Creato da black_rose_and_moon il 21/07/2011

Astral Night Reverie

Stargazers ride through virgin oceans...

 

Messaggi di Gennaio 2014

Tides Of Times

Post n°55 pubblicato il 31 Gennaio 2014 da fading_of_the_day
 
Tag: Passion

 

 

Sai, ieri riguardavo quella foto, quegli occhi vivi.

E immaginavo.

Immaginavo cosa stessi guardando realmente oltre la macchina da presa. Calcolavo fin  dove potessero spingersi, se aldilà delle convenzioni spaziali, o dei limiti imposti dalla povertà della geometria. Provavo a cogliere  cosa solleticasse la tua mente mentre regalavi  quell’espressione assorta, con la mano che ti sosteneva il capo con leggerezza effimera, barocca, mentre sullo sfondo l’incantevole giardino di Francia impallidiva come un qualsiasi parchetto di periferia

E pensavo.

Pensavo a cosa si prova ad essere la sintesi perfetta della bellezza. Il principio assoluto di ogni teorema estetico. E  quale significato avesse per te. Se fosse un peso, un privilegio, o, semplicemente, un civettuolo esercizio di vanità.

Pelle bianca come il latte, labbra rosso carminio e una cascata bionda che incendiava le spalle, come una soffiata di braci in fuga. E quello sguardo fuori dalla cronologia del mondo, fuori dal tempo. Un tempo che non riusciva a possederti ma che si percepiva solo attorno a te, dalle foglie secche ai lati dei marciapiedi, dalle cicatrici che si rimarginavano sulle ginocchia dei bambini, dalla ruggine che si estendeva sui cancelli. E dai cuori che si stancavano.

Il tempo era attorno a te e tu non lo subivi.

E se il tempo non si subisce non è nulla, assolutamente nulla....

Osservandoti avrei voluto esserne il padrone, accarezzare la lunga leva di una macchina fatta di ingranaggi d’oro.

Avrei potuto cambiare l’ordine degli alberi, dipingere i fiori con altri colori o consumare qualsiasi altro delitto contro la natura, tutto, pur di avere la possibilità di insinuarmi nelle tue giornate.

Avrei potuto esaudire il desiderio di vederti passeggiare vaporosa come un gatto a piedi nudi sulla sabbia al tramonto, o guardarti bere caffè caldo in una rigida mattina d’inverno.

Avrei potuto curiosare, affacciarmi alla finestra e vederti assorta, seduta su una panchina al fioco bagliore di un lampione che illumina la sera.

Avrei potuto giocare con i tuoi pensieri, sbirciare nel tuo universo ed avere la sensazione di essere l’unico essere vivente ancora sveglio su questo pianeta.


Ma forse ciò che scrivo sono solo le fantasie di un viaggio impossibile.

Terminerò queste righe avvolto da quel momento che tanto seduce e terrorizza gli scrittori, quell’attimo in cui, imprimendo la prima parola su carta, si sceglie di abitare una storia e perdere tutte le altre.

Assaporerò quella libertà feroce, quella coscienza fugace, quell’arcaico stupore, lo stesso con cui si contempla la vastità del cielo stellato e innanzi al quale insignificanti appaiono le questioni degli uomini.

So che quello sarà solo un attimo rispetto al tempo del mondo.

Ma non temerò questa paura.
Perchè mi sarà bastato solo quell'attimo per vivere.

 
 
 

Ending

Post n°54 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da oltre_ogni_suono
 

Il giorno seguente la mostra, Michael era di pessimo umore, entrò nel suo ufficio sbattendo la porta: era infuriato con se stesso per il fatto di aver creduto che, la sera precedente, Mya fosse andata alla mostra per vederlo. Era chiaro che la  sua solita amica giornalista le avesse chiesto il favore di partecipare alla mostra per recensirla per andare altrove. Anche quel giorno Mya sarebbe arrivata in ufficio, senza degnarlo di uno sguardo.
Michael al distributore prese con rabbia il secondo caffè chiedendosi se fosse ormai inutile farle ancora quella gentilezza: era chiaro che Mya non voleva saperne più nulla di lui. Per la prima volta, iniziò anche a pensare di lasciare il suo lavoro per dedicarsi completamente alla sua passione per l’arte, iniziò così a sperare che la mostra desse i suoi frutti: chissà, forse qualche riccone era rimasto colpito e voleva comprare qualche sua opera. Sarebbe diventato milionario e non avrebbe più dovuto lavorare accanto alla donna che non ricambiava i suoi sentimenti. Anzi, si sarebbe preso anche la soddisfazione di licenziarla.
Tornato in ufficio, e lasciato sulla scrivania di Mya il caffè, si mise a lavoro. Mya entrò poco dopo e si diresse verso di lui posando sulla scrivania una busta.
Continuando a lavorare al pc, Michael si rivolse alla collega “Sono le tue dimissioni?”
“Leggi tu stesso”
Michael aprì con apparente calma la busta, ma in realtà dentro di lui stava montando una forte rabbia come un’alta marea che trascina con se una forte tempesta dove i lampi sono lo spezzarsi in mille pezzi del cuore e ogni onda è un grido di dolore dell’anima. L’avrebbe persa sul serio allora, dopo mesi aveva deciso di dargli il benservito e andarsene.
Iniziò a leggere le parole vergate dalla calligrafia ordinata e leggermente inclinata di Mya e, in quel momento, il tempo e il mondo stesso parvero fermarsi.

Caro Michael,
Tutto ciò che mi hai scritto nella lettera che, mesi fa, mi hai lasciato sulla scrivania, l’ho capito solo adesso e mi rendo conto che è tutto vero: sì, ho paura di amare.
Quando, l’ultima notte che abbiamo passato insieme, mi sussurrassi di amarmi ho avuto paura di non sapere affrontare una vita insieme a te e sono scappata via. Ho avuto paura che, legando seriamente il mio cuore a te, le mi ali avrebbero smesso di spiccare il volo. Ho pensato che, possessivo come sei, mi avresti privata della libertà.
In quell’attimo mi chiesi se ero la donna adatta a te, pronta a viverti accanto per sempre, e decisi che non ero affatto pronta a tutto ciò che l’amore vuol dire.
Nei mesi passati insieme ero felice, lo eri anche tu, ma non ho saputo rispondere al tuo amore, non ho saputo reggere al fiume di emozioni di cui mi inondavi. Credevo che era il solito amore d’estate o una di quelle passioni passeggere che spesso lega i colleghi per brevi frammenti di vita. Mi sono limitata a lasciar scorrere sulla mia pelle ogni cosa bella proveniente da te per poi disfarmene e lasciarti solo.
Questa sera, alla tua mostra, ho potuto rivivere i momenti più significativi della nostra storia, la testa mi si è riempita di dolci e bellissimi ricordi, di te e di noi.
I tuoi quadri mi hanno fatta rendere conto ancora una volta che cerchi una storia d’amore vera e una donna che sappia amarti completamente. Io non sono capace di farlo, certamente non sono la donna che cerchi però, adesso, ho capito.
Ho capito che, la tua, non era possessività ma voglia di essere mio; i tuoi abbracci non erano cappi ma un modo di dirmi di non aver paura del male, perché accanto a te mi sarebbero successe solo cose belle.
Il difendermi a tutti i costi dall’amore vero, è la mia prigione, una gabbia dorata in cui mi sono rinchiusa per privarmi della libertà.
E ho capito un’altra cosa: quella donna che vuoi al tuo fianco voglio essere io.
Spero tu possa perdonarmi se troppo tardi mi rendo conto di tutto questo.
Voglio tornare ad essere tua, voglio imparare a credere in me e a credere in noi.
Spero che tutto ciò che provavi per me sia ancora vivo, ma se così non è, dammi la possibilità di ricostruire tutto.

Tua, Mya

***

Michael alzò gli occhi da quelle parole, ripose la lettera nella busta, si alzò e andò alla finestra; guardò il sole riflettersi sulla superficie delle auto in sosta nel parcheggio e notò come i rami degli alberi permettevano alle prime gemme di fare capolino su di loro, si chiedeva se amava ancora quella donna a distanza di mesi, mesi in cui aveva fatto di tutto per riconquistarla e si era rassegnato a mettere tutto da parte, mesi in cui aveva deciso di fare la mostra nonostante quasi tutte le creazioni parlassero della donna che lo aveva riempito di gioia.

Si girò verso di lei e se la ritrovò a pochi passi di distanza, incerto su cosa pensare e fare, la fissava senza saper dire nulla.
Mya all’improvviso scattò verso di lui e lo abbracciò con tutte le sue forze e lui, dopo un attimo di confusione, ricambiò quell’abbracciò forte sussurrandole tra i capelli un “Mi sei mancata” tremolante.
Mya alzò il viso dalla spalla di Michael e cercò quella scintilla nei suoi occhi; le parole le vennero, spontanee e sincere, alla labbra nel sussurro più dolce e vero: “Ti amo”.

 
 
 

DALLE NOSTRE PENNE....

"Te Quiero"
(fading_of_the_day)

By Chance:
"Meet"
"Princess Tower"
"Broken Love"
"Dangerous Joke"
"Sunset"
(oltre_ogni_suono)

"Beyond Belief"
(fading_of_the_day)

"Sueños Baratos"
(fading_of_the_day)

"Nyota wa Maisha"
(oltre_ogni_suono)

"Angel's Punishment"
(fading_of_the_day)

"Promesse Da Marinaio"
(oltre_ogni_suono)

Magic Desire:
"Blackberries And Flute"
"Start"

"The First Oracle"
"Abyss"
(oltre_ogni_suono)

"The Drowning Age"
(fading_of_the_day)

"The Ghost Woman And The Hunter"
(fading_of_the_day)

Waterlily In The Soul:
"Storm"

"Mosaic Of Life"

(oltre_ogni_suono)

Attracted By Her Laughter:
"Wrong Love"
"Thanks"

(oltre_ogni_suono)

 

DALLE NOSTRE PENNE (III)...

Passion:
"Starting Fires"
(fading_of_the_day)

"Gazza Ladra"
(oltre_ogni_suono)

Passion:
"Celtic Dreams"
(fading_of_the_day)

Tell Me About The Ocean:
"Decision"
"Beginning"
"Fears"
"Ending"
(oltre_ogni_suono)

Passion:
"Tides Of Time"
(fading_of_the_day)

War:
"La Nebbia Purificatrice"
(oltre_ogni_suono)

 

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