A Room of One's Own
This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!
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Post n°311 pubblicato il 04 Luglio 2008 da lilith_0404
Questa faccenda del grembiulino a scuola, mia mamma l’avrebbe sicuramente approvata senza riserve. E non certo per considerazioni più o meno ideologiche, ma proprio perché lo considerava necessario a proteggere i vestiti, ed era talmente nella sua forma mentis che il grembiule, anche a casa, è stato parte integrante del mio abbigliamento abituale fino all’adolescenza inoltrata. Io poi, di fronte alle polemiche che ho letto in questi giorni, sono rimasta inizialmente interdetta: credevo che l’obbligo fosse stato reintrodotto, senza tanto clamore, già dall’anno scorso; ricordo infatti che mia cognata aveva dovuto precipitarsi a comprarlo giusto alla vigilia del primo giorno di scuola, per la sua bambina che cominciava la prima elementare: una cosa molto vezzosa, a quadrettini bianchi e gialli, con ricami al corpetto e alle tasche. Nulla a che vedere con il severo grembiule nero che si usava ai miei tempi. Ci pensavo proprio nei giorni scorsi, vedendo la foto nel post n. 360 di Carpediem: ne ho una quasi identica, una ventina di bambini in grembiule e blusa nera, allineati su due file, in posa per la foto ricordo della seconda elementare. Eppure, nonostante la ‘divisa’ che li avrebbe dovuti rendere ‘uniformi’, le differenze tra l’uno e l’altro sono innegabili e saltano immediatamente all'occhio: c'é quello con il colletto bianco di pizzo, con un fiocco grande e ben costruito, e quello col colletto a sghimbescio, quello che si tiene dritto e impettito e quello che sta con le spalle curve e la testa bassa, quello col fiocco slacciato, e quello con la blusa senza il colletto bianco. E penso, guardandoli, che non è la divisa a renderli uguali, ma quello che c’è sotto, dentro al grembiule, a renderli diversi: il diverso ambiente sociale d’origine, la storia familiare e personale di ciascuno, le stesse doti di intelligenza e di carattere, che ciascuno, geneticamente, possiede. E nessun grembiulino può cancellarle.
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anche io, da mamma, ho apprezzato la praticità del grembiulino con la mia prima figlia. preservava i suoi vestiti, salvava le felpine, si buttava in lavatrice e poi di nuovo su. Le altre non l'hanno indossato, ma poco importa: sono andata a scuola in tuta, spesso e volentieri. :)
La questione delle uguaglianze e delle disuguaglianze c'è, anche senza il grembiulino. Che forse preserva da un certo tipo di ostentato esibizionismo, è innegabile, ma non le cancella. Senza contare che la vera educazione parte prima dal cuore. Qui però divago.
Come la penso, credo tu l'abbia già letto da me. Ho cercato di capire le motivazioni che sottacciono a questa uscita del ministro Gelmini, ma nessuna mi convince e nessuna, soprattutto, mi piace.
Le divise non sono nate certamente per rendere tutti uguali. Non ci riuscirebbe nemmeno dio oppure sarebbe come dire che il comunismo vuole rendere tutti uguali laddove, cosa ben diversa, il comunismo tende soltanto a realizzare l’uguaglianza dei diritti, punto.
La divisa nasce con due obiettivi diversi ed, in alcuni casi, coincidenti. Uno identificativo e quindi di appartenenza e l’altro protettivo. Una tuta da lavoro è allo stesso tempo protettiva ma anche identificativa di un reparto piuttosto che di un altro. Così una divisa militare. Non è invece protettiva ma solo identificativa quella della hostess o dello steward o di alcuni liceali. Così come lo sono le divise degli atleti. Alle olimpiadi infatti i nostri atleti sfileranno con i loro bei grembiulini. Non ci trovo nulla di male nei grembiulini a differenza delle pagliacciate delle sfilate, inni e bandiere laddove si mischia lo sport col patriottismo (ma questo è un altro discorso). Ciao :o)
Poi adesso la Gelmini vuole ripristinare la riforma Moratti in chiave peggiorativa, eliminando o riducendo all'osso certe materie "inutili" o scomode, come la storia, così finalmente finirà quest'insegnamento fazioso e distorto delle vicende storiche, studiate solo su libri scritti da comunisti e inoltre vuole introdurre l'assunzione dei docenti per chiamata diretta da parte dei presidi, per cui se non sei asservito a certe idee non hai chance di lavorare. Idee, naturalmente funzionali a forgiare la popolazione in una certa direzione. Immagina un pò che mafia e manipolazione di massa ne verrà fuori! E poi chiamiamola democrazia, libertà e uguaglianza!!