UNA DONNA IN RINASCITA
"Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti... E' un'avventura ricostruire se stesse. La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo: "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo... Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. E' la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti."
Jack Folla (Diego Cugia)
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Post n°206 pubblicato il 12 Gennaio 2013 da nuovavita2011
Ogni volta che vedo immagini di quel tipo mi sconvolgo... per la crudezza delle immagini, ma anche perché mi riportano indietro nel tempo, ad un periodo molto brutto della mia vita. Oggi me lo sono trovato davanti più volte, quel post... era tra i blog in evidenza. Non sono entrata, l'argomento era chiaro. Poi stasera invece sono andata a leggere. Non riporto qui le immagini che mi sono trovata davanti, chi vuole può andare a leggere il post. http://blog.libero.it/iosvaldotujane/11838722.html
Ho conosciuto da vicino l'anoressia. Non ha colpito me (e quando mai...), ma una persona a me molto molto vicina. E' una brutta bestia, l'anoressia. Distrugge te, che cadi in questa spirale, e annienta le persone che ti stanno accanto. Si prova un grande senso di impotenza, quando vivi accanto ad una persona con questo problema. Ti svegli ogni giorno e sai che sarà una nuova battaglia, sai che scorgerai quello sguardo di sfida, segno del senso di onnipotenza che l'altro percepisce sul suo corpo. Non ci sono parole che curano... anzi, più parli e più hai la percezione di fare danni... Vedi l'altro che si autodistrugge e non puoi fare niente. Sei tu che hai bisogno di essere sostenuto, oltre che la persona che vive su di sé il problema. Non è più vita. Siamo come vasi di Pandora... mettiamo dentro, mettiamo dentro... e se non c'è una personalità ben forte e strutturata a sostenerci, un giorno il coperchio si apre ed esce tutto... Diventiamo schegge impazzite... e l'anoressia non è che una delle strade che si possono percorrere. E invece il nostro corpo è una macchina meravigliosa, perfetta. Da amare. Da difendere. Da curare. Sto studiando il corpo umano con i miei alunni, quest'anno, e certe volte mi soffermo con loro a considerarne la meravigliosità. Desidero che passi questo messaggio, alle loro piccole menti... e spero che abbiano sempre rispetto per questo grande dono. Ho amato un po' di più i miei rotolini, stasera...
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Vivere accanto ad una persona anoressica deve essere terribile, lo capisco. E' inconcepibile che una persona si autodistrugga in quel modo, non si può accettarlo... Stessa cosa, per me, per gli obesi.
Chi cade in depressione e nell'apatia, chi si butta sul cibo trangugiando di tutto, chi si dà all'alcool, chi si fissa sul proprio corpo e diventa anoressico. La mente ragiona in un modo deforme... e non ci son santi che tengano. Se ne esce grazie all'aiuto di specialisti e dei familiari... ma solo se ad un certo punto scatta qualcosa nella mente che ci fa ragionare, altrimenti è una battaglia persa, purtroppo.
Riguardo i nostri alunni... è importantissimo quello che cerchiamo di trasmetter loro... ma non ci metterei la mano sul fuoco che domani le nostre parole possano aiutarli. Ribadisco: credo che si siano meccanismi incontrollabili nella mente... Bisogna aver fortuna... come in tutte le cose. Un bacione. Cra cra cra
Purtroppo non si può fare nulla per impedire il suo decorso, deve scattare in effetti una molla interna alla ragazza che la porti a chiedere aiuto, perchè anche quando pesa 30 kg o poco più(mia figlia alta 1 metro e 70 era arrivata a tanto) ti dice che sta benissimo e che non ha bisogno di nulla,anzi se provi a farla capire, a ragionare, ad aiutarla, a prenderne coscienza, è ancora peggio, si crea un solco che è poi difficile da ricucire.
Purtroppo si è impotenti, ci vuole solo pazienza e amore e l'aiuto di specialisti e nutrizionisti. Nel mio caso gli psicologi non sono serviti a nulla, e forse è stato meglio così, perché essendo una malattia di natura depressiva può succedere che il paziente diventi medico-dipendente o che faccia muro contro ogni tentativo del psicologo.
Sono stati due anni molto brutti, la vedevi proprio spegnersi come una candela, fino a morirne. Per fortuna, una sera che era accanto al fuoco del camino e tremava di freddo (battiti molto bassi, pressione massima a 60-70) finalmente si è messa a piangere, perché ha detto di sentirsi male ed ha chiesto aiuto...ed è stata una lenta faticosa risalita, ma con l'assistenza di un nutrizionista, a cui per fortuna si è affidata, magari perchè lo ha trovato simpatico, seguendo con alti e bassi le sue tabelle dietetiche e sforzandosi di rispettarle, così che un po' alla volta ne è venuta fuori.
E' un percorso lungo e difficile, ma se ne può uscire anche se in alcuni casi non completamente....Una volta parzialmente usciti, quando la ragazza è più forte e più disponibile allora un aiuto quindicinale o settimanale di una psicologa (meglio una donna)può servire ad evitare ricadute e a migliorare lo stato mentale del paziente, anche con la somministrazione di un minimo di farmaci perchè è illusorio e pericoloso pensare si possa fare a meno di una qualche medicina che coadiuvi la terapia cognitiva.
Ora a 28 anni sta benino, non ha recuperato tutto il suo peso forma, mancherebbero almeno 3 kg., ma possiamo accontentarci, studia e lavora con profitto, è anche troppo iperattiva, ma sono queste le persone che di solito vengono colpite, molto intelligenti, dal profitto scolastico da 110 e lode, perfezioniste e selettive, ovviamente accompagnate da una marcata sensibilità, per cui anche una piccola delusione di qualunque tipo, può innescare il processo autodistruttivo.
Ho scritto questo perchè è la dimostrazione che se ne può uscire avendo la pazienza di starle vicino e di darle tutto l'affetto possibile senza giudicare o imporre comportamenti che comunque sortirebbero l'effetto opposto, con la speranza che l'amore che sente intorno a sé possa sortire un qualche miracolo.
Sconsiglio la prigione di qualche Istituto di cura perché, almeno nel mio caso, avrebbe portato ad una maggiore depressione e probabilmente al suicidio...se possibile ritengo più opportuno aiutare l'ammalata senza privarla del suo nucleo familiare, anche se andrebbe comunque valutato caso per caso.
In linea di principio penso che la nostra condotta sia stata la migliore, anche se ci siamo esposti a critiche di tante persone che pensavano la tascurassimo, anche parenti stretti che insistevano per mandarla in qualche lontano centro di recupero. Non è stato facile resistere a queste sollecitazioni, ma a conti fatti crediamo di aver fatto bene perchè sono i genitori che più di tutti conoscono i loro figli e possono sperare di capire cosa sia meglio e cosa sia peggio per loro, magari aiutati da un po' di fortuna.
E sarebbe inutile e pernicioso che i genitori si copevolizzino....nella maggior parte delle volte non ne hanno colpa alcuna...Mia figlia viveva in un ambiente familiare sereno, circondata da tutto l'affetto possibile, anche dal gruppo dei suoi amici, con una sorella più piccola di 9 anni che l'adorava, così che, vista anche la grande diffrenza di età, non c'erano motivi di gelosia. Anche i nonni erano molto premurosi e disponibili, per cui non v'era alcun motivo che potesse portarla all'anoressia riconducibile all'ambiente famigliare che peraltro le concedeva una ampia libertà e ha sempre rispettato le sue scelte, anche se ovviamente non rinunciava al suo ruolo educativo e di vigilanza, ma smepre con discrezione e leggerezza.
Scusa se mi sono permesso di essere tanto prolisso, ma ho pensato che una esperienza vissuta così da vicino potesse servire da contributo al tema che hai trattato, anche se a livello emotivo mi è costato molto ripercorrere quel periodo, come se scriverne equivalesse a rivivere quei terribili giorni, mesi, anni.
Ciao....CARLO!
Buon inizio di settimana, Cinzia, guardando senza angoscia i rotolini :-)