A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°245 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da lilith_0404
Mi chiedo se per i maschi esista un romanzo che abbia sulla loro formazione lo stesso influsso che ha ‘Le piccole donne’ sulla formazione delle ragazze. Ci pensavo leggendo quello che mi scrive Rosalux nei commenti al post precedente: “devi leggere, allora, ‘arrivederci piccole donne’. lo comprai solo per aver sentito in giro che era una rilettura del vero piccole donne in chiave cilena, ed ero curiosa…” . Confesso che il riferimento a ‘Le piccole donne’ fu anche nel mio caso la molla che me lo fece acquistare e leggere, poco più di un anno fa, anche se non riuscì ad entusiasmarmi come è successo a Rosalux: troppo importante il posto occupato dall'originale nella mia personale storia di lettrice per poter essere scalzato da qualunque rifacimento in chiave moderna. Ero ancora piccola quando in occasione di una Santa Lucia arrivò il primo volume della saga della famiglia March. Era una edizione per bambini, in versione ridotta. In seguito scoprii che una mia cugina, con cui condividevo la passione per la lettura aveva la versione integrale, e non so quante volte lo presi in prestito: a quei tempi non avevamo la possibilità di comperare molti libri, e supplivamo rileggendo più volte quelli che avevamo. Naturalmente mi identificavo con Jo, anche se sotto sotto sapevo, o forse solo temevo, di essere molto più simile Beth... Fu una evoluzione naturale, negli anni seguenti, ricevere per Santa Lucia i volumi successivi, Le piccole donne crescono, e Piccoli uomini. Più difficile fu invece procurarsi l’ultimo volume della serie, I ragazzi di Jo. Ne conoscevo l’esistenza, ma non compariva mai nei titoli che venivano messi in vendita nelle due cartolerie del paese che vendevano anche i libri, sicché un giorno lo ordinai espressamente. Passò del tempo e, quando arrivò, il proprietario del negozio, un vecchio scapolo che gestiva la cartoleria insieme alla sorella, venne di persona a portarmelo a casa. Credo che non fosse abituato a vedersi ordinare dei titoli e ricordo come sottolineò la sua abilità nel procurare quello che gli avevo chiesto Mi è capitato di leggere, in alcune biografie, che la Bibbia sia stato il libro di testo su cui si imparava a leggere. Nel mio caso, quando anni più tardi si trattò di scegliere un libro da leggere in lingua originale per fare pratica con l’inglese, quale altro libro avrei potuto scegliere, se non ‘Le piccole donne’?
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Ciao :o)
Concordo con te che è sicuramente una storia "femminista" che dimostra la capacità delle donne in generale di superare grosse difficoltà e di battersi per i propri ideali, a dispetto di una società che le vorrebbe relegate in secondo piano, "utili" solo nella gestione domestica e a far figli. Con l'espressione "drammi esistenziali e storie strappalacrime al femminile" non mi riferivo infatti a storie sdolcinate e zuccherose. Forse il mio errore è stato nell'uso della parola "strappalacrime"; forse era più indicato usare "drammatiche", ma per il resto non vedo l'incompatibilità delle due cose, anzi una storia femminista è senz'altro una storia fatta di drammi esistenziali. Devi inoltre tener conto che il giudizio che ho espresso si riferisce a me bambina, non a me adulta. Da bambina non amavo le storie tristi di donne, mettiamola così. Preferivo le storie avventurose col gusto della scoperta. :o)
NIENTE? per noi quello era un mondo, quattro vite a confronto, succedeva di tutto, amori, morti, figli, carriere, viaggi! ma evidentemente oggi si cerca altro.:)
tutte si sono identificate in Jo, no? il libro è costruito con questo scopo e leggendolo da dulte lo si capisce molto bene. ma poi tutte siamo state un po' Meg, un po' Beth, un po' Amy. (oddio, forse Beth no, forse Beth non lo sono mai stata.:)