Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
« Arcobaleno chiuso | Scrivere per il web » |
L'arcobaleno sigilla la fine dei temporali e chiude la stagione dei colori. Abbiamo prodotto un bel po' di storie e la stanzetta si è riempita di amici, sono contenta. Verrà il tempo dei bilanci, l'analisi dei numeri e il conteggio preciso dei nomi e delle parole: abbiamo vinto noi e nessuno ce lo può levare, intanto faccio il bilancino di questa tappa che ha visto alcune salite interessanti, per non parlare delle discese ardite e le polverose pianure. Ci sarà anche il tempo (poco) per il recupero dei colori mancati, ma questo te lo dico dopo. Oh Angela, la tua scrittura si viene precisando di volta in volta, prendi coraggio e voli. Mi piace tantissimo il tuo stile, l'uso di parole che non mi verrebbero mai in mente eppure sono perfette lì, mi sorprendono, mi fanno sobbalzare e mi soddisfano. L'ho detto più volte, la tua prosa mi da l'impressione di consumata maestria: il ritmo, le pause, il ritorno ricorsivo di certe espressioni e la finta sbadatezza con cui le lasci cadere nel testo, come una ragazza d'altri tempi lasciava cadere il fazzoletto, e non ultimo, la capacità di interpretare il tema con originalità ma senza deragliare mi confermano, dopo tante prove, la tua grande padronanza del mezzo espressivo, la misura con cui sai dosare ogni goccia di colore, ogni metafora scintillante (che poi si tratta solo di mettere bene le parole una dietro l'altra, vabbè). Non è un caso, tu sai cosa stai facendo: aspetto solo che te ne renda conto e chi lo sa dove vai, di certo molto lontano. Ecco, io appropinquava è una parola che non ho mai usato e non so se mi capiterà, anche con un registro ironico è di bel tanto impegnativa, se poi la metti nell'incipit carica tutto il testo di un certo genere di aspettative che io, non so, davvero non so se sarei poi in grado di. Questa piccola storia invece è delicata, si può raccontare con parole leggere da far saltare appena sulla punta delle dita. Ho apprezzato certe piccole spiegazzature, piccoli pudori che spingono gli sguardi da un'altra parte per non offendere, per non parere, per non approp avvicinarsi troppo (non ce la faccio, chiedo scusa se oggi ho messo gli occhialetti da editor) O dovrei dire, il Coniglio Mannaro? Che poi, lo sanno tutti che tra me e i conigli c'è qualche grado di parentela, l'ho già detto da qualche parte, anche qui. Mi sembra che stavolta sei rimasto distante dalla storia, che pure trova un suo guizzo di umanità nel finale, portatore di senso in testacoda. Sarà che hai raccontato un trend più che mostrare un fatto, ma forse sto chiedendo troppo: una favola si racconta, è come è, non come pare a me. Resta il fatto che di te amo più di tutto la ricchezza di allusioni che spandi senza risparmio da qui alle porte di Tannhauser, senza metterci cartelli indicatori, frecce segnaletiche o didascalie, a chi arriva arriva e a chi non arriva peggio per lui: badaben, non è spreco ma opulenza. Questio io amo di te, più di tutto. Una cartolina dall'altro mondo, ecco il messaggio di Melusina che mi fa immaginare le mille e una notte e mezza. C'era anche questa storia tra quelle di Sherazade o hai fatto tutto da sola? Ma soprattutto, mi dai l'indirizzo del tuo profumiere? ;-) "Noi profani siamo sempre stati intensamente curiosi di sapere a quali fonti attinga il suo materiale quello strano essere che è il poeta, e come riesca a fare su di noi una tale impressione e a destare in noi emozioni di cui forse non ci ritenevamo neppure capaci." Per commentare questa te ne cito uno bello grosso, mi dirai se ho fatto male. Un grande lol per questa piccola storia di una beffa da mettere insieme alle altre perle di questa collana. C'è una Venezia speciale che abbiamo imparato a conoscere e amare grazie a questi tuoi racconti in mezzo alle calle, popolati da speziali e violinisti, cuoche e signori, ma soprattutto colori e odori e rumori. Certi scorci fuori dal traffico, certi fondi di canale, certi campi, se li guardi con un occhio solo sono ancora così come li racconti tu, uguali precisi, con tutto il fascino che sai metterci per farli vedere anche a chi non c'è mai stato. Insomma, se l'occhio è il tuo tutto si colora di Melusina. Di questo racconto mi ha colpito moltissimo l'incipit per la sua affinità a quello dell'Uomo senza qualità di Musil. Non so se si tratta di un caso o è stata una precisa allusione, ma ho apprezzato l'utilizzo di una terminologia di tipo scientifico per raccontare una storia intima, i cui tratti sentimentali vengono in qualche modo ricolorati come i reperti in un vetrino da guardare al microscopio, e quindi resi più significativi e più originali. Per il resto c'è l'amore, quale magia più potente e credibile conosciamo? Io il nome me lo ricordo, l'ho sentito di certo e forse ho visto qualche cosa ai tempi, ma non ci giurerei. Giuro invece che il tuo pezzo è bello, plausibile come se fosse vero, perché no? Sono tante le stelle tramontate, quelli che hanno bruciato i loro dieci minuti e anche il benessere che avrebbero potuto mantenere, le illusioni perdute e il brillate futuro dietro di loro. Con la parola magica Ifixcencen, in lungo e in breve ci fai sempre sognare. Brutale come solo tu sai essere, a volte. Certe figure ti sono venute fuori un po' grottesche, magari più antipatiche del necessario, esagerate, ma si capisce che è a fin di bene, per giustificare il finale della farsa. E' tutto caricato, ma a salve e quindi va bene così. Che storiaccia ti è venuta in mente, una bestemmia! Eppure le avrei dedicato anche più spazio, qualche riga del tempo in cui era giovane e bella e viva, per giustificare la passione di lui, la disperazione di poi. Si intuisce tutto, ma ne avrei voluto di più. Questa volta non mi lasci intravedere niente, non una storia dietro queste frasi, non un personaggio, un luogo. Non so, non ho capito cosa volevi dire, forse sogni difficili da interpretare, forse immagini astratte, luci, colori. Cose solo tue. Che delizia questa fiaba: c'è tutta la magia che mi serve, arcobaleni, polvere di fata e gli adulti ottusi che non capiscono niente. Vorrei averlo scritto io. Accidenti questa me l'ero persa. Ormai gli eds mi sono scappati di mano, vanno in giro per il mondo con le loro gambe e chi li ferma più? Questo tentativo mi sembra meno riuscito del primo a cui vorrebbe dare seguito, soprattutto perché la storia è un po' debole e manca di slancio originale, oltre al fatto che il personaggio di lui mi pareva utile, con la sua maglietta spiegazzata, per un confronto dialettico oltre che per far avanzare la storia. Comunque hai ricevuto tanti bei commenti, cosa vuoi di più? La storia mi è piaciuta molto, i personaggi e tutto il contorno, il contrasto tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere, le insicurezze e i desideri, la bellezza, la ciccia e la difficoltà di essere giovani. Il conflitto messo in campo è perfetto e l'immedesimazione assicurata. Avrei dato una limatina qua e là dove ribadisci o sottolinei qualche cosa che basta poco, pochissimo per essere compresa: fidati dei tuoi lettori, Veronica. Tutti noi siamo stati personaggi, prima o poi, lo sappiamo com'è o com'era e chi non capisce peggio per lui, vuol dire che comunque non ci può arrivare e non ci arriverà mai. Ma si tratta di inezie, te lo dico solo perché mi stai simpatica :-) L'arco c'è, Michelarosa, del baleno faremo a meno, eheh :-) Il tuo pezzo è originale come sempre sei tu e contiene spunti interessanti. Si vede che devi prenderti ancora un po' di spazio per far emergere dei contenuti più condivisibili. Questi esercizi servono per migliorare la padronanza sul testo, è come se ti mettessi giù una serie di birilli e ti dicessi di passargli intorno seguendo un percorso preciso: quando avrai imparato a guidare le tue parole sarai in grado di farle andare dove vuoi tu, senza saltare nessun ostacolo e senza buttare giù i birilli che ti ho messo: questa sarà la prova che hai acquisito la padronanza che ti manca. Poi qualche volta si può anche farsi portare dal cavallo, ma non questa volta.
Diamoci una decina di giorni di recupero: per chi non ha fatto in tempo o non c'era o non è riuscito a scrivere uno o più colori. Poi per quest'anno basta, c'è tutto il lavoro di impaginazione e revisione. Ma di questo parleremo poi. Se ti ho lasciato fuori dimmelo, e chiedo scusa in anticipo se ho fatto confusione oppure se ho sbagliato qualche nome: nessuno è perfetto ;-) |
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