La Donna Camel

Io non sono buona a scriver sonetti, madrigali o componimenti ordinati. Non è per ribellione, lo sappiamo bene che i paletti aiutano, le sbarre formali invece di imprigionare, liberano: l'abbiamo sperimentato in questi mesi. Mi piacerebbe partecipare alle lodi del corpo maschile che impazzano sul blog di Giulio Mozzi, vorrei tanto però mi manca la cultura, non conosco le regole abababbo abbastanza a fondo per produrre qualcosa di più alto di una filastrocca con le gobbe. Se fossi stata capace avrei lodato il pezzettino, un lembo di pelle che nessuno nota, credevo solo io, che amo metterci il dito. E invece no, non ci sono solo io! C'è anche Roberta! Mitica! Leggi un po' qui oppure qui sotto:

Oh pezzo liscio che ti veggo di striscio!

c’è un pezzo (proprio dietro il pezzo-lobo)
che spiazza e spezza il vir d’ogni qual omo
che d’uopo immaginiamo noi peloso
braccio venoso e callo coraggioso

ma vale quest’immagine ancestrale
appena poco sopra il dito detto
quell’unghia mezza rotta con difetto
che graffia l’idea d’uomo manovale

dietro l’orecchio sta il pezzo che dico
che pure quando intorno tutto puzza
nascosto e liscio mostra la sua forza

ti annuso e noto come parti affini
nascondano l’enorme tua sostanza:
là dietro sempre sa di biscottini

di Roberta Durante

Vorrei averlo scritto io,  mille e più di mille volte!

(*) l'immagine ha il solo scopo di rappresentare il prodotto

Provincia di Bergamo
Circondario di Treviglio
Comune di Martinengo

Colla presente privata scrittura che per valore delle parti deve avere forza come un pubblico e solenne istrumento, si documenta quanto segue:
Il Signor Gasparini Giuseppe fu Giovanni quale proprietario dà e cede in affitto al Signor Longhi Alessandro unitamente al suo padre Longhi Giuseppe che accetta per sé ed eredi in affitto la sottoderminata porzione di casa sotto i seguenti patti:
I° L'affittanza è fatta ed affittata per anni nove dal 11 novembre 1902 al 11 novembre 1911 per finire di sua natura senza bisogno d'encomio giudiziale: salvo però che tanto da tutte e due le parti si potrà sciogliere il contratto di tre anni in tre anni
II° L'annuo canone d'affitto viene stabilito e fissato in Lire 96,00 (lire novantasei) da pagarsi L 48,00 il giorno 30 giugno di ogni anno e L 48,00 il giorno 11 novembre d'ogni anno.
III° Il locatore consegnerà le stanze e tutto il resto al locatario alla fine del contratto in buono stato di manutenzione ordinaria come gli vengono consegnato ora in principio del contratto.
IV° Il presente contratto, in caso di morte di una delle parti contraenti ed anche in caso di vendita delle case locate, dovrà essere rispettato fino alla sua naturale scadenza.
V° Il locatario avrà diritto di andare a possesso dei fienili nel mese di luglio prossimo 1902, ma alla sua volta dovrà porre in libertà tali fienili entro il mese di luglio dell'anno 1911 come si pratica in questo comune, e ciò senza alcun compenso.

Descrizione della porzione di casa data a pigione al suddetto e cioè via Marcantonio Cucchi al N. 2

1° N. 1 (una) stanza a pianterreno ad uso di cucina a destra entrando dalla porta del locale.
2° N. 1 (una) stanza al II° piano ad uso camera sopra l'andito della porta.
3* N. 1 campata di loggia a mezzodì dell'aia salvo lasciare libero il passaggio all'altro affittuale pel servizio della II campata di loggia.
4° N. 1 campata di loggia piano terreno sotto la qui sopra nominata coll'obbligo di lasciare libero il passaggio che mette nell'orto a monte della casa.
5° N. 1 stalla, la prima a sinistra entrando dalla porta del locale di fianco alla scala
6° Il fienile sopra la cantina dell'affittuale Chiesa
7° Il solaio al III° piano superiore sopra una camera del Chiesa appena giunto sulla scala
8 N.1 pollaio sotto la scala di pietra che mette al II° piano superiore
9 spazio nell'aia contro il muro di cinta per la metà per collocare il concime

Fatta la presente privata scrittura e letta alle parti esposte l'hanno meco confermata ed in presenza dei sottoscritti testimoni con me sottoscritta salvo la croce fatta dal padre Giuseppe perché analfabeta.

A Martinengo il 19 gennaio 1902

Gasparini Giuseppe  locatario
Longhi Alessandro

+  croce fatta dall'affittuale Longhi Giuseppe analfabeta

Qualche giorno fa ho sognato la panzanella. Mi è venuto in mente leggendo la puntata di oggi del serial di Hombre: lì in seguito alla panzanella, o per colpa della panzanella, uno fa brutti sogni. Qui in seguito a un sogno mi sono fatta la scorpacciata.
Non l'avevo mai mangiata, sognavo questo nome detto o scritto, ma senza sapere con precisione che fosse, magari una bugia, una panzana perdonabile e graziosa, una panzanella. Nel mio sogno non si spiega ma la mattina dopo ce l'avevo in testa a chiodo.
Invece di fare libere associazioni ho chiesto a mia sorella e lei mi ha detto come è: prendi un po' di pane vecchio e bagnalo con l'acqua, mettici il pomodoro tagliato a pezzetti, la cipolla di sicuro, le olive se ce l'hai e i capperi. Mettici il basilico e condiscila come ti pare: olio, aceto, sale. Chi vuole ci mette anche formaggio fresco, io no. Ci ho messo i cetrioli. L'ho lasciata in frigo tre ore. Tre ore! Mamma mia che buona, mi son fatta la pancia piena. La mia panza. Nella. Nella panza l'ho messa. Appunto.
Bona.

[edit] Ieri avevo preparato anche la foto, che è presa da internet, ma mi sono dimenticata di metterla lì. Credo sia dovuto alle chiacchiere su quelli che continuano a fotografare il cibo e a diffonderne esaustiva documentazione sui social. Quelli che non fotografano il cibo dicono che quelli che lo fotografano soffrono di disturbi alimentari e sono anche un po' pervertiti o perversi. È vero che la funzione orale ha i suoi risvolti nella sessualità, ma non esageriamo, dài. Più che pervertiti a me sembrano noiosi seguaci delle mode.