Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.
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Scuola, le 3 P del ministro Fioroni e del governo di falsa sinistra
Post n°215 pubblicato il 12 Settembre 2007 da giampi1966
Tag: coerenza politica, cultura, mondo del lavoro, osservatorio politico, scuola, università e ricerca La scuola pubblica è sempre stata al centro del mio sentire politico poichè ritengo che sia una risorsa fondamentale per l'eguaglianza ed il riscatto sociale, il problema è che tale priorità programmatica dovrebbe essere, in un regime di normalità politica, anche la priorità della sinistra al governo, purtroppo come è successo per il governo Berlusconi le priorità di questo governo sono altre: ridurre le pensioni, occupare l'Afganistan, indulto, riformare in peggio lo stato sociale, vessare i dipendenti pubblici di basso livello premiando i dirigenti (veri colpevoli insieme ai politici delle inefficienze), tagliare fondi alla sanità pubblica, penalizzare i magistrati che combattono la mafia la corruzione e i rapimenti illegali di cittadini italiani ecc... Questo articolo spiega molto bene le contraddizioni della politica culturale, portata avanti da un governo completamente incoerente con il proprio programma e con il comune sentire di noi poveri cristi di sinistra vera. LE TRE "P" DEL MINISTRO FIORONI di Fabiana Stefanoni Probabilmente, al ministro Fioroni non è mai passato per la testa di assistere a una delle convocazioni annuali dei precari della scuola, quando - a fine agosto o inizio settembre a seconda della provincia - a ogni insegnante è dato di scoprire se e dove dovrà prendere servizio entro pochi giorni. Meglio per lui. Si troverebbe di fronte centinaia e centinaia di insegnanti infuriati, alle prese con indecifrabili regolamenti, ansiosi di sapere per quanto ancora dovranno campare col sussidio di disoccupazione, impegnati a consultare atlanti stradali per capire come conciliare le nove ore settimanali nell´istituto sull´Appennino con le nove in un altro sulle rive del Po. E poi vedrebbe quanti, soprattutto tra i docenti precari della scuola secondaria, hanno i capelli grigi, in attesa da decenni dell´assunzione in ruolo, dopo essere scivolati in graduatoria a causa di famigerati decreti retroattivi che più di una volta hanno ribaltato i punteggi, radendo al suolo le speranze di assunzione di molti. In alcune classi di concorso, l´età media del passaggio in ruolo è più vicina ai cinquanta che ai quaranta: una situazione destinata ad aggravarsi con i tagli degli organici e con l´innalzamento dell´età pensionabile. La scuola privata esulta Comprensibilmente, Fioroni preferisce assistere a spettacoli più graditi, come il meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, dove è stato ovviamente osannato. Queste le reazioni di uno dei presenti, Vittadini, presidente della fondazione per la sussidiarietà: "Il ministro ha compiuto un passaggio enorme, non un contentino ma la parità economica tra scuole statali e non statali, e questa è per noi la linea Maginot, una novità epocale..." (Corriere della Sera, 26 agosto). Non solo, infatti, sono aumentati i contributi statali alle scuole private ma, per la prima volta, verranno estesi anche alle scuole superiori: un regalone al Vaticano, dato che la gran parte degli istituti privati sono cattolici e gestiti dalla Chiesa. Fannullone a chi? Le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori della scuola sono in costante e rapido peggioramento. Oltre ai decenni di precariato - nei quali mesi di lavoro si alternano a mesi di disoccupazione (i più fortunati solo tre all´anno) e con la paga incerta (la retribuzione delle cosiddette supplenze brevi, cioè su chiamata degli istituti, arrivano spesso con mesi di ritardo) - anche per i docenti in ruolo non è tutto rose e fiori. Fioroni, in continuità con la Moratti, ha aumentato ulteriormente il numero di alunni per classe: in alcuni istituti questo non farà altro che aggravare i fenomeni di "bullismo", di cui tanto si parla, con conseguente peggioramento, oltre che della didattica, anche delle condizioni di lavoro degli insegnanti (le classi di 27-30 alunni stanno già diventando la norma e Tommaso Padoa Schioppa, l'altroieri, ha fatto cenno a un suo sogno di classi di 40 alunni, secondo un imprecisato "modello coreano"...). Non solo: a fronte del caro vita, i bassi stipendi, specie nelle grandi città, non sono sufficienti nemmeno ad arrivare a fine mese (a Milano, la paga mensile di un insegnante coincide con l´affitto di un trilocale in periferia). È ora di fermare lo smantellamento della scuola pubblica! È ora di fermare gli attacchi ai lavoratori del governo Prodi! Anche la scuola necessita subito di un grande sciopero generale, per dire no ai tagli alla scuola pubblica, contro i finanziamenti statali alle scuole private, per l´assunzione in ruolo di tutti i precari, per consistenti aumenti salariali, per la riduzione del numero di alunni per classe!
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