Creato da black_rose_and_moon il 21/07/2011

Astral Night Reverie

Stargazers ride through virgin oceans...

 

Messaggi di Giugno 2014

Cathie

Post n°71 pubblicato il 16 Giugno 2014 da oltre_ogni_suono
 

La giornata era stata piena di incontri lunghissimi, avevo per le mani due grandi affari che non dovevo assolutamente lasciarmi sfuggire, anche se non era il caso di farli (visti i miei ultimi fallimenti) volevo provare lo stesso, era una sfida. Julia e Cathie si erano trattenute qualche minuto più del solito, mentre chiudevo l'ufficio dissi loro di tornare a casa, io avrei dovuto far rapporto a Mr Honney su alcune questioni. Ci misi dieci minuti e poi scesi al parcheggio per recuperare l'auto e tornarmene finalmente a casa.
Ad aspettarmi c'era una donna: tailleur gonna, caschetto biondo, Cathie. La guardai accigliato e sorridente "Grazie, ma la mia auto ha l'antifurto satellitare, non c'era bisogno che la sorvegliasse"
Rise alla mia battuta "Mi scusi Mr Neri, non volevo interromperla nella sua riunione con Mr Honney, potrei chiederle un favore?
"Certo"
"Purtroppo ho perso la metro, non sa che seccatura sia stato per me, e la prossima passerà tra un'ora e odio attendere, e perdere, tutto quel tempo! Volevo chiederle se può darmi un passaggio" me lo chiese assumendo un tono dispiaciuto ma allo stesso tempo sensuale e portandosi una ciocca dietro l'orecchio.
"Certo, salga pure"
"E' sicuro? Non vorrei darle fastidio"

***

La accompagnai a casa seguendo le sue istruzioni, più dettagliate di quelle di un navigatore satellitare. Era una donna precisa, infallibile, lo dimostrava dall'aspetto e dal modo di fare. La sua arma vincente, tra le altre, era il saper usare sapientemente un tono di voce carezzevole ma che non ammetteva rifiuti o repliche. Lo stesso tono che usò con me quando fermai l'auto davanti casa sua "Mr Neri, le sono grata, è stata una giornata pesante, entri per bere un bicchiere di vino, è il minimo che possa fare per ringraziarla del disturbo"
"Devo guidare, non è il caso"
"Allora un bicchiere di tè ghiacciato, mi offendo se non accetta"
Accettai.

***

Cathie aveva una casa raffinata, arredata con gusto in stile moderno e ogni mobile ed oggetto sembravano estremamente costosi e provenienti direttamente da mostre all'avanguardia ed esclusive. Mi fece accomodare su un divano di pelle bianchissima con sopra cuscini neri di cachemire sparpagliati con finto disordine, non prima di avermi "obbligato" a togliere la giacca ed essere sparita in cucina dicendo di mettermi a mio agio.
Tornò con due flute di vino bianco, me ne porse uno e si accomodò anche lei sul divano, a qualche decina di centimetri di distanza da me. Aveva tolto la giacca.
"Preferisco non bere alcool prima di guidare"
"Ma un bicchiere non è nulla. Si rilassi" disse, iniziando a sorseggiare il suo e sfilandosi distrattamente le scarpe.
Discorremmo di come mi trovavo a New York e di alcune sue vacanze in Italia.
Ritornò in cucina a riempire di nuovo i flute. Quando tornò li appoggiò sul tavolino davanti al divano "Mr Neri, le spiace se mi metto comoda?" aveva usato ancora quel tono sensuale, la sua era un'affermazione travestita da domanda. Si tolse la gonna lasciandola scivolare lungo le gambe fino al pavimento, si inginocchiò sul divano, un ginocchio a contatto con la mia coscia, sbottonandosi la camicetta e chinandosi sul mio collo.

 
 
 

Grattacapi

Post n°70 pubblicato il 12 Giugno 2014 da oltre_ogni_suono
 

Il nuovo anno era iniziato male, su 10 investimenti importanti che avevo provato a fare, solo 3 erano andati a buon fine, gli altri me li aveva soffiati un'azienda nostra rivale, di cui odiavo fortemente colui che era un consulente finanziario come me.

Mr Honney, ovviamente, se ne era accorto: lui che mi aveva addirittura promosso, puntando così tanto su di me, prevedeva cadere in mille pezzi il suo impero e certamente si stava chiedendo se mi aveva sopravvalutato. Quindi mi convocò nel suo ufficio.

***

Non avevo paura, non era un tipo iroso, anzi, molto alla mano, e questo mi rendeva ancora più dispiaciuto per tutta la situazione; stavo deludendo una persona che era quasi un padre per me.

Mary mi sorrise e mi porse una tazza di quei beveroni che chiamano caffè, ne bevvi un sorso con disgusto, più per nervosismo che per desiderio di caffeina, mentre aspettavo che il mio capo si liberasse.
"Hey, Alex, non riesco a vederti così, non è colpa tua se quei bastardi posano gli occhi sui tuoi stessi clienti"
No, non era colpa mia ovviamente, ma visto che ero pagato per svolgere quel lavoro, trovare idee geniali e far guadagnare l'azienda, la cosa poteva farsi grave se avessi fallito ancora.

L'incontro con Mr. Hooney portò a una sola conclusione: lui ci teneva a me quindi non mi avrebbe licenziato, ma degradato se entro sei mesi non producevo un tot di profitti; in tono confidenziale mi disse che non era da me farmi sfuggire le occasioni, magari dovevo solo ambientarmi meglio nel mio nuovo ruolo di consulente finanziario, quindi mi propose di re-iniziare con piccoli investimenti.

***

Ma i miei grattacapi non erano finiti: era quasi giunta l'ora di decidere chi delle due assistenti far rimanere.

Misi alla "prova" le due ragazze: a turno, qualche giorno di lavoro senza la presenza dell'altra.
Scoprii così che, anche prese separatamente, erano in gamba entrambe: praticamente era successo che Cathie, per farsi notare, faceva di tutto per coccolarmi, lasciando le incombenze vere e proprie a Julia, più incline ai lavori informatici.

Ero in un vicolo cieco: per me erano entrambe adatte, non sapevo chi scegliere.

Tutti, impiccioni e curiosi, volevano sapere chi avrei scelto, si respirava un'aria elettrica fuori e dentro il mio ufficio. I maschi volevano che rimasse la bella "gatta morta" mentre colleghe e segretarie avevano una forte simpatia per il "cucciolo spaesato".

Ma, pochi giorni prima della decisione, una delle due candidate mi orientò nella scelta.

 
 
 

Carl

Post n°69 pubblicato il 06 Giugno 2014 da oltre_ogni_suono
 

Abituarsi presto al nuovo ritmo lavorativo non era tanto facile, ma avevo bisogno di non pensare a mia sorella e al nostro rapporto fraterno spezzato.
Mary si divertiva a chiamare le mie assistenti "gatta morta" e "cucciolo spaesato" e mi chiedeva spesso se avevo qualche preferenza.

Il fatto era che Cathie, ovviamente, aveva bella presenza e si prendeva cura di me e dei clienti portandoci tazze di te e caffè, a volte dolcini, ordinando tutto da una pasticceria all'angolo, il suo motto era che le persone di classe non vanno d'accordo con la "robaccia delle macchinette"; mentre Julia era sempre operativa informaticamente e teneva in ordine la mia agenda, i miei archivi e le mie carte in generale, in maniera impeccabile, era sempre gentile e disponibile.

Sul fronte relazionale con i clienti, invece, se capitava dovessero aspettare, Cathie li ammaliava civettuola, ma anche Julia era capace di intrattenerli facendo distendere i loro nervi con discorsi che li distraevano dagli affari e rendevano piacevole l'attesa.
Grazie a Cathie, il mio ufficio venne spesso popolato da colleghi che volevano ammirare quello spettacolo di donna, e da colleghe o loro assistenti, che non perdevano occasione per fare pettegolezzo sulle sue scollature e gambe scoperte.

***

Avevo appena concluso l'incontro con un cliente, aprii la porta del mio ufficio e trovai seduto sul divano Carl, un collega che lavorava spesso con me, chiacchierare allegramente con Cathie, appollaiata su un angolo della scrivania: gambe sapientemente accavallate ad accorciare la gonna per scoprire parte della coscia; mani raccolte a cingere le ginocchia; testa leggermente inclinata per creare una cascata bionda su un lato del viso; sorriso sensuale e accondiscendente per compiacere Carl. Appena vide la porta aprirsi del tutto, Cathie elegantemente unì le gambe e scese dal suo trono come se la civetteria fosse il suo vero mestiere, guardò il cliente e, sorridendogli affabile, lo accompagnò alla porta.
La povera Julia, che stava ricopiando al pc dei documenti, era paonazza in volto, visibilmente a disagio difronte alla sfacciataggine della collega.

Intanto, Carl aveva fatto ritorno dal suo viaggio momentaneo nel mondo dei sogni e, ripreso contegno, si avviò nel mio ufficio; appena mi chiusi la porta alle spalle si girò di scatto verso di me, chiuse gli occhi per un secondo e scosse lievemente la testa prima di aprir bocca "Quella donna è una bomba!"
"Non è la prima volta che la vedi"
"Si, ma ogni volta mi fa lo stesso effetto... tu che ne dici? Terrai lei, vero?"
"Non ho ancora deciso e non saranno le sue doti fisiche a influenzarmi"
"Andiamo! Alex, guardami, se già non lo fai, anche tu vorresti portartela a letto!"
"Ammetto che è una bella ragazza, ma siamo qui per lavorare... ciò che dovremmo fare io e te, adesso"

Ci accomodammo alla mia scrivania e ci immergemmo nel lavoro.

 
 
 

Mary

Post n°68 pubblicato il 05 Giugno 2014 da oltre_ogni_suono
 

Conclusa la telefonata con Mary, tornai nella sala d'aspetto e spiegai la situazione alle due candidate, che si guardarono con un misto di sfida e pacatezza. In quel frangente, Julia sorrise imbarazzata, immaginai stesse pensando che, contro una che sembrava uno squalo in gonnella, era difficile vincere.

***

Dopo qualche ora mi telefonò Mary, incapace di trattenere la sua curiosità e impossibilitata a scendere da me nell'immediato.
"Allora, come sono le donzelle?"
"Le guarderò meglio e te lo farò sapere"
"A chi vuoi prendere in giro? Non esiste uomo che non guarda due signorine... Sono carine?"
"Come ti dicevo prima, sono opposte, sul piano fisico e nell'atteggiamento, ma sono gradevoli... almeno alla vista"
"Come sono vestite? Come ti sembrano?"
"In poche ore che vuoi che ne sappia?" e risi sommessamente ripensando all'incontro ravvicinato con Julia, che subito raccontai alla mia interlocutrice.
Anche Mary rise "Poverina! Mi sta già simpatica!"
"Dai, ora lasciami lavorare e torna al lavoro anche tu"
"Ok ok, ma nel pomeriggio passo a dare un'occhiata al tuo nuovo ufficio"
"Non hai mai avuto interesse per gli uffici..."
"Sono curiosa di vedere le tue nuove tende"
"Si si, magari anche nuovi volti, scommetto"
"Chissà..."
"Ti va di andare a pranzo insieme?"
"Certo, così mi aggiorni sulle vacanze natalizie. Andiamo al solito posto?"
"Sì, ma ora smamma dalla mia linea telefonica!"

***

A pranzo, nella nostra tavola calda preferita, Mary mi raccontò che a Natale era tornata con il suo ragazzo, il loro era un rapporto tira-e-molla al quale ero abituato; le raccontai di come avevo visto stressati Francesca e John e della chiacchierata fatta con mio padre in soffitta.
Mi guardò per qualche attimo, poi sorrise incoraggiante "Un giorno guarirai"
"Lo spero, non riesco ad affezionarmi più a nessuna donna se non per amicizia", la guardai, non c'era bisogno di specificare che stavo parlando di lei "Appena vedo che vogliono di più... scappo"
"Secondo me, ancora non hai incontrato la donna giusta... e zitto, non dirmi che è Francesca"
Sospirai e guardai il contenuto del piatto che avevo davanti.
Per tirarmi su assunse un'aria dittatoriale "Alex, sabato non prendere impegni, sei invitato a pranzo da noi!"
"Vengo volentieri!"

***

Mary era la mia migliore amica, le raccontavo tutto; la conobbi il primo giorno di lavoro a New York e subito mi fece sentire a mio agio. La nostra era un'amicizia uomo-donna di quelle sane e bellissime, senza alcuna attrazione fisica, senza malizia, avrei potuto essere donna o lei uomo, sarebbe stata la stessa cosa. La sua famiglia era anche la mia, mi avevano come adottato, mi invitavano spesso da loro: la madre stravedeva per me, mi viziava con la sua cucina e spesso mi mandava maglioni fatti all'uncinetto, un gesto tanto da vecchia-nonna ma altrettanto premuroso; il padre mi chiedeva spesso consigli su tutti i più svariati campi; i suoi 4 fratelli mi consideravano un fratello maggiore. L'unico a non sopportarmi (e la cosa era reciproca) era il ragazzo di Mary, Billy, il perché è semplice da capire, non solo andavo a genio a Mary ma a tutta la sua famiglia, e lui ne era come geloso, ovviamente.

***

Il sabato successivo passai tutta la giornata con Mary e la sua famiglia: oltre a mangiare tantissimo giocai a football sul prato con i suoi fratelli e chiacchierai con i suoi genitori di come organizzare al meglio il giardino per la primavera, non era il mio campo ma loro ci tenevano alla mia opinione sul lato estetico della cosa, si fidavano del buon gusto italiano. Al crepuscolo, quando andai via, sorridevo tra me e me in auto: sì, potevo farcela ad essere felice, non ero solo.

 
 
 

DALLE NOSTRE PENNE....

"Te Quiero"
(fading_of_the_day)

By Chance:
"Meet"
"Princess Tower"
"Broken Love"
"Dangerous Joke"
"Sunset"
(oltre_ogni_suono)

"Beyond Belief"
(fading_of_the_day)

"Sueños Baratos"
(fading_of_the_day)

"Nyota wa Maisha"
(oltre_ogni_suono)

"Angel's Punishment"
(fading_of_the_day)

"Promesse Da Marinaio"
(oltre_ogni_suono)

Magic Desire:
"Blackberries And Flute"
"Start"

"The First Oracle"
"Abyss"
(oltre_ogni_suono)

"The Drowning Age"
(fading_of_the_day)

"The Ghost Woman And The Hunter"
(fading_of_the_day)

Waterlily In The Soul:
"Storm"

"Mosaic Of Life"

(oltre_ogni_suono)

Attracted By Her Laughter:
"Wrong Love"
"Thanks"

(oltre_ogni_suono)

 

DALLE NOSTRE PENNE (III)...

Passion:
"Starting Fires"
(fading_of_the_day)

"Gazza Ladra"
(oltre_ogni_suono)

Passion:
"Celtic Dreams"
(fading_of_the_day)

Tell Me About The Ocean:
"Decision"
"Beginning"
"Fears"
"Ending"
(oltre_ogni_suono)

Passion:
"Tides Of Time"
(fading_of_the_day)

War:
"La Nebbia Purificatrice"
(oltre_ogni_suono)

 

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