A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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La generazione (s)fortunata
Post n°95 pubblicato il 23 Aprile 2006 da lilith_0404
I discorsi sulla fortuna che si sono sviluppati nei commenti al post precedente mi hanno riportato alla memoria un libro che ho letto qualche mese fa, di Serena Zoli: La generazione fortunata. Secondo l’autrice coloro che sono nati, all’incirca , negli anni che vanno dal 1935 al 1955 ( ma io, pensandoci bene, avrei fissato l’intervallo dal 1940 al 1960) si sono trovati al centro di quella che chiama ‘la generazione fortunata’. “Raramente," scrive l'autrice, " forse mai, c’è stato un periodo così lungo di pace, serenità e benessere”. I cambiamenti economici, sociali e culturali che si sono verificati nel giro di soli pochi decenni hanno radicalmente mutato il modo di vivere e di pensare. E sempre secondo l’autrice, in quegli anni é comparsa per la prima volta sulla scena della storia la categoria ‘giovani’, con un ruolo da protagonista mai prima interpretato in ambito sia politico che culturale e di costume. Quella generazione sarà l'artefice e la principale beneficiaria del boom economico, un periodo ormai mitico, in cui era facilissimo trovare un posto di lavoro, oltre a tutto garantito, anche da giovanissimi. Inevitabile pensare ai discorsi recentemente uditi, nel corso della campagna elettorale, proprio in merito all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Oramai le cose vanno in maniera tale per cui troppi giovani passano da un rapporto di lavoro precario e sottopagato all’altro, con tutte le ripercussioni negative che cio’ comporta per loro in prima battuta, ma anche per le famiglie, di conseguenza, che devono accollarsi l’onere del sostentamento ben oltre il termine del periodo ‘ragionevolmente’ necessario a terminare gli studi. E con la prospettiva, a lungo termine di arrivare alla fine della propria vita lavorativa senza neppure la sicurezza della pensione, almeno nella misura in cui l’hanno potuta avere i loro genitori. Come dar torto a mia sorella e a mia cognata, classe 1977, se parafrasando il titolo del libro si sono definite ‘la generazione sfortunata? Io, che mi considero tutto sommato appartenente alla generazione precedente, per incoraggiarla ho regalato a mia sorella un braccialetto pieno di amuleti, cornetti, coccinelle, quarifogli. Ma sono convinta che la fortuna arriverebbe più facilmente se la si aiutasse un po’, e anche le leggi, a volte, hanno una loro importanza.
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