Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
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"Mille e ancora mille."
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La primavera incalza? Si dorme notte e giorno? si va a rilento, eh?
Meno male che c'è Gordon!
Anno Domini Milleseicentosessantatre. Ecco finalmente la prima pietra della mia opera più grande. Per quanti anni ho atteso questo momento! E quanto è ancora grande il timore che il Vescovo possa togliermi l'incarico, o che la vecchiaia mi tolga le forze prima di completare l'opera mia! E se il vescovo si accorgesse dell'inganno? Il Cielo non voglia! Solo questo chiedo alla mia sorte e a Dio, solo questo: ultimare la costruzione di questo Tempio.
* * *
La guida intona per l'ennesima volta la sua cantilena: "La chiesa, intitolata alla Beata Vergine del Rosario, risale al 1663; la pianta dell'edificio si articola in una navata centrale e sei cappelle laterali. Entrando sulla sinistra si trova la cappella del Battistero con vasca battesimale in pietra con ciborio ligneo del XVI° secolo...".
I pochi turisti scesi con pesantezza dal pullman si guardano attorno senza troppo interesse. Meccanicamente tiro fuori dalla borsetta la macchinetta digitale che mio marito mi ha regalato prima di morire. L'aria fredda mi fa rabbrividire, o forse è il ricordo di lui.
"L'altare maggiore e il coro sono ornati da un quadro ad olio raffigurante il martirio di San Bartolomeo, ridipinto dal pittore Giovan Pietro Tosi di Villa nel 1842. Nella terza cappella sul lato destro è possibile ammirare un quadro seicentesco che rappresenta l'imposizione del nome di Gesù."
Nell'alta valle il cielo è molto scuro. Annuso l'aria: la pioggia non tardera' molto. Sempre col naso all'insù, mi volgo verso la facciata della Chiesa. Inquadro, scatto. Lei è lì da secoli. La guardo, la fotografo… ma non la vedo.
Un mese dopo, a casa, davanti al computer. Una sera come tante. Io e un vecchio gatto nella cesta vicino al termosifone. Devo mettere ordine nelle foto dei miei viaggi. Copio, incollo, ritaglio, elaboro. Nella stanza solo la luce del monitor, il ronzio della ventola e il click irregolare del mouse. Improvvisamente la vedo. Quella statua sulla facciata della chiesa...
Non e' una Madonna qualunque, proprio no. Sembra piuttosto... sì, sembra piuttosto la Morte, quella che impugna la falce. Il volto duro, scavato. Un volto che parla di sofferenza, di dolore. Il bambino invece è bello, sano e cicciotto. Che contrasto con la tristezza della Madre. Ma non solo: è una madre che sembra triste a causa del proprio bambino. Ed è lui che tiene il sacro rosario, non lei. Eppure la chiesa... ecco, sì, è intitolata alla Beata Vergine del Rosario.
Ma... dove guarda la Madonna? Perché si sporge dalla nicchia che le è stata dedicata? Sembra quasi che... Sì, sembra che voglia gettarsi sul sagrato! O sono io pazza? Eppure il corpo della madre si protende all'infuori, e il bambino sembra resisterle e ritrarsi per paura del vuoto. Possibile una statua del genere? Sulla facciata di una chiesa, poi... Una Madonna assassina, resa pazza di dolore dal suo stesso santo figliolo? Non riesco a staccarmi da quell'immagine di dolore. Per lungo tempo nella stanza aleggia solo il debole ronzio del computer.
Ecco, tutto e' compiuto. L'intera valle e' in festa. Il sagrato e' zeppo di drappi multicolori, e le campane della nuova Chiesa suonano a stormo. Perfino l’arcobaleno ha fatto la sua comparsa dopo il temporale. L’arcobaleno è il segno di Dio che fa la pace con l’Uomo, sentii dire una volta dal Vescovo. “Oggi sono io a fare pace con Dio”, penso. I miei occhi di vecchio sono velati di lacrime. Tutto questo e' per te. L'ho costruita per te. Per voi. Questa Chiesa sarà il vostro tempio, per sempre. Solo un singhiozzo mi spezza il respiro quando il Vescovo ti benedice.
* * *
Anno Domini milleseicentocinquantaquattro. Narrano le cronache che nel periodo di quaresima, in quella Valle che ha nome d'Intelvi e che si snoda sopra la sponda occidentale del Lario, una strega venne ricercata per rispondere de' suoi maleficii e de' suoi patti col Demonio. La scellerata, braccata dalle milizie, ebbe infine a rifugiarsi sul cornicione di un palazzo, et ivi minaccio' di buttarsi nel vuoto in uno col frutto del proprio peccato carnale. Infine, come Dio volle, la strega, prorompendo in alte grida - molti giurarono che ella invocasse Satana - pose in essere la minaccia. A nulla valsero le ricerche di tale Tommaso, che si sospettava essere suo sodale e amante. Dicono alcuni che egli, fuggito ben lontano, abbia intrapresa la carriera di capomastro costruttore, e non abbia mai dimenticato la sua strega.
E tutti gli altri, si capisce:
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