Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.

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DEDICATO ALL'AFRICA

Post n°909 pubblicato il 13 Novembre 2014 da giampi1966
 
Foto di giampi1966

Sicuramente questo non è un post alla moda, ma i recentiatti di razzismo mi inducono a scrivere qualcosa pro-africa, continente splendido ma ancora sotto il dominio imperialista, continento pieno di risorse ambientali ma sfregiato dai vampiri capitalistici che si accaparrano le risorse naturali inquinando e distruggendo questo prezioso ecosistema.

Iniziando dalla questione ebola che sta allarmando gli occidentalie nello stesso tempo sta dando un duro colpo all'intera economia africana, vorrei sfatare alcuni luoghi comuni.

- Il virus si chiama ebola perchè i primi casi si sono verificati nel 1976 nei pressi del fiume ebola in Congo, da allora è ricomparso per almeno 21 volte;

- per ebola sono morte circa 5.000 persone in tutto il mondo, nella sola Europa ogni anno muoiono più persone per l'influenza;

- l'ebola non è così facilmente trasmissibile in quanto si tramsette solo con il sangue e le secrezioni corporee, inoltre il virus non è molto resistente in quanto sopravvive per breve tempo su superfici su cui batte il sole e secche;

- le zanzare non trasmettono l'ebola, non si trasmette maneggiando denaro o alimentari, non si trasmette per via aerea o nuotando in piscina;

- sono solo 3 i paesi colpiti dall'ebola (in Mali ci sono stati solo 1-2 casi), Liberia, Sierra leone, Guinea, il 99% del territorio africano non è intaccato dal virus, inoltre l'Africa è enorme;

- il virus non è contagioso durante il periodo di incubazione, non si è mai trasmesso in aereo e la sua aggressività fa in modo che un eventuale immigrante non potrebbe arrivare fino all'europa;

LA SPLENDIDA RIVOLUZIONE DEL BURKINA FASO

 

Di fronte all’annuncio del presidente Blaise Campaoré della modifica costituzionale per potersi presentare alle elezioni del prossimo anno, le masse burkinabé sono scese in strada indignate.
Decine di migliaia di persone hanno manifestato lo scorso martedì 28 ottobre, hanno innalzato barricate e assaltato il parlamento. La rivoluzione ha preso la capitale Uagandugù, così come le principali città del Paese. Dopo un tentativo di mantenere il potere reprimendo i manifestanti e decretando lo stato d’assedio, Blaise Campaoré ha dovuto dimettersi.

 

Il governo di Campaoré al servizio della Francia e dell’imperialismo e per la povertà del Paese
Blaise Campaoré era da 27 anni al potere dopo aver fatto un colpo di Stato contro quello che era stato un suo amico, Thomas Sankara, conosciuto come il Che Guevara africano, che fu assassinato.
Negli ultimi anni gli indicatori economici mostrano una crescita addirittura del 9% annuo (6,5% nel 2013). Questa crescita è dovuta allo sviluppo dell’estrazione dell’oro, che oggi incide per il 20% del Pil, e della coltivazione del cotone. Tuttavia questa crescita non ha raggiunto la popolazione: il Burkina Faso ha 17,5 milioni di abitanti e oggi è uno dei Paesi più poveri del mondo (il 181° su 187). 3 milioni di burkinabé sono emigrati nella vicina Costa d’avorio. L’alfabetizzazione non attiva al 30%. Questa situazione ha una relazione diretta con la politica del deposto presidente Blaise Campaoré.
Blaise Campaoré prese il potere nel 1987 con l’appoggio della Francia e ribaltò tutte le misure dei governi di Sankara. Fece marcia indietro sulla nazionalizzazione delle terre che tornarono nelle mani dei latifondisti. Si trasformò in un fedele discepolo delle politiche del Fmi e dei prestiti della Banca mondiale. Aprì di nuovo il Paese alle truppe francesi che da allora hanno nel Burkina Faso una base privilegiata per controllare la regione. Stazionano lì anche gli Stati Uniti che hanno stanziato le loro truppe in Burkina Faso dopo la creazione dell’Africom (Comando africano statunitense). La presenza militare francese e statunitense con i loro soci europei in questo Paese come in quelli vicini (Senegal) è servita per l’invasione del Mali e per ottenere il controllo sulle risorse naturali di questi Paesi.
Blaise Campaoré ha svenduto le attività minerarie a imprese canadesi, australiane, sudafricane, statunitensi e russe. L’estrazione dell’oro ha collocato il Burkina Faso al quinto posto come esportatore africano di questo materiale prezioso. Le 32 tonnellate di oro annuali che esporta fruttano al Paese solo 287 milioni di euro in tasse e solo 5.000 posti di lavoro. Le attività minerarie sono effettuate con distruzioni ambientali che hanno provocato tremende contaminazioni e massacri di persone e animali.
L’altro grande affare delle multinazionali in Burkina Faso è quello del cotone. La multinazionale Monsanto ha firmato un accordo con il governo per introdurre la coltivazione del cotone transgenico. Tre imprese controllano tutto il territorio agricolo e impongono agli agricoltori l’acquisto di questo cotone.

 

Il vuoto di potere e il ruolo dell’esercito
Il Capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Honoré Traoré, ha annunciato che avrebbe assunto il potere, sciolto il parlamento, e che avrebbe iniziato una transizione democratica per il prossimo anno. Ma le masse hanno continuato la mobilitazione perché vedevano nel generale Traoré una continuazione del regime.
Alcune ore dopo il tenente colonnello Zida si è proclamato anche lui presidente. Lo faceva tentando di differenziarsi dal presidente precedente (Zida era il numero due della sua guardia personale) e proclamando di essere dalla parte del popolo e dei martiri che si erano rivoltati contro il suo capo. Sembra che l’esercito sostenga quest’ultimo; tuttavia l’opposizione civile ha fatto appello a manifestare contro il potere dell’esercito e nuovamente decine di manifestanti sono scesi nelle strade chiedendo che se ne andasse anche Zida.

 
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