Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Novembre 2012

Il ritorno degli stuzzichini

Post n°655 pubblicato il 21 Novembre 2012 da LaDonnaCamel
 

Quando decido di quotare un pezzo di Guido Catalano, per l'imbarazzo della scelta va a finire che riporto tutta quanta la poesia: ci sono parole che è un delitto tagliare.

e se le foglie fossero di cemento
e il cielo fango
se questo pavimento
fosse insaponato di sapone profumato
per poterci danzarci su
io e tu
uno scivoloso tango

ma
siamo così lontani e così lontani
e siamo così stupidi e lontani
e siamo così paurosi
e presumiamo
- ché siamo presuntuosi –
di avere ancora tempo
solo perché viviamo

e quando poi
che io t’avessi
non ti volessi
o quando tu m’amassi
poi lo sappiamo
che poi di me
tu ti stufassi

ma
mi facessi
ma ti facessi
ma ci facessimo
furbi
un poco
che i tuoi capelli attorcicati
sapevano di menta e miele

e se solo questa notte
fosse di gelatina
e fossero di pollo gli astri luminosi
se si potessero pesare i baci
ingrassa
ingrassa un poco
che tanti baci quanto che tu pesi
ti corrisponderò
per molti giorni forse
per settimane o mesi
o anni

magari tutte le nostre vite
intere
ma che difficile
ma che difficile difficilissimo difficile

Era un po' che non ti ricopiavo, Guido. Questa qui mi pare formidabile, ha qualcosa di diverso dal solito o forse no, forse sono io. Comunque mi piace.

 


Una bella intervista a Dente, che è un musicista che mi piace, lo seguo da quando era un pulcino, l'ho sentito per la prima volta dal vivo al Magnolia una paccata di anni fa, faceva la spalla a uno che adesso nessuno si ricorda più chi è. Anche per Dente devo dire grazie a chi so io.

"Guarda, la cosa più difficile di oggi è riuscire a catturare l’attenzione della gente. La fruizione della musica è diventata velocissima. Tu mi dici “Ascoltati Tizio”, io vado su internet e lo ascolto. Se i primi trenta secondi del primo pezzo che ho trovato non mi piacciono, io dico “Tizio non mi piace”. Fine della storia. Questo vale soprattutto per le nuove generazioni. Devi colpirle nei primi trenta secondi, altrimenti sei fregato. Non per fare il vecchio, ma quando ero giovane io si andava nei negozi di dischi. Compravo un disco ed era un investimento, ci spendevo dei soldi, mi mettevo lì e lo riascoltavo quasi per farmelo piacere per forza. Adesso è tutto diverso, devi essere molto veloce perché fermarsi ad ascoltare è diventato molto più complicato. In più, come dice il buon Michele Serra, è ancora più difficile perché siamo perennemente in mezzo alla confusione. Soprattutto in Italia, all’estero non è così. Ma sì, sono convinto che rieducare la gente al silenzio sarebbe necessario."



Desiderio



Valter Binaghi ieri ha scritto questa voce di sillabario morale in cento parole che mi va di ricopiare qui:

"I bisogni si possono soddisfare, non così i desideri, perchè essi si riducono a uno solo, incolmabile. Nelle fiabe – che non mentono mai – quando un essere fatato (genio della lampada, pesciolino d’oro o simili) promette la soddisfazione di tre desideri, il protagonista cade in una degenerazione da cui solo una conversione morale potrà salvarlo. Il desiderio è inesauribile, secondo alcuni la cifra della trascendenza, secondo altri la prova dell’assurdità della condizione umana. Solo la massa degli stolti crede di poter soddisfare il desiderio, e il consumismo vive di questa carne da cannone, aiutato dal sessantottismo del “vietato vietare”, che del turbocapitalismo è stato l’utile idiota."

cappello

Stavo mettendo da parte questi stuzzichini quando ho visto il post di Hombre. Son le cose degli altri che fan male anche a me e c'entra con quello che dicevo nel post precedente di mettere in vista il contenuto delle proprie viscere, il coraggio della scrittura.

Riporto solo un pezzettino della poesia citata, quello definitivo che vale per tutti noi esseri mortali che passiamo di qui, qualsiasi malattia o salute ci riservi il destino:

          il cuore mio lo sente e si tormenta
          anche se cerco di non dargli retta
          questa sarà la strada che mi aspetta.


Lei forse pensava di dire una cosa particolare, riferita a una situazione precisa e contingente e invece ha detto una cosa generale che vale per tutti. Grazie mamma di Furio.

 
 
 

A nessuno piace pubblicare postumo

Post n°654 pubblicato il 19 Novembre 2012 da LaDonnaCamel
 

 

bookcity

Era proprio quella della foto che ho messo nel post anticipatorio  la sala panoramica del castello dove Paolo Cognetti ha presentato il suo libro, e mi dispiace per te che non c'eri perché si son fatte poche chiacchiere a vuoto e si è offerta molta sostanza: ha letto due raccontini inediti che potrebbero ben essere considerati come bonus track o contenuti speciali del libro su Sofia. Perché ancora una volta di lei si parla. Uno dei due si può trovare anche nel blog di Paolo, è una storia che cammina precipitosamente all'indietro e fa venire le vertigini tanto è secca e vera: già da allora mi ero domandata come mai non l'avesse inclusa nella stesura finale. L'altro racconto è erotico e piuttosto esplicito, una versione hardcore di Sofia che sorprende perché inaspettata. È un amore piccolo piccolo,  "Skinny Love come una canzone di Bon Iver" premette, come se lo dovesse giustificare. Io mi stupisco della citazione ma forse non dovrei.
Eppure è lei, cioè è lui, Paolo Cognetti, che ribadisce "Mi manca molto scrivere di Sofia e di nascosto lo faccio ancora".
Per prima cosa lo dice, dice che leggerà questo racconto anche se è presente in sala la sua mamma "Le avevo detto di stare a casa ma è venuta lo stesso". Si vergogna ma non si ferma, e questa è la scrittura, caro mio: mostrare il contenuto delle proprie viscere anche se delle volte non si vorrebbe che la propria mamma - o i propri figli - sapessero cosa c'è dentro. Coraggio e onestà intellettuale.
Che poi, cosa vuoi che ci sia dentro di diverso dagli altri, se non il modo di raccontarlo?
Comunque c'era un bel po' di gente, le sedie, rigorosamente spaiate, erano quasi tutte piene, segno che c'è stato un bel movimento intorno a questa festa. A un certo punto mi si è avvicinato un signore distinto, mi ha chiesto se per caso ero la mamma dell'Ilaria. No, non lo ero e credevo di non conoscere nessuno lì, a parte Paolo.

MozziInvece prima, a palazzo reale, oltre a Giulio Mozzi c'era Matteo, un mio collega dei laboratori (non dico ex perché chi lo sa). La situazione era alquanto paludata: presentavano questo libro che si intitola Siamo spiacenti,  di Gian Carlo Ferretti e, a parte Giulio Mozzi non conoscevo nessuno dei relatori - e a parte Matteo nessuno nemmeno nel pubblico - ma da come se la tiravano dovevano essere pezzi da novanta dell'editoria, gente che ha mangiato il budino con Vittorini, che si prendeva a pacche sulle spalle con Pavese, per dire. Cioè, non si sono vantati di niente del genere, sono cose che mi immagino io, retroscena interessantissimi dei destini editoriali, di successi e di clamorose cantonate, dove il succo mi pare che fosse: se non ti riconoscono entro un tempo ragionevole, a che serve poi? A nessuno piace pubblicare postumo.
E così son rimasta lì fino all'ultimo momento possibile, non fino alla fine che facevano interventi che duravano delle belle mezze ore e avevano appena finito il primo giro quando ho dovuto salutare Matteo e scappare al castello. Sono arrivata là che la sala Weiss era appena stata svuotata, una disdetta che non ti dico. weissWalter Siti si attardava chiacchierando con qualcuno, la sala era tutta foderata di librerie, fino in alto, due o tre piani di scaffali ricolmi e protetti dai vetri, una meraviglia che non mi hanno permesso di fotografare, maledetti, però fa niente, ho trovato in rete questo raduno dei monarchici italiani che gli han dato la sala e si vede bene, non so quando l'han fatto ma rende l'idea.

Questo è stato il bello e il brutto di questa festa del libro, un sacco di incontri in contemporanea sparpagliati dappertutto. La sala panoramica era al terzo piano con l'ascensore nella stessa ala del castello ma era un bel po' più grande e anche più strana, con divani di modernariato e dei pezzi di finestre in mezzo alla stanza, un po' scrostate, come se dovessero ripitturarle da un momento all'altro.
Dopo che ha finito la lettura mi sono attardata a guardarmi in giro e una signora mi fissava, io allora la fissavo e si è avvicinata, ci siamo fissate e abbiamo sorriso, ci conosciamo? a me sembra di no però non so, a lei? anche a lei sembra di no. Poi forse era una vicina di casa dei genitori di Paolo, oppure ho capito male io. Intanto lui firmava i libri. Sono andata via alla chetichella, senza salutare. Chiedo scusa, delle volte mi vengono degli accessi improvvisi di timidezza, oppure non so più che cosa dire e scappo.
Nel cortile c'erano delle lettere tridimensionali e bianche, illuminate da sotto e sparpagliate nell'erba che facevano un bell'effetto, ma l'effetto ancora più turbante erano le voci che si sentivano, avevano nascosto dei microfoni che recitavano pezzi di libri con le voci impostate, non so se andavano avanti a nastro oppure si accendevano quando ti avvicinavi però nella notte faceva la sua porca figura. Eran quasi le dieci e non avevo cenato, ho pensato che in frigo avevo un po' di minestrone da scaldare e mi sono affrettata.
Al semaforo di viale Lunigiana, ero quasi arrivata a casa, una signora mi guarda fissa. Era insieme a un'altra e io penso, ma cosa ho addosso oggi? ho messo le mutande sopra i pantaloni che tutti mi guardano? Ma và, ho anche la gonna, non è possibile. Questa signora mi sorride e fa: ma tu andavi al Cremona? Sì, sezione G e tu? Io F. Eh, si vede che eravamo vicine, sullo stesso corridoio. E però. Lei insiste. Con chi eri, e che anno era e cosa hai fatto poi e dove abiti.
Era in classe con il mio ex marito, abbiamo anche fatto le vacanze insieme, l'estate dopo la maturità. Una parte delle vacanze, vabbè. Solo qualche giorno in Portogallo.
Almeno la terza volta era quella buona: altro che le mutande, si vede che venerdì sera emanavo ricordi.

 
 
 

Era solo un nickname

Post n°653 pubblicato il 18 Novembre 2012 da LaDonnaCamel
 

"Per anni è stato solo un nickname. Sapevamo che era un pittore, e che era
più vecchio di tutti noi. Fu uno degli ultimi a cedere alla vita reale e a
venire ad una "iasconvenscion". Prima di quell'evento, ogni volta che noi
di ias ci trovavamo ... Perche' sì, ias una volta non era solo un NG quando
i NG erano tutta la nostra vita online: ci si incontrava, si parlava, ci si
innamorava, ci si sposava, ci si separava, ci si suicidava... E ogni volta
che ci incontravamo scherzavamo sul fatto che magari qualche vecchietto al
tavolo affianco era lui in incognito, che ci spiava.

 Scriveva con rigorosa passione. Parlava spesso del Giappone, che conosceva
bene per avervi vissuto e trovato una moglie. Parlava e scriveva di
pittura, di arte, di sesso, di politica. Antifascista nel dna, senza
compromessi. Polemizzava spesso e volentieri, e spesso si rendeva
antipatico; ma se lo conoscevi sapevi anche che era sempre onesto. E
litigava con il computer, con i charset, gli account, i modem...

Quella sera, a Milano, decise di venire a conoscerci. So quanto deve
essergli costato. Era un signore non più giovane, ma questo lo sapevamo.
Serio. Attento. All'inizio un po' rigido. Voleva capire se si poteva
davvero fidare di noi, se le parole che scrivevamo su ias erano davvero
parte di noi, come le sue erano parte di lui. Si era messo in gioco. Aveva
scommesso su di noi, dolorosamente.
A tavola cercai di sedermi di fronte a lui. Al suo fianco c'era Ombra.
Capii subito - capimmo subito - che era un artista, ma un artista vero. Io
non sopporto gli artisti, non li stimo; per lo più sono delle supponenti
teste di cazzo. Ma lui Artista lo era per davvero. Era vero, genuino,
sincero con se stesso e con i propri occhi. Piano piano mi sembrò
convincersi che di noi si poteva fidare. Accettò perfino un whisky torbato
che avevo insistito per fargli provare. Credo che quella sera si sia
affezionato davvero a qualcuno di noi; o meglio, credo che il suo affetto
già vivo da anni si sia come dire confermato su persone in carne ed ossa.

Pensavo che fosse sparito dal NG e da Usenet come sono spariti tanti, come
sono sparito io. Io che non sono capace di fare manutenzione ai rapporti
umani. Stasera ho cercato il suo nome reale su google. Ho scoperto che è
morto da quasi tre anni.

Un saluto commosso, Stir.

E voi, se volete, cercate di leggere qualcosa di suo.

--
i-gordon"

Rimbalzo questo post, scritto tre ore fa su ias dal mio amico Gordon, perché anche a questo servono i blog. Ho litigato molte volte con stir, una volta ha causato una guerra che ha devastato ias per giorni, ha coinvolto me e alcuni miei amici veri e qualcuno è andato via per questo. Le cose succedevano. Come dice Gordon, le persone si amavano, vivevano e morivano. Ma era un'altra vita e un altro tempo.

Lo ricordo qui, per chi rimane. Che la terra ti sia lieve Stir, vecchio bastardo, non eri poi così vecchio.

 
 
 

Book City

Post n°652 pubblicato il 15 Novembre 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Oggi apre Book City Milano

Non so bene cosa sia (*) ma domani (venerdì 16 novembre per chi legge da fuori Roma) al castello Sforzesco ci sono due incontri che mi interessano,

- alle 19,00 Walter Siti e Antonio Scurati, Un mondo porno. Eros e sesso, oggi, in letteratura (e altrove), Sala Weil Weiss

- alle 20,30 Incontro con Paolo Cognetti, Sala Panoramica

mi sa che ci vado.

Poi di cose ce ne sono anche tante altre, anzi tantissime e vanno avanti per tutto il fine settimana, c'è qui programma in pdf  non so ancora cosa e dove e quando, ma se vieni a Milano dimmelo, che magari ci prendiamo un caffè. Mi dicono che per tutta la durata della manifestazione i Musei del Castello Sforzesco saranno ad ingresso gratuito e saranno visitabili liberamente tutti gli spazi solitamente accessibili su prenotazione: dalle merlate al percorso sotterraneo della Ghirlanda.

 

castello


(*) Che cos’è BOOKCITY MILANO
Un appuntamento per tutti. Centinaia di eventi, tra incontri con gli autori, presentazioni di libri, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari.
Che cosa accade a Milano dal 16 al 18 novembre.
Il Castello Sforzesco, cuore pulsante dell’evento, si anima con un grande laboratorio dedicato al libro e alla lettura. Alcune luoghi della cultura e della vita sociale milanese diventano le sedi tematiche per ospitare autori, mostre e dibattiti. In tutta la città librerie, biblioteche, scuole e istituti culturali propongono eventi dedicati al libro e alla lettura…

Paolo Cognetti

 

Edit:

C'è un'altra cosa che mi intessa, non la trovavo più ma invece eccola qua:

Capolavori rifiutati. Avventure e peripezie di alcuni dei libri più amati del Novecento italiano

Siamo spiacenti…, così inizia ogni lettera che si rispetti, scritta per dire no a una proposta editoriale. Di rifiuti è costellata la storia della nostra editoria; qualcuno è celebre, molti sono ignoti ma hanno determinato un pezzo di cultura di questo Paese: una storia raccontata per la prima volta in Siamo spiacenti. Controstoria dell’editoria italiana attraverso i rifiuti. Sono stati rifiutati eccellenti Tomasi di Lampedusa e Carlo Cassola o, in tempi recenti, Andrea Camilleri e Susanna Tamaro.
E, protagonisti di altrettanti casi editoriali, Arnoldo Mondadori, Valentino Bompiani o Giulio Einaudi, Pavese, Vittorini, Calvino. Ma un libro rifiutato da un editore ha più di una volta fatto la fortuna di una casa editrice concorrente, o è diventato un vero e proprio best seller.
Di molte storie come queste parleranno alcuni protagonisti del mondo editoriale di oggi: Stefano Mauri, presidente del gruppo Mauri-Spagnol, Marco Belpoliti, studioso e saggista, protagonista pochi anni orsono di un caso molto dibattuto, e Giulio Mozzi, scrittore e blogger.
Ne discuteranno con l’autore Gian Carlo Ferretti, uno dei più importanti storici dell’editoria italiana.
A moderare Luisa Finocchi, direttrice della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.

Se riesco un salto ce lo faccio, arriverò in ritardo da Waler Siti ma pazienza, sono sicura che non si offende.

 
 
 

Primarie

Foto di LaDonnaCamel

Ho fatto il giochino su repubblica  e son rimasta male: dice che sto in braccio a Renzi. Ci penserò su, credevo di stare più vicina a Bersani e invece si vede che ci sono solo affezionata.

Non c'è nemmeno tanto da stupirsi e i pubblicitari markettari lo sanno, le scelte di solito si fanno con la pancia e poi, ma solo poi, ci si costruisce sopra un ragionamento logico per giustificarle, altrimenti gli spot per la vendita delle auto invece di musiche suadenti e belle gnocche sarebbero pieni di grafici, tabelle e numeri.

Quindi mi rimangio quello che ho detto in un commento a Hombre: ci devo pensare ancora un po' sopra, e non dare niente per scontato.

 
 
 

Area personale

 

Calendario

blocco dello scrittore

 

Ultimi commenti

Ma grazie!
Inviato da: LaDonnaCamel
il 03/08/2018 alle 10:03
 
Tanti AUGURI baci
Inviato da: gattoselavatico
il 31/07/2018 alle 15:50
 
L'incontro con Paolo nel momento in cui lui era ancora...
Inviato da: LaDonnaCamel
il 08/07/2017 alle 11:52
 
Dieta e palestra anche io che bisogna :) ma talent scout...
Inviato da: Amico.Dario
il 07/07/2017 alle 17:53
 
Ma anche io ne dico poche e solo quelle inutili, che le...
Inviato da: LaDonnaCamel
il 26/04/2017 alle 21:34
 
 

Ultime visite al Blog

monellaccio19amorino11prefazione09iltuocognatino2Mancavi.tusurfinia60Desert.69graffio_di_tigre.itMarion20Miele.Speziato0Giareaacer.250sbaglisignorailmondodiisideeterna47
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Le avventure di Nonugo

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30    
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 


ias

 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963