Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
« perchè il mio cane ha se... | Questa sera Guido Catala... » |
Io l'ho già letto ma ci vado, perché letto da lui è un'altra cosa.
Io in casa già cellò, ma ne voglio una copia tutta mia e me lo compro.
Per questo mercoledì 9 giugno alle 21,30 vado alla Scighera, ingresso gratuito con tessera Arci, introduce l’inevitabile Adriano Barone.
Ci vediamo là? Non ti fidi? Vuoi sapere cosa c'è dentro nel LDCSBCIL? Ti metto un assaggino, come il pezzetto che ti allunga il salumiere sul suo coltellone affilato per farti approvare la maturazione del grana. Mi saprai dire.
uno una volta a Milano mi ha chiamato zio
io anche la vorrei una scorta
lo so che non mi serve ma la vorrei
più per un fatto estetico, credo
ma non solo
due omòni in giacca e cravatta con gli occhiali scuri
e il filo nell’orecchiio
uno a destra, uno a sinistra
che si guardano attorno nervosi
molto alti
molto giganteschi
che mi scortano
sì mi piacerebbe, non so perché
forse è una roba di latenza omosessuale
non so
poi vabé, gradirei che picchiassero le persone che mi infastidiscono
non che di norma ci siano persone che m’infastidiscono
ma l’idea che ci siano due energumeni in giacca e cravatta
che se qualcuno m’infastidisce, lo picchiano
io lo gradirei
oppure tipo quando entro in un locale sovraffollato
tipo uno della scorta, uno solo, entra per primo
controlla che sia tutto apposto
e poi io entro con l’altro
e poi entrambi mi creano come uno spazio vitale al bancone
che io spesso ho problemi al bancone
che mi viene il nervoso che ci son quelli che stanno lì davanti
anche se hanno già il loro bicchiere in mano
e non si spostano
creano tappo
e tu non riesci a farti strada
a prendere magari anche solo un’oliva
o un pezzo di farinata
ad ordinare una bibita gassata
e questi ignoranti non si spostano mica
fan finta di niente
invece con i miei due tipi della scorta
vedi se non ti sposti
se non mi crei uno spazio vitale
ignorante
uno una volta a Milano mi ha chiamato zio
era un tamarro milanese giovane
ecco, faccio un esempio:
metti che io son lì che mi mangio il mio panino con la salciccia
e arriva un tamarro milanese giovane
e mi chiama zio
con uno spiacevolissimo accento milanese, tra l’altro
ecco, io
avessi la scorta
mi basterebbe fare un piccolo segno col dito
ma piccolo
e il giovane tamarro milanese che mi ha chiamato zio
si troverebbe improvvisamente
immediatamente
a sbattere ripetutamente
ritmicamente
la propria fronte invero poco spaziosa
contro il più vicino palo
della più vicina lanterna semaforica milanese
con il professionalissimo aiuto dei due signori in giacca e cravatta
di cui sopra
ora
lo so
lo so che questo tipo di pensieri e desideri
non mi nobilita
no, è proprio poco nobilitante
io vorrei passare alla storia come un uomo
dall’animo nobile e pacifico
che pessima, trista immagine
due omòni giganteschi in giacca e cravatta
che massacrano di botte un povero giovane tamarro milanese
solo perché si è permesso di chiamarmi zio
scusami
mio piccolo giovane nipote tamarro milanese
sì
voglio essere il tuo zio
il tuo zio amorevole
tu hai bisogno d’amore, non di mazzate sui denti
anzi, no
siamo sinceri
tu hai certamente un gran bisogno di mazzate
ma non sarò certo io
io sono il tuo zietto
e semmai ci rincontrassimo nella misteriosa notte di Milano
a un chiosco di salamella, come la chiamate voi
t’abbraccerò
nipote mio
ti bacerò
fratello
figlio
piccolo scherzo della natura
da così poco al mondo
e con un’aspettativa di vita così breve
inutilissima creatura
nipote mio
fratello
figlio
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