Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Dicembre 2011

L'anno della nutria

Post n°537 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da LaDonnaCamel
 

Una giornata così bella, con un cielo così azzurro, non si può mandare sprecata, ho pensato stamattina guardando il francobollo dalla mia finestra. Ho tirato fuori la bici dal telo di protezione invernale e sono partita. Che poi parlare di inverno sembra eccessivo a guardare i colori, sembra fino impossibile, sembra di non essere a Milano.
La Martesana è decisamente poco affollata in questo sabato dell'ultimo dell'anno. Alla fine ho tirato tardi come al mio solito e sono uscita alle due e mezza. Il cielo è ancora bello ma le ombre sono lunghe, è una strana impressione. Questo 2011 è stato l'anno della nutria, mi piacerebbe chiudere il bellezza con qualche nuovo incontro e difatti, molto prima di arrivare al solito posto, ne avvisto due che nuotano in mezzo al canale.
Butto giù la bici e corro!

 

Martesana



Mi avvicino all'argine e succede una cosa straordinaria, mai vista prima: le nutrie mi vengono incontro. Io scatto foto a raffica e loro si fanno sotto, fanno un versetto strano, una via di mezzo tra un mugolio e pigolio. È una mamma con due piccoli, non hanno nessuna paura di me, toccano quasi la riva dalla mia parte e poi riprendono il largo. Han già capito che non ho niente. Si vede che si sono abituate a prendere il cibo dagli umani, averlo saputo avrei portato un po' di pane. Quando l'ho fatto quest'estate sembrava non lo volessero, ma d'inverno dev'essere grama.


nutrie



Com'è tutto diverso da quest'estate. Niente foglie, solo rami intricati. Il verde ha lasciato il posto al giallo e al marrone, sono più colori autunnali ma quest'anno va così, non è il primo inverno senza neve e quando verrà saremo qui a documentare. Porterò il pane, se dovesse nevicare. Il bello è l'azzurro del cielo che si specchia nell'acqua. Queste cose d'estate non si vedono, non si riesce nemmeno a tenere gli occhi aperti d'estate e invece adesso si vede tutto, i cespugli sono trasparenti e si vede dietro.


nutrie



I rami sono bianchi, un po' è l'effetto del sole ma forse è proprio il legno di quel colore.
Questa foto è venuta proprio suggestiva, non smetto di scattare anche se, già lo so, l'impazienza me ne farà sbagliare parecchie.


nutrie

 

Ne ho tirate fuori una dozzina mica male, se vuoi le puoi vedere qui in sequenza

Giro la bici e torno a casa.
Buon anno, amico. Che il 2012 sia per te pieno di desideri avverati.

 
 
 

Promemoria dei libri che ho preso in mano quest'anno

Post n°536 pubblicato il 30 Dicembre 2011 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

È una lista imperfetta, alcuni li ho proprio letti dal principio alla fine, altri solo incominciati, assaggiati, sbocconcellati, consultati, oppure riletti. Perché sì, ho anche questo viziaccio di rileggere cose vecchie, più volte, col poco tempo che già c'è per quelle nuove. Embé?
Mancano quelli che mi sono dimenticata.

  1. Sotto anestesia    M.B.    Bianchi
  2. La parole che cambiano tutto    S.    Bissoli
  3. Evaristo Carriego    J. L.    Borges
  4. L'Aleph    J. L.    Borges
  5. Lezioni americane    I.    Calvino
  6. Le parole per dirlo    M.    Cardinal
  7. Tutti i racconti    R.    Carver
  8. Racconti    A.P.    Čechov
  9. Un oscuro scrutare    P.K.    Dick
  10. Il giocatore    F.    Dostoevskij
  11. Per legge superiore    G.    Fontana
  12. La velocità del buio    G.    Fontana
  13. A che punto è la notte        Fruttero & Lucentini
  14. Tutto per una ragazza    N.    Hornby
  15. L'uomo a due dimensioni    A.    Lavazza
  16. Memorie di un artista della delusione    J.    Lethem
  17. Come diventare se stessi    D.    Lipsky
  18. Centuria    G.    Manganelli
  19. Rosso Floyd    M.    Mari
  20. Questo bacio vada al mondo intero    C.    McCann
  21. I piccoli maestri    L.    Meneghello
  22. Il male naturale    G.    Mozzi
  23. Fiction    G.    Mozzi
  24. In fuga    A.     Munro
  25. Il sogno di mia madre    A.     Munro
  26. Nel territorio del diavolo    F.    O'Connor
  27. Vite di uomini non illustri    G.    Pontiggia
  28. Franny e Zoe    J.D.    Salinger
  29. Il fidanzamento del signor Hire    G.    Simenon
  30. La fuga del signor Monde    G.    Simenon
  31. Colpo di luna    G.    Simenon
  32. Il ranch della giumenta perduta    G.    Simenon
  33. La camera azzurra    G.    Simenon
  34. Olive Kitteridge    E.    Strout
  35. Una banda di idioti    J. K.    Toole
  36. L'amico ritrovato    F.    Uhlman
  37. Un luogo incerto    F.    Vargas
  38. Il sogno di Celta    M.    Vargas Llosa
  39. Avventure della ragazza cattiva    M.    Vargas Llosa
  40. Il caporale Lituma sulle Ande    M.    Vargas Llosa
  41. Lettere a un aspirante romanziere    M.    Vargas Llosa
  42. Pantaleon e le visitatrici     M.    Vargas Llosa
  43. Nuovi racconti italiani    AA    VV
  44. La signora Dalloway    V.    Woolf

 

[edit] a grande richiesta una piccola nota su quelli chi mi sono piaciuti di più, o che mi hanno lasciato qualcosa, o che consiglio vivamente.

1 - il primo posto come libro dell'anno lo devo dare a Colum McCann con Questo bacio vada al mondo intero. Ho scritto altrove che avrei tagliato via un paio di centinaia di pagine, è vero: troppa grazia santantonio. Però rimane un romanzo straordinario che si erge sopra tutti gli altri letti o annusati negli ultimi tempi per l'intensità e l'originalità e la scrittura.

2 - Olive Kitteridge mi è piaciuto moltissimo soprattutto per la struttura, dev'essere una nuova tendenza quella di contaminare il romanzo con la forma del racconto o viceversa, l'ha fatto anche (e forse meglio) quello che ho messo al numero uno. Sarà anche questione di gusti, io ci ho un debole per i racconti ma gli editori li odiano, vai a sapere perché.

3 - I piccoli maestri è un libro vecchiotto ma Meneghello non puoi perdertelo. Se non l'hai fatto, leggiti anche Libera nos a malo ma non prenderlo in biblioteca, è uno di quelli da tenere nello scaffale, che ti potrebbe venire voglia di rileggerlo.

Menzione speciale a Per legge superiore di Giorgio Fontana. Mi trattengo un po' perché Giorgio è un amico, anche se non ho nessun conflitto di interesse, lo giuro! Il romanzo sta andando forte e se lo merita. È piaciuto anche a mia mamma, per dire. Scrittura asciutta, mai compiaciuta, una bella storia veloce e tanta, tanta Milano. Poi i Sellerio io adoro anche solo tenerli in mano.

 
 
 

Corri uomo corri

Post n°535 pubblicato il 29 Dicembre 2011 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Quando ero piccola ero innamorata di Tomas Milian. Bada che ero piccola molti anni fa, prima che il bel cubano diventasse monnezza, sob.
Comunque tutto questo non c'entra. Solo il titolo di un film del sessantotto, corri uomo corri, che mi è venuto in mente come un corto circuito mentale dopo che l'occhio m'era caduto su  un blog del corriere  dove si diceva pressappoco che correre aumenta le prestazioni sessuali meglio del viagra:

"Un articolo apparso ieri sul sito Action Magazine rivela che, in base ad uno studio condotto su 2000 runners dall’organizzazione Sue Ryder Care, il 3% di essi fa sesso almeno due volte al giorno, il 10% almeno una volta al giorno, mentre i sedentari non vanno oltre una volta al mese.
Un altro studio in materia eseguito all’università di Harvard segnala che le performances sessuali dei runners compresi in età fra i 40 ed i 60 anni non hanno niente da invidiare a quelle di un giovane di venti anni."

Adesso ho capito cosa spinge tutti quei signori che vedo, anche di notte, sbanfare lungo la ciclovia della Martesana.

(E domani guarderò le chiavi.)

 
 
 

Se cinque punti possono bastare

Post n°534 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da LaDonnaCamel
 
Tag: Liste
Foto di LaDonnaCamel

È tradizione che nell'imminenza di capodanno si compilino liste di buoni propositi, di solito comprendono cose come dimagrire qualche chilo, fare ginnastica, smettere di fumare. Io non ci provo neanche. Potrebbero anche essere liste di cose da non fare, tipo prometto che non picchierò più i miei bambini e la mia vecchia madre. Non io: ho intenzione di picchiarli ancora almeno per una annata, poi vediamo.
E però una lista la vorrei fare. Poi la lascerò a casa, come faccio da sempre quando vado al supermercato, così posso controllare cosa mi sono dimenticata di comprare.

1 - Elogiare la lentezza. Starmene minuti senza fare nulla. Pensare. Lasciar correre. Fregarmene. Stare ferma immobile. Andare adagio. Non fare piani o progetti, e se li dovessi fare, non rispettarli. Arrivare in ritardo agli appuntamenti, anche solo di un minuto. Non fare promesse e, se le dovessi fare, non mantenerle. Leggere la stessa frase tante volte, rileggere lo stesso libro, riscrivere lo stesso pezzo. Tornare indietro per andare avanti. Non fare liste di propositi e soprattutto, non fare liste e, se le dovessi fare, non scriverle sul blog e se dovessi scriverle sul blog, fregarmene se avevo detto o scritto di non farlo.

2 - Guardare. Da vicino, da lontano. Guardare dentro, in fondo in fondo. Guardare fuori. Guardare attraverso. Guardare con gli occhiali e senza occhiali. Guardare e vedere. Guardare e ricordare. Guardare e poi dimenticare una volta per tutte. Guardare il dito invece della luna. Guardare l'unghia invece del dito. Guardare la pellicina invece dell'unghia. Guardare il francobollo di cielo dalla finestra dello studio anche quando non è azzurro ma grigio di nebbia sporca.

3 - Ascoltare. Senza parlare. Ascoltare fino in fondo. Ascoltare senza andare avanti veloce, senza trarre conclusioni, senza creare relazioni di causa effetto, senza cercare la morale della favola. Ascoltare e sentire. Ascoltare la musica e le parole. Ascoltare il silenzio. Ascoltare il rumore e distinguere le voci. Riconoscere il merlo sull'albero qui davanti dal martello pneumatico del vicino che sta ristrutturando casa il 28 dicembre. Riconoscere i passi delle persone che amo anche se camminano in punta di piedi con le pantofole di pezza.

4 -  Mollare, lasciare. Aprire le mani solo per accarezzare. Toccare, sfiorare e poi lasciar andare. Senza misurare, o contare o confrontare. Senza cercare di indovinare e se dovessi indovinare, senza darlo a vedere. Ma soprattutto non trattenere, che non vuol dire non desiderare. Desiderare, sempre, accaparrare, mai.

5 - Non stirare. Ma questo già lo faccio.

 
 
 

L'algoritmo del paté reloaded

Post n°533 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Questo è un repost. Ormai sono passati molti anni dalla prima volta ma mi piace farlo ancora allo stesso modo: viene sempre diverso, forse pure meglio o forse invece è sempre uguale, è difficile dirlo. Non lo faccio solo a Natale, qui ne andiamo tutti ghiotti, ma a Natale non posso farne a meno, tutti se lo aspettano e io non li deluderei mai.
Il pane, ognuno ci mette sotto quello che preferisce.

L'algoritmo del paté è una metafora: per forza: il paté è un'arte, non una scienza esatta. Impossibile riprodurre il rapporto stechiometrico degli elementi, nemmeno con la bilancia atomica. Nemmeno controllando temperatura-pressione-umidità relativa. La materia culinaria proviene dalla vita, proprio come la materia narrativa. Una vita un po' meno consapevole, quella delle galline che generosamente hanno donato il proprio fegato per il compimento della sublime miscela. Ma non è detto.
Il risultato è sempre maggiore della somma delle sue parti ma l'ingrediente fondamentale è l'amore. L'amore che bisogna mettere in tutte le cose per la migliore riuscita, se no la maionese impazzisce, la torta non lievita, il racconto non convince.
Se vuoi cimentarti in questo esercizio di stile, procurati 200/300 grammi di fegatini di pollo, mondati dalle loro amare pellicine, e 100 grammi di fegato di vitello.
Un bagnetto nel latte li renderà più soavi, ma se preferisci le sensazioni forti lasciali così, nature. Una grossa cipolla verrà tagliuzzata e adagiata in una padella larga e accogliente, una foglia d'alloro e un rametto di salvia le faranno buona compagnia, ma solo durante la cottura, perché l'intensità di certi sapori deve essere ambigua come un secondo piano di lettura. Una generosa fetta di burro servirà ad appassire questi vegetali, finché non siano degni di accogliere i fegati, scolati e tagliati a pezzetti. Il fuoco sia dolce e il cucchiaio di legno.
È cotto? Allora aggiungi il sale e butta tutto nel robot.
Ma non è ancora finita: bisogna metterci il prosciutto cotto, che potrebbe essere cento grammi, e la besciamella. Per la prima esperienza ti concedo quella industriale, che si munge dal parallelepipedo di cartone, ma in seguito, quando non ti accontenterai delle frasi fatte, sono certa che interverrai anche in questa fase del processo per controllarne ogni minimo particolare. Quanta? poca: due, tre cucchiaiate. Come certe descrizioni paesaggistiche, serve per legare, ma diminuisce il sapore.
E poi il burro crudo. Tanto, tanto burro. Il burro è il sistema portante del patè, la sua struttura. Non essere tirchio: almeno 200 grammi.
E ora gira, macchinetta. Trita, mescola, monta.
Ho detto tutto? No, manca ancora un particolare: è solo in questo finale, decisivo momento, che io aggiungo un bicchierino di cognac. Mi piace farlo mentre il magma vitale si contorce e la metamorfosi si compie. Il liquido dorato viene inghiottito, esalando sospiri inebrianti e spiritati.
Non assaggiarlo ora, golosone: il patè deve essere freddo, altrimenti certi sapori prevaricheranno gli altri e ti sembrerà di avere sbagliato tutto.
Lascia invece che la tua opera viva di vita propria. Ciò che è stato è stato. La ricerca della perfezione verrà nella reiterazione dei gesti iniziatici, i particolari verranno resi sublimi con la ripetizione rituale della formula, quando non avrai più bisogno di consultare gli appunti ma l'avrai fatta tua.
Per sempre

 
 
 

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