Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Ne vale la pena?

Post n°319 pubblicato il 15 Settembre 2008 da lilith_0404

Che il lavoro delle donne fosse una risorsa preziosa per la società lo avevo sempre pensato, ma fino a non molto tempo fa non avrei saputo esprimere questa convinzione in termini quantitativi.

Ora,  una istituzione autorevole come la Banca d’Italia, ha provveduto a colmare questa lacuna, e in una sua ricerca ha stimato che un tasso di occupazione femminile pari a quello maschile porterebbe ad un aumento del PIL del 17%. 

Non solo, ma un’altra ricerca è giunta alla conclusione che per 100 donne che lavorano, si creano 15 posti di lavoro aggiuntivi, principalmente nell’ambito della cura e dei servizi. In pratica, con lo stipendio che una donna guadagna lavorando paga lo stipendio alla baby sitter che le tiene il bambino, e alla badante che assiste il nonno, e alla domestica che le pulisce la casa, e in questo modo fa girare l'economia.

Sono sicura che mia mamma avrebbe trovato queste conclusioni decisamente ‘sconclusionate’. Ricordo che quando discutevo con lei, l’argomento che secondo il suo modo di ragionare dimostrava senz’altro che fosse preferibile che le donne, specialmente quelle con bambini, stessero a casa e non lavorassero era proprio il fatto di avere tanti ‘costi’ aggiuntivi  per procurarsi sul mercato tutti quei servizi che non avrebbero avuto il tempo di sbrigare da sole.

Quello che a mia mamma probabilmente sfuggiva era un fatto di cui invece le istituzioni  politiche Europee hanno dovuto, loro malgrado, prendere atto: il tasso di fecondità dei cittadini europei non garantisce più il ricambio generazionale e nel giro un paio di decenni le risorse umane da impiegare nel ciclo produttivo si stima che mancheranno di circa 20, 8 milioni di persone. Due le possibilità,  per evitare che tutto il sistema vada in tilt: immettere forza lavoro ‘immigrata’, o attingere al lavoro femminile. 

Ma al di là delle conclusioni delle ricerche e dei progetti della Comunità Europea, la realtà in Italia è che una donna su cinque lascia il lavoro dopo la maternità, e al presente sono in tante a ritenere che non valga la pena di avere tutti i disagi che comporta dover conciliare famiglia e lavoro.

 

 
 
 
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