Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
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Tanto per dire che non c'è un modo giusto o sbagliato di usare la punteggiatura, che è una scelta che va un po' a gusto e un po' a seconda della necessità espressiva, voglio mettere a confronto due libri molto diversi tra loro, più o meno famosi per aver avuto successo di pubblico e aver vinto qualche premio - non sono stranezze da specialisti o mattoni impossibili come l'Ulisse di Joyce che ci vuole un altro libro solo per spiegarti come leggerlo, sono libri che hanno messo d'accordo critici e lettori.
Nell'angolo di sinistra abbiamo Il male oscuro di Giuseppe Berto, uscito nel 1964 ha preso il Campiello e il Viareggio in un colpo solo e si batte per l'abolizione della punteggiatura (vedi anche)
A destra è pronto a difendere i colori dei punti e delle virgole La strada di Cormac McCarthy uscito nel 2007 ha vinto il Pulizer e ha venduto un milione di copie negli USA prima ancora di essere tradotto in Italia. (vedi anche)
Che questi due romanzi usino la punteggiatura in modo piuttosto estremo lo si suppone anche guardandoli da lontano:
Nel Male oscuro ho contato dei paragrafi lunghi 22 pagine e mezza. Vale a dire che ci sono più di 22 pagine filate senza un punto. E pure le virgole scarseggiano. Non si tratta di un flusso di coscienza, di prosa sperimentale, di stranezza gratuita: è scritto così e fluisce via bene senza intoppi, senti come suona bene. Il paragrafo qui sotto comincia a pagina 274 e finirà pagina 299, ma io ne riporto solo l'inizio:
Comunque è un periodo abbastanza travagliato e confuso questo attraverso il quale sto passando, per la continua messa a fuoco della malattia e per il conseguente cambiamento di medico, e in verità ha un valore psicologico più grande di quanto non si creda il fatto di trasferire la fiducia da un medico che non la merita più ad un altro che ancora non ha dimostrato di non meritarla, sicché l'avvicinamento di un nuovo medico si voglia o no porta sempre qualche beneficio ossia un paio di giorni se non più in cui io penso che tra non molto attaccherò il quarto capitolo che frattanto matura in me, e poi sento che le cose belle del mondo mi arrivano con la loro forza vivificante siano esse tramonti o vento caldo e nuvoloso d'inverno quando giunge lo scirocco, o ragazze specie in primavera, o verde della campagna quando il sole è basso, o anche piazza Navona e il panorama dal Pincio della città eterna (...)
7 virgole per 162 parole, una virgola ogni 23 parole di media che a occhio mi sembrano pochissime eppure si legge che è un piacere, non ci sono ambiguità, non è difficile da capire e non suona nemmeno strano, è molto parlato, naturale e a me piace molto.
Nella Strada al contrario la frase più lunga non arriva a dieci parole, la pagina è frastagliata come un fiordo norvegese, i dialoghi non hanno virgolette e non è specificato chi sta parlando ma si va a capo e si capisce dal contesto, non è poesia ma mozza il fiato anche se non succede mai quasi niente:
In cima alla collina si voltò a studiare la città. La notte stava scendo in fretta. La notte e il freddo. Sistemò due giacche sulle spalle del bambino che scomparve completamente, parka compreso.
Papà, ho tanta fame.
Lo so.
Riusciremo a ritrovare la nostra roba?
Sì. So dove l'abbiamo lasciata.
E se la trova qualcun altro?
Non la troveranno.
Speriamo.
Non la troveranno. Forza.
Cos'è stato?
io non ho sentito niente.
Ascolta.
Non sento niente.
Rimasero in ascolto. Poi l'uomo sentì un cane abbaiare in lontananza. Si voltò verso la città sempre più buia.
È un cane, disse.
Un cane?
Sì.
E da dove è uscito?
Non lo so.
Non è che lo ammazziamo, vero, papà?
No. Non lo ammazziamo.
Abbassò gli occhi sul bambino. Tremante sotto le giacche. Si chinò e gli diede un bacio sulla fronte incrostata.
Non gli faremo niente, disse. Te lo prometto.
Se ho contato giusto abbiamo 147 parole, 28 punti, 6 virgole, 6 punti interrogativi: un segno di punteggiatura ogni tre parole e mezza circa. Mette angoscia e questo è proprio lo scopo che si prefigge: funziona, altro che se funziona.
Chi ha vinto?
Tutti e due hanno vinto, successo pieno di critica e pubblico.
Ho preso due casi estremi perché saltasse all'occhio l'evidenza, di solito non è così e però la punteggiatura ti può essere utile per cambiare il ritmo quando ti serve, per aiutare il testo a suscitare un certo tipo di emozione piuttosto che un altro, lo scopo è sempre quello: tenere il lettore lì inchiodato e portartelo a spasso dove vuoi tu.
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