Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 06 Marzo 2005 da lilith_0404
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Vorrei spendere qualche parola sull’argomento introdotto da Lupopezzato nei commenti al post n.8

Scrive Lupopezzato :

“Mentre da un lato l’occupazione femminile è aumentata (il 66% dei nuovi occupati sono femminucce) per contraltare le donne restano vittime di “segregazione professionale” (impieghi spesso precari o part-time, altrettanto spesso a basso salario – fino al 35% in meno dei maschietti – e i posti a più alto livello restano off-limits). Le peggiori condizioni economiche unite alla mancanza di strutture pubbliche per l’infanzia costringe quasi una donna su 5 (20%) a lasciare il lavoro dopo la nascita del primo figlio. Su questo aspetto, osserva l’ONU, manca ancora una equa e giusta distribuzione dei compiti nell’ambito delle responsabilità familiari.”

Nella letteratura sociologica si legge l’espressione “ percettore principale di reddito” e con questa espressione ci si riferisce di solito al marito, perché quello della moglie si da’ quasi per scontato che sia un reddito ‘integrativo’ : da qui il fatto che possa anche essere soppresso qualora le necessità organizzative della famiglia lo richiedano… ecco anche che  per le donne l’opzione del part time risulti molto più gettonata, e che vengano accettati molto più spesso lavori precari. Da qui a quella che viene chiamata ‘’segregazione professionale’’ il passo è breve.

Le varie strutture tipo Onu e Comunità europea, da parte loro caldeggiano che le donne siano inserite nel mondo del lavoro, sia pure con queste forme ‘ridotte’ perché il loro reddito è comunque quello che può fare la differenza nell’ambito di una famiglia tra essere “povera” o “quasi povera” e non esserlo.

Una famiglia “povera” vuol dire minori che crescono in situazioni di privazione che si ripercuoteranno sulla loro educazione, istruzione,  formazione, in altre parole sulla loro vita e capacità lavorativa futura.

E' un discorso che si allarga in cerchi concentrici sempre più vasti, e che va ben oltre oltre la condizione femminile, ma investe l’impostazione della nostra società e la struttura e l’organizzazione dello stato sociale.

 
 
 
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