Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

« I sogni e le paureRegali »

Il ciliegio

Post n°150 pubblicato il 08 Novembre 2006 da lilith_0404
 

immagine“Sorridendo come sempre,
le spalle mi voltò
e la vidi in mezzo al prato
verso l'albero guardare:
era l'ultimo mio fiore
e l'inverno viene già. ,,


Dovrebbe essere normale che i figli lascino la casa dei genitori, che ad un certo punto spicchino il volo e facciano la loro strada. Ma non sempre i genitori sono come la Rosa del post n.35 di Lupopezzato, capaci di vedere che il bene del figlio é nell’allontanarsi da loro.

Mia mamma, per esempio, non è cosi.

Quando l’ultima delle mie sorelle un paio d’anni fa se ne andò a vivere a Milano, ne fece anzi una vera e propria malattia, e mise in atto ogni genere di ricatto psicologico ed emotivo per dissuaderla dal fare quel passo. E non aveva davanti la ragazzina adolescente che era Quotidiana_mente quando lasciò la casa dei suoi genitori, e la cui giovane età è stata forse in parte la causa della reazione di rifiuto che i genitori hanno opposto alla sua scelta di vivere da sola. 

Mia sorella era una donna ormai adulta, laureata e con un compagno, per quanto non sposata. Ma quel distacco sprofondò mia madre in una depressione che la faceva sentire ormai inutile, come non ci fosse ormai per lei altro da fare che aspettare di morire.

Quand le era nata quell'ultima figlia, le parenti e le vicine che venivano a farle visita non facevano che ripeterle che quella bambina, arrivatale in una età in cui alcune di loro erano nonne anziché mamme, sarebbe stata quella che le avrebbe garantito compagnia e sostegno nella vecchiaia. E a mia mamma non sarebbe mai venuto in mente di dire una frase come quella che scrive Marion in chiusura al suo post 307.

Spesso si legge che in Italia i figli sono mammoni, e che rimandano l’uscita dal nido ben oltre l’inizio dell’età adulta. Ma se i figli non sono ansiosi di rinunciare alle comodità che possono avere a casa, a volte neppure i genitori sono abbastanza pronti e disposti a tagliare il cordone ombelicale che tiene i figli legati a loro, perché ogni separazione é dolorosa, e a volte il coraggio di scegliere il dolore non c’é.

immagine“ma il vecchio giardiniere
rinunciare come può
all'ultimo suo fiore,
se l'inverno viene già,,

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Commenti al Post:
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 08/11/06 alle 16:27 via WEB
C'è una bellissima poesia indiana, prima o poi la posto, dice "i tuoi figli non sono figli tuoi"; pur volendogli bene da morire da voler preservare loro ogni male e ogni dolore, voler il loro significa lasciarli andare. Perchè la piu' grande soddisfazione credo sia vedere che sono diventati degli uomini, consapevoli, autonomi (anche e soprattuto da me), non frustrati... che scelgano il loro destino. Tagliare il cordone ombelicale spetta a entrambi pero'... ieri ho detto al mio grande "se divento come tua nonna, ti autorizzo a mettermi in casa di riposo fin da ora..." ; meno male che ha risposto, sulla fiducia: "tu non diventi come la nonna, mamma, tranquilla". :)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 09/11/06 alle 23:48 via WEB

Io sono l’ultima persona al mondo che può dar lezioni su come ci si deve comportare con i figli, visto che comunque figli non ne ho, e a parole, siamo tutti bravi, ma trovarcisi nelle situazioni è tutto un altro paio di maniche.

In linea di principio, è ovvio che sono d’accordo con te, l’ho scritto anche nel post. Poi però mi guardo intorno, e vedo che le cose nella realtà sono un po’ diverse da come la teoria vorrebbe che fossero. Vedo che genitori anziani si sentono delusi e traditi se trovandosi nel bisogno i figli voltano loro le spalle. Perché è ovvio che si aspettano quantomeno un riconoscimento dei sacrifici e dell’impegno e delle cure che ai figli hanno prodigato.

E’ sbagliato, questo? Io non credo, il senso di avere una famiglia è anche questo, di poter avere qualcuno su cui contare nel momento del bisogno, ma fino a che punto un figlio deve farsi carico di questi oneri di assistenza e di cura? Fino al punto di rinunciare alle proprie aspirazioni, ad opportunità di carriera, alla possibilità di vivere una propria vita autonoma? La risposta non è così facile da dare, e neppure così scontata.

:) un sorriso, e buonanotte :)
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/11/06 alle 18:08 via WEB
il mio UNO è andato via di casa a 19 anni: uno nato adulto, come dico sempre io. (vabbe' che per far venire a me la sindrome del nido vuoto.....!).
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 09/11/06 alle 23:47 via WEB

Tu sei ancora giovane, hai altri figli a casa, e un lavoro che ti assorbe e che immagino ti piace.

Anche mia madre, quando 26 anni fa si sposò la maggiore delle mie sorelle, sebbene avesse solo vent’anni e se ne andasse a vivere ad una certa distanza, prese la cosa con estrema tranquillità. Lo stesso con gli altri figli che man mano si sono ‘staccati’.

Ma con quest’ultima le cose sono andate diversamente. Diversa l’età, probabilmente a 74 anni la forza di affrontare il distacco non è la stessa che si ha 48, diverse le prospettive che si intravedono per il futuro, ma soprattutto, credo, diverse le aspettative.

Pensava, e lo pensa ancora, che aver dedicato tutta la vita a crescere dei figli le abbia dato il diritto di aspettarsi che i figli dedichino una parte della loro vita ad occuparsi di lei, e si era convinta che sarebbe stata la più giovane ad assumersi questo compito...

 
ventodamare
ventodamare il 08/11/06 alle 22:09 via WEB
Io sono andato a vivere da solo appena ho potuto, a 18 anni. E lo rifarei, mi ha fatto maturare enormemente.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 09/11/06 alle 23:45 via WEB

Certo, spiccare il volo e provare le proprie ali, insegna a cavarsela da soli, ad aver fiducia in sé stessi. E se i genitori sono in condizioni fisiche ed economiche di cavarsela da soli, non nego che sia una scelta del tutto condivisibile.

La domanda, però, è un’altra. Come ti saresti regolato se tua madre ti avesse chiesto di non lasciarla sola, e se avesse avuto bisogno di te?

 
pro_mos
pro_mos il 08/11/06 alle 23:31 via WEB
porgi sempre con grazia argomenti di riflessione.......deliziosamente profonda:-)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 09/11/06 alle 23:43 via WEB
:)mi piacerebbe conoscere le tue, di riflessioni in merito all’argomento proposto :)
 
   
pro_mos
pro_mos il 10/11/06 alle 07:36 via WEB
oh beh.....il mio senso di casa è stato sempre molto personale.......diciamo che ho convissuto sempre nell'equilibrio fra lontananza e presenza.........che se ne va, credo, ha il grande dovere di non far sentire troppo la sua assenza......anche quando è molto, molto lontano
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 09/11/06 alle 09:22 via WEB
Come papà cerco di tenere sempre presente questa bella lirica di Gibran, ascoltando in sottofondo un altro brano di >A HREF="http://digilander.libero.it/GoRinNohSho/Alberi_Alti.mp3">Branduardi.

I vostri figli non sono i vostri figli.
Essi sono i figli e le figlie del desiderio che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono tramite voi ma non da voi,
E sebbene essi stiano con voi, essi non vi appartengono.
Potrete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno pensieri propri.
Potete ospitare i loro corpi, ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano la casa del domani,
che non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere come loro,
ma non cercate di renderli come voi siete.
Perché la vita non torna indietro e non si attarda con il passato.
Voi siete gli archi da cui i vostri figli sono scoccati innanzi come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio lungo il sentiero dell'infinito
e vi tende con la Sua forza perché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciate che la vostra tensione tra le mani dell'Arciere avvenga con gioia;
Poiché, come ama il dardo che sfreccia, così Egli ama l'arco che stabile rimane.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 09/11/06 alle 09:23 via WEB
Il brano è questo
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 09/11/06 alle 23:42 via WEB
Conosco questo brano, e condivido quello che dice. Ma una cosa è la teoria, un’altra la realtà. Qualche anno fa sono stata invitata al matrimonio di un mio cugino. Mia zia era vedova, e le altre sue figlie erano sposate da anni. Durante la festa, vedendo mia zia con gli occhi rossi, le dissi : perché piangi, dovresti essere contenta! Sorridendo mestamente, mi ha detto: “certo, son contenta per lui, ma da domani sarò sola”… ecco, la solitudine, se non è scelta ma subita, può essere dura da accettare.
 
saradria
saradria il 10/11/06 alle 09:40 via WEB
Condivido ciò che dici, da figlia,"purtroppo", non ho avuto questi problemi. i miei genitori sono deceduti in giovane età, ho dovuto superare io il dolore della loro, seppur involontaria, "lontananza". Da madre penso che una figlia lontano faccia sempre dispiacere, ma come vanno le cose oggi, meglio lontana e realizzata che vicino e frustrata per non aver fatto ciò che tanti anni di studi e sacrificio si aspettava! penso che ai figli bisogna dare senza aspettersi nulla in cambio. Adriana
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/11/06 alle 17:59 via WEB
come vanno le cose oggi, dici, ma io ti rispondo che le cose vanno un po' anche come si sceglie di farle andare. Ciascuno sceglie per sè, naturalmente, non si può dare una regola uguale per tutti. Genitori giovani possono non solo accettare ma anche agevolare il distacco. Però, salvo casi sfortunati come il tuo, arriva anche il momento che i genitori possono non essere più autonomi. E sebbene io sia non un genitore, ma solo una figlia, la cultura del “ciascuno per sè e Dio per tutti” non fa parte del mio modo di vedere la vita.
 
saradria
saradria il 12/11/06 alle 01:11 via WEB
Scusami, non mi sono spiegata bene. Come figlia ho assistito mia madre durante la malattia con tutto il mio amore e lei non lo ha preteso, ma era felice, quando ci vedeva accanto a lei, anche se si rattristava perché “non voleva darci fastidio”(l’amore di una madre per i suoi figli è anche questo) Quando dico “come vanno le cose oggi”, mi riferisco alla difficoltà di trovare un lavoro e sempre per amore materno spingerei mia figlia ad allontanarsi, anche se con il cuore a pezzi. Se invece avessi bisogno d’aiuto, sarebbe la figlia a dover prendere delle decisioni, ma sempre dettate dal suo cuore e mai per “dovere” perciò dico “non mi aspetto niente” perché quello che fa e continua a fare un genitore è solo per amore dei figli. Sta ai figli capire ciò e comportarsi di conseguenza. Con simpatia Adriana
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 12/11/06 alle 22:26 via WEB
sono d'accordo con te, l'amore é una scelta, non può essere una imposizione, e ciascuno può scegliere solo per se stesso, sia esso genitore o figlio. Un sorriso, e grazie per le tue parole.
 
sieropositiva62
sieropositiva62 il 12/11/06 alle 02:48 via WEB
Ciao, scusa il disturbo. c'è un piccolo sondaggio sulla campagna contro l'aids del ministero nel mio blog. tiva di partecipare? impegna pochi minuti....
http://blog.libero.sieropositiva62/
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 12/11/06 alle 22:26 via WEB
arrivo...
 
magdalene57
magdalene57 il 12/11/06 alle 08:35 via WEB
io provengo come te da una famiglia numerosa, sei figli assolutamente giramondo e tutt'altro che mammoni, forse anche a causa del carattere autoritario di mia madre. la cosa però che mi ha sempre colpito, è che a Lei, pur essendo abituata a questo stato di cose, resta sempre la dindrome della chioccia. deve sapere, prendere iniziatiche che ci riguardano e che spesso nessuno di noi le chiede, come se avesse a che fare con ragazzini, adolescenti. io ho una mia teoria: quando io avevo 13 anni e i miei fratelli eran in scala dietro me, i miei genitori si sono praticamente trasferiti per lavoro in un rifugio, affidandoci alle cure della nonna. tornavano a casa, ma lentamente persero il controllo della nostra vita. ora è come se mia madre volesse recuperare quel controllo. un pò scomodo e a volte assolutamente invadente. per quanto riguarda i miei figli.... mi piace averli attorno, sentire le loro chiacchere, ma da sempre li abituo ad essere autonomi ed indipendenti. sarò io che da vecchia me ne andrò. per starmene tranquilla in un posto al sole.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 12/11/06 alle 22:32 via WEB
mia mamma invece é tutta al contrario: quando un figlio si sposa, é come se diventasse un estraneo: non entra in casa sua se non é espressamente invitata, e non ne fa un conto se ha bisogno di qualcosa, come se non fosse più figlio suo. Tanto si aspetta da quelli che ha ancora in casa, tanto poco fa conto di chi se ne é andato, perché sostiene che chi si é sposato ora ha un'altra famiglia a cui pensare... :-)
 
   
magdalene57
magdalene57 il 13/11/06 alle 07:19 via WEB
comodo...per quelli che escono...:-)))
 
Narcysse
Narcysse il 14/11/06 alle 07:28 via WEB
Le prime volte che ascoltavo questa canzone mi commuovevo...Conosco, ascolto la sua musica da tanto...Lo vidi in concerto ed era un po come incontrarlo dopo l'averlo conosciuto nel virtuale...per le parole per la musica...per la voce...L'ho sentito davanti l'ingresso della basilica di S. Francesco a Ravenna e di fianco la tomba di Dante. Naturalmente l'album del concerto era L'infinitamente piccolo...su S. Francesco...con le parole di Dante appunto. Fu una emozione grande....Avere Angelo difrMi è piaciuto da subito alla prima occhiata il tuo "cartellone" ¥
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 15/11/06 alle 08:41 via WEB
mi é capitato solo tre volte di assistere ad un concerto dal vivo, e una di queste é stato ad un concerto di Branduardi.Il biglietto me lo aveva regalato mio fratello, e proprio poco tempo fa mi é capitato di ritrovarlo tra le pagine di un libro... un bel ricordo... :-) ciao
 
latripladea
latripladea il 17/11/06 alle 23:21 via WEB
sono una madre che fa eccezione probabilmente perchè vorrei che mio figlio di 21 anni cominciasse a pensare seriamente di andarsene a vivere da solo. Magari cominciando gradualmente, con un'esperienza lavorativa all'estero per esempio. Ma non ci sente. Sta troppo bene qua. Ci vogliamo un gran bene ma sento che vivendo assieme ci limitiamo a vicenda. Io lo limito perchè sono troppo premurosa (occupandomi di tutto per istinto materno gli atrofizzo il cervello). Lui limita me perchè vorrei avere maggiore tempo per i miei interessi. Al momento lo consiglio di andare a trovare quegli amici che già vivono da soli perchè veda che è una cosa fattibilissima...chissà!
 
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