La Donna Camel

Ma la tiro dabbestia

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Sono andata al funerale di Franca Rame

Ho pianto parecchio, ma ho riso e ho appaludito e ho cantato. C'era Pisapia che poi si è sparso in mezzo alla gente, senza guardaspalle a fargli largo, così distinto con la giacca blu e la fascia tricolore sembrava perfino bello. C'era Jacopo che ha parlato di sua mamma come se fosse viva, l'ha raccontata generosa e grande con tutto quello che ha fatto per tanti, come mi immaginavo che fosse. E poi c'era Dario che ha fatto uno spettacolo per tutti noi, e non sembrava triste.
Eravamo tantissimi, le donne con la giacca rossa, la sciarpa, il cappello (io la camicia), tanti rossi che rosseggiavano la piazza davanti al teatro. Ci eravamo riconosciute già in metropolitana, ci scambiavamo le occhiate: anche tu eh. Eh.

Ho pensato a una cosa che aveva scritto un amico sul blog un po' di tempo fa: se siamo così in tanti a sopportare questo dolore grande, ciascuno ne dovrà patire un po' meno.

Questa qui dev'essere vera

La facevo anche da bambino questa cosa, un ultimo giro per salutare la montagna. Scrivevo  dei biglietti e li nascondevo nelle rocce spaccate, nelle fessure delle cortecce. Così le mie parole sarebbero restate lì anche dopo di me: proprio come questo libro.

Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico. Quaderno di montagna. Terre di mezzo editore.

Le cose facili

Le cose facili non portan poi 'ste grandi soddisfazioni, ogni tanto è bello cimentarsi anche con quelle difficili, soprattutto quando non si vince e non si perde niente. Poi non è vero che non si vince e non si perde perché quando ci riesce bene ci godiamo le lodi compiaciuti e apriamo la nostra bella coda variopinta, quando ci riesce così così, anche se nessuno viene a prenderci a schiaffi in faccia, lo sappiamo da soli, e allora diamo la colpa al raffreddore, agli impegni di lavoro, l'emicrania e il trigemino.

Siccome sono perfida assai ho reso difficile quello che avrebbe dovuto essere il più facile, il senso della vista. L'ho fatto non per caso, il luogo comune è sempre i agguato e la banalità è la nostra nemica più temibile.

I primi arrivi mi convincono che ho fatto bene: mandami pure dove vuoi se vai a scrivere così :-)

Dario

Hombre

Lillina

Con amore

E chi se ne ricordava del compleanno di Ray? Io no, non è mio amico su facebook. Però di lui mi ricordo sempre, tutti i giorni e non solo  il 25 maggio, e questo blog - intendo dire il mio blog, questo qui che stai leggendo adesso - lo dice meglio di me.

Ma visto che oggi è ancora oggi, copio il post che questa è bella e la dedico proprio a te.

Dolce far nulla

Un attimo fa ho dato un’occhiata nella stanza
ed ecco quel che ho visto:
la mia sedia al suo posto, accanto alla finestra,
il libro appoggiato faccia in giù sul tavolo.
E sul davanzale, la sigaretta
lasciata accesa nel posacenere.
Lavativo!, mi urlava sempre dietro mio zio,
tanto tempo fa. Aveva proprio ragione.
Anche oggi, come ogni giorno,
ho messo da parte un po’ di tempo
per fare un bel niente.