Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Aprile 2012

Il più crudele

Post n°585 pubblicato il 06 Aprile 2012 da LaDonnaCamel
 
Tag: Aprile

April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land, mixing
Memory and desire, stirring
Dull roots with spring rain. (*)

La fregatura non sono i lillà che vengon su dalla terra morta, la terra non è mai morta davvero e pure i mughetti di mia nonna, che pure è morta, continuano a ripresentarsi puntuali ogni anno.
Nemmeno le radici mi scocciano, la pioggia di primavera le risveglia ma stanno là sotto e sembrano sopite per tutto il tempo, che mi frega delle radici a me.
Quello che non mi va giù è lo stolto mischiare la memoria e il desiderio, mi prude e mi punzecchia e non ci posso fare niente, bastardo di un aprile.

 

Aprile

 

(*)Thomas Stearns Eliot, The Waste Land,1922

 
 
 

EDS Il nome della cosa - bonus track

Post n°584 pubblicato il 04 Aprile 2012 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Stamattina un piccione si è posato sul davanzale della finestra dello studio. Ho mosso un po' le tende per mandarlo via ma niente, restava lì testardo. Stavo per andare a chiamare il mio gatto quando ho notato che aveva un racconto legato alla zampina. Gluglu ghu, mi ha fatto. Ah, ho risposto. È per l'eds? Ha mosso la testa su e giù come fanno loro quando camminano. L'ho staccato delicatamente e gli ho chiesto chi lo mandava ma è volato via, non me l'ha detto.

 

Cinque

Se sei nata nel 1950, quando arrivi alla cena di Natale con lotteria e ti tocca il numero 50, cominci a sperare.
E così dopo la solita cena, dopo che hai chiacchierato con qualche collega per far arrivare l’ora dell’estrazione, quando attraverso il microfono urlano 50,  sei contenta, ma non stupita.
Torni a casa. Ti siedi sul divano. Pensi alla tua giornata e ti ricordi che nel pomeriggio hai parlato di “Harvey” il film dove James Stewart crede di avere per amico un grande coniglio bianco.
Prendi il Mereghetti per rileggere la trama e scopri che è stato girato nel ‘50.
Riparlando dell’estrazione e delle coincidenze numeriche di questo periodo con un’amica, ti consiglia di leggere il saggio di Jung: Sincronicità.
Lo compri subito al Libraccio: finito di scrivere nell’agosto del ‘50.
Tu sei nata il 31 agosto del 1950. “Nell’anno santo”, aggiunge sempre tua madre.
La tua vicina di casa che gioca  al lotto dice:   lo zero non vale e il tuo numero è cinque.
 
Io che non so pregare, sulla tomba di mio padre faccio la somma dei numeri delle date incise sulla lapide:
nato 27-2-1920  uguale cinque
morto12-11-1962  uguale cinque

 
 
 

EDS Il nome della cosa

Post n°583 pubblicato il 03 Aprile 2012 da LaDonnaCamel
 

Finito l'EDS sorrido tra me e me e mi compiaccio per i contributi, sono una compiacciona e non me ne vergogno neanche.

Ecco qui le mie modeste annotazioni, vado subito al sodo

Okkietti un po' ci fa, va detto. Per me ci fa.
E però ci si può stare, le frontiere della scrittura sono ampie, non limitiamoci ancora prima di cominciare. Ogni buona idea è benvenuta, ogni suggestione, stravaganza, allusione, pensiero laterale anche se divergente anzi appunto.

"mi lascio travolgere
prendo in mano la situazione
e comincio piano ad accarezzarne le sfumature
poi sento più vicina la pace
mi concentro ed aumento l'intensità
vado sempre più in fondo
perché so che dopo smetterà"

Melusina è sfaccettata come un cristallo swarovski: per ogni faccia un arcobaleno, per ogni arcobaleno un sorriso.

"Ora al mattino si alzava presto per seguire suo padre al mercato, dove avevano un banco di ortaggi, e aveva escogitato un’altra buona scusa per portare tutto l’anno un berretto di lana calcato sulle orecchie incontinenti e incerottate:
“Otite cronica”, spiegava.
E le comari si intenerivano:
“Poverino, così giovane! E ti fa tanto male?”
E lui, virilmente ma sinceramente: “Sopporto”."

Dario scrive poesia sempre, non importa la forma che sceglie di usare, è la materia della sua costruzione che evoca sogni e noi, poveri mortali, tutti lì a annusare la coccoina dei nostri ricordi.

"Ero nei guai, fino a quel momento tutto era andato a meraviglia: avevo ritagliato con precisione, ero riuscito a non sporcare con le dita la carta dorata, non avevo perso nulla. La vera difficoltà stava in quei pezzi di vetro che non volevano star su con la Coccoina. Troppo pesanti. Cadevano dopo pochi secondi o piegavano la carta. Risolsi il secondo problema incollando un nuovo strato di cartoncino, ma rimaneva impossibile trovare una soluzione per il primo. Barattai anche altri tipi di colla dai compagni, ma con inesistenti risultati. Non sapevo proprio come fare."

Lillina in bilico tra la filosofia e la poesia. È vero, non c'è sempre un senso nelle cose, siamo noi che abbiamo il viziaccio di mettercene sempre uno anche dove non c'è perché siamo umani, troppo umani e non possiamo farne a meno. Tutte le virgole a posto! (dei punti non m'impippo, io sono quella che guarda il dito;)

"Hai visto una pietra ruzzolare che vorrà dire?
E' solo una pietra che ruzzola, non c'è sempre un senso nelle cose.
Neanche questo mio scrivere ne ha, o forse si,
infondo a chi importa se non a me e alle  persone che leggono?"

Fotoromanzo per La Carta, non perché è lungo ma per le illustrazioni: è questo un genere che mi si confà e qui addirittura sconfiniamo nel multimediale. Massì, allarghiamoci a tutte le esperienze del possibile, esploriamo, contaminiamo. E poi scrivere scrive bene. (Paranoid è una delle mie canzoni preferite, sallo)

"La Corsa 5 è il pullman che prendo alle 7:20 ogni mattina da quattro anni a questa parte per andare a scuola.
O come è più comunemente conosciuto, il traghetto di Caronte.
Non è la destinazione ad incutermi paura, ma il tragitto stesso.
Ah già, ho una fifa fottuta degli autobus.
Sono dei rettangoli di lamiera che fanno manovre fisicamente improbabili a velocità spropositate."

Hombre mette in scena niente meno che la lotta primordiale tra la vita e la morte, eros e thanatos: il conflitto fondante della nostra specie, e lo fa con la sua consueta leggerezza. Ma ci sono sempre radici profonde nelle sue storielle, la risata che ti offre è una consolazione per la fregatura che c'è sotto, che c'è, sempre. Grazie Hombre.

"Mi fermo, che sarà mai, tutt’al più tardo dieci minuti, sempre che sia in casa. Mi butto giù per i tornanti piegando e accelerando per guadagnare qualche minuto e spero che l’urna con il nonno, nel bauletto, non ne risenta. Non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che soffrisse pure di mal d’auto, il nonno.
Suono, e una parte di me spera che non ci sia nessuno, l’altra parte di me, invece, quella che corrisponde al 99%, trema di desiderio e prega che Marina apra."

Maima riesce sempre a rievocare certe scene remote utilizzando gli stessi antichi processi di pensiero ed ecco che ritorniamo tutti un po' bambini e ritroviamo quell'antica innocenza dimenticata, forse, perduta quasi mai.

"mi è venuto in mente di controllare il mio cassetto dei segreti. Così sono andato in camera, mi sono seduto davanti al comodino, ho tolto il cassetto e me lo sono appoggiato sulle gambe.
E’ pieno fino all’orlo; neanche mi ricordavo di aver così tanti segreti."

Singlemama ha scritto una perfetta interpretazione dell'EDS: le cose sono le cose ma sono anche altro, molto altro, hanno un nome, un corpo corruttibile e anche un'anima, quasi come noi.

"Gisella da un paio di settimane è ferma nel mio posto auto coperto. Fra qualche giorno sarà in vendita per due soldi sul giornalino di annunci locale. Chissà, magari qualche neopatentato se la prende. Io, intanto, cerco di combattere il giudice interiore che vorrebbe farmi sentire come se l’avessi tradita. E mi godo il fatto che lei, in fondo, è ancora con me. La saluto quando scendo di sotto e anche quando torno a casa. E la ringrazio per tutti gli anni trascorsi insieme in cui mi ha portato a zonzo."

Scrivere, scrivere di scrivere, pensare di scrivere di scrivere, pensare. Siamo fatti così, tutti quelli che scrivono sono fatti così, non fare quella faccia, lo so che anche tu, qualche volta.

"La mia mente è spesso alla ricerca di qualcosa che non sa nemmeno lei, come la soluzione di un enigma che in realtà deve ancora inventare. Ogni oggetto, ogni azione, persino ogni parola mia o di chi mi sta accanto diventa un pensiero su cui tornare e ritornare, come se dietro ognuno di questi ci fosse la chiave della mia esistenza."

Grazie a chi ha partecipato, a chi ha letto e commentato, a chi ha letto e basta, a chi avrebbe voluto, a chi non ha potuto.

That's all folks, alla prossima.

 
 
 

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