Da quando Ossimora, e SandaliAlSole e VegaLyrae mi hanno chiamato a giocare, mi sono chiesta a lungo con quale criterio scegliere i cinque libri da elencare, e soprattutto quali libri scegliere. Narrativa, certo. E qui immediatamente l’imbarazzo della scelta: la Yourcenar, ha certo influito profondamente sul mio gusto, con la sua scrittura disincantata e sobria, aliena da sentimentalismo fino quasi al limite del cinismo. Ma anche Tomasi di Lampedusa, con il Gattopardo. Per contro ho amato appassionatamente i romanzi della Bellonci, le sue biografie che sono anche saggio storico: uno su tutti, Rinascimento Privato. Molto più che gli scrittori contemporanei, sono i classici dell’ottocento a riscuotere i miei favori, e benchè considerati libri per ragazzi, sarei tentata di includere i romanzi di Jack London, la sua saga del grande Nord,con Zanna Bianca, e il Richiamo della foresta nella mia lista: non sono possessiva per quanto riguarda i libri, periodicamente faccio pulizia e quelli che non mi hanno appassionato li metto da parte. Ma Zanna Bianca, quando mi sono accorta di non averlo più, perché probabilmente qualche nipote l’ha preso in prestito senza più restituirlo, sono andata a ricomprarlo. E già con questi, i cinque titoli sarebbero stati esauriti. Però sarebbe stata una descrizione parziale dei miei gusti di lettura, perché buona parte di quello che leggo sono saggi e biografie. Quali scegliere, quali sono stati significativi o lo sono ancora? Due titoli mi vengono subito in mente: L’arte di amare, di Eric Fromm, l’unico libro di cui in casa ci son due copie, e Etica per un figlio, di Savater. Non sapendomi decidere su quali titoli includere e quali tralasciare, alla fine, ho optato per elencare non già cinque libri che ho letto in passato, ma cinque libri che mi sono piaciuti tra gli ultimi che ho letto, e che sono significativi di quello che cerco nella lettura.
Andiamo a incominciare.
Il primo libro che ho scelto intreccia le vicende di cinque ragazze, tre sorelle di una famiglia borghese, soggetta ad un improvviso rovescio di fortuna, ed altre due sorelle avviate fin da bambine al lavoro nelle filande: sullo sfondo, le vicende politiche dell’Irlanda di fine ottocento:
‘’Ricordo ancora la curva cupa del viso di mia sorella la sera in cui i nostri genitori la riportarono a casa dal collegio. I suoi occhi avevano lo sguardo spaventato di una persona smarrita, catapultata di colpo da un paese familiare in un altro universo. Su tutta la casa era scesa quell’atmosfera di quieta, ammutolita attesa che ormai da tempo avevo imparato ad associare al pallido sorriso a denti stretti della mamma, e al silenzioso lisciarsi i baffi del papà”
(Catherine Dunne – Una vita diversa )
Il secondo, è l’incontro tra un nobile genovese, e una giovane figlia di un mercante di Damasco, nel corso dello scontro che oppose i cavalieri di Malta e l’esercito del sultano Solimano, che vuole conquistare l’Isola per farne una testa di ponte nel Mediterraneo. Alla storia inventata fa da contorno una ricostruzione storica e una coreografia di personaggi e di vicende realmente esistiti, e questa è una cosa che mi piace molto trovare in un romanzo:
“Febbraio 1565.
Guardando la costa che s’allontanava lentamente, Girolamo Doria comprese d’essere salpato dalla propria gioventù. Quell’illuminazione non l’emozionò, semmai regalò un senso più profondo al suo viaggio. Come ogni genovese era nato nel grembo del mare. Ma l’idea di possedere quella grande distesa di poterla solcare ricavandone onori e prestigio, s’era affacciata in lui soltanto quando lo zio Antonio, luogotenente di Andrea Doria, l’aveva condotto, ancora bambino, al cospetto dell’ammiraglio.”
( Patrizia Carrano – Le armi e gli amori)
Il terzo è una storia di emigrazione. Quella degli Italiani del secolo scorso. Protagonisti, Diamante, un ragazzino di dodici anni, e Vita, una bambina di nove, che insieme partono da Napoli verso la terra promessa, l’America. Correva l’anno 1903.
“La prima cosa che gli tocca fare in America è calarsi le brache. Tanto per chiarire. Gli tocca mostrare i gioiellini penzolanti e l’inguine ancora liscio come una rosa a decine di giudici appostati dietro a una scrivania. Lui, nudo, in piedi, desolato e offeso, quelli vestiti, seduti, tracotanti. Lui con le lacrime aggrappate al battito di un ciglio, quelli che soffocano risolini imbarazzati, tossicchiano, e aspettano. La vergogna è inizialmente centuplicata dal fatto che indossa un paio di brache di suo padre, gigantesche, antiquate e logore, talmente brutte che non se le metterebbe nemmeno un prete. Il problema è che i dieci dollari necessari a sbarcare sua madre glieli ha cuciti proprio nelle mutande, perché non glieli rubassero, di notte, nel dormitorio del piroscafo. In quei dormitori, - è cosa risaputa, nelle interminabili dodici notti di viaggio sparisce di tutto, - dai risparmi ai formaggi, dalle teste d’aglio alla verginità,- e niente si ritrova.”
(Melania Mazzucco – Vita)
Il quarto è la biografia di Emily Dickinson scritta da Alessandra Cenni.
“Magnifica la vallata del Connecticut distende foreste luminose di aceri, platani, abeti, fino ai prati costellati di ranuncoli, stretti dai fiumi. Tra i vividi colori trasmutati dalla stagione, evapora una nebbia leggera dalle paludi non lontane. Homestead è un bell’edificio di stile neoclassico, circondato da alberi da frutto, e da siepi di Biancospino.: si erge con austerità eloquente sul vivace villaggio di Amherst, e sulle sconfinate campagne del Massachusetts. Dalla protettiva penombra della stanza, lei poteva meglio guardare nell’ampia luminosità diffusa”
(Alessandra Cenni – Cercando Emily Dickinson)
per l’ultimo, ero indecisa tra “Un passato che ritorna”, di Valerio Castronovo che ho comprato, ma di cui per il momento non sono andata oltre l’incipit, o “La mente colorata – Ulisse e l’Odissea” , un saggio sui miti e i motivi del poema di Omero. Scelgo quest’ultimo:
“ Ancora prima di nascere, Apollo fu temuto dalla Grecia.Soffrendo per i dolori del parto,Leto peregrinava lungo le terre e le isole dell’Egeo: era la più amabile delle dee, e possedeva tutte le qualità che il figlio avrebbe violentemente ignorato. Chiese di essere ospitata. Ma le terre e le isole conoscevano Apollo prima che nascesse, e tremavano al pensiero di vederlo calcare il loro suolo. Rifiutarono, e così il Dio conobbe il dolore e la difficoltà di venire al mondo, come gli esseri umani.Infine Leto si rivolse a Delo, la più piccola e oscura delle isole dellEgeo.Le offrì un tempio.Anche Delo tremava.Temeva che il giovane Dio la disprezzasse e calcandola con i piedi la sprofondasse nelle acque del mare.Allora i flutti l’avrebbero sommersa, i polpi avrebbero fatto i loro covi sopra di lei, le foche avrebbero abitato la sua superficie deserta. Leto giurò:<< Qui esisterà sempre l’odoroso altare di Febo, e il suo santuario, ed egli ti onorerà più di qualsiasi altra terra.>> Solo allora Delo accettò di accogliere la madre e il figlio.”
(Pietro Citati, La mente colorata - Ulisse e l'Odissea)
Ora dovrei passare il testimone, e la cosa non è come dirla, perché più d’una delle persone a cui potrei fare riferimento il gioco l’ha già fatto, o é comunque già stata nominata. Amoildeserto, e Lupopezzato, sono stati nominati da VegaLyrae, ma ancora non ho visto che abbiano accolto l’invito, e quindi mi associo a Vega nel sollecitarli. Thanksgodisfriday, Quotidianamente e Thefairyround, se avranno piacere di partecipare al gioco, a me farebbe piacere poter leggere le loro scelte.