Se solo tu mi toccassi il cuore

Amazon.it: Se solo tu mi toccassi il cuore - Fermine, Maxence, Lurati, Chiara - Libri

I nostri sguardi si sono incrociati ancora una volta e sono rimasti agganciati, come magneti. Ero turbata, come se la tua presenza accanto a me fosse un crimine. Come se, già allora, fossi incline al peccato. Ti sei accorto del mio malessere e hai cambiato argomento:

  “Vive in un posto bellissimo. Il lago all’orizzonte, il giardino, la grande casa con le persiane verdi.”

  “Me lo dicono spesso. Devo ammettere che è vero.”

 Una pausa, poi hai detto, come se la domanda mi bruciasse sulle labbra:

    “Mi chiamo Raphael.”

   “Luna. Benvenuto a Taoolires…”

    “È italiana?”

  “Sì, ha indovinato. La mia famiglia è del ticinese. La parte italiana della Svizzera.”

  “Italiana di origine, svizzera di nascita e francese d’adozione, se ho capito bene.”

 “Proprio così. Ha riassunto perfettamente la situazione. Una tripla identità.”

   “Comunque, è un nome che le dona molto.”

Hai aggiunto con un sorriso di incredibile purezza.

Questa volta, nonostante il caldo, non ho potuto fare a meno di rabbrividire. Era troppo per me. Eri caduto dal cielo, mi avevi fatto un complimento e portavi il nome di un angelo.

Maxence Fermine, Se solo tu mi toccassi il cuore

Un uomo che scrive come una donna. Direi alla Liala se solo avessi letto un suo libro. Magari l’ho fatto ma dev’essere stato tanto tempo fa, quando per causa di forza maggiore erano altri a scegliere le mie letture. Tuttavia il punto è un altro: ho sbagliato libro e ora non mi resta che imboccare la via della resa facendo tesoro, benché già di mio io abbia contezza di certe trappole, di queste parole di Emanuele Trevi: “Per chi scrive recensioni, ma anche per una parte non trascurabile del pubblico, il cosiddetto modernariato editoriale è molto più interessante e gratificante del mercato delle novità librarie vere e proprie, dove è sempre difficile distinguere i fuochi di paglia e i valori autentici, capaci di trascendere la pubblicità e il successo effimero. A volte il modernariato riporta in luce dei veri e propri giganti seppelliti dall’oblio, come Richard Yates. Oppure rivela, di autori di cui si è conservata la memoria, opere certamente secondarie, ma dotate di un loro significato e di un loro peso estetico”.

Ho abbandonato il libro a pagina 22. Poi in rete ho trovato l’estratto seguente e mi sono convinta ancora di più che svoltare è stata la mossa giusta:

“Se solo tu mi toccassi il cuore, se solo mettessi la tua bocca sul mio cuore, la tua bocca sottile, i tuoi denti, se mettessi la tua lingua come una freccia rossa lì dove il mio cuore polveroso martella…”.

Se solo tu mi toccassi il cuoreultima modifica: 2024-05-03T12:39:34+02:00da hyponoia

8 pensieri riguardo “Se solo tu mi toccassi il cuore”

  1. Quelle tre righe finali che ti hanno fatta svoltare definitivamente, mi fanno pensare che se è giusto che chiunque possa cimentarsi a scrivere un romanzo, è anche vero, purtroppo, che chiunque possa trovare qualcuno che glielo pubblichi ma, è anche vero che se le librerie sono piene di nefandezze è soprattutto colpa di chi scrive la quarta di copertina.

    “è sempre difficile distinguere i fuochi di paglia e i valori autentici”

    Mi spiace per Trevi, ma quest’affermazione mi sembra abbastanza campata in aria perché ho sempre pensato che le cose “difficili” non esistono perché esistono i professionisti e se a fronte di un problema un professionista mi risponde che non è un problema di facile soluzione, io capisco di essermi rivolto alla persona sbagliata.
    Quindi, sia nel bene che nel male,di fronte ad una prima opera di uno scrittore nessuno può pretendere che il critico dica subito se quella “è un fuoco di paglia” o la prima di una lunga serie di capolavori. Un critico professionale, come un insegnante, dovrebbe dire “è sicuramente un autore promettente” oppure “è giovane e, quindi, ha tutto il tempo , per far dimenticare questo suo romanzo”. Facendo così, il critico sarà onesto e si metterà anche al riparo da giudizi affrettati e definitivi.
    I critici, però, sono anche personaggi strani o, forse, un po’ troppo pieni di sé e di cantonate ne prendono tante e, spesso, anche colossali. Basta pensare alla Recherche.

  2. Perché mi stronchi così Trevi? ha solo detto: è sempre difficile distinguere i fuochi di paglia e i valori autentici, dunque non ha escluso che tra gli scrittori e le scrittrici esordienti non possano esserci opere meritorie. Quanto a me, sono per il modernariato e per i classici (ho due volumi di Musil pressoché intonsi) ma in qualche modo sostengo pure il mercato editoriale “di giornata”. Se non io, chi? 🙂

    1. No, tesoro mio, questione d’onestà. Lo sai che apprezzo Trevi ma se, a mio avviso dice qualcosa di sbagliato, non gli faccio sconti. Poi, sia chiaro tanto a lui quanto a te, una cosa è lo scrittore ed altra cosa è il critico e, come critici, mi fido solo di te e questo non c’entra nulla il fatto che ti voglia bene.

    1. “è sempre difficile distinguere i fuochi di paglia e i valori autentici, dunque non ha escluso che tra gli scrittori e le scrittrici esordienti non possano esserci opere meritorie”

      Infatti non lo escludo nemmeno io. Quello che affermo, invece, è che non è “difficile” affermare che quell’esordiente possa essere un “fuoco di paglia o meno”, ma è “impossibile” perché non sarebbe un giudizio serio ovvero un giudizio storico, ma solo un giudizio avventato.
      Per questo l’affermazione di Trevi la trovo insensata.
      Come se, rispetto ad un esordiente, troverei insensato chiederle: “Secondo te quest’autore diventerà un grande della letteratura?”
      “Sicuramente ha cominciato bene ma, da qui all’eternità, non ho la palla di vetro per saperlo”, mi rispose Fannì.
      “Quindi dici che è “difficile” rispondere alla mia domanda?”, insistetti io.
      “No, non è difficile, ma impossibile. I numeri ce li ha, ma di Arienpassant non è che ne nasca uno al giorno”, mi risponde.
      “Lo dici per la tua infinita competenza o perché gli vuoi bene?”, le chiedo ancora.
      “La seconda, of course”, mi risponde secca.
      Non prendertela Arien.
      E perché dovrei, anzi ne sono contento perché la seconda era quella che avrei preferito.

  3. E così scopro anche un Arien modesto, che anteporrebbe (condizionale d’obbligo) il sentimento al successo. Quant’è effimera un’affermazione del genere, quanto un fuoco di paglia? 😉

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.