Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Giugno 2012

Noi donne

Post n°605 pubblicato il 20 Giugno 2012 da LaDonnaCamel
 

Noi donne facciamo finta di niente, ma poi siamo sempre lì ad aspettare una telefonata, una mail, un miracolo. Da nessuno in particolare, perfino. Ci basta che sia qualcuno che improvvisamente si ricorda di amarci.

(Melusina, in un commento a questo post)

 
 
 

EDS Attesa

Post n°604 pubblicato il 17 Giugno 2012 da LaDonnaCamel
 

È passato poco tempo dall'ultimo eds, però ne ho sentito in giro la voglia e così eccone già un altro: questa volta prometto commenti recensioni e cotillons ;)
EDS

Un desiderio e/o un conflitto sono spesso gli ingredienti che rendono un racconto o un romanzo avvincente e ben riuscito, la molla che ci fa venire voglia di andare avanti a leggere, il nucleo intorno al quale ruotano le vicende dei personaggi. Molte volte non stiamo a cercarli in modo consapevole, incominciamo a scrivere e  ce ne rendiamo conto solo alla fine. Proviamo, questa volta, a imbastire una storia intorno a un tema che li potrebbe contenere entrambi: l'attesa.
L'attesa di qualcosa o di qualcuno contiene implicitamente un desiderio e forse anche un conflitto. È facile immedesimarsi con qualcuno che aspetta, condividere il suo desiderio e trepidare nell'immaginarlo già reale, maledire il tempo che manca all'ora x oppure goderselo come una promessa.
Delle volte è perfino più bella l'attesa del raggiungimento della meta: se la vita è un viaggio, l'arrivo è la fine di tutto.
Poi l'attesa non è sempre dolce, può riguardare anche qualcosa di temuto ma anche in questo caso c'è di mezzo un desiderio, la speranza che non si realizzi o che si realizzi in un determinato modo e non in un altro.
In un racconto, a seconda di quello che vogliamo dire, la situazione verso cui puntano le aspettative, positive o negative, del personaggio potrebbe anche non avverarsi, oppure potrebbe essere lasciata sottintesa e avverarsi, forse, al di fuori della storia stessa: con un finale aperto il lettore ha la possibilità di immaginare lo sviluppo dei fatti in base alla sua propria sensibilità e trarne anche maggiore soddisfazione. Ma con il finale esplicito il lettore si sente soddisfatto come se avesse raggiunto lui stesso la meta, quindi fai un po' come credi: finale aperto o chiuso, basta che si aspetti.

Regole:
Scrivere un post che parli di un personaggio che aspetta.

Scadenza giovedì 28 giugno

Lunghezza e genere a piacere.

Scrivi e poi avvisa qui.

Come al solito, è gradito - ma non obbligatorio, linkare nel post gli altri partecipanti.
Se non hai il blog e vuoi partecipare manda mail a ladonnacamel@gmail.com e lo metto qui.

Ti aspetto eh.

Contributi:
- SpeakerMuto non ha avuto voglia di aspettare e ha scritto ieri il suo racconto ;)
Non ci siamo messi d'accordo prima, avevo pronto in canna questo tema da giorni, delle volte sono coincidenze: non ci credo alla telepatia e comunque auguri :D

- Melusina arriva con il suo primo testo: ormai ci ha viziati e ci faccio conto, ne scriverà almeno un altro! (speriamo;)

- Hombre il magnifico ha scritto un pezzo bellississimo che l'Agostino di Moravia gli fa una pippa, e se non è una sboronata questa ditemelo voi cos'è.

- Abbiamo una new entry! :-) E tu come stai firulì firulà? Benvenuta a bordo di questa carretta che chiamo blog della donna camel.

- Ecco Lillina che ci parla di Anime, ma non sono i cartoni giapponesi che credevo: prepara il fazzoletto :'-)

- Anche Dario ha fatto: una cosa bella, erotica, sensuale, non te lo dico che non voglio rovinarti l'atmosfera. Che caldo che è venuto su, eh?

- Abbiamo un altro nuovo racconto, In attesa, di Chiagia (del blog La pipa di Magritte). Che bellezza!

- Melusina ha scritto ancora! Dai, questa volta, stupiscici e scrivine ancora uno, c'è tempo fino a giovedì (il secondo ormai è consuetudine ;)

_________

* Credits: ringrazio

 
 
 

EDS InterSex - le mie considerazioni

Post n°603 pubblicato il 08 Giugno 2012 da LaDonnaCamel
 

Anche questa volta l'EDS ha creato stimoli e risonanze, ringrazio chi ha voluto coglierli per scrivere qualcosa insieme, e anche chi ne ha solo goduto il prodotto: si scrive per essere letti, signora mia, non è una novità.
Nemmeno gli EDS sono una novità: ho già accennato alla loro nascita sul newsgroup it.arti.scrivere (RIP: nel senso che riposa in pace, ne scarico ancora i feed e noto che non dà più moltii segni di vita. Però qui c'è una lapide a imperitura memoria)
Non avevo detto, confesso, che l'idea non era del tutto originale: il genio che l'ha partorita nel 1947 si chiamava Raymond Queneau (prima o poi ci dovrò scrivere un post perché purtroppo è stato dimenticato, peccato per chi se l'è perso) ma quello che l'ha resa possibile anche in italiano è Umberto Eco, che ha tradotto l'intraducibile Esercizi di stile, un gioco letterario composto da 99 modi di raccontare un fatto, tutti diversi tra loro. Da qui l'acronimo, che per noi può significare anche Esercizi di Scrittura ma anche Esperimenti di scrittura, Esperimenti di stile o quello che vuoi tu: tutto è possibile quando si ha voglia di giocare con le parole e io non l'ho mai persa, meno male che anche tu. Il volume di Einaudi   costa pochi euro e vale la pena di averlo, ma se hai fretta puoi trovare il testo anche in giro, per esempio qui  (non mi assumo responsabilità sulla fonte, che è di google, ovviamente.)

Tornando a noi, questo EDS ha stimolato 10 autori (5 donne e 5 uomini in parità!) che hanno prodotto:

9 racconti nuovi
1 racconto riciclato
1 post di riflessione
1 racconto a spinta con petizione
e un totale (per ora) di 276 commenti sparsi per i blog di chi ha partecipato in qualche modo.
Il vecchio Raymond ne sarebbe fiero e un po' ne sono fiera anche io, scusa se me la tiro. Da regolamento non si vince e non si perde,  ma in qualche senso vinciamo tutti.

I racconti hanno declinato in modi molto diversi tra loro la richiesta di scrivere col punto di vista del sesso opposto: chi ha scelto un registro ironico, chi comico, chi triste o riflessivo. I tutti ho notato una profondità che rimandava a piani di lettura non banali, segno che il tema era sentito e le emozioni che ciascuno ha suscitato nei propri lettori lo provano.

Come una specie di introduzione, ecco gli incipit dei contributi:

All’ombra dell’ultimo sole
di Melusina
Devo essermi assopito un attimo. Questo caldo, questa luce del mezzogiorno.
Ma anche mentre dormicchiavo sentivo tutto. Sentivo il ronzio delle api sulle aiole e sentivo le voci dei bambini che giocavano un po’ più in là; sentivo qualcuno sparecchiare il tavolo del pranzo sotto la pergola e sistemare le sedie all’ombra per servire il caffè. Io intanto riposavo, tenevo gli occhi chiusi, semplicemente, e lasciavo andare i pensieri a casaccio, come si fa di domenica dopo mangiato.

Puzzle di Hombre
Cosa c'è che non va in me? Come sono finita in un'esistenza rinsecchita, rosicata dal tarlo del rimpianto? Cosa avrei dovuto o potuto fare che invece non ho voluto o osato fare per completare il puzzle della mia vita.
Cosa mi ha impedito di procreare in 40 anni di onorata vita di femmina? Cosa non ha permesso alle mie cellule di trasmigrare in un altro essere vivente, così come la natura aveva deliberato nel suo disegno arcano e semplice?

Tentar non nuoce di Lillina
Ho aperto questo blog da un po di anni, ho raccontato un po di me e molto più spesso l'ho usato per cazzeggiare.
Nel tempo ho creato una rete di contatti virtuali, uomini e donne, con la stessa passione disinteressata per il web.
Una di queste ogni tanto lancia un gioco a cui partecipiamo volentieri, sono esperimenti di scrittura, il tema dell'ultimo è scrivere cambiando il proprio genere. Dovrei scrivere come una donna.

KRONOS E KAIROS di Orsa BiPolare
Stamattina mi sono svegliato, mi sono grattato le palle ed ho cercato la sua mano, non c'era, che stronzo, non ti ricordi che la bastarda ti ha lasciato proprio ieri notte portando via tutte le sue cose?
Dice che non mi ama più, che sono cambiato, che lei ha cercato di mandarmi messaggi per tanto tempo, ma perchè cazzo non cambiava cellulare? E poi dice che non l'ascoltavo più, ero diventato distratto, non avevo più le attenzioni di una volta, ma come?

Al pensiero di Speaker Muto
Ma perché Bruno mi guarda come se non capisse quello che gli dico? Io lo so che lo fa apposta!
Gli basterebbe sforzarsi solo un pochettino, come quando sta di fronte ai clienti e insieme parlano di database, server, client, file, quelle cose lì - sono sicura che non ha quello sguardo come a chiedere "Cioè? Che vuoi dire, scusa? Puoi essere più chiara?"

Paolino  di Melusina
Io da grande faccio il sub così quando arrivano gli squali zac zac gli sparo con il fucile subacqueo e gli faccio uscire tutte le budelle.
Io da grande faccio quello che pilota i caccia così sbam sbam sgancio le bombe che distruggo tutte le case.
Io da grande faccio quello che guida la macchina che schiaccia i sassi così sgrenghete sgrenghete li rompo tutti quanti.

Gli sguardi del cuore
  di MaiMaturo
Tranquilla tesoro, è andato via.
Non ce l’ha con te. Quando impreca e bestemmia se la prende con se stesso. E’ ancora convinto che poteva proteggerti.
Ma che protezione poteva darti? E’ successo, punto. E tu non sei sola; io sono qui, questo è l’importante.
Te l’ho detto che i medici mi prendono per pazza perché ti sto vicino, perché ti parlo? Io li guardo come si guarda un cretino e sorrido. Dopo un po’ abbassano gli occhi e se ne vanno.

È un gioco  di Singlemama
Merda.
L’ho già riletta tre volte, ‘sta mail. E mo’? Che cazzo le dico io, adesso, a questa?
E come cazzo ci son finito dentro a ‘sta cosa, io? Un gioco, solo quello doveva essere. Oddio, quando è iniziato non potevo sapere che le sue tette avrebbero avuto un così forte ascendente su di me, quello no. Ma son poi due tette. Ecchessaràmai? Tutte le donne le hanno.

Sono io. di La donna Camèl
Sei ancora arrabbiata? Dai, apri che fa freddo. Sono tutto bagnato.
Ho camminato nel buio, non lo so dove sono andato. Volevo farmi passare il nervoso. Non pretendo di avere ragione, ma certe volte non ti sopporto e in questi casi l'unica cosa che riesco a fare è andare via.

Se lavessi saputo prima  di Dario
Se lavessi saputo prima quello che diventavo mavissa ammazzato di nica nica che la mia famigghia è sempri stata povera però allonore ci ha tenuto e certo non se la immaginava questa mia vita. E mancu iu che a unnici anni ancora ciavevo due iammitte sicche e lunghe e mancu minni nel petto che ero lunica della mia età che i carusi del quartiere non ci tiravano lassicutafimmini quando era periodo di festa.

Tira più un pelo di ca…  di Kisciotte
Quando si dice l’ironia del destino. Mi è difficile credere che tanta crudeltà sia capace di umorismo.
Sono qua a scrivere perché questa cosa devo buttarla fuori, devo darle forma in qualche modo, anche in forma di parole. Che a tenermela dentro rischio di impazzire. E di pazzo uno basta e avanza. Scrivo sul suo blog. È l’unica cosa che mi abbia lasciato di lui, a parte tanti ricordi, tanti sorrisi, tante dolci parole. Tanta dolcezza ormai tramutata in fiele.
Finisce tutto dove tutto è cominciato. Su questo dannato blog.

Bonus track:
Random 
di Lillina
EDS interSex della donna Camel , mi sta facendo pensare molto.
Non mi riferisco solo alle difficoltà che ho riscontrato scrivendolo, che poi ad essere onesta non sono state tante, ma alle considerazioni che  sono venute in seguito.
Se devo credere ai miei commentatori, sono riuscita a sembrare realmente un uomo, quindi mi sono chiesta è un bene o è un male?
Cosa però più importante è che scriverlo è stato facile, non mi fingevo un uomo io ero un uomo, ovvero pensavo di sapere esattamente come si sarebbe comportato un maschio in quell'occasione.
Ora prima che qualcuno di voi possa temere che stia facendo una sorta di outing, vi fermo, non è così tranquilli.
Si dice che ognuno abbia una componente dell'altro sesso e che io l'avessi era chiaro sin da piccola.

Se vuoi aggregarti alla comitiva sei benvenuto/a. Ho pensato di fare uno strappo alla regola e di lasciare questo EDS aperto. Se passi di qui per caso, anche tra un mese o un anno, e hai voglia di partecipare, un modo lo troviamo. Qui c'è il bando.

 
 
 

Petizione per il signor Kisciotte

Post n°602 pubblicato il 03 Giugno 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Caro signor Kisciotte che scrivi Sotto l'elmo di Kisciotte, i/le sottoscritti/e  amici/e di blog avrebbero piacere di leggere la tua interpretazione dell'Esercizio di Scrittura denominato EDS InterSex e descritto diffusamente in questo post.

A tale scopo la scadenza dell'esercizio, che era stata fissata per oggi, sarà prorogata appositamente di una settimana, per te e per chiunque abbia voglia di approfittarne per mandare un (ulteriore) contributo.

Firmato da:

Lillina
La Donna Camél
Melusina
SpeakerMuto
Hombre
MaiMaturo
...
Elenco firme in aggiornamento

Eccolo! È arrivato anche il Kisciotte!

 

 
 
 

Sono io.

Post n°601 pubblicato il 02 Giugno 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Sono io.
Sei ancora arrabbiata? Dai, apri che fa freddo. Sono tutto bagnato.
Ho camminato nel buio, non lo so dove sono andato. Volevo farmi passare il nervoso. Non pretendo di avere ragione, ma certe volte non ti sopporto e in questi casi l'unica cosa che riesco a fare è andare via.
Ho le mie colpe, non dico di no. Sono fatto così, te l'avevo anche detto.
Adesso apri il portone, che non ho le chiavi. Sono uscito senza giacca.
Ci ho pensato su. Ho ripensato a questi tre anni, a com'era prima che tu venissi a stare da me.  È vero, hai messo un certo ordine nella mia vita, anche se riguarda soprattutto aspetti che non consideravo, che mi sembravano marginali. Non stavo mai a casa, non mi accorgevo della differenza tra avere le tende alle finestre o non averle. Però hai ragione quando mi fai notare che non si può vivere di pizza da asporto stravaccati sul divano, per quanto negli ultimi tempi mangiavo un po' più variato, da quando avevano aperto quel take away cinese in viale Lunigiana. Non insisto su questo argomento, ti ho detto che hai ragione, anche se il minestrone continua a non piacermi.
Tornare a casa stanco dal lavoro, farsi una doccia e poi mettersi insieme a preparare qualcosa di sfizioso è senza dubbio più bello. Sedersi uno di fronte all'altra alla tavola ben apparecchiata, versarti il vino, farti un po' la corte e scherzare fino a farti ridere, non ha prezzo. E non perché poi quelle volte lì si finiva sempre a rotolarsi nel letto. Questo tu non riesci a capirlo. Non è questo il punto. Però rifacciamolo, se ti va.
Ci sei? Mi stai ascoltando?
Se davvero ci tieni, ci vengo al compleanno di tua zia.
Ecco, l'ho detto.
Lo faccio per te, per farti vedere la mia buona volontà ma non chiedermi di fare anche conversazione. Non ti arrabbiare se me ne starò immusonito in un angolo. Io con la tua famiglia non mi ci trovo, non so cosa dire. Però ti prometto che non mi ubriacherò come quella volta che ho bestemmiato davanti al fratello prete di tua nonna. Non berrò nemmeno un goccio, resterò sobrio e silenzioso e triste. Non mi porto neanche l'ipod, prometto, anche se i tuoi parenti non ci farebbero caso, penserebbero che è un apparecchio acustico come hanno loro.
Farò finta di essere lì.
Ci sono abituato. Io sono fuori posto in ogni posto, quasi. Far finta di essere lì e voler essere da qualche altra parte è la mia missione nella vita, il mio hobby, la mia vocazione.
Però, i primi tempi non era mica così. I primi tempi mi pareva che con te potesse essere diverso, avevo l'impressione che ti interessasse quello che dicevo. Si vede che mi sono sbagliato. Delle volte resto giorni senza dire una parola. Ti ascolto. O almeno ascolto il suono della tua voce come se fosse una musica, abbi pazienza se non seguo sempre il filo del discorso, se mi perdo i dettagli: le cose importanti me le ripeti molte volte e finisco per impararle, prima o poi.
Mi apri, per favore? Continua a piovere e io sono senza giacca e senza ombrello.
Allora andiamo da tua zia, andiamo anche a pranzo dai tuoi, come in ogni caso facciamo ogni domenica. Mi sono mai lamentato?
Vabbè, solo qualche volta ma ormai è acqua passata.
Mi sono abituato a svegliarmi presto anche quando non devo andare a lavorare, sono d'accordo con te che in una casa pulita si vive meglio e trovo giusto fare la mia parte, però devo ammettere che non vivevo malissimo quando non lavavo i vetri tutte le settimane. Questione di ordini di grandezza.
I miei amici mi mancano un po', ma hai ragione tu che passavamo serate inconcludenti a fare discorsi senza senso e la mattina dopo dovevo fare due viaggi per portare giù le bottiglie vuote nel bidone del vetro. E poi anche loro ormai non si vedono quasi più, non organizzano più niente, ci siamo dispersi come i capelli in testa alla maggior parte di noi.
Senti, aprimi per favore. Batto i denti e ho i brividi, mi sa che mi sta salendo la febbre. Se mi ammalo non dire poi che è una scusa per non venire sabato sera. Mi fa già male la gola.
Una volta mi avresti messo una mano sulla fronte, e poi le labbra, mi avresti rimboccato il plaid intorno ai piedi e mi avresti portato un tazzone di latte caldo e cognac, ben zuccherato, con l'aspirina. Ti saresti preoccupata per me. Ti saresti occupata di me.
Non lasciarmi qui al freddo, ti prego.
 
Ah. Volevo dirti ancora una cosa.
La tavoletta. Ti prometto che mi ricorderò sempre di rimetterla giù. O almeno ci provo, me lo segno. Mi metto un cartello sulla manetta dello scarico.
...
...
...
Clack.

Questo raccontino partecipa all'EDS InterSex di cui al post precedente. Partecipano anche:

- Melusina
- Hombre
- Lillina
- OrsaBiPolare
- SpeakerMuto
- Melusinina
- MaiMaturo
- Singlemama
- Dario
- Kisciotte

 
 
 

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