Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
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Altro giro, altro regalo. Sei capace di prendere al volo il ciuffetto?
“I gatti sono a bordo?”
Il motore ronzava al minimo. Carlo era sulla banchina con la cima d’ormeggio in mano, Anita a prua aveva già sganciato l’altra cima e la teneva con mezzo giro intorno alla bitta, pronta a lasciarla andare al segnale.
“Sì, mamma.” La testa di Viola sbucò da un boccaporto “ho controllato io.”
Carlo saltò in barca e fece un segno con la mano, come dire butta, via, andiamo. Prese il timone, si chinò per mettere la marcia avanti e si rialzò guardandosi intorno. Il canale era sgombro fino all’uscita, non c’erano barche in movimento.
Dopo aver lasciato andare in acqua l’ormeggio, Anita camminò verso poppa, fermandosi a slegare i parabordi sul lato sinistro. Giulio dall’altra parte li tirava su, appoggiandoli all’interno della reticella.
Il vento si era calmato molto e veniva da terra, il mare sembrava piatto e il cielo era limpido, il sole abbagliante.
Spingendo la manetta con il piede Carlo diede un po’ di gas. Di fianco a loro sfilavano le banchine stipate, i primi mattinieri cominciavano a muoversi, chi arrivava con un fascio di baguette sotto braccio, chi apparecchiava le tazze della colazione sul tavolo, chi passava lo spazzolone in coperta. Ogni tanto una raffica faceva volare gli asciugamani stesi sui parapetti dei motoscafi.
Poco fuori dal frangiflutti Carlo fece girare la barca verso la grande spiaggia bianca ancora deserta. Anita aveva già liberato la randa dagli elastici e cominciò ad alzarla, si appese alla drizza con tutto il suo peso come un campanaro, quando diventò troppo faticosa la avvolse sul verricello e finì di tenderla con la manovella. Già la barca stava ruotando verso il largo, la randa tutta aperta. Dall’albero andò direttamente a prua a preparare il genoa leggero. La vela si gonfiava scrocchiando, lui tirava la drizza dal pozzetto mentre lei liberava le pieghe aiutandola a salire.
Misero a posto le cime d’ormeggio ben avvolte, i parabordi, raccolsero tutte le scotte. Carlo guardò la costa, le piccole increspature sull’acqua, le macchie scure delle raffiche che scendevano dalle vallette e decise che era arrivato il momento giusto per puntare verso sud.
“Mamma, mamma.” Giulio era in piedi a poppa e indicava la montagna. Una fila di pale eoliche si stagliavano contro il cielo. “Sono i centauri?”
Carlo guardò Anita, che sorrise e mosse impercettibilmente la testa da una parte.
“No, guarda bene. Sono i mulini a vento.”
Si erano voltati tutti e guardavano il crinale, con le mani a coppa sulla fronte per ripararsi dal sole.
“Devono essere nuovi” disse Anita, “non me li ricordavo.”
Senza più dire niente Carlo e Anita regolarono le vele alla nuova andatura. La barca, pulita e in ordine, filava a sei nodi sul mare piatto come un’autostrada.
Giulio tirò fuori il game boy dalla tasca portaoggetti, Viola scese nella sua cabina a leggere, Carlo aveva spento il motore e ora guardava la costa, ripida e deserta.
Anita andò sotto a prendersi un libro e un cuscino.
(continua)
Già che faccio l'editore di me stessa, ho prodotto anche una versione digitale, mobi, epub e pdf. Se ti stanchi di leggere a schermo e la vuoi mettere nel tuo lettore eBook oppure se hai occasione di stampare a ufo e vuoi il pdf, scrivi a ladonnacamel@gmail.com e te la mando. Gratis e senza DRM!
(Però poi non venire qui a spoilerare il finale eh, t'ammazzo! Che, se non si era capito, le puntate qui continuerò a metterle, al ritmo di due a settimana, più o meno.)
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia.
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