Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Luglio 2011

I fiori li ho avuti

Post n°475 pubblicato il 31 Luglio 2011 da LaDonnaCamel
 
Tag: Auguri

Compleanno

 

(e anche gli auguri, a mazzi!)

 
 
 

Le avventure di Nonugo 3/n

Post n°474 pubblicato il 28 Luglio 2011 da LaDonnaCamel
 
Tag: Nonugo

Per quanto fosse senza dubbio una persona abitudinaria e metodica, di quando in quando Nonugo si concedeva uno strappo ai suoi rituali. Cambiava allora il percorso che dalle banchine lo portava al quartiere periferico della sua abitazione. Camminava tra un labirinto di giardini sconosciuti, aveva modo di guardare attraverso le siepi di ligustro le case, dipinte a colori tenui, quasi tutte a un piano, col patio ombreggiato e le persiane accostate. Oppure, invece della carne fredda sopra una fetta di pane che costituiva la sua cena solita, entrava in una taverna e mangiava un assado di manzo al peperoncino piccante, innaffiandolo con un boccale di birra fredda e schiumosa. Quelle sere rimaneva a lungo seduto al tavolo a osservare gli altri avventori, soprattutto le donne – ma solo se era un locale di basse pretese. Rispondeva ai sorrisi ma restava per conto suo e quell'allegria di breve durata si stemperava in malinconia già nel tragitto verso quella che chiamava casa per convenzione mentale. Si fermava allora a guardare nel cielo nero quelle stelle tutte sbagliate e pensava che non si sarebbe abituato mai. La Croce del sud non valeva un'unghia di Orione d’inverno dopo una giornata ventosa e casa, casa era un altro luogo, purtroppo.
Non passava per la biblioteca della vedova, in quelle sere meste filava diretto nella sua stanza a rileggere le lettere dei parenti, per dare concretezza ai ricordi e per convincersi che sarebbe tornato prima o poi. Anzi presto. Presto e ricco. (Intanto il parroco tardava a rispondere. Non perdiamo la speranza, si diceva lui, ci vuole tempo per certe cose).
Prendeva la bibbia in spagnolo, l'unico libro di sua proprietà che aveva portato dall'Italia e ne rileggeva dei brani, come aveva fatto sulla nave per darsi i primi rudimenti della lingua. La cacciata dal paradiso terrestre era uno dei suoi preferiti, gli rinforzava l'animo e gli riportava all'attenzione i motivi per cui era qui. Erano salmi che aveva letto molto anche in italiano e gli erano stati di grande aiuto per imparare le lingue. Usava la bibbia come una stele di rosetta, l'aveva fatto prima di andare a Lione dal cugino di suo padre, sebbene gli avesse dato una visione piuttosto arcaica del francese, che peraltro già era arcaico di suo. Questo non era importante, Nonugo non era uno che desse troppo peso ai particolari. E poi aveva notato che certe parole desuete provocavano benevolenza negli interlocutori adulti e sorrisi nelle ragazze, quindi tanto meglio.

 
 
 

Fotoromanzo - Backstage e contenuti speciali

Post n°473 pubblicato il 23 Luglio 2011 da LaDonnaCamel
 

Avvertenza: questo post è autoreferenziale. Se non hai letto le puntate precedenti peggio per te.

 

Oggi sono saltata in groppa alla mia solitudine. Andiamo a farci un giro sulla Martesana? le ho sussurrato tra le orecchie.
La casa era vuota, era l'una e mezza e nessuno mi aveva detto se veniva a mangiare. Nessuno mi aveva detto nemmeno che non veniva a mangiare, stavo nella terra di nessuno.
Dai, mi ha fatto lei scrollandomi giù, andiamoci con la bici invece.
Eh, ho argomentato io, così come al solito mi tocca pedalare a me.
Facciamo un po' per uno?
Ma quando mai.
Lei ha girato gli occhi da una parte e ha mosso un baffetto, fa così quando le scappa da ridere, la conosco.
Va bene. Ho accettato. Dopotutto potrebbe staccarmi la testa con un morso in qualsiasi momento.
Mentre pedalavo mi è venuto in mente che non avevo raccontato niente dei guai che mi erano successi l'ultima volta.
Hai voluto fare il finalone a effetto, mi fa lei, e adesso ti lamenti.
Dai sempre la colpa a me.
È perché non ascolti i consigli.
Son stata zitta, era inutile ricordarle che di consigli non me ne aveva dati affatto e avevo dovuto cavarmela da sola. Per modo di dire. (*)


La missione era partita male dall'inizio, forse perché ero uscita di casa più presto delle altre volte, certi rituali vanno rispettati nei minimi particolari. Appena avevo imboccato la ciclabile vicino al naviglio mi era saltato via un pedale. Di fronte a me arrivava una piccola comitiva di adulti e bambini, son riuscita in qualche modo a frenare e a mettere giù i piedi senza travolgerne nessuno. Questa cosa non mi era mai successa. Son tornata indietro a prendere il mio pedale e ho visto che si era svitato, ci voleva qualche attrezzo che, ovviamente, non avevo. C'era anche un tappo incastrato a nascondere la vite, o il bullone, si vedeva dall'altra parte la filettatura, in modo che non potessi nemmeno indovinare la forma dell'attrezzo che, eventualmente, mi serviva.
Spingendo la bici a mano - non sapevo se sarei stata capace di pedalare con un piede solo - sono uscita dalla ciclabile. Pensavo di andare dal benzinaio che c'è lì vicino o, in subordine, al supermercato a comprarmi almeno un cacciavite per estrarre il tappo e vedere che altra chiave o brugola o cosa.
Cammina cammina, certo che è molto comodo spingere una bici senza pedale che ti intralcia contro le caviglie, sono arrivata al distributore. Era chiuso. Però c'era un gruppo di persone che parlavano e scherzavano tra loro.
Deve far benzina? mi ha chiesto uno ridendo.
Eh, mi piacerebbe, avessi ancora la macchina. Gli ho mostrato il pedale, che avevo messo nel cestino davanti. Mi sono venuti tutti intorno, come succede in questi casi, e ciascuno aveva un buon consiglio da darmi. Era capitato anche a loro, molte volte, una signora era addirittura caduta.
Vediamo qua, ha detto quello che mi voleva fare il pieno. Gli ho porto il pedale, lui l'ha guardato e ha tirato fuori dalla tasca una chiave. Non era una brugola, era chiave del gabbiotto del distributore.
Sono salva, ho pensato.
Difatti con un cacciavite ha tolto il tappo e poi con una chiave da dieci o da dodici, non so, mi ha riavvitato il pedale. Mi ha anche limato un po' il filetto che si era danneggiato e non prendeva più bene, il tutto tra gli applausi dei presenti e i miei più sentiti ringraziamenti.
Son ripartita circospetta, per via del filetto, ripromettendomi di farla vedere dal mio biciclettaio non appena possibile. Poi non l'ho fatto, ovvio. Però sto molto attenta e vado pianissimo dove è sconnesso. Per precauzione mi sono messa in borsetta il mio coltello da marinaio, così almeno il tappo lo posso levare io.
Con questa storia del pedale mi sono bruciata tutto l'anticipo e sono arrivata vicino al punto ics più o meno alla stessa ora delle altre volte. Mancava ancora una manciata di pedalate quando sento un guarda là che mi mette all'erta. Erano un padre e un figlio che mi venivano incontro. Guardo subito là anche io e vedo quella bellissima nutria che nuota in mezzo al canale. Butto la bici sul prato e mi precipito, tutta emozionata.
Le prime foto vengono uno schifo, e meno male che quella andava avanti e indietro pavoneggiandosi altrimenti non avrei portato a casa un bel niente.

Ero emozionata, mi tremava la mano, scattavo prima che fosse a fuoco, scattavo prima di inquadrare, mi fotografavo i piedi, il parapetto, il prato, il cielo.
Calma e sangue freddo.
Ho preso un bel respiro.
Ho inquadrato.
Ho aspettato il bip che con tutta quella luce non si vede niente sul display e bisogna andare a orecchio.
Ho scattato. Almeno una è andata.
Poi ho provato con lo zoom, ma non c'è verso di mettere a fuoco. Sì, sì, avevo detto che avrei preso la macchina vera. L'ho detto? Però la sim era rimasta nel computer di qualcuno e senza memoria potevo contare su quattro foto. Che me ne faccio di quattro foto? Per tirarne fuori una passabile ne devo fare almeno duecento, hai mai provato a mettere in mano una macchina fotografica a una scimmietta?
Intanto la nutria faceva esercizi da circo a mio beneficio: si tuffava con una capriola e poi riemergeva poco più avanti, piluccava le alghe sul fondo, mi veniva incontro muovendo le orecchie. Io la seguivo sul diplay e ogni tanto riuscivo anche a prenderla nella foto, un godimento.
Poi a un certo punto si è stufata e si è arrampicata sulla riva, dall'altra parte, sparendo nelle frasche.
Bè, comunque grazie. Adesso vado al posto dell'altra volta, chissà se è la stessa o un'altra.
Inforco la bici e passo sotto il ponte. Il posto preciso l'ho localizzato oggi, è dove la via Ponte nuovo incontra la Martesana, se vai su google map lo vedi, ci sono anche le foto. La nutria vecchia, la "mia" nutria l'ho vista dopo il ponte, verso Crescenzago, quella nuova invece poco prima del ponte, nell'ultima parte del parco.
E difatti era proprio lì che mi aspettava, la "mia" nutria. Non poteva essere la stessa, con la bici avevo fatto presto. E poi, per non smentirsi, appena mi ha vista è scappata dentro la tana: era lei, era lei! Bastarda.
Quindi adesso devo fare una confessione: quella della foto era una nutria altrui. Mi perdoni?

Del resto oggi ho potuto appurare che di nutrie ce ne sono parecchie. Ne ho vista una piccolina, una cucciola. Le ho fatto anche un filmino: una scena molto intensa, da National Geographic. Lei era li che mangiucchiava erbe per conto suo sull'angolino di un'isola galleggiante e una paperetta l'ha aggredita a beccate e l'ha fatta scappare, chi è la stronza, eh? Ho filmato tutto e te lo farei anche vedere ma purtroppo su Libero viene fuori un messaggio, tipo il servizio è momentaneamente non disponibile, ti risulta? E poi non è che si veda benissimo. Sentire si sente ma mi sembra un po' troppo poco.
Invece oggi ho fatto la foto al baretto, questa è per Simurgh che mi ha tolto il saluto dopo che ha visto quella dell'altra volta. Eccomi pronta per tornare, e non dire che sono una che non fa quello che promette.


Il baretto e gli occhiali neri

Forse stavolta è davvero il finale. Ho detto tutto e non so se ci sarà spazio per un sequel.
Però, chi lo sa. Mai dire nutria se non ce l'hai nel sacco.


(*)il prologo invece è dedicato a Guido Catalano, da cui ho plagiato la tigre. Ciao Guido, spero che non ti scocci la citazione, lo sai che le tue poesie mi piacciono molto e ho comprato anche i tuoi libri.

 
 
 

Tigri

Post n°472 pubblicato il 21 Luglio 2011 da LaDonnaCamel
 

Ciao Guido, è un po' che non ti bloggo.
Come mai?
Eh, così, succede.
Peccato.
Oggi ti bloggo
Vedo.
Mi ha dato un pugno nello stomaco.
Chi, io?
Sì, tu.
Mi sa che devo andare.
Allora ciao.
ciao.

"la mia solitudine
è una tigre ammaestrata
siamo amici fin da piccini
ci vogliamo bene
giochiamo come bambini
può staccarmi la testa con un morso
in qualsiasi momento"

da Cose di notte, Giudo Catalano, http://www.guidocatalano.it/ mettilo nei feed, bloggalo, cercalo su iutub o meglio ancora vallo a sentire dal vivo, vale la pena.

 

 
 
 

L'omino ragno

Post n°471 pubblicato il 19 Luglio 2011 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Cercherò di dire due paroline anche io sull'omino ragno de noialtri.
Per chi si fosse collegato solo ora dopo un viaggio su marte, ricorderò che Spidertruman è un tizio che dice di aver lavorato per molti anni come galoppino di un qualche parlamentare non meglio definito ma un brutto giorno è stato licenziato e per vendicarsi ha deciso di raccontare tutte le nefandezze segrete della casta in una pagina di facebook. Fino a qui non ci sarebbe niente di nuovo, e soprattutto non sono nuove le rivelazioni che sono state divulgate fino a oggi.
Il fenomeno che mi interessa in questa storia è ruolo dei media tradizionali che, secondo me, è stato il vero e unico "segreto" nel far decollare in modo esponenziale i seguaci dell'ultimo (in ordine di tempo) giustiziere che stamattina, dopo solo tre giorni dall'apertura (da sabato 16 luglio) ha più di trecentomila iscritti alla sua pagina di facebook.
Non voglio mettere su a mia volta una tesi gomblottistica, ci mancherebbe altro, però mi stupisce il fatto che di denunce più o meno anonime di malaffare in giro per la rete se ne possono trovare a migliaia, alcune pure molto meglio argomentate, ma non succede tanto spesso che vengano riprese dalle agenzie, e di conseguenza da tutti i giornali on line, con tanta insistenza.
Adesso son tutti lì a analizzare gli istinti forcaioli delle masse, e si vede che sono proprio tutti arrabbiati, e il popolo della rete che potenza, e in che mondo viviamo signora mia. Ma come ci sono arrivati tutti quanti, me compresa, su quella pagina e poi sul relativo blog che il delatore anonimo s'è premurato di aprire velocemente, con tanto di pubblicità ADsense che magari qualche spicciolo per coprire le spese delle fotocopie può fare comodo (dicono che abbia picchi di ventimila accessi ogni ora, mica bruscoli).
Non mi dite che all'Ansa son tutti lì a scandagliare le pagine di facebook per trovare uno strano caso di rapida popolarità, con i casini  della borsa che va a culo e la manovra finanziaria e gli scandali dell'editoria e quello che volete, vabbè che di solito d'estate c'è fame di notizie, ma quest'anno mi pare che di carne al fuoco ce ne sia abbasta. Certo che se in "ogni" home page di "ogni" quotidiano on line la seconda notizia, aggiornata di ora in ora, è il numero di like che questo signore riesce a raccattare, ci credo che una visitina vien voglia di fargliela. Pure io, lo confesso, l'occhio ce l'ho buttato, perché sono curiosa dei meccanismi di propagazione delle notizie, voglio sempre sapere come funziona e cosa c'è sotto, mi serve professionalmente ma è anche gratuito amore per la verità.
Capissi come ha fatto, così presto e bene... ;)

 
 
 

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