Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
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Il colore dell'eds di febbraio è il verde proverbio, i proverbi sono verdi perché ci arrivano dalla tradizione e le nostre origini tradizionali sono contadine, hanno a che fare con i cicli della natura, con la raccolta, la semina, le fasi lunari, l'allevamento degli animali. Per questo motivo i proverbi degli Inuit sono bianchi, credo. Invece i modi che hanno di chiamare la neve sono solo due, che figuraccia per Smilla, chi l'avrebbe mai detto: non erano parole ma strutture complesse, l'errore era inserirle nei nostri schemi grammaticali come fossero nostre.
A scavare appena un po' si scopre che tutto quello che sembrava vero era invece un malinteso, nel migliore dei casi qualcosa che poggiava i fondamenti su nozioni antiche o superficiali, date per acquisite e invece sbagliate: gli spinaci pieni di ferro? ma quando mai.
Tutto questo non c'entra con l'eds, l'ho messo solo per ricordarti di evitare i luoghi comuni e il qualunquismo, per esortarti a controllare sempre tutto prima di scrivere. Le teorie cambiano, tocca anche aggiornarsi.
L'eds, dicevamo, deve avere dentro una cosa verde, ma solo per mantenere il nostro filo conduttore. L'importante è il mancante: vorrei che nel raccontino che scrivi ci fosse una omissione, qualcosa di sottinteso ma che si capisce dal contesto. Non un indovinello, sia chiaro. Quella cosa che chiamiamo "non detto" perché un po' è inesprimibile e un po' è tutto quel che lasciamo fuori dalla storia ma c'è. Quel senso di minaccia di cui parlava Carver, ma anche solo il rispetto per il lettore, che non è mica scemo e ci può arrivare da sé, può unire i puntini che tu gli metti e si diverte di più se la lettura richiede un minimo di impegno, riempire i buchi offre un piacere aggiuntivo.
Per me è anche uno dei criteri che distingue un racconto da un romanzo: il mondo che costruisci resta quasi tutto fuori dalla storia, lo puoi far intuire fornendo gli indizi e basta davvero poco. Per esempio, se dici che il tuo personaggio deve fare i compiti, si capisce subito che è una persona giovane, che ha grossomodo più di 6 anni e meno di 20. Potrebbe invece essere tuttaltro e puoi spiazzare il lettore, partendo in un modo e poi sterzando a zig zag, per esempio che quello là che doveva fare i compiti era iscritto all'università della terza età ma sto divagando, non è questo che voglio da te.
Per riuscire bene in questa operazione dobbiamo avere sempre presente chi è il nostro lettore, che tipo di cultura possiamo avere in comune, altrimenti rischiamo di creare dei buchi troppo profondi e il testo gli riuscirà troppo difficile o faticoso, oppure gli facciamo una pappetta troppo facile e ingenua, che noia. L'extratesto comune insomma, il motivo per cui è normale che quello che scriviamo piaccia ai nostri amici: hanno facilmente la nostra età, vivono nello stesso posto, conoscono lo stesso ambiente, leggono perfino gli stessi libri, per forza, glieli prestiamo noi!
Qui siamo tutti amici quindi è più facile, allora scrivi questo eds che:
- contenga qualcosa di verde
- tralasci di dire o spiegare nel dettaglio un mondo o una piccola cosa
- mettilo nel blog
- facciamo entro il 18 febbraio, è un martedì, va bene alle nove di sera?
Questa volta metto un altro paletto: non vale consegnare prima di quattro giorni, cioè prima di mercoledì 5 febbraio: lo faccio per te che ci hai la scrittura precox: trattienilo un po' lì, rileggilo, accarezzalo, pensaci su, lascialo maturare e vedrai che verrà fuori più forte e più grande che mai.
Olè.
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