Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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L' Invincibile Armada di Kublai Khan

Post n°71 pubblicato il 14 Ottobre 2005 da lilith_0404
Foto di lilith_0404

Seguivo ieri sera in televisione un programma sulla Cina ai tempi di Marco Polo.

Nel corso della trasmissione si é parlato della distruzione della flotta di Kublai Khan, avvenuta nel 1281, mentre navigava alla volta del Giappone, con l’intenzione di annettere quelle isole allo sterminato impero del Gran Khan.

Un tifone scoppiato nell’oceano fermò quella “Invincibile Armada” versione cinese, salvando il Giappone dall’invasione, e causando la più grande tragedia del mare che la storia ricordi : 70.000 morti, tra marinai e soldati, e le ambizioni del Khan ridimensionate per sempre.

Mentre ascoltavo il racconto di quella storia lontana, ripensavo alle catastrofi che stanno succedendo ai giorni nostri, ai 174.000 morti dello Tsunami  a dicembre dell’anno scorso, alle distruzioni dell’uragano Katrina e ai 25.000 morti del terremoto in Pakistan, e riflettendo sulla notizia letta nei giorni scorsi che gruppi terroristici cercano di approfittare della situazione di caos seguente al terremoto per operare indisturbati mi son tornati alla memoria i versi di Leopardi, studiati tanti anni fa a scuola:

"...Nobil natura è quella
Che a sollevar s'ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato, e che con franca lingua,
Nulla al ver detraendo,
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra se nel soffrir, nè gli odii e l'ire
Fraterne, ancor più gravi
D'ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma dà la colpa a quella
Che veramente è rea, che de' mortali
Madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
Congiunta esser pensando,
Siccome è il vero, ed ordinata in pria
L'umana compagnia,
Tutti fra se confederati estima
Gli uomini, e tutti abbraccia
Con vero amor, porgendo
Valida e pronta ed aspettando aita
Negli alterni perigli e nelle angosce
Della guerra comune. Ed alle offese
Dell'uomo armar la destra, e laccio porre
Al vicino ed inciampo,
Stolto crede...."

Sembrerebbe comune buon senso, ma a quanto pare non é così... 

         

 
 
 
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