Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Marzo 2012

Tra i francesi che s’incazzano e i giornali che svolazzano

Post n°577 pubblicato il 17 Marzo 2012 da LaDonnaCamel
 

Stamattina mentre attraversavo via De Amicis è passata la Milano Sanremo.
Han fatto presto, cinque minuti e tutto era finito: le macchine della polizia, poi le moto, poi i ciclisti tutti insieme, poi le macchine con sopra le bici di scorta, poi le ambulanze, tante ambulanze, le hanno messe in coda e ho anche pensato che ci vogliono, sì, ma portano sfiga.
Ho fatto appena in tempo a tirar fuori il fototelefonino, clic clic, passati.
Adesso mi han fatto venire voglia, vado sulla Martesana.

 

milano sanremo

 
 
 

Ancora con(s)igli sulla scrittura

Post n°576 pubblicato il 15 Marzo 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Questa volta è Steinbeck, ancora dal blog del mestiere di scrivere, ribloggo e metto da parte:

 

  • Non pensare alle tue 400 pagine e a quando finirai. Scrivi una sola pagina al giorno, ti aiuta. Ti sorprenderai, arrivando alla fine.
  • Scrivi liberamente, e butta giù il testo più velocemente che puoi. Non correggere o riscrivere mai finché non sei arrivato alla fine, Mettersi a fare revisioni durante la stesura di solito è una scusa per non andare avanti. E interrompe il flusso e il ritmo che possono nascere solo da una sorta di associazione inconscia con la materia del testo.
  • Dimentica il pubblico indifferenziato. L’idea di un pubblico senza volto e senza nome può spaventarti a morte. Ma quel pubblico, contrariamente a quanto avviene a teatro, non esiste. Quando scrivi, il tuo pubblico è ogni singolo lettore. A volte aiuta pensare a una sola persona, una vera, una che conosci o una immaginaria, e pensare di scrivere solo per lei.
  • Se una scena o un brano continuano a non riuscirti, ma non ti decidi a farne a meno, abbandonali e procedi oltre. Una volta finito il tutto, tornaci su e magari scoprirai che non ti riuscivano perché in quel punto non c’entravano niente.
  • Attenzione a ciò di cui ti innamori, che ti piace più di tutto il resto. Di solito è fuori quadro.
  • Se scrivi dialoghi, leggi ad alta voce quanto scrivi. Solo così riuscirai a ottenere il ritmo del parlato.
 
 
 

Perché sì.

Post n°575 pubblicato il 12 Marzo 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Le mie risposte alle 10 buone ragioni per non scrivere un romanzo pubblicate oggi da Giulio Mozzi



1. Se ne scrivono tanti.

Bene, uno più o uno meno non farà 'sta gran differenza

2. Tanto non ti pubblicano.

Se non ci provo non lo saprò mai

3. Cosa speri di guadagnarci?

Come minimo una nuova esperienza

4. Ben che vada, tra due anni sarà dimenticato.

Però per due anni sarà sulla cresta dell'onda, yu yu!

5. Meglio uscire con gli amici, fare vita sociale, prendere il sole e il vento, conoscere il mondo, godersi la vita.

Ma io già lo faccio

6. Ormai si pubblicano romanzi tutti uguali: sei davvero convinto che sapresti fare qualcosa di diverso?

Con questo criterio tutti gli uomini sono uguali. Eppure ho notato che sono tutti diversi.

7. “Scegli: o me, o il tuo cavolo di romanzo” (detto dalla persona che si ama).

Le persone che amo mi amano e mi sostengono, se no che amore sarebbe?

8. Non hai ancora letto un millesimo della letteratura universale – quella di valore, intendo -, e già ti metti in testa di scrivere un romanzo.

Non smetterò mai di leggere eppure non conto come numeri le cose che ho letto, conto quello che mi è rimasto

9. “Ne ha scritto uno anche mio cognato. Vuoi scendere al suo livello?”.

Se tu sei il marito della sorella di Paolo Cognetti vorrei molto, grazie. (*)

10. Ce n’è bisogno?


Per mia fortuna nel mondo in cui vivo ci sono tante cose che danno piacere senza che ce ne sia bisogno.


* * *

1. Mi va di farlo.

Anche a me.

 

(*) Vabbè, Paolo Cognetti di solito scrive racconti e non romanzi, però come Mito va bene lo stesso, no? ;)

 
 
 

Jennifer Egan, Il tempo è un bastardo

Post n°574 pubblicato il 09 Marzo 2012 da LaDonnaCamel
 

jennifer Egan

(Matteo Colombo - Jennifer Egan - Martina Testa)

È sempre un momento bellissimo per me incontrare uno scrittore o una scrittrice che ha saputo emozionarmi, anche se succede in un teatro strapieno e il contatto si limita a quel breve momento in cui dirò piano il mio nome e lui/lei lo scriverà nella prima pagina del libro, come avrà fatto e farà per altre centinaia di persone.
Non importa se Jennifer Egan non mi conosce e non saprà mai niente di me, quel contatto fugace è comunque per me una bella prova di realtà e il mio essere lì, insieme a tanti, è per lei una bella prova di successo, vuole dire che ha saputo fare bene il suo lavoro e anche in un paese tanto lontano, dove si leggono pochi libri, ci sono persone che si entusiasmano per una come lei.
La presentazione è iniziata con la lettura di un brano dal capitolo 4 del lato A, Safari. Poi Matteo B. Bianchi, emozionato per davvero, ha iniziato l'intervista.
jennifer EganNon starò a raccontarti per filo e per segno tutto quello che è stato detto, non ho preso appunti e hanno parlato un bel po'. Mi è rimasto impresso però il racconto della genesi di questo libro.
Stava lavorando a un romanzo ambientato negli anni quaranta, aveva raccolto il materiale ma non si decideva a cominciare a scrivere. Una sera si è trovata nella toilette di un ristorante e ha visto un portafoglio spuntare da una borsetta aperta. Ha subito pensato che quella signora, la proprietaria del portafoglio, avrebbe dovuto stare più attenta perché qualcuno avrebbe potuto rubarglielo: lei stessa ha sempre paura di essere derubata, è una sua fissa. Una volta a casa ha ripensato alla scena e si è domandata come potrebbe essere stare dall'altra parte, nei panni di una ladra: così è nato il primo racconto. Poi, finito il racconto avrebbe dovuto rimettersi a lavorare al suo progetto, ma le era rimasta la curiosità di sapere come poteva essere un certo personaggio laterale di cui aveva accennato nel racconto, l'ex capo della protagonista, un produttore discografico che aveva qualche abitudine strana, come mettere scaglie d'oro nel caffè. Così non ha potuto fare a meno di scrivere il secondo pezzo, e per il terzo pezzo è stata la stessa cosa, ha dovuto scriverlo per inseguire certe storie che si erano aperte nel racconto precedente. Ogni volta diceva a se stessa che doveva tornare al progetto principale, ma i personaggi richiamavano la sua attenzione e alla fine ha ceduto, ha messo da parte il romanzo storico e si è dedicata a Il tempo è un bastardo.
Non si è resa subito conto che si trattava di un romanzo con una struttura un po' speciale fino a che non ha scritto tutti i pezzi e ha cercato di sistemarli. Aveva pensato di metterli in ordine cronologico inverso, ma ha visto che non funzionava, in quel modo erano troppo prevedibili e non suscitavano sorpresa nel lettore.
L'ordine giusto che ha trovato però non è casuale, è più o meno lo stesso in cui sono stati scritti e si vede che ci sono associazioni sotterranee che rendono necessaria questa organizzazione.
Quando Matteo BB le ha chiesto se si era resa conto di aver inventato una struttura così innovativa lei ha detto che più che altro era imbarazzata perché non sapeva definire il suo testo: non le sembrava un romanzo ma nemmeno una raccolta di racconti, era tutti e due e nessuno dei due.
Fosse solo la struttura, penso io. Questo romanzo anomalo ha una scrittura bellissima, tocca temi che mi interessano, personaggi vivissimi e sa creare una tale complicità con il lettore che raramente mi è capitato di sperimentare. Ma questo te l'avevo già detto.

 

Il tempo è un bastardo

 

PS: Sul sito di Minimum Fax puoi scaricare il primo racconto in pdf, te l'avevo già detto? Altre info @ http://jenniferegan.com/

 

Edit 10 marzo ore 14:50
Vorrei aggiungere una considerazione su questo romanzo: è vero che la struttura è innovativa, ma negli ultimi anni ne ho letti anche altri organizzati in quel modo, da Esther Stories di Peter Orner a Olive Kitteridge di Elisabeth Strout, per non parlare di Questo bacio vada al mondo intero di Colun McCann di cui già sai. Non è per la struttura che si è presa il Pulizer e il National, credo, ma solo perché è splendido, punto e basta.

 
 
 

Dopo tutto

Post n°573 pubblicato il 06 Marzo 2012 da LaDonnaCamel
 

«Ogni mattina, a Cuba, Fidel Castro si sveglia e sa che dovrà correre più veloce di Twitter per non morire»
Valentina Di Leo su twitter, per commentare l'ennesima notizia bufala che si è diffusa e poi smentita sul social media stamattina. (Letto su il post)

"Scrivere nel culo di una donna"
Una delle chiavi di ricerca con cui sono arrivati nel mio blog il mese scorso.

"e dopo tutto, quando fuori non piove, non è affatto male."
dal testo della canzone Sasso, nell'album Ormai dei Fine Before you came che si può scaricare gratis qui

 
 
 

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