.
Se la gente cominciasse a cucinare di più il ragu’ questo paese tornerebbe ad essere migliore.

(E anche il pd potrebbe avere una possibilità, aggiungo ascoltando in streaming l'assemblea.)

Non c'è niente da fare, le cose assaggiate nell'infanzia si portano dietro un altro sapore, un colore più brillante, una emozione che niente potrà più cancellare. I piselli in scatola poi sono tremendi, non li sopporto e comprendo l'epifania della scoperta di quelli veri, lo sarebbe stata anche senza il contorno della campagna e del nonnino di Heidi con i monti che sorridono le caprette che ti fanno ciao :)
Ma ciò che mi lasciò più basita, dopo che la Beppina li ebbe cucinati, furono la consistenza ed il sapore. Nulla a che vedere col molliccio e col retrogusto da brodo di lattuga zuccheroso e dolciastro dei Cirio, ovviamente. Dev’esser stato allora, quella prima volta che ho mangiato i piselli davvero, che ho imparato che può esister la dolcezza anche se non c’è zucchero."
Hai ragione sai? A chi piacciono i piselli mollicci

Lillina è la mia leggenda vivente, difatti ha pigiato di persona l'uva con i piedi e lo può perfino raccontare! Apro una mezza parentesi autobiografica, visto che qui tutti lo fanno, per raccontare a mia volta quanto imbranata fossi io da bambina che avevo paura perfino dell'erba, davvero mi dicono che se mi portavano in un prato mi mettevo a urlare dallo spavento per il contatto con le foglioline, per non parlare delle formiche, le mosche e i ragni, aiuto. Poi sono cambiata e son diventata wonder woman, vabbè, ma a leggere questa bella storia di Lillina mi sembra di immergermi in un mondo di fantascienza come quella che leggevo da bambina: dalla terra a alla luna, il capitano Nemo, i piedi nei tini. I piedi nei tini poi è pazzesco, nel mondo in cui sono stata educata io ti picchiavano se li mettevi sul divano, che cose straordinarie si imparano qui. Di questo racconto non mi è rimasta solo la leggenda ma anche questa piccola cosa: Vedendoci arrivare, tirava giù dalla paniera (un trabiccolo di legno appeso al soffitto) una pagnotta ed iniziava ad affettarla, ci passava sopra un pomodoro maturo, un pizzico di sale e tanto olio di oliva. Quel pane aveva il sapore del sole di luglio e il gusto dolce e salato del mare di agosto.
Ci credi che dopo averlo letto ho preso anch'io un pomodoro e l'ho strofinato sul pane, poi ci ho messo un po' di olio e di sale e l'ho mangiato, era buonissimo! E non l'avevo mai fatto, pensa che cosa mi sono persa.

Melusina mi hai fatto impazzire col tuo venesian del Doge Strigheta, me lo sentivo nelle orecchie come a essere là tra un ponte e un campiello. E poi non basta, sai sceneggiare situazioni, sai far muovere protagonisti e comparse, distribuendo con sapienza il colore, senza mai eccedere e mantenendo saldissimo il manico dello stile, che è tuo e fortemente tuo, personalizzato, inimitabile ma tuttavia riconoscibile, qualsiasi machiavellico esercizio io mi arrovelli di proporre, e che tu rispetti in tutte le mie pignolissime prescrizioni.
Ti me gà fato far ‘na figurassa, ma ti me la paghi. Via, in presón, e doman te fasso tagiar la testa – ordinò.

- Oh William, ch’a-t végna un cancher, et ancàra al mand?! [che ti venga un accidente, sei ancora vivo?!]*

Villiam con la v, come diciamo noi, mi raccomando! Ancora oggi mentre lo riguardavo per scrivere le mie note ridevo da sola come una scema, cercando di pronunciare le frasi più significative e l'ho dovuto leggere a voce alta a mia figlia, che era lì vicino a studiare, perché voleva sapere cosa ci fosse di tanto divertente. L'arguzia dei dialoghi e il sovrapporsi dei piani di lettura mi ha mandato in solluchero (che non ho mai capito dove sia ma so che è bello di certo).
Cara amica, in questo piccolo pezzo c'è dentro di tutto un po': la storia e la letteratura, l'umorismo e l'antropologia culturale, la botanica e biologia, e poi una bonaria condiscendenza per i vecchi e per i giovani che mi scalda il cuore.

io me medesima con Mia nonna era Google
Il mio pezzo è postmoderno e magari a qualcuno può dare fastidio. È il fatto di smontare quello che avevo appena finito di costruire, di intersecare tempi e piani di lettura, di smentire quello che ho detto e ridirlo di nuovo subito dopo. Sono giochi intellettuali, magari masturbazioni mentali, cosette da blog. Chiedo scusa, non lo faccio più.

La mia amica Effe costruisce il set dei suoi racconti come piccoli quadretti a punto croce: Ormai mangiava come un uccellino. Aveva apparecchiato con zelo, messo la tovaglietta di raffia color ciliegia, il tovagliolo verde acqua, il bicchiere del servizio buono e nel piatto tre cracker, un pezzetto di parmigiano e una prugna.
Ogni particolare svolge la sua funzione e tutto contribuisce a creare l'ambiente, i personaggi possono muoversi appena o anche stare fermi, non importa, il senso universale, se non mi vergognassi della parolona direi il pathos - emerge dalla somma delle minuzie, la tragedia si consuma tra le ciabatte sul tappeto e il porta ombrelli. Troppo brava.

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Commenti al Post:
AmicaLillina
AmicaLillina il 11/05/13 alle 18:37 via WEB
Sarò ripetitiva, ma partecipare ai tuoi EDS è un onore, non mi stancherò mai di dirti grazie per avermi fatto fare questa cosa(tentare di scrivere) che altrimenti non avrei mai fatto. Sono felice che il pane e il pomodoro ti sia piaciuto anche se ammetto che mi è sembrato strano non l'avessi mai assaggiato, forse perchè per me è stata la merenda estiva per eccellenza, mica i miei andavano a comprare la michetta col prosciutto! Sai qual'era quella invernale? "i pitticeddi fritti" ovvero una pastella di acqua, farina e un pizzico di sale,dalle stessa consistenza delle crepes, se ne versa un mestolino in una padellina unta, e si guarniva con miele nero di fichi....non so se lo hai mai assaggiato, non sa di miele, è nero come la pece, non è dolce come il miele,ma è buonissimo...
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 11/05/13 alle 19:14 via WEB
Che bello! Davvero non ho mai pensato di sfregare il pomodoro sul pane: magari ho fatto scarpetta nell'insalata di pomodori, ho fatto le finte pizze per mia figlia quando era piccola, ho fatto la bruschetta, insomma amo i pomodori in tanti modi ma questa non la sapevo. Ma adesso la so! ;-)
 
AmicaMelusina
AmicaMelusina il 12/05/13 alle 17:50 via WEB
I tuoi commenti finali sono ogni volta la parte migliore dell'eds. Perché chi scrive non sa cosa scrive, e lo viene a sapere da chi legge, purché legga con attenzione e amore come sai fare tu. Grazie oggi e sempre e nei saecula saeculorum.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 12/05/13 alle 20:44 via WEB
Ci metto un po' di amore sì, in tutte le cose. Grazie a te :*
 
AmicoHombre
AmicoHombre il 12/05/13 alle 18:51 via WEB
Mentoressa portaci dove ti va di portarci, a senso, e noi ti si segue. O almeno ci si prova, dai.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 12/05/13 alle 20:46 via WEB
'desso vedrai dove ti porto, ci ho un'ideuzza in testa che levati. Ma prima finiamo i cinque sensi.
Poi vediamo.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Dario il 13/05/13 alle 13:33 via WEB
Un grazie dalla 'perfida Albione' (lottando con le tastiere) :)
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 13/05/13 alle 13:44 via WEB
Uh, sei in England! Che bello, beato te! Divertiti!
 
AmicaEffe
AmicaEffe il 15/05/13 alle 16:59 via WEB
Devi fare il critico letterario! Grazie senza il tuo blog non scriverei
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 15/05/13 alle 18:23 via WEB
Lol, se mi pagassero, lo farei! :-))
Grazie a te che mi aiuti a renderlo interessante
 
pendolante
pendolante il 16/05/13 alle 17:35 via WEB
Quanto mi piaci quando "tiri le fila"!
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 17/05/13 alle 16:00 via WEB
Tu mi piaci sempre! :-)
 
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