Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Febbraio 2012

Scrivere 1/n la punteggiatura

Post n°567 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

Tanto per dire che non c'è un modo giusto o sbagliato di usare la punteggiatura, che è una scelta che va un po' a gusto e un po' a seconda della necessità espressiva, voglio mettere a confronto due libri molto diversi tra loro, più o meno famosi per aver avuto successo di pubblico e aver vinto qualche premio - non sono stranezze da specialisti o mattoni impossibili come l'Ulisse di Joyce che ci vuole un altro libro solo per spiegarti come leggerlo, sono libri che hanno messo d'accordo critici e lettori.

Nell'angolo di sinistra abbiamo Il male oscuro di Giuseppe Berto, uscito nel 1964 ha preso il Campiello e il Viareggio in un colpo solo e si batte per l'abolizione della punteggiatura (vedi anche)

A destra è pronto a difendere i colori dei punti e delle virgole La strada di Cormac McCarthy uscito nel 2007 ha vinto il Pulizer e ha venduto un milione di copie negli USA prima ancora di essere tradotto in Italia. (vedi anche)

Che questi due romanzi usino la punteggiatura in modo piuttosto estremo  lo si suppone anche guardandoli da lontano:


libri


Nel Male oscuro ho contato dei paragrafi lunghi 22 pagine e mezza. Vale a dire che ci sono più di 22 pagine filate senza un punto. E pure le virgole scarseggiano. Non si tratta di un flusso di coscienza, di prosa sperimentale, di stranezza gratuita: è scritto così e fluisce via bene senza intoppi, senti come suona bene. Il paragrafo qui sotto comincia a pagina 274 e finirà pagina 299, ma io ne riporto solo l'inizio:

Comunque è un periodo abbastanza travagliato e confuso questo attraverso il quale sto passando, per la continua messa a fuoco della malattia e per il conseguente cambiamento di medico, e in verità ha un valore psicologico più grande di quanto non si creda il fatto di trasferire la fiducia da un medico che non la merita più ad un altro che ancora non ha dimostrato di non meritarla, sicché l'avvicinamento di un nuovo medico si voglia o no porta sempre qualche beneficio ossia un paio di giorni se non più in cui io penso che tra non molto attaccherò il quarto capitolo che frattanto matura in me, e poi sento che le cose belle del mondo mi arrivano con la loro forza vivificante siano esse tramonti o vento caldo e nuvoloso d'inverno quando giunge lo scirocco, o ragazze specie in primavera, o verde della campagna quando il sole è basso, o anche piazza Navona e il panorama dal Pincio della città eterna (...)

7 virgole per 162 parole, una virgola ogni 23 parole di media che a occhio mi sembrano pochissime eppure si legge che è un piacere, non ci sono ambiguità, non è difficile da capire e non suona nemmeno strano, è molto parlato, naturale e a me piace molto.

Nella Strada al contrario la frase più lunga non arriva a dieci parole, la pagina è frastagliata come un fiordo norvegese, i dialoghi non hanno virgolette e non è specificato chi sta parlando ma si va a capo e si capisce dal contesto, non è poesia ma mozza il fiato anche se non succede mai quasi niente:

In cima alla collina si voltò a studiare la città. La notte stava scendo in fretta. La notte e il freddo. Sistemò due giacche sulle spalle del bambino che scomparve completamente, parka compreso.
Papà, ho tanta fame.
Lo so.
Riusciremo a ritrovare la nostra roba?
Sì. So dove l'abbiamo lasciata.
E se la trova qualcun altro?
Non la troveranno.
Speriamo.
Non la troveranno. Forza.
Cos'è stato?
io non ho sentito niente.
Ascolta.
Non sento niente.
Rimasero in ascolto. Poi l'uomo sentì un cane abbaiare in lontananza. Si voltò verso la città sempre più buia.
È un cane, disse.
Un cane?
Sì.
E da dove è uscito?
Non lo so.
Non è che lo ammazziamo, vero, papà?
No. Non lo ammazziamo.
Abbassò gli occhi sul bambino. Tremante sotto le giacche. Si chinò e gli diede un bacio sulla fronte incrostata.
Non gli faremo niente, disse. Te lo prometto.


Se ho contato giusto abbiamo 147 parole, 28 punti,  6 virgole, 6 punti interrogativi: un segno di punteggiatura ogni tre parole e mezza circa. Mette angoscia e questo è proprio lo scopo che si prefigge: funziona, altro che se funziona.

Chi ha vinto?
Tutti e due hanno vinto, successo pieno di critica e pubblico.
Ho preso due casi estremi perché saltasse all'occhio l'evidenza, di solito non è così e però la punteggiatura ti può essere utile per cambiare il ritmo quando ti serve, per aiutare il testo a suscitare un certo tipo di emozione piuttosto che un altro, lo scopo è sempre quello: tenere il lettore lì inchiodato e portartelo a spasso dove vuoi tu.

 

 
 
 

Altri l'han detto meglio di me

Post n°566 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

Visto che siamo in ballo con la teoria - o la tecnica, fai tu, metto giù una listarella commentata di cose che ho letto negli anni che c'entrano in qualche modo con la scrittura.
Ci sono chissà quanti libri, saggi, manuali e siti altrettanto interessanti e pure meglio - anzi, se hai qualche titolo da aggiungere celo manca dillo nei commenti che poi lo tiro su nel post; io ci metto solo quelli che mi sono piaciuti, che mi hanno lasciato qualcosa o che mi hanno divertita, nessuna pretesa di completezza.

Fruttero e Lucentini
I ferri del mestiere
Einaudi

C'è dentro un po' di tutto, come spesso succede nelle raccolte "a posteriori" di saggi e articoli pubblicati in giro. Gli errori più comuni dei principianti, gli albori della fantascienza in Italia, aneddoti e storielle editoriali, idee, esercizi svolti. Questo è un libro divertente anche se non ti interessa imparare a scrivere, ma lo sanno tutti che ho un debole per F&L, anzi li adoro.

Raymond Carver
Il mestiere di scrivere
Einaudi
Sile Libero
"Ma uno scrittore che ha una maniera particolare di guardare le cose e riesce a dare espressione artistica alla sua maniera di guardare le cose, è uno scrittore che durerà per un pezzo."
Di Carver ho letto questi saggi ancora prima dei racconti e delle poesie, e ho detto tutto.

Anton Čechov
Senza trama e senza finale
Minimum fax

Stavolta non solo ho messo la acca al posto giusto, ma pure il cappellino sulla Č ;)
Questo tienilo in tasca quando vai a spasso o a far la spesa, una commissione, alla posta: ci sono dentro 99 consigli, capitoletti di due o tre righe. Quando il semaforo è rosso, se ci sono due persone alla cassa o devi aspettare, ma poco, hai tempo di leggerne uno e poi di pensarci su per il resto del pomeriggio.

Flannery o'Connor
Nel territorio del diavolo
Minimum fax

Del mistero di scrivere ti avevo già detto non molto tempo fa ma in una lista come questa non può mancare.

Giulio Mozzi
(non) un corso di scrittura e narrazione
Terre di mezzo

Questo è il più tecnico e l'ultimo che ho letto. C'è anche la versione in pdf scaricabile gratuitamente qui, è un po' diversa ma c'è tutto. Di Mozzi c'è anche una serie di videolezioni che si possono guardare qui.

EDIT:

Vincenzo Cerami
Consigli a un giovane scrittore
Einaudi Sile Libero

Un classico manuale che non dà niente per risaputo, parte da zero e te la spiega tutta. Si spinge anche verso altre forme narrative limitrofe come la sceneggiatura per il cinema.

Italo Calvino
Sei lezioni americane
Mondadori Oscar
Non so più dove l'ho messo, appena lo trovo aggiungo una citazione che amo molto su Perseo e lo specchio per guardare la medusa che (per me) è moltro significativa sul rapporto tra realtà e scrittura.

Mario Vargas LLosa
Lettere a un aspirante romanziere
Einaudi Stile Libero

Se ci metto Cerami ci devo anche mettere il Marietto mio: questo libro non è fulminante, però se la lista si allarga un posticino glielo trovo.

 

 
 
 

Scrivere 0/n

Post n°565 pubblicato il 26 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Con questo post inauguro una telenovela a puntate sulla teoria dello scrivere. Non prendere queste note come un dettato di regole, non vorrei metterle giù con questo spirito: io credo che le regole della scrittura vengano fuori a posteriori dai testi e non il contrario. Cosa sto cercando di dirmi? A culo le regole? Sì. No. Quello che vorrei fare è analizzare come e perché una certa scelta sintattica o grammaticale o strutturale o quello che vuoi funziona in un certo contesto meglio di un'altra, se riesce a veicolare quello che l'autore vuole trasmettere in un certo momento storico e se questo può essere efficace anche in altri ambiti e in altri momenti.
La lingua cambia, quello che valeva ai tempi del Manzoni non vale più adesso, non perché sia sbagliato ma perché nel frattempo qualcuno ha trovato modi diversi per dirlo, modi più vicini al sentire contemporaneo - dove contemporaneo può significare molte cose. (Per esempio: il punto e virgola è sparito dalla circolazione a tal punto che riesce a dare a un testo una connotazione accademica, tecnica o bizzarra e pure i due punti devono stare in campana: attenzione...)
Anche le correnti letterarie, i generi, gli stili, sono definiti a posteriori: Carver non sapeva di essere minimalista fino a che non gli è stato detto - e la cosa lo ha fatto abbastanza incazzare, non ne voleva sapere lui di essere etichettato, manco se l'etichetta era applicata a lui prima di chiunque altro e anzi era stata creata apposta.

Comincio dalla punteggiatura, un argomento a caso ;) perché si presta abbastanza a dimostrare come nello stesso testo possano essere corrette diverse scelte: fino a un certo punto si tratta di gusti, un poco più oltre di ritmo, di capacità evocativa, fino ad arrivare al ribaltamento del senso.
L'unica convenzione che ci diamo, più o meno dappertutto, è questa: lo spazio segue il segno di punteggiatura e non lo precede mai. Questa è una convenzione e non una regola, e va usata, soprattutto nel web, perché il browser possa interpretare correttamente i simboli che inseriamo. Se metti lo spazio dopo ,la virgola si attacca alla parola successiva e potrebbe succedere che andando a capo diventi il primo carattere di una riga
,si è mai visto qualcosa di simile? Se non metti lo spazio il browser interpreterà le due parole più la virgola come una parola sola e se le trova alla fine di una riga dovrà mandare a capo tutto il blocco. Con il punto questo diventa catastrofico: bleah.

Oh, chissene frega, si capisce lo stesso dirai tu.
Ma vaffanculo, dirò io: se tu non hai voglia di mettere cura e attenzione in quello che scrivi, perché mai devo dedicarti la mia, di attenzione e cura, per leggerti? Quando inviti a cena qualcuno gli apparecchi la tavola con la tovaglia, i piatti, i bicchieri, il coltello a destra e la forchetta a sinistra oppure metti in mezzo la pentola e tutti si servano con le mani, che l'importante è quello che c'è dentro?
Oh, ma con te non ho confidenza, se vieni a cena a casa mia devo mettere su un po' di scenografia, mi dirai, mangiare con le mani dalla pentola non lo faccio, però per due fette di salame e un po' di vino in famiglia non metto giù tante storie.
Lo vedi che il contesto è importante?
In un giro veloce di mail con qualcuno in confidenza si può anche buttare giù qualche frase senza punteggiatura, senza maiuscole, senza niente altro che non sia pura informazione: il contesto è chiaro e quello che manca è sottinteso, si sa.
Ma se l'interlocutore è sconosciuto, oppure se il messaggio è formale, o se vuoi che venga preso sul serio è giusto prestare un po' di attenzione: una cosa bella è meglio di una brutta. Lapalisso? Sì, lapalisso o - più modernamente, marzullo.

Per oggi basta: se scrivo troppo ti annoi e io ci tengo che tu legga tutto.
Alla prossima.

Risorse:
Su google ci sono centosettantunomila risultati per la stringa "scrittura: la punteggiatura"
Li ho letti tutti (non è vero :) e ho scelto per te:
http://www.slideshare.net/Imparafacile/laboratorio-di-scrittura-la-punteggiatura
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=48
http://www.mestierediscrivere.com/index.php/articolo/punteggiatura

 

Edit: tiro su dai commenti:

La punteggiatura è un'arte, prima che una tecnica.

Non è solo un kit di bon ton linguistico, ma uno strumento essenziale per condurre il lettore lungo le anse e le circonvoluzioni del pensiero dello scrittore.

 
 
 

Finito l'eds!

Post n°564 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

Questa volta devo dire che tutti hanno dato il massimo, sarà che l'appoggio aiuta ma tutti i racconti mi sono piaciuti molto.

Hombre - Tutto quello che non sopporto

Che Sorrentino ti avesse colpito si era già supposto: hai saputo assorbirne l'insofferenza malevola, la precisione accanita, la cattiveria senza perdono.

"Non sopporto l’artefizio, la credibilità acquistata al mercato, la costruzione alterata di un rapporto, di un discorso, di una vita.

E non sopporto l’anima pura, il senza peccato, il fariseo per vocazione e il pentito per tornaconto. Non sopporto le prediche e non sopporto il pulpito."



Dario - Avanti

Hai scritto poco, ne avrei voluto di più, molto di più. Non conosco questo autore, dal pezzo che citi mi sembra tu abbia saputo riprenderne lo sgomento, l'incapacità di rientrare in una situazione normale. Già, cosa vuole dire poi, normale?

"Avanti, andare avanti doveva (avanti Franz, avanti). La pena è stata scontata, tutto è stato regolato (avanti Franz, avanti). Avanti sì, ma io non posso, non posso più."


Melusina - Una giornata qualunque

Non è facile rappresentare la pazzia in prima persona, si rischia subito di andare fuori dalle righe, nel grottesco o nello stereotipo. Tu hai fatto un buon lavoro, il testo funziona, resta in equilibrio come uno che cammina su un muro cosparso di cocci di bottiglia. E poi arriva il finale.

“Non posso riconoscere qualcosa che non conosco, le pare? – ho risposto, e lui allora è rimasto zitto e si è rimesso la fotografia in tasca. A quel punto ho chiesto di poter rientrare, perché non amo stare all’aperto.

“È vero, mi scusi. Dimenticavo che soffre di agorafobia”.
“Ne sono affetto, ma non ne soffro – ho voluto chiarire."


Lillina - Alter ego

Mi hai stupita due volte: una per la scelta del brano da citare, e due per come l'hai ben interpretato. Metterei solo un po' a posto le virgole - e questo è un appunto da maestrina che mi ti tocca fare per mantenere la mia fama di cagacazzi ;)

"Ho iniziato a pisciare sulla sua poltrona preferita. A fine giornata avevo marcato tutta la casa.I lampi di sfida nei suoi occhi trapassavano il corpo, ma non soffiò."



Mario - Aefula

Oh Mario, io non l'ho letto. Potrei anche non parlarne ma invece lo faccio, tanto peggio per te.


MaiMaturo - Quello che sono disposto a raccontarvi

Accidenti, non solo hai centrato in pieno la parlata, il tono, il modo e il contenuto, pure l'accento niuiorchese mi pare di sentire. Sono strabiliata dai progressi che hai fatto nella scrittura.

"Voglio dire, un dottore deve vestirsi da dottore. Non è che senza il camice diventa un amico cui raccontare tutta la mia vita schifa, i miei problemi e compagnia bella. Se volessi parlare con un amico, e giuro che non ne ho voglia, andrei dal barista dell’Harry’s Bar, in fondo alla strada. Lo conosco bene il barista. E’ fenomenale. Non fa domande, non risponde e penso che neppure ascolti. Però è simpatico: appena mi faranno uscire, andrò a farmi due risate con lui."


Singlemamma - La voce - the voice

Le donne delle volte sentono delle voci, vai a sapere quali sono quelle da ascoltare e quelle che bisogna far finta di non sentire.

"Stesa su un fianco, fissava le linee chiare che la luce dell’alba stampava sul muro di fronte, filtrando attraverso gli scuri."


Melusina - bis - Ed essi andarono

Hai scelto come incipit una citazione poco ambiziosa, del resto lo sappiamo che sei minimalista. Poi lo scrittore è uno molto figo e va detto che in questo libro ci sono un sacco di personaggi che alla fine muoiono tutti ;)

"Ed essi, i bloggers, andarono, copularono con vigore, si moltiplicarono e si mescolarono a quanti popolavano la Terra e furono la loro Coscienza.
E l’Amministratore Unico vide che ciò era bene e disse:"



La Donna Camèl - 4maggio

L'ultima chiuda la porta. Mi viene da piangere a vedere che nessuno dei miei commentatori ha letto questo libro, io ogni volta rido come se non le sapessi già tutte. Devo molto a Queneau, devo moltissimo a Sally Mara, il mio mito e il mio spirito guida, quello che sono stata un tempo e che avrei voluto rimanere per sempre. La differenza tra un personaggio e una persona vera sta tutta lì, che il personaggio resta ingenuo e nessuna malizia lo può inquinare, mentre la persona vera, purtroppo, no.

 
 
 

EDS incipit, o della citazione

Post n°563 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da LaDonnaCamel
 

Stasera a mezzanotte chiude l'eds partito qui

Se ha voglia scrivi ancora o se non l'hai fatto, scrivi ora!

Intanto ci sono:

Hombre - Tutto quello che non sopporto
Dario - Avanti
Melusina - Una giornata qualunque
Lillina - Alter ego
Mario - Aefula
MaiMaturo - Quello che sono disposto a raccontarvi
Singlemamma - La voce - the voice
Melusina - bis - Ed essi andarono
La Donna Camèl - 4maggio

 

 
 
 

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