La Donna Camel

Ero appena tornata dalla mia vacanzina in montagna quando è successa una cosa terribile: non si apriva più il cancello del terrazzo. Son cose che mi vanno a capitare sempre in estate, si capisce, possibilmente nella settimana di ferragosto di modo che i negozi sono chiusi e i ladri in agguato. Quella volta l'avevo persa, ma poi l'ho ritrovata e tutto è andato per il meglio. Stavolta la chiave c'era, ne avevo addirittura due (una l'avevo fatta fare appunto dopo quella volta) ma non apriva. Attraverso le sbarre vedevo le mie piante tristi che protendevano verso di me i poveri rami emaciati, le foglie mogie e pendenti. Mamma! mi chiamavano, Mammina vieni da noi, abbiamo sete, non ce la facciamo più, siam tutte secche, non vedi?
E io chiusa dentro, impotente.
Ho provato a mettere un po' d'olio nel buco con il cotton fioc, dicono che una buona lubrificazione migliori il meccanismo, ma niente, si vede che non è questo il caso. Ho provato a tenere la chiave col guanto da forno, per rendere più salda la presa, e poi con la pinza, col rischio di romperla dentro, ma niente anche stavolta, era dura durissima e non si muoveva, come fosse saldata, incancrenita, arruginita forse, vai a sapere. Ho preso la bici, per un caso fortuito l'avevo lasciata fuori, e ho fatto un giro qui intorno, chissà mai che qualche ferramenta fosse aperto. Sono andata fino a Greco. Figurati, solo saracinesche abbassate.
Come facciamo?
La Marti mi fa vedere la pagina dei risultati su google, dice che l'uscita costa solo venti euro e sono aperti tutto agosto. Nel frattempo si son fatte le sei di sera, non c'è più tanto da discutere, bisogna agire altrimenti è la morte e la carestia: chiamo quel numero verde.
La prima cosa che mi dice quel signore così gentile è che l'uscita non costa venti euro ma quaranta. Ah, però. Eh, mi conferma lui, sa, siamo in agosto. Mavà? ribatto io, e il sito invece l'avete fatto a giugno. No no, dice lui, sul sito l'abbiamo messo per "galleggiare" su google. Bell'espressione, galleggiare su google, lo metterò nel mio sito di lavoro: volete galleggiare su google? ve lo do io il canotto, la ciambella, il giumbotto di salvataggio. Prezzi modici.
Vabbè, il tizio è arrivato dopo neanche dieci minuti, da una parte mi ha fatto un po' paura, come se fosse lì in agguato dietro la tenda. Poi probabilmente è stato un caso.
Ha guardato la serratura e ha detto che voleva trecento euro. Giuro, ho i testimoni. Poi, forse dopo aver notato la mia espressione facciale (ho dovuto raccogliere manualmente il mento che mi si era slogato cadendo fino alle ginocchia) ha detto che per duecento me la apriva. Cioè me la rompeva, non aggiustava. Senza fattura.
La sventurata, cioè io, rispose. Sì.
Il giovanotto ha preso dalla borsa un attrezzo appuntito e un martello, l'ha inserito nel buco, ha dato una e una sola mazzata, ha detto Plasmon!, ha infilato la chiave e ha aperto. No, non è vero, non l'ha detto però la mossa era quella lì, per chi si dovesse ricordare, uguale precisa. Invece ha detto: duecento euro.
Tempo totale otto minuti.
Grazie e buonasera.

Trattenete le battute volgari amici miei: le ho pensate tutte subito da me, compresi i pertinenti giochi di parole, le libere associazioni e tutto quanto attiene al soggetto.
Non c'è una morale: questa è una storiella amorale.

Le chiavi più interessanti ma soprattutto prolisse di luglio e agosto:
- cara signorina bergen, la sua lettera è interessante e commovente, e sicuramente non vi ho trovato traccia di “lamenti” (benché abbia notato c
- chi ha detto attento a quello che desideri perché potrebbe avverarsi
- siamo andati a visitare la cattedrale, mi ha abbastanza impressionato, era una costruzione architettonica fantastica, siamo entrati, e l’interno era
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