Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Splendore nell'erba

Post n°163 pubblicato il 17 Dicembre 2006 da lilith_0404
 

''Though nothing can bring back the hour
Of splendor in the grass, of glory in the flower:
We will grieve not,
But rather find strength in what remains behind.,,immagine

Mamma l’aveva visto a casa mia, e ne era rimasta incantata. Con l’insistenza tenace che solo in certi casi sa avere, non aveva dato tregua finché non lo aveva avuto uguale: un piccolo abete finto, con i rami in fibra ottica che si illuminano in punta di una luce che passa in successione dal bianco al giallo all’azzurro, all’arancio.

Lo collocava sotto il portico, vicino alla porta d’ingresso. Bello così, senza bisogno di altro. Ma l’anno scorso, il motorino elettrico è partito, e l’alberello è rimasto spento.

Con una indifferenza che già altre volte le ho visto avere per le cose che considera perse, e una determinazione pari a quella con cui l'aveva voluto, mamma era decisa a buttarlo nel cassonetto dei rifiuti. Ho dovuto usare tutta la mia abilità di persuasione per farla desistere dal suo proposito.

Nei giorni scorsi abbiamo come ogni anno preparato gli addobbi per le prossime feste.  Tra  le altre cose tolte dallo scatolone, l’alberello che non si illuminava più.

Mia sorella l’ha collocato su un tavolino coperto da una tovaglietta rossa con ricami d’oro. Ha rivestito il vaso che lo contiene di una carta verde plissettata, e l’ha fermata con un nastro annodato con un bel fiocco. Abbiamo appeso ai rami ormai spenti palline d’argento, angioletti di perline, fiocchi fatti con il nastro di tulle dorato . L’abbiamo illuminato con un giro di piccole luci occhieggianti tra i rami. E a Natale appoggeremo alla base la capanna con il presepe.

E mentre osservavo compiaciuta il risultato ottenuto,  mi tornava in mente  la poesia sentita tanti anni fa in un film del regista Elias Kazan,  ‘Splendore nell’erba’:

Se niente può far
che ritorni all'erba il suo splendore
nè che riviva il fiore,
della sorte funesta non ci dorremo,
ma ancor piu' saldi in petto 
di quel che resta godremo


(facendo una ricerca con Google ho scoperto che  i versi sono  tratti dall' "Ode on Intimations of Immortality from Recollections of Early Childhood ", dello scrittore inglese William Wordsworth  1770-1850)

                                                              immagine

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