Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

 

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In meglio

Post n°795 pubblicato il 06 Settembre 2013 da LaDonnaCamel
 

Domani è un anno da che ho smesso di fumare. Ormai posso dire di avercela fatta, difficilmente ci ricascherò perché ho superato quel momento fatidico e non ne ho più voglia, il pensiero mi è perfino sgradevole. In questi mesi non ho fatto più nemmeno un tiro e se qualche volta mi capita ancora di pensarci, è per il gesto estetico, più che altro. L'idea. Di certo non il sapore. Non ho provato nemmeno quelle finte, le pipette elettriche: già che c'ero valeva la pena di starne fuori.
Come mai l'ho fatto, e come ho fatto?
È stato un raccontino di Stephen King, chi l'avrebbe detto. Il potere di una buona storia, delle volte. Stava nella raccolta "A volte ritornano" che è piuttosto vecchia, del 1976, e però ha ancora la sua efficacia, si vede.
Te lo regalo, chissà mai. Qui la prima parte, poi segui il link.
La mia vita è già un po' cambiata in meglio e non vedo l'ora di avere il resto che mi spetta.

Quitters, Inc.
 
Morrison stava aspettando un tale rimasto bloccato in un ingorgo di traffico aereo sopra l'Aeroporto Kennedy, quando scorse una faccia familiare all'altra estremità del bar e si avviò verso quel tizio.
«Jimmy? Jimmy McCann?»
Era lui. Un po' più in carne di quando Morrison l'aveva visto all'Esposizione di Atlanta, l'anno precedente, ma a parte questo in gran forma. Da studente, era stato un fumatore accanito, pallido e gracile, sepolto dietro enormi occhiali cerchiati di corno. Evidentemente, era passato alle lenti a contatto.
«Dick Morrison?»
«Sì. Hai un aspetto magnifico!» Scambiarono una stretta di mano.
«Anche tu,» disse McCann, ma Morrison sapeva che era una bugia. Aveva lavorato troppo, ecceduto nel mangiare e fumato come un turco. «Che cosa bevi?»
«Bourbon e birra amara,» rispose Morrison. Si sistemò su uno degli sgabelli del bar e accese una sigaretta. «Aspetti qualcuno, Jimmy?»
«No. Sto andando a Miami per una riunione. Un grosso cliente. Sei milioni di fatturato. Bisogna che vada a tenergli la mano perché lanceremo una campagna speciale, la primavera prossima.»
«Sei sempre con Crager e Barton?»
«Sono un dirigente, ora.»
«Un VIP? Fantastico! Congratulazioni! Quando è successo?» Cercava di dire a se stesso che quel piccolo tarlo di gelosia, nello stomaco, era solo un po' di acido dovuto a indigestione. Tirò fuori un tubetto di pillole antiacido e ne mise una in bocca.
«L'agosto scorso. È accaduto qualcosa che ha cambiato la mia vita.» McCann guardò pensosamente Morrison e sorseggiò la sua bibita. «Potrebbe interessare anche a te.»
Mio Dio, pensò Morrison con un interno sussulto. Jimmy McCann si è dato alla religione.
«Sentiamo,» disse, e mandò giù una buona sorsata della sua bibita.
«Non ero molto in forma,» raccontò McCann. «Problemi personali con Sharon, la morte di mio padre — collasso cardiaco — e per di più avevo una tosse da spaccare il petto. Bobby Crager passa dal mio ufficio, un giorno, e mi tiene un predicozzo tra il pepato e il paterno. Te li ricordi, vero, quei due?»
«Sì, sì.» Morrison aveva lavorato da Crager e Barton per un anno e mezzo, prima di entrare alla Morton Agency. «O ingrani la marcia o infili la porta.»
McCann rise. «Sai tutto. Bene, come ultima goccia, il medico mi dice che ho un principio di ulcera. E mi ordina di smettere di fumare.» McCann fece una smorfia. «Tanto valeva dirmi di smettere di respirare.»
Morrison assentì, con assoluta comprensione. I non fumatori potevano permettersi di mostrarsi superiori. Guardò con disgusto la sigaretta e la spense, sapendo che di lì a cinque minuti ne avrebbe accesa un'altra.
«E hai smesso?» domandò.
«Sì, ho smesso. Da principio non credevo che ci sarei riuscito: baravo a tutto spiano. Poi, incontrai un tale che mi parlò di una organizzazione, nella Quarantaseiesima Strada. Specialisti. Dissi: tanto che cosa ci rimetto, e andai a sentire. Da quel momento non ho più fumato.»
Morrison sgranò tanto d'occhi. «Che cosa ti hanno fatto? T'avranno riempito di droga.»
«No.» McCann aveva tirato fuori il portafoglio e stava rovistando tra le carte. «Ah, eccolo. Sapevo di averne uno con me.» Posò sul bar, in mezzo a loro due, un cartoncino bianco, molto semplice:
 
QUITTERS, INC.
Smettetela di andare in fumo!
237, 46a Strada Est
Si riceve per appuntamento
 
«Tienilo, se vuoi,» disse McCann. «Ti fanno smettere. È garantito.»
«Come?»
«Non posso dirtelo.»
«Eh? Perché no?»
«Fa parte del contratto che ti fanno firmare. A ogni modo, ti spiegano come funziona quando vai là per un colloquio.»
«Hai firmato un contratto?»
McCann fece segno di sì.
«E sulla base di quello...»
«Già.» McCann sorrideva a Morrison, che pensò: Be', è successo. Jim McCann è andato a ingrossare le file di quei maledetti che non fumano.
«Perché tanta segretezza, visto che i risultati sono così fantastici? Com'è che non ho mai visto nessuna pubblicità alla TV, nessun cartellone, nessuna réclame sulle riviste...»
«Hanno più clienti di quanti ne possono curare, senza bisogno di pubblicità.»
«Tu sei un pubblicitario, Jimmy. Non puoi credere a una cosa del genere.»
«Invece sì,» disse McCann. «Hanno un indice di successi del novantotto per cento.»
«Aspetta un istante,» riprese Morrison. Fece segno che gli portassero un'altra birra e accese una sigaretta. «Dimmi, forse ti legano con le cinghie e ti fanno fumare fino a che vomiti?»
«No.»
«Ti danno qualcosa che ti fa star male ogni volta che accendi...»
«No, niente di tutto questo. Vacci e vedrai da te.» Accennò alla sigaretta di Morrison. «In fondo, non è che ti piaccia, vero?»
«Nooo, ma...»
«Smettere ha veramente cambiato le cose, per me,» disse McCann. «Non so se sia così per tutti, forse no, ma per me è stato come far cadere una maschera. Mi sentivo meglio e i miei rapporti con Sharon miglioravano. Avevo più energia e il mio rendimento nel lavoro aumentava a vista d'occhio.»
«Senti, mi hai davvero incuriosito. Non potresti almeno...»
«Mi dispiace, Dick. Proprio non posso parlarne.» La voce di McCann era ferma.
«E sei ingrassato?»
Per un attimo, Morrison ebbe l'impressione che l'amico assumesse un'aria truce. «Sì. Un po' troppo, anzi. Ma poi ho perso i chili in più. Ora sono giusto. Prima ero pelle e ossa.»
«I passeggeri del Volo 206 sono attesi al Cancello 9,» annunciò l'altoparlante.
«È il mio,» disse McCann, alzandosi. Gettò un biglietto da cinque sul banco. «Bevine un altro, se ti va. E pensa a quello che ti ho detto, Dick. Dico sul serio.» Un attimo dopo era già lontano, e si faceva largo tra la folla, verso la scala mobile. Morrison prese in mano il cartoncino, lo guardò con aria pensosa, poi lo mise nel portafoglio e non ci pensò più.
Un mese più tardi, il biglietto scivolò fuori dal portafoglio sul piano di un altro bar. Lui era venuto via dall'ufficio presto ed era entrato lì per ammazzare, bevendo, il resto del pomeriggio. Le cose non andavano tanto bene, alla Morton Agency. Anzi, le cose andavano spaventosamente a rotoli.
Diede un biglietto da dieci al barista per pagare il conto, poi prese in mano il cartoncino e lo rilesse. Il 237 della Quarantaseiesima Est era a un paio di isolati soltanto da lì; fuori era una fresca, soleggiata giornata di ottobre, e magari, tanto per farsi una risata...
Quando il barista gli portò il resto, lui finì di bere e poi andò a fare due passi.

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Commenti al Post:
pendolante
pendolante il 07/09/13 alle 13:22 via WEB
É più di un anno che ho ticominciato a fumare. L'occasione me l'ha data il terremoto dell'Emilia che mia ha scosso le fondamenta. Strano, avrebbe dovuto ricordarmi di evitare cose dannose per la salute...
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 07/09/13 alle 14:31 via WEB
Eh, si fuma sempre per qualche ragione, per questo è così difficile smettere. La ragione ci è sconosciuta, ovviamente.
 
AmicoHombre
AmicoHombre il 08/09/13 alle 10:10 via WEB
BRINDIAMO! Cin.
Le bionde lasciamole a certi uomini.
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 08/09/13 alle 11:51 via WEB
Cin!
 
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