Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
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Ieri notte è finito l'eds, ora è tempo di bilanci.
Bisognava scrivere una storia includendo sei parole (ASSENZA, DANNO, GINOCCHIO, PIETRA, SPIRITO, TRONCO) e escludendone una, ma tosta (CHE).
La partecipazione è stata numerosa e qualificata, i racconti mi sono sembrati mediamente buoni con punte di eccellenza.
La difficoltà, te ne sarai accorto se hai partecipato, non era nelle parole da includere, che ho scelto tra quelle di uso comune e possibilmente con qualche significato supplementare, ma nella particella da evitare. Il vantaggio di essere costretti a controllare meglio la struttura delle frasi per evitare il CHE è stato, a mio avviso, aumentato dalla necessità di non poter usare le subordinate relative. Non è che le relative mi stiano antipatiche eh, però rendono la prosa più banale - se non sciatta. Lo so perché ne sono vittima per prima, oltre al fatto di abusare sempre troppo impropriamente del che al posto di perché, questo è un mio brutto viziaccio.
E così abbiamo scritto tutti un po' meglio (oppure un po' di più come piace a me, è tutto soggettivo alla fin fine)
Un altro vantaggio di doversi concentrare sul che è quello di lasciare libera una parte dell'attenzione non cosciente, visto che quella cosciente era impegnata. Ma questo l'hanno potuto apprezzare solo quelli che hanno una qualche inibizione a scrivere, non certo tu ;)
E ora gli incipit in ordine di apparizione:
Lillina
Scrivere sullo scrivere, sull'imparare a scrivere e sull'insoddisfazione cronica di chi scrive. Avrei preferito una storia un po' più personale, mi sembra che hai avuto paura e sei rimasta sulla superficie del problema. Se invece di dire "noi" oppure "la maggior parte" avessi scritto "Io" forse avresti tirato fuori qualcosa di più originale e il tuo esercizio ne avrebbe giovato. Ah, dimenticavo: lo spazio va messo "dopo" la virgola :-)
"Scrivere.
Per alcuni è una necessità, a volte superiore a quella di leggere, già qui ci sarebbe da approfondire parecchio.
Si seguono corsi di scrittura creativa , per imparare regole come l'uso dei sinonimi , una frase assume un significato a secondo di questo,se scrivi ti tiro una PIETRA in testa anzicchè un ciottolo raggiungi più efficacemente l'obbiettivo di descrivere non solo l'azione ma anche l'implicazione del gesto stesso." Continua a leggere
Dario D'Angelo
Dario ha applicato la reticenza del poeta a un testo in prosa che dice molto di più di quello che racconta. La specialità di Dario sono le poesie brevi e fulminanti e i testi in quella specie di siciliano addomesticato inventato da lui, con una forma musicale e ellittica che richiede molto al lettore, sia in termini di immaginazione che di comprensione (lo faceva prima che Camilleri diventasse famoso, lo so perché già lo leggevo: cerca Condomini nei tag del suo blog e capirai di cosa parlo.)
Questo racconto mi sembra tra i migliori che ha scritto in italiano, le suggestioni sono proposte con un ritmo a levare, senza una sillaba in più dello stretto necessario e questo vuoto che si crea nel lettore è precisamente quello che il racconto vuole rappresentare. Se tutto sembra già dichiarato nell'incipit, l'emozione viene suscitata dal testo intero, dall'inizio alla riga finale:
"La Petite Danseuse
9° esatti, il prosecco ammorbidisce il ricordo mentre ancora parlo di te, della tua assenza, parlando d'altro, vivendo altro.
Nicole sfoglia con me le pagine della guida, sorride e già sogna di volteggiare leggera" Continua a leggere
Hombre è Hombre e già ho detto tutto. Ha uno stile solido e sicuro, le parole sono strumenti che sa adoperare con estrema precisione e senza incertezze. Hombre sa sempre quello che fa, o almeno riesce a dare questa impressione ai suoi lettori. L'ironia è la sua arma segreta che sa dosare con giusta misura qualsiasi registro decida di utilizzare. Questo racconto amaro ne è una prova: può far ridere e piangere come vuole lui, articolando la complessità dell'esistenza col chiaroscuro e i colori, le luci, le ombre, e tutto quello che ci sta in mezzo: non per niente è Hombre.
"Gianni il cinese
Licenziato in tronco, questo è. Alla MUG facevamo monitor di ultima generazione. Improvvisamente sono diventati di penultima generazione e dopo ancora di una generazione perduta nel Pleistocene o giù di lì. Erano quelli a cassettone, per intenderci, erano italiani, erano perfetti. Alla fine ingombranti." Continua a leggere
La Carta lascia intendere di essere un ragazzetto nemmeno maggiorenne, insinua inesperienza, per non dire ingenuità, ma io mica ci credo. Per me questo è un vecchio professore di filosofia prossimo alla pensione, eccentrico quanto erudito. Mica si spiegherebbe altrimenti quella profondità che mette nelle cose che scrive, il coraggio e la sicurezza. Questo racconto è post modernismo puro, ricerca stilistica e originalità semantica. Un ragazzino. Seh.
"Tronco lo spirito della pietra, quale ginocchio conosce assenza di danno?
Eppure ci fu un tempo.
L'odore del sangue mi disgusta tutt'ora.
Eppure ci fu un tempo.
Sento distintamente la rotula pulsare, non è dolore, ma calore piuttosto.
Eppure ci fu un tempo.
In cui non lo avrei sopportato." Continua a leggere
MaiMaturo è un vero giocatore delle parole, il partecipante ideale di ogni eds. Questa volta ha scritto una bella ucronia, inventandosi di sana pianta tutto un mondo intorno a una premessa che pare di fantasia ma è satira politica oppure cabaret. Le allusioni sono ben piazzate, fa sorridere, ridere e sghignazzare. La leggerezza è la sua cifra e questo racconto è un palloncino scappato dalla mano di un bimbo alla fiera. Chissà come mai avrà scelto questo nick?
"La settima repubblica
Il primo segnale fu un aumento delle risse nei condomini.
Si litigava per il posto macchina, per l’ordine dei nomi sul citofono, per il colore dei capelli dei vicini. Il nervosismo, a poco a poco, si estese: dai palazzi alle piazze, da queste ai piazzali fino a interessare tutta l’Italia." Continua a leggere
Anonimi
Avevo aperto la possibilità di partecipare anche a chi non avesse un blog e, con mia grande sorpresa, mi hanno presa in parola in due! Anonimi non vuole dire che mi hanno mandato una mail da una casella in bianco, vuol solo dire che per me sono sconosciuti, non ci sono link o blog e l'account non mi dice niente, in più mi si prega di non renderlo pubblico e io acconsento. Quello che mi dispiace è il silenzio di piombo dei commentatori: allora aveva ragione Hombre sull'uso del commento di scambio?
Il primo racconto è senza titolo, racconta una storia triste per immagini e ricordi, senza compiacimento. Non so se si tratta di un fatto vero, non so chi sia l'autore però posso dire che è ben scritta e la commozione passa al lettore, ci si può immedesimare. Leggi il racconto.
Il secondo pezzo anonimo parla dell'ansia creativa, mi fa piacere che in questo eds sia stata rappresentata da diverse forme d'arte, la danza, la pittura, la scultura e la scrittura - è per questa che siamo qui, no? Mi fa piacere perché anche io ne ho parlato, il passaggio da una forma d'arte a un'altra è sempre carico di significati, aiuta a comprendere qualcosa di più di questo che, per me, resta sempre un mistero. L'ispirazione, la sublimazione, il rapporto con la creatura. Per quanto se ne parli non se ne viene mai a capo. E l'ansia, il desiderio di raggiungere una meta che non si conosce appieno, l'incertezza e infine il momento decisivo sono descritti in modo convincente in questo racconto del secondo autore anonimo. Leggilo.
Il mio racconto è qui.
Josef K questa me la paghi: invece di partecipare all'eds hai scritto un racconto bruttissimo per un concorso su facebook: boooo! :P
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