Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
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Qualche giorno fa ho dovuto chiamare il servizio di smaltimento rifiuti ingombranti del mio comune perché volevo buttare via alcuni mobili vecchi. Non ho più la macchina da qualche anno, abito in una zona molto ben servita dai mezzi pubblici, non ho bambini piccoli da scarrozzare alle feste o alle proficue attività extrascolastiche, i negozi e i supermercati sono a portata di sputo. Insomma, mi sono tolta una rogna: un bel po' di multe per divieto di sosta in meno, il lavaggio notturno della strada non mi fa più sussultare e poi interrogare nel cuore della notte, piena di dubbi su dove l'ho lasciata. Posso dormire innocente come una bambina buona.
La seccatura di contrappasso è che mi devo affidare a servizi esterni per quei piccoli trasporti verso la discarica di cui dicevo all'inizio del post. Però Milano è una città efficiente e io sono una persona informata, so come si fa: vado sul comodo sito dell'ente comunale e compilo con diligenza la lista. Già sulla pignoleria di come questa lista è presentata agli utenti si potrebbero scrivere pagine e pagine, ma non lo farò. Ti dico solo che niente è lasciato al caso, prima ancora di sapere se l'armadietto che vuoi smaltire è compreso o meno nel servizio gratuito, devi inserire la via, il numero civico e il piano, scegliendoli da una tendina con tutti i campi precompilati. Ci sono tutte le vie di Milano e tutti i numeri e i piani, giuro. Lo stesso va fatto per i mobili, indicati in ordine alfabetico: anta a specchio, anta grande, anta media, anta piccola... Eh, non ci sono le misure, è lasciata all'utente la massima discrezionalità nel decidere se l'anta che vuole buttare via è grande o media o piccola. Le ante piccolissime non sono previste, meno male che, per ora, non ne ho.
Ma attenzione, se vuoi usufruire del servizio gratuito devi stare entro gli otto pezzi e devi anche sapere che non tutti i pezzi valgono uguale, in certi casi cinque pezzi valgono uno e in altri devi pagare perché non sono compresi nel servizio gratuito. Io sono una persona paziente, oltre che informata, e anche indulgente, diciamocelo. Combino e ricombino la lista, ingrandendo o rimpicciolendo le ante fino a far quadrare il conto. Alla fine mi mandano una stringa di conferma via mail che attiva l'appuntamento, data e ora del ritiro. Stampo la mail di istruzioni che mi consiglia di portare le cose stabilite nel luogo stabilito la sera prima del giorno stabilito. Durante la notte, come la fatina dei denti, verranno gli angeli dei rifiuti ingombranti e la mattina dopo sarà tutto sparito.
E così facciamo. Metto insieme una squadra di figli, figlie, morosi e morose e la sera prima del giorno stabilito portiamo giù le cose e le mettiamo in fila nel luogo stabilito.
Essendo "sera" un orario non troppo precisamente stabilito, facciamo un po' prima di cena, così ho il tempo di andare a lavarmi le mani e uscire di nuovo un momento, che ho dimenticato di comprare le sigarette.
Passo davanti al mucchio ordinato e non posso fare a meno di notare un tavolino verde che, son sicura, non faceva parte della nostra collezione. Strano, chissà da dove arriva sto coso.
Al ritorno dal tabaccaio un mobiletto rosso, piccolo? medio? grande? di certo non mio, è appoggiato davanti al tavolino verde.
Dopo cena mi affaccio alla finestra. Per curiosità, si intende. Vedo una riloga, un secchio, una seda a dondolo sfondata che, lo giuro, non abbiamo messo lì noi. E se adesso mi contestano il numero di pezzi, come faccio a dimostrare quali sono i miei? ma soprattutto che quelli non miei non sono miei?
Mi verrebbe voglia di montare la guardia per sorprendere in flagrante quello sciacallo che aggiunge la roba alla mia spazzatura.
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